Immigrati, spopolamento, presente e futuro della Sardegna: necessità di un dibattito privo di pregiudizi e orientato alla concretezza nell’agire. Intanto partiamo dai dati…

lampadadialadmicromicro1Segnaliamo in argomento il dibattito che si sta sviluppando sulla pagine fb di Guido Melis, che prende spunto dall’articolo di Beppe Severgnini sul New York Times. Noi di Aladinews abbiamo molto investito su questa problematica, dando spazio a opinioni differenziate, ma schierandoci per una nuova politica di accoglienza anche per affrontare lo spopolamento della Sardegna. Lo abbiamo fatto e lo facciamo senza alcuna banalizzazione, attenendoci ai dati statistici e utilizzando gli studi pertinenti. Proprio perché la questione è complessa e si presta a fraintendimenti o, addirittura, a possibili derive razziste e quant’altro di negativo, abbiamo necessità che il dibattito sia approfondito senza pregiudizi. Ma occorre anche concretezza nell’agire, partendo dalle buone pratiche già in atto. Certo è che la classe politica regionale dimostra una sconfortante inadeguatezza. A parte le esternazioni, peraltro sensate, di Gianfranco Ganau, presidente del Consiglio regionale, non sembra che i massimi esponenti della politica regionale abbiano contezza della problematica dello spopolamento e quindi di una tra le diverse risposte che si possono dare, anche con una nuova politica dell’accoglienza, che in nessun modo può essere sostitutiva delle politiche per il lavoro, per i giovani e non solo. Abbiamo anche prospettato che per superare questa sostanziale “estraneità” della politica regionale il Consiglio regionale approvi un’apposita legge istituita di una commissione d’indagine sullo spopolamento e suoi possibili rimedi e che venga istituita un’Alta Autorità regionale per le politiche di contrasto allo spopolamento e per l’immigrazione (Autorità espressione della Giunta e del Consiglio regionale).
Continuiamo comunque nel nostro impegno. In questa direzione riportiamo l’intervento del nostro Vanni Tola nella citata pagina fb di Guido Melis.
sedia di Vannitola
La proposta di Severgnini di favorire l’integrazione dei migranti nelle aree spopolate del paese con piani di integrazione reale e impiegando al meglio le risorse potenzialmente utilizzabili quale le aree agricole incolte o fortemente sottoutilizzate, non è ne nuova ne originale. Ne parlano da tempo i demografi, se ne è parlato in Sardegna in alcuni convegni sullo spopolamento, ne ha parlato Giuseppe Pulina ex direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, il senatore Luigi Manconi, ne abbiamo dato conto dettagliatamente nel nostro giornale on line con diversi articoli. Fin da allora, nel presentare questa proposta, avevamo intuito che prima o poi si sarebbe scatenata una forte opposizione al progetto come poi è puntualmente avvenuto sotto forma di contrasto all’articolo di Severgnini che ha rilanciato la discussione nei media. Penso che a monte esista una questione politica e culturale ben maggiore e della quale si cominciano a vedere i primi segnali. I Sardi ritengono possibile una integrazione razionale di popoli provenienti da altre etnie in terra di Sardegna? O si preferisce tutelare, con qualunque mezzo e argomentazione, il popolo sardo da “contaminazioni” che, secondo molti, rappresenterebbe una minaccia per i sardi e i destini dell’Isola? Quanto leghismo e velato razzismo si nascondo dietro la levata di scudi contro Severgnini e per la difesa del sacro suolo (leggi terre da sempre incolte o sotto utilizzate e paesi ormai irrimediabilmente spopolati)? Cito per tutti un recente articolo del neo segretario del Partito Sardo D’Azione che entrando nel merito della questione afferma sostanzialmente che la Sardegna si salva dallo spopolamento con una nuova classe politica che stimoli lo sviluppo dell’occupazione anziché pensare ad importare manodopera straniera. Sono le argomentazioni della Lega di Salvini e della destra fascista europea.
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INIZIATIVA DI DIBATTITO
Accogliamoli tutti 8 11 15Accogliere tutti si può? L’attenzione mediatica delle politiche di accoglienza per i migranti è spesso orientata all’emergenza e al pericolo invasione. Con Accogliamoli tutti Luigi Manconi e Valentina Brinis dimostrano che l’arrivo di donne e uomini stranieri è un’opportunità di salvezza per una società invecchiata e immobile come la nostra, per il suo dissestato sistema produttivo e il suo welfare in crisi.

Stasera alle 17:30 a Cagliari nella biblioteca provinciale “Emilio Lussu”. Non mancate!

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