Ragioniere a chi?

Luca Pacioli ritatto olioape-innovativa2La denominazione “ragioniere” che individua l’esperto in contabilità (o perito commerciale) che ha seguito e concluso con l’esame di stato un certo percorso scolastico, è tutta italiana e sconosciuta in Europa. Ma anche in Italia tale denominazione è andata in disuso negli ultimi decenni e perfino la disciplina che l’ha generata, la “ragioneria”, nelle università è stata ridenominata come “economia aziendale”. Ciò è accaduto nonostante l’Italia sia la patria della ragioneria, fondata da Luca Pacioli * e sistematizzata in seguito da illustri studiosi come Fabio Besta e Gino Zappa. Molti degli stessi ragionieri (diplomati degli Istituti commerciali) non amano fregiarsi di tale titolo, se non quando effettivamente addetti a funzioni contabili. – segue - Ricordo invece che quando io mi diplomai “ragioniere e perito commerciale” nell’estate del 1969 (al mitico Istituto Pietro Martini), fui ben contento di ricevere in regalo il “biglietto da visita” con il titolo Rag. a precedere nome e cognome. Molti ragionieri che hanno conseguito e conseguono successivamente la laurea cercano di occultare il titolo precedente, anche quando di esso costituisce sviluppo e specializzazione coerenti, come la laurea in Economia (un tempo denominata Economia e Commercio). Perché? Perché l’omogenizzazione dei titoli di studio a livello europeo ci porta ad adottare comuni denominazioni differenti da “ragioniere”? Sicuramente sì, ma anche perché il titolo di ragioniere ha assunto negli ultimi anni un significato se non dispregiativo (persona fantozzi_e_filini ragionieripignola e pedante) sicuramente di diminutio rispetto alle persone a cui viene attribuito. A rendere non proprio appetibile il titolo hanno poi contribuito il personaggio di Fantozzi rag. Ugo di Paolo Villaggio e quello della sua spalla rag. Renzo Silvio Arturo Filini interpretato dall’attore Gigi Reder, nella serie di “film fantozziani” dagli anni 70 in poi. Torniamo però alla diminuitio, perché è di questo che voglio parlare, facendo per tutti l’esempio dell’illustre prof. Mario Monti declassato dai suoi detrattori a rag. Mario Monti, nel momento in cui ha caratterizzato la sua attività politica soprattutto (e ossessivamente) nell’ambito del controllo dei costi, della spending review, del fiscal drag, del pareggio di bilancio ad ogni costo… e così via, riuscendo ad ammazzare l’economia piuttosto che a rianimarla. Nella nostra realtà questo declassamento ha colpito il prof. Francesco Pigliaru e il prof. Raffaele Paci, proprio per la politica di tagli che caratterizza la loro azione di governo in Sardegna. Ma per parlare di realtà più vicine a noi, pensiamo alla commissaria della Camera di commercio di Cagliari, anch’essa illustre professoressa, declassata a ragioniera per meriti acquisiti sul campo. Ci riferiamo alla dismissione del Laboratorio chimico-merceologico della Camera di commercio di Cagliari, per il quale si è parlato appunto dei suoi “provvedimenti ragioneristici che distruggono persone e risorse economiche” (vedasi al riguardo la dichiarazione di Enrico Lobina, coordinatore di Cagliari Città Capitale). Ci chiediamo se queste impostazioni ragionieristiche siano una maledizione che colpisce soprattutto gli accademici prestati alla politica. C’è da osservare, in positivo, che hanno il merito di rilanciare la funzione nobile della politica e la necessità che essa torni appannaggio dei politici, intendiamo dei politici buoni, cioè di quelli che uniscono le competenze propriamente politiche all’onestà personale, alla probità di comportamenti e alla disponibilità all’ascolto e al coinvolgimento dei cittadini. E nel contempo richiama al giusto ruolo che devono avere i tecnici, comprendendo nella categoria i dirigenti/funzionari/impiegati delle amministrazioni pubbliche, delle imprese e delle entità del terzo settore. Che i tecnici – e tra essi i ragionieri (o periti commerciali) – tornino quindi a fare il loro importante e indispensabile mestiere, consistente nel contributo di studi, ricerca e consulenza alla creazione, alla gestione e alla valutazione delle politiche, fermo restando che il bastone del comando deve tornare ai politici così come li abbiamo evocati.

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* Ce ne occupammo come Aladinews con Licia Lisei a proposito del noto ritratto e della proposta (non ne sappiamo l’esito) di proclamare il Frate Luca Pacioli patrono dei ragionieri (o di chiunque possa fregiarsi di titoli analoghi)

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