A chi giova?

Parigi terrore 13 11 15di Nicolò Migheli

By sardegnasoprattutto/14 novembre 2015/ Società & Politica/

È sicuramente presto per stabilire chi realmente ha voluto le stragi di Parigi. L’ interventismo francese di questi anni in Libia, Siria ed Africa sub sahariana, ha certamente creato motivazioni e risentimenti. L’avere la Francia una politica nel Medio Oriente totalmente filo sunnita, con interscambi commerciali e vendite di armi nei Paesi del Golfo, introduce altre varianti sulle probabili cause degli attentati.

Gli anni della strategia della tensione ci hanno abituato a guardare oltre il fatto immediato. La scoperta di formazioni come Gladio, sono poi diventate conferma a sospetti che venivano liquidati come dietrologie inutili. Anche oggi si pone la domanda: a chi giovano le stragi parigine?

1– All’Isis Daesch, visto che fino ad ora sono gli unici ad averla rivendicata con un tweet. Le rivendicazioni però lasciano spesso il tempo che trovano, visto che spesso è impossibile determinarne l’autenticità. Ai tempi delle BR la firma era una testina rotante di una macchina per scrivere Olivetti che ne garantiva l’origine. Dopo l’intervento russo in Siria, l’avanzata dei curdi in Iraq e Siria, lo Stato autodefinitosi islamico si trova in difficoltà. L’abbattimento dell’aereo russo sul Sinai, la strage nei quartieri sciiti di Beirut, gli attentati parigini, forse sono un segno di debolezza; è la strategia della lotta al nemico vicino, che cede a quella contro il nemico lontano, seguendo in questo la strategia dei rivali di Al Qaeda.

2– Ad Al Assad, ringalluzzito dal sostegno russo, iraniano e di Hizbollah, recupera le città e i territori perduti. Gli attentati potrebbero essere una rappresaglia per l’intransigenza francese nei suoi confronti, per l’appoggio dato ai ribelli, anche jihadisti, dalla Francia. Quel “Bere nella stessa coppa” del comunicato Isis si può leggere in molti modi, compreso un richiamo del regime alawita ad uno schierasi dei francesi contro il nemico comune.

3– All’Iran per gli stessi motivi di Al Assad, più una vendetta per aver ostacolato fino all’ultimo l’accordo sul nucleare.

4– Agli ex gheddafiani, ci sono ancora e sono molto attivi. Per loro potrebbe essere una vendetta per la cacciata e morte del loro leader e un invito sanguinoso ad Hollande di stare lontano dalla Libia.

5– Ai turchi per rinsaldare la loro alleanza con i francesi e coinvolgerli in operazioni che blocchino sul nascere ogni possibilità di un Kurdistan indipendente. Un altro aspetto potrebbe essere un riconoscimento più accentuato della semidittatura che Erdoğan sta imponendo al proprio paese.

6– Ai russi, per distrarre l’attenzione sull’Ucraina e avvertire nel contempo i francesi per coinvolgerli maggiormente nella guerra contro l’Isis lasciando da parte ogni tentativo di deposizione di Al Assad e degli alawiti.

7– Agli israeliani. Dopo Charlie Hebdo, Nethanyau si recò a Parigi invitando gli ebrei francesi a trasferirsi in Israele, paese considerato più sicuro.

8– Agli Usa, che aspirano ad avere “stivali sul terreno” europei nel tentativo di risparmiare un impegno diretto che non siano i bombardamenti aerei.

9– All’Unione Europea che con il programma “Sicurezza” del 7°PQ (e con quelli analoghi successivi) intende: – sviluppare le tecnologie e le conoscenze che permetteranno di costruire le capacità necessarie al fine di assicurare la sicurezza dei cittadini dalle minacce quali il terrorismo, le catastrofi naturali e la criminalità, pur nel rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo compresa l’intimità della vita privata; – consentire un utilizzo ottimale e concertato delle tecnologie disponibili e in evoluzione a beneficio della sicurezza civile europea; – incentivare la cooperazione tra fornitori e utenti al fine di trovare soluzioni in materia di sicurezza civile; – migliorare la competitività dell’industria europea della sicurezza; – produrre risultati di ricerche mirate al fine di ridurre le lacune in materia di sicurezza. Una sorta di grande fratello che ci farà vivere dentro una dimensione di controllo capillare.

10– Tutte le imprese del settore sicurezza e difesa che vedranno lievitare i propri guadagni.

11– Tutte quelle formazioni politiche che sulla paura dello straniero e dell’Islam ricavano consensi elettorali.

12– Tutti quegli enti ed organizzazioni che non conosciamo ma che da questo stato di cose ricavano ragion d’essere e profitti.

Il gioco del a chi giova, finisce qui. È servito a far capire che la complessità della geopolitica del caos vede molti attori, e ancor più chi dalle azioni scellerate trae vantaggio. L’equazione Islam- Terrorismo serve solo a loro. A noi gente comune restano le vittime, le vite controllate e la paura. Paura che da sempre è una pessima consigliera. Un ultimo pensiero a tutte le vittime che da sempre nel mondo, costruiscono altari per il trionfo dei criminali.

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