Appunti sul provvedimento per le start up e dintorni

Bomeluzo Aladino 2

di Franco Meloni

Il provvedimento approvato giovedì dal Consiglio dei ministri (parliamo qui della parte dedicate alle start up) va valutato positivamente a prescindere. Nel senso che il fatto che sia stato adottato, nel rispetto della tempistica concordata con il ministro Corrado Passera nell’incontro del 13 settembre u.s.. nel quale fu presentato il rapporto Restart Italia, prodotto dalla task force promossa dallo stesso ministro, costituisce di per se un fatto positivo. Crediamo anche perchè il testo approvato sembra rispettare le indicazioni contenute in quel rapporto, seppure ci dicono che qualcosa non è stato pienamente accolto e qualcosaltro è rinviato a successivi provvedimenti. In ogni caso dobbiamo aspettare la versione definitiva licenziata dal Consiglio dei ministri, quella che sarà presentata alle Camere per la conversione in legge entro i fatidici sessanta giorni. In questo periodo (dalla prima decade di ottobre alla prima decade di dicembre) c’è il tempo anche per migliorare il provvedimento (speriamo non per peggiorarlo). In questo periodo sarebbe opportuno organizzare iniziative (seminari con più competenze coinvolte) per capire fino in fondo il testo e per suggerire appunto alcuni miglioramenti. Ne dico uno, che mi sembra importante: occorre precisare le modalità di avvio delle start up innovative e degli incubatori delle start up innovative. Sembra infatti che il decreto si preoccupi di definirli entrambi (start up e incubatori) esclusivamente a regime, quando cioè devono obbligatoriamente possedere tutti i requisiti per essere quello che la norma prefigura. Ma nella fase di avvio invece questi requisiti non li avranno tutti, pensiamo solo al curriculum sull’esperienza. Dunque occorre regolare meglio cosa ci vuole perchè si proponga legittimamente una nuova start up innovativa e un incubatore di start up innovative. Ovviamente crediamo che il dibattito debba servire per apportare miglioramenti che non mettano in discussione i tempi di conversione in legge del provvedimento nei tempi previsti. Ma questo tempo non vede essere utilizzato solo per concentrarsi sul provvedimento, quanto per predisporre tutte le condizioni per una sua effettiva applicazione. Sono molte le cose da fare. Per esempio occorre fare una ricognizione di tutte le iniziative legate al mondo delle start up e dell’innovazione in generale. Parliamo per esempio delle iniziative già operative in campo regionale, finanziate con le risorse dei fondi strutturali europei: ci vuole appunto una ricognizione e per metterle a sistema. Per quanto riguarda la Sardegna, citiamo il programma Innovare, finanziato con i fondi FESR e FSE e gestito dalle Università sarde e da Sardegna Ricerche (tra l’altro il progetto prevede la costituzione di incubatori d’imprese innovative), ma non solo.
Questi sono solo appunti, che vogliono stimolare iniziative più corpose e partecipate.

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