Verso le elezioni comunali di Cagliari

AladinDibattito-CA_2_2-300x130Zedda, SEL, PD: a Cagliari è tempo di bilanci

democraziaoggi loghettodi Andrea Pubusa, su Democraziaoggi

Di solito a fine mandato si fanno i bilanci sulle amministrazionI e sui governI. Su Zedda, oltre a quello specifico sulle promesse non mantenute, se ne può fare uno più a monte, sul quadro generale esistente cinque anni fa rispetto a quello attuale. Perché già questo è importante, forse dirimente. E allora proviamoci. Anzitutto, cinque anni fa, era altra cosa Sel e anche il Pd. Sel giocava all’alternativa nei riguardi del suo alleato maggiore. In realtà, non si trattava di una vera alternativa, ma, pur nello stesso orizzonte, Vendola formulava una versione piu di sinistra rispetto alla proposta del PD sui temi del lavoro, della pace, dei diritti. Il Pd di Bersani stava al gioco e, con le primarie di coalizione, lasciava al popolo di centrosinistra la possibilità di scegliere tra candidati d’apparato e candidati (almeno apparentemente) di movimento. Insomma, il buon Bersani lasciava che venissero esclusi dalla candidatura i personaggi meno presentabili del proprio partito, nell’ottica che ciò che contava era allargare l’area del consenso e assicurare la vittoria della coalizione. Per ricordare i casi più noti, è successo, grazie a questa intesa, che Vendola abbia stravinto due volte in Puglia e che Pisapia abbia prevalso a Milano. E cosi in tanti altri luoghi, come anche a Cagliari, con Zedda, presentato come candidato di rinnovamento, anche generazionale. Personalmente, non ho mai creduto all’alternativitá di Massimo perchè l’ho visto all’opera all’interno di Sinistra democratica e sono rimasto sconcertato non solo per la sua capacità tattica, insolita in una persona di quell’età, ma per la sua visione esclusivamente e assolutamente manovriera della politica, con l’uso strumentale degli argomenti, degli slogan, degli obiettivi. Il gruppo giovanile che lui capeggiava e che aveva sede, in prevalenza, alla sezione Pasolini dei DS si è rivelato ai miei occhi quanto di più deteriormente orientato mi sia capitato di vedere all’interno della sinistra nella mia ormai non breve esperienza politica. Ma a Cagliari il popolo della sinistra ci ha creduto e ha bevuto, speranzoso, lo slogan “Ora tocca a noi”. In questo è stato aiutato dal PD, che ha montato primarie truccate, candidando Antonello Cabras, del tutto estraneo a Cagliari, e sopratutto assolutamente e ostentamente disinteressato alla contesa, tant’è che durante la campagna delle primarie se ne andò negli USA.
A parte questi elementi, sta di fatto che, cinque anni or sono, SEL si presentava come soggetto del centrosinistra più permeabile alle istanze dei movimenti di quella stagione a partire dai girotondi, fino alle manifestazioni per la pace e per il lavoro.
Di tutto quello cos’è rimasto oggi? - segue -
Visto l’esito modesto della giunta Zedda, tutta giardinetti e niente partecipazione, socialità e innovazione, ora si può ben dire che il notabile sia lui, Zedda, come tale individuato dall’establishment del PD, che, proprio per questo, non ha ritenuto necessarie le primarie, additando – per bocca di Renzi – il sindaco cagliaritano come l’esempio, per la sua subalternità, della possibile alleanza con la sinistra dello schieramento capeggiato dal PD.
In questo quadro, non solo sono completamente scomparsi e, a dire il vero, neanche enunciati dallo stesso Zedda, ogni velleità o proposito alternativisti, ma Massimo, col suo solito fiuto, ha capito che è in atto una conversione di settori dell’elettorato moderato verso di lui, di tale entità da compensare le inevitabili perdite sul versante di quanti avevano creduto con entusiasmo allo slogan “Ora tocca a noi!”, e sono rimasti delusi nella sua aspettativa partecipativa oltre che, ovviamente, nei contenuti (le due cose sono strettamente connesse).
Insomma, il mutamento della natura dei soggetti, SEL locale e PD, la conseguente eliminazione delle primarie, anche nella versione “farsa”, ci dice che la candidatura Zedda è espressione dei ceti moderati cagliaritani e di quanti, nella sinistra, capiscono i processi con qualche anno di ritardo.
Eppure Zedda, nonostante tutto, ha molte probabilità di vittoria. Anzi, ha rafforzato questa chance proprio col suo svelamento moderato di fronte all’elettorato centrista, per di più privo di un candidato unico e forte. Questo spostamento al centro lascia molto spazio a Cagliari Città Capitale con Lobina e al M5S con la Martinez. Lo sapranno coprire? That is the question.

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