Oggi venerdì 19 giugno, cenabara 19 de lampadas, 2015

aladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: La Scuola Popolare dei lavoratori di Is Mirrionis. ITI (Interventi Territoriali Integrati) a Is Mirrionis.
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ape-innovativaLogo_Aladin_Pensieroaladin-lampada-di-aladinews312sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413
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GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413ALLE ORE 19 Sa Creazioni, racconto biblico in
versione casteddaia, sulla creazione, il peccato e la punizione

Oggi, venerdì 19, alle ore 19, nel salone della Cineteca Sarda,
in viale Trieste 118, reciterò per voi amici, che state sempre a dirmi
“quando fai qualcosa, avvertici!”, Sa Creazioni, racconto biblico in
versione casteddaia, sulla creazione, il peccato e la punizione.
Mi sarà compagno il cineasta Salvatore Sardu, coi suoi bellissimi
documentari su Molentargius e i fenicotteri (is mangonis, o “genti arrubia”).
Non ditemi poi che non vi ho avvisato…
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- Il testo integrale di “Sa creazioni” è su Sardegna Digital Library

Il monito del Papa: curare l’ambiente per salvare gli ultimi
di Orazio La Rocca, su La Nuova Sardegna, 19 giugno 2015
“Laudato sì…”. Per oltre 800 anni queste due parole hanno dato forma e carattere al Cantico delle Creature, il poetico “manifesto” di San Francesco d’Assisi che ha formato generazioni di uomini e donne sul piano della fede, della cultura e dell’amore per il Creato, dono di Dio. Ora quelle parole sono state elevate alla dignità pontificia grazie a un Papa, non a caso di nome Francesco, che ne ha fatto il titolo della sua enciclica sull’ambiente presentata ieri in Vaticano. Un testo che fin dal titolo – “Laudato si’. Sulla cura della casa comune” – esprime sentimenti francescani al massimo livello sollevando quesiti, dubbi, lanciando allarmi, chiamando all’ordine credenti, non credenti, uomini di buona volontà senza distinzioni politiche e religiose, su delicati temi come la salvaguardia della terra, sempre più minacciata – avverte Bergoglio – da incuria, politiche sbagliate, egoistiche, punitive per i più deboli e i più poveri. Poveri che per il Papa sono le prime “vittime” dei predatori della terra e di un sistema politico-finanziario che si è preoccupato più di salvare le banche che i bisognosi. Ma se – tra i tanti elogi con cui la Lettera enciclica è stata accolta a quasi tutti i livelli sociali, politici e religiosi – qualcuno ha già preso le distanze dall’invito di papa Francesco a salvaguardare “la Casa comune” e a difendere gli ultimi, a partire dagli immigrati, vuol dire che il testo ha fatto centro, specialmente là dove la lettura bergogliana della fede cristiana diventa servizio e difesa dell’uomo e dell’ambiente. Un testo, quindi, rivoluzionario nel suo genere. Non solo per i contenuti, ma anche per i destinatari, che contrariamente alle precedenti encicliche, non è solo il mondo cattolico e le gerarchie ecclesiali. «Intendo – scrive infatti Bergoglio – entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune», partendo dagli insegnamenti ecologici dei suoi predecessori Giovanni Paolo II e Benedetto XVI – citati, rispettivamente, 23 volte il primo, 21 il secondo -, dei leader di altre religioni come il patriarca di Costantinopoli Bartolomeo, di capi islamici e di scienziati, sociologi ed economisti di pensiero anche laico. Forse grazie anche a queste attenzioni che in “Laudato si” emergono decisi richiami contro mali come inquinamento, cambiamenti climatici, rifiuti, cultura dello scarto, problematiche dell’acqua, un bene universale che il Papa vede sempre più minacciato da tentativi di “privatizzazione” da parte di multinazionali senza scrupoli. Parole di richiamo altrettanto forti prese in prestito da militanti ambientalisti, emergono quando Bergoglio denuncia la perdita di biodiversità, di deterioramento della qualità della vita, di degradazione sociale, iniquità planetaria, ogm. Nel testo non manca un fermo altolà al surriscaldamento del pianeta che provoca l’impoverimento di vaste aree e di quanti vi abitano, che a loro volta sono costretti a emigrare spinti anche da guerre, sfruttamento, fame e malattie. L’ecologia, quindi, ragiona il pontefice, da “medicina” per l’ambiente naturale diventa cura dell’umanità intera, tesi sostenuta in una Lettera enciclica molto lunga (200 pagine, 246 paragrafi), complessa, per molti tratti volutamente politica e poco religiosa. Tra le espressioni più forti e impegnative c’è sicuramente il concetto di “ecologia integrale”, citato 8 volte e titolo del quarto capitolo, con cui il Papa parla di necessaria difesa della vita umana, dalla nascita fino alla morte naturale, liberandola da una sorta di sottomissione, nemmeno tanto strisciante, alla tecnologia che – lamenta Bergoglio – insieme alla finanza «pretende di essere l’unica soluzione dei problemi», mentre «di fatto non è in grado di vedere il mistero delle molteplici relazioni che esistono tra le cose, e per questo a volte risolve un problema creandone altri». Papa Francesco, l’ambientalista dal volto umano ha parlato così.

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