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marianna-mazzucato ft piccUN INTERVENTO PERTINENTE
Mariana Mazzucato: “E’ l’idea di pubblico che va ripensata”.

Posted by Redazione News “Associazione Paolo Sylos Labini” gennaio 15, 2015
Intervista a Mariana Mazzucato, autrice de “Lo Stato innovatore”. Obama ha costretto Marchionne ad investire sui motori ibridi. Qui serve cambiare la percezione del settore statale. Ma ci sono tutte le possibilità di recuperare – segue -

In Ita­lia non sap­piamo più par­lare di pub­blico. Dire che serve un “new Deal” è scon­tato. Ma oltre agli inve­sti­menti pub­blici e pri­vati man­cano anche buoni “deal” fra pub­blico e pri­vato, dove si sono messi assieme, le part­ner­ship, non fun­zio­nano per lo stesso motivo: il pub­blico è visto come nega­tivo. Nel resto del mondo non è così».
Mariana Maz­zu­cato usa il «noi» per­ché è ita­liana di nascita («sono stata qui fino ai 5 anni») ma lavora alla Sus­sex Uni­ver­sity di Brighton (Inghil­terra) ed ha stu­diato negli Stati Uniti, dove il padre è emi­grato per inse­gnare fisica a Prin­ce­ton (New Jer­sey). Pro­prio dall’America parte l’analisi del libro (“Lo Stato inno­va­tore”) con cui ha avuto noto­rietà inter­na­zio­nale sfa­tando il mito del pri­vato: la Sili­con Val­ley (Goo­gle, Apple e via dicendo) sono nate per un finan­zia­mento statale.

Pro­fes­so­ressa Maz­zu­cato, per­ché l’Italia non ha più poli­tica indu­striale?
Il pro­blema viene da lon­tano. C’era già prima dell’Euro e prima della crisi. In Ita­lia il set­tore pub­blico è visto come total­mente e senza inno­va­zione non suc­ce­derà niente di buono. Una delle sfide è ricreare il con­cetto di pub­blico. Poi biso­gna capire che l’intervento dello Stato non è solo soci­aliz­za­zione del rischio, ma anche pos­si­bi­lità di ricavi per le casse pubbliche.

Renzi riu­scirà ad inver­tire una ten­denza così con­so­li­data?
Renzi è tor­nato dalla Sili­con Val­ley, ha detto: «Ho capito tutto” e ha fatto il Jobs act. Quindi non ha capito niente. In Ame­rica il governo ha orien­tato una incre­di­bile catena di inno­va­zione per­ché rispetto al cosi­detto “ven­ture capi­ta­lism” che finan­zia le start up più inno­va­tive, ma vuole otte­nere pro­fitti entro tre anni, non ha sca­denze. Lo dimo­stra il fatto che esi­stono star up finan­ziate dallo Stato che sono fal­lite — come Solyn­dra — ma in gene­rale sono stati dati finan­zia­menti da cen­ti­naia di milioni di dol­lari a idee che non li avreb­bero avuti dai pri­vati. Qui in Ita­lia lo Stato sus­si­dia, incen­tiva, si limita a que­sto. E sba­glia. Per­ché non è vero che il pri­vato inve­ste solo se si abbas­sano le tasse.

Tutto è legato però ai vin­coli di bilan­cio impo­sti dall’Europa.
Obama nel 2009 andò in defi­cit del 10 per cento e costrinse Mar­chionne ad inve­stire sui motori ibridi: gli effetti si vedono ora con cre­scita al 5 per cento e disoc­cu­pa­zione al minimo. Il vin­colo del 3 per cento deficit/Pil è stu­pido, va eli­mi­nato subito. In più vanno usati tutti e bene i 16 miliardi di fondi struttu­rali europei.

Quali campi indu­striali in Ita­lia potreb­bero essere i primi in cui pro­porre inve­sti­menti sta­tali?
Tutti. Nes­sun escluso. Se la Dani­marca che ha 4 milioni di abi­tanti è il paese più avan­zato in fatto di pro­vi­der, per­ché l’Italia non lo può essere?

Ma se toc­casse a lei deci­dere, da quale piano par­ti­rebbe? La Fiom pro­pone di fare dell’Italia la piat­ta­forma logi­stica del medi­ter­ra­neo, legan­dola alla costru­zione di navi, auto, auto­bus eco­com­pa­ti­bili…
È un ottimo esem­pio, fat­ti­bile met­tendo tutti gli attori in gioco attorno ad un tavolo e stu­diano un piano. La subu­ru­ba­niz­za­zione negli anni ’40 ha aiu­tato l’industrializzazione. Oppure il cibo e l’industria agro ali­men­tare: Car­lin Petrini mi ha chia­mato a par­lare alla sua uni­ver­sità su que­sto. Ma poi io non penso solo all’industria: l’Italia è unica per dis­se­mi­na­zione dell’arte. E invece attrae pochis­simi stu­denti dal resto del mondo in que­sto campo dove potrebbe seguire l’esempio dell’Inghilterra nella scienza. Io pro­por­rei poi un “piano verde” che leghi l’informatica, l’elettricità, dove l’Italia è ferma da 15 anni.

(Il Manifesto, 14 gennaio 2015)

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