Attivazione zone franche: c’è un piano, piano, piano…

calzolaio (1)IL CIABATTINO PIGLIARU (della zona franca). Durante la prima guerra mondiale un soldato sardo portò ad aggiustare i propri stivali ad un ciabattino di Asiago, il quale, dopo averne valutato lo stato e l’entità delle riparazioni da fare, disse: “Va bene, torna tra quindici giorni”. E li ripose in uno scaffale alle sue spalle. Il soldato se ne andò soddisfatto, ma non tornò dopo quindici giorni, avendo dimenticato i suoi stivali, forse perché impegnato a salvare la pelle, come per fortuna gli riuscì. Se ne ricordò d’un tratto ben tre anni dopo, quando, a guerra finita, tornato ad Asiago, questa volta in visita turistica, mentre passeggiava nella città riconobbe la bottega del calzolaio. Entrò, si presentò e chiese dei suoi stivali. “Mi ricordo benissimo”, disse il calzolaio, tirando fuori dallo scaffale gli stivali impolverati, esattamente nello stato in cui il soldato glieli aveva consegnati tre anni prima. “Ma non ricordo cosa le avevo promesso”. “Beh – disse l’ex soldato – mi aveva detto di ripassare dopo quindici giorni che me li avrebbe consegnati tornati a nuovo”. “Ah! Ora mi ricordo” – disse il calzolaio. “E allora?” – chiese l’ex soldato. “Esattamente come le avevo promesso – rispose il ciabattino – Torni tra quindici giorni”.
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lampada aladin micromicroAlcuni accesi sostenitori della zona franca integrale all’indomani della notizia sull’adozione di alcune delibere in materia di istituzione di zone franche da parte della Giunta regionale avevano esultato, parlando perfino di data storica per la Sardegna. Noi prima di esprimere qualsiasi giudizio abbiamo prudentemente aspettato la pubblicazione di dette delibere, in verità con una certa diffidenza, legittimata dalla poca chiarezza del comunicato stampa della Giunta regionale e dalle dichiarazioni del presidente Pigliaru, anch’esse, come in altre occasioni, abbastanza criptiche, tali comunque da non farci capire che cosa la Giunta regionale avesse precisamente deliberato. Abbiamo pertanto aspettato la pubblicazione delle delibere, da cui si capisce che la Giunta regionale non avesse fino al 15 aprile precisa cognizione dell’argomento zona franca e che finalmente è giunto il momento di cominciare ad interessarsene seriamente. Come? Innanzitutto studiandolo essa stessa e chiedendo ai Comuni di fare altrettanto, per poi formulare le proposte dei relativi piani attuativi. Di preciso quindi un sostanziale rinvio delle decisioni da assumere al fine di dare realizzazione alle previsioni statutarie, con l’eccezione dell’istituzione immediata della zona franca di Olbia, con la modalità “non interclusa” e, forse, della zona franca di Portovesme. Allo stato sembrerebbe però che solo la zona franca di Olbia possa effettivamente realizzarsi, nel caso che la progettazione e le procedure fino ad oggi attuate o da attuare dal Comune di Olbia e dalla Regione consentissero di considerarla effettivamente avviata entro il 1° giugno 2016 (non 1° maggio 2016, come riportato nell’allegato della deliberazione regionale) data in cui entra in vigore il divieto dell’Unione Europea di costituzione di zone franche non intercluse, quale appunto quella prevista per Olbia. Da segnalare come la Giunta giustamente avvii l’iter di abrogazione della demagogica legge regionale 2 agosto 2013, n. 20, frettolosamente approvata da un Consiglio regionale nella fase conclusiva della consiliatura, che contribuiva solo ad aumentare la confusione e a paralizzare le iniziative già in attuazione. Incomprensibile invece il silenzio sullo stato di attuazione della zona franca doganale di Cagliari, unica iniziativa realmente avviata.
Complessivamente emerge pertanto una posizione della Giunta caratterizzata da eccessiva prudenza e esasperante lentezza attuativa, soprattutto con riferimento a quanto già da molto tempo si poteva fare, come nel caso della zona franca di Cagliari. Della serie: “Scusateci, non avevamo capito che la questione fosse tanto complessa; studiate e studiamo come fare queste zone franche previste dallo Statuto sardo. In particolare ci dicano i Comuni cosa vogliono, considerati i limiti imposti dalla normazione europea”. E davvero poco, non credete? E poi, la domanda clou, quella che sta alla base della credibilità dell’operato in materia della Giunta regionale: che cosa si sta facendo per la zona franca doganale di Cagliari? E’ dovere della Giunta regionale darne conto con urgenza!
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DOCUMENTAZIONE
- Il comunicato stampa della Giunta regionale del 15 aprile 2016.
- DELIBERAZIONE N. 21/3 DEL 15.4.2016
con l’allegato.
- DELIBERAZIONE N. 21/4 DEL 15.4.2016
con gli allegati. – segue –
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15.04.16 – comunicati stampa – comunicati stampa
Parte il percorso delle nuove zone franche in Sardegna, la Giunta approva le linee direttive e le delibere per Olbia e Sulcis. Pigliaru: passo in avanti significativo L’obiettivo è superare la crisi economica rafforzando le condizioni per agevolare lo sviluppo, potenziare le imprese che già operano in Sardegna e attirare nuovi investimenti
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La Giunta regionale, su proposta del presidente Francesco Pigliaru, ha dato questa mattina il via libera al procedimento per l’attivazione delle zone franche con natura doganale in diverse aree della Sardegna. La delibera approvata, in esecuzione dello Statuto di Autonomia e del decreto legislativo 75 del 1998, riguarda l’inquadramento generale per l’istituzione di zone franche franchi, legittimamente definite all’interno della normativa statutaria ed europea. Si tratta di una delibera quadro, che offre gli strumenti per il coordinamento complessivo delle zone franche doganali, considerate come strumento di politica economica. Le zone franche verranno ora istituite su iniziativa dei territori interessati, in base a piani di sviluppo territoriali, che dovranno prevedere la sostenibilità economica dell’intervento.
SI PARTE CON OLBIA E SULCIS – Sulla scorta di quanto previsto dalla delibera quadro, la Giunta ha poi approvato due proposte coerenti con il percorso definito che riguardano le zone franche non intercluse proposte dal Comune di Olbia e, per l’area di Portovesme, Seruci, Sant’Antioco, definita nell’ambito della strategia del Piano Sulcis. Le delibere approvate oggi saranno ora inviate alla competente Commissione del Consiglio regionale per il parere di merito per tornare a breve in Giunta per l’approvazione definitiva. Ultimo passo sarà l’istituzione vera e propria delle zone franche, prevista con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
DEFINITO UN PERCORSO CHIARO – “Abbiamo messo ordine in una vicenda che fino ad oggi aveva goduto più delle attenzioni della propaganda che delle cure della Pubblica Amministrazione – dice il presidente Francesco Pigliaru -. Una possibilità delineata dallo Statuto e mai attuata, rafforzata da un decreto legislativo nel lontano 1998, ha finalmente oggi un percorso attuativo chiaro e ben delineato per tutte le amministrazioni locali che vorranno concretizzarlo. Olbia e Portovesme, dal canto loro, possono proseguire nell’itinerario già intrapreso. La Giunta ha fatto il suo dovere e compiuto un significativo passo in avanti nell’esercizio pieno, da parte dei Sardi, delle possibilità che già oggi gli ordinamenti statali e europei riconoscono loro”.
LA STRATEGIA DELLA GIUNTA – La Giunta, fermo restando l’imprescindibile rispetto dei vincoli di bilancio, è impegnata nell’esame e nello studio di tutti gli strumenti di rilievo fiscale, anche quelli non aventi carattere doganale, per la verifica della loro effettiva realizzabilità e per la ricerca della configurabilità giuridica più idonea ad innescare un processo di sviluppo nell’Isola. Per avere più peso nell’Unione Europea e nei rispettivi Stati, e per accrescere le possibilità di creare una zona a fiscalità di vantaggio intesa come misura compensativa dello stato di insularità, la Giunta regionale sta valutando l’ipotesi di costituzione di una macroregione, composta da Sardegna, Corsica e Baleari, accomunata da problemi e svantaggi economici e strutturali simili.
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stemma RAS Consiglio-regionale-Sardegna
Oggetto: DELIBERAZIONE N. 21/3 DEL 15.4.2016
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Attivazione delle zone franche doganali previste dall’art. 12 dello Statuto speciale per la Sardegna. Decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75 “Norme di attuazione dello statuto speciale della Regione Sardegna concernenti l’istituzione di zone franche”.

Il Presidente della Regione, d’intesa con l’Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio e con l’Assessore dell’Industria, riafferma la necessità di rafforzare le condizioni per agevolare lo sviluppo e favorire la creazione di strumenti finalizzati al superamento della grave crisi che affligge la Sardegna. Al riguardo richiama l’attenzione sulle disposizioni di cui all’art. 12 che dispone l’istituzione di punti franchi in Sardegna (di seguito denominati zone franche), così come previsto dal D.Lgs. n. 75/1998, che detta le “Norme di attuazione dello statuto speciale della regione Sardegna concernenti l’istituzione di zone franche”.
Preliminarmente fa osservare che poiché il D.Lgs. n. 75/1998 fa espressamente riferimento ai regolamenti CEE n. 2913/1992 (regolamento che istituisce e disciplina il Codice Doganale Europeo) e n. 2454/1993 (regolamento che detta le disposizioni applicative del predetto Codice Doganale) ne deriva che le zone franche attivabili ai sensi della normativa statutaria, sono soltanto quelle aventi natura doganale. Il Presidente, comunque, evidenzia che gli strumenti di carattere doganale non sono alternativi a quelli non aventi natura doganale, e che questi differenti istituti, anche se attivabili con procedure diverse, possono comunque convivere e agire in combinazione.
A questo proposito il Presidente ribadisce l’esigenza di fare chiarezza sulla materia, distinguendo, in modo inequivocabile le azioni e gli istituti attivabili in base al dettato statutario, da quelli che potrebbero essere invece adottati soltanto sulla base delle specifiche norme statali e comunitarie. Tuttavia, prima di soffermarsi sui principali strumenti messi a disposizione dalla vigente normativa doganale e di spiegare in cosa consistono le facilitazioni che deriverebbero dalla loro attivazione, il Presidente ritiene utile precisare che l’attuale Giunta regionale, fermo restando l’imprescindibile rispetto dei vincoli di bilancio, è impegnata nell’esame e nello studio di tutti gli strumenti, anche di quelli non aventi carattere doganale (quali le zone economiche speciali, la fiscalità di vantaggio, la c.d. zona franca integrale), per la verifica della loro effettiva realizzabilità e per la ricerca della configurabilità giuridica più idonea ad innescare un processo di sviluppo nell’Isola.
Pur con diverse denominazioni, tutti i richiamati istituti di natura non doganale si prefiggono l’obiettivo di favorire, in particolari aree geografiche, la nascita e la crescita delle condizioni capaci di catalizzare l’interesse di imprese nazionali e/o internazionali, per rilanciare gli investimenti. In sostanza viene concessa una legislazione differente da quella in vigore nel resto dei rispettivi Paesi, che garantisce alle imprese un trattamento di favore in termini fiscali, economici, finanziari e logistici, di modo che, abbassando le tariffe e riducendo alcune tasse o anche azzerandole completamente, attraggano investitori all’interno delle suddette aree che non devono però dar luogo a una concorrenza fiscale sleale e tener conto che la legislazione comunitaria vieta gli aiuti pubblici alle imprese. Pertanto, la creazione (o il mantenimento) in talune zone svantaggiate dell’Unione europea, di agevolazioni comunque denominate deve avvenire in conformità del TFUE, ed è soggetta a controlli particolarmente rigidi e severi.
Fatta questa premessa il Presidente afferma che le zone economiche speciali (ZES) sono di solito attivate nei territori depressi e/o particolarmente strategici come porti o aeroporti. Al loro interno, alcune tasse possono essere ridotte o anche completamente azzerate per attirare nuove imprese. Le aziende ivi allocate possono pagare tariffe più basse ed essere assoggettate ad adempimenti burocratici meno pesanti. I vincoli europei e statali rendono però sempre più difficoltosa la creazione di un area che garantisca efficaci e significativi agevolazioni in termini fiscali e non fiscali.
È proprio per avere più peso nell’Unione Europea e nei rispettivi Stati e per accrescere le possibilità di creare una zona a fiscalità di vantaggio, intesa come misura compensativa dello stato di insularità, che da tempo la Giunta regionale sta lavorando alla costituzione di una macroregione, composta da Sardegna, Corsica e Baleari, accomunata da problemi e svantaggi economici e strutturali similari. In un simile scenario, si potrebbe evitare un ulteriore depauperamento delle entrate regionali, in quanto la perdita di gettito tributario, derivante da una minore pressione fiscale sulle imprese, potrebbe non ripercuotersi, integralmente o parzialmente e almeno per un congruo numero di anni, sulle casse regionali, ma su quelle nazionali o comunitarie.
Il Presidente fa peraltro osservare che alcune forme di fiscalità di vantaggio sono previste anche dall’ordinamento nazionale e vengono già utilizzate dalla Regione. Si pensi ad esempio alle esenzioni IRAP concesse per le nuove iniziative produttive sorte nel territorio regionale. Questo tipo di agevolazioni non è però espandibile ulteriormente, in quanto determina un abbassamento delle entrate regionali che in questo momento la Sardegna non è in grado di sopportare.
La zona franca integrale non è invece un istituto perfettamente inquadrato nella dottrina. Potrebbe essere assimilata alla zona franca d’impresa (le c.d. enterprise zones). Queste aree sono caratterizzate dalla esenzione dalle imposte dirette, dalla esenzione delle imposte sull’acquisto di
beni immobili strumentali, dalla esenzione dai tributi locali, dallo snellimento delle procedure necessarie per accedere ai finanziamenti agevolati in favore delle imprese, e possono accompagnarsi e combinarsi con le agevolazioni che caratterizzano le zone franche doganali. Però, considerate le restrittive regole comunitarie, tenuto conto della rigidità dell’ordinamento tributario statale e preso atto degli stringenti vincoli di bilancio regionale, nell’Unione Europea l’attivazione di una zona franca integrale appare una scelta di complessa attuazione e sulla quale devono comunque essere compiute precise valutazioni di impatto.
Le zone franche previste dallo Statuto, invece, dovendo fare riferimento ai regolamenti doganali dell’Unione Europea, agiscono in modo assai differente. All’interno di esse, infatti, si applicano le regole che disciplinano la circolazione degli scambi internazionali. Ai fini fiscali sono inoltre fissate delle specifiche procedure per il controllo delle merci in entrata e in uscita da un determinato territorio doganale. Queste possono essere più o meno restrittive o convenienti per coloro che intendano cedere o acquistare merci, da commercializzare o da utilizzare per produrre altre merci. Le merci non UE che transitano nelle zone franche sono considerate merci non situate all’interno del territorio doganale della UE, pur essendo dette zone franche, a tutti gli effetti, parti del territorio doganale della Comunità europea.
Per ragioni storiche e geografiche non sono invece considerate parti del territorio doganale della Comunità europea i territori di Livigno e Campione d’Italia e per questo motivo gli scambi con Livigno e Campione d’Italia devono essere considerati come scambi effettuati con Paesi terzi. Inoltre, considerato che Livigno e Campione d’Italia sono posti figurativamente fuori dal territorio italiano, in quei territori non è applicabile neppure l’IVA, in quanto non risulta soddisfatto uno dei requisiti essenziali richiesti dalla normativa tributaria per poter assoggettare ad imposta la cessione di beni e la prestazione di servizi: quello della territorialità.
Esiste una moltitudine di regimi doganali. I più conosciuti sono quelli riferibili alla zona franca doganale interclusa, alla zona franca doganale non interclusa, al deposito doganale e al perfezionamento attivo. Detti regimi permettono di ottenere una sospensione totale o parziale dei diritti gravanti sulle merci vincolate a tali regimi, di agevolare le attività economiche, le attività di immagazzinamento, le attività di trasformazione e le altre attività legate al traffico internazionale.
Come già sopra ricordato, è il decreto legislativo n. 75 del 10 marzo 1998 che ha disposto le modalità di attivazione delle zone franche previste dall’art. 12 dello Statuto, prevedendo che la delimitazione territoriale delle stesse e le norme per la loro operatività dovessero essere fissate con separati DPCM, previa specifica proposta della Regione. In sede di prima applicazione, si stabilì che la delimitazione del porto di Cagliari fosse quella risultante dall’atto aggiuntivo del 1998 dell’APQ sottoscritto col Ministero dei Trasporti nel 1995.
Su proposta della Regione fu poi adottato il D.P.C.M. 7 giugno 2001 e con esso furono dettate le disposizioni per rendere operativa la zona franca del porto di Cagliari. In particolare furono individuate le attività esercitabili, il soggetto gestore, i relativi compiti e la delimitazione delle aree interessate, come prescritto dal citato atto aggiuntivo.
Proseguendo il Presidente informa che soltanto da pochi mesi si comincia a intravedere la fine del lungo e complesso processo che porterà all’attivazione della zona franca di Cagliari e comunica che anche le interlocuzioni per l’attivazione della zona franca di Olbia sono oramai in una fase avanzata. Fa però osservare che con la L.R. n. 20/2013 si è stabilito che la società “Cagliari Free Zone” fosse trasformata in “Sardegna Free Zone” per la gestione di tutte le zone franche isolane e che, se dette disposizioni non fossero state applicate entro 60 giorni, il Prefetto di Cagliari avrebbe dovuto esercitare i poteri sostitutivi. Al che, il Presidente, sottolinea quanto sia importante che la citata normativa venga modificata al più presto, se non altro per consentire alle istituzioni locali di operare liberamente le scelte riguardanti il loro territorio.
Il Presidente comunica altresì la necessità di chiarire quali siano gli atti e gli adempimenti amministrativi che devono accompagnare le richieste provenienti dal territorio, affinché l’apposita proposta regionale (prevista dal D.Lgs. n. 75/1998) da inoltrare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per la determinazione di ogni altra disposizione necessaria per la operatività delle zona franche, risulti in armonia con le decisioni assunte dalle amministrazioni locali.
Il Presidente fa infine osservare che bisognerà tener conto della peculiarità di Portovesme, in quanto per la realizzazione della relativa zona franca è stato già stipulato un apposito protocollo d’intesa con il Governo (Piano Sulcis), recepito nella delibera CIPE n. 31 del 20 febbraio 2015.
Tutto ciò premesso il Presidente della Regione, d’intesa con l’Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio e con l’Assessore dell’Industria propone:
1. di procedere all’approvazione preliminare della presente deliberazione;
2. di trasmettere in forma urgente alla Commissione consiliare competente copia della presente deliberazione, affinché possa esprimere il parere come previsto dalla legge regionale n. 10 del 25 luglio 2008;
3. di avviare l’attivazione delle zone franche previste dall’art. 12 dello Statuto così come stabilito dal D.Lgs. n. 75/1998;
4. di dare mandato alla Direzione generale della Presidenza di predisporre un disegno di legge per l’abrogazione della legge regionale 2 agosto 2013, n. 20 al fine di abrogare le disposizioni che prevedono la trasformazione di “Cagliari Free Zone” in “Sardegna Free Zone” e le
disposizioni che stabiliscono che il Prefetto della provincia di Cagliari eserciti i poteri sostitutivi;
5. di stabilire che le amministrazioni locali richiedenti l’attivazione delle zone franche di cui all’art. 12 dello Statuto e/o i soggetti gestori, provvedano a trasmettere alla Regione un’apposita domanda nella quale sono riportate le imprese e le attività (volte ai traffici con i Paesi extra UE) già operanti sul territorio e quelle che presumibilmente si localizzeranno nella zona franca;
6. di stabilire che le amministrazioni locali richiedenti l’attivazione delle zone franche di cui all’art. 12 dello Statuto e/o i soggetti gestori, provvedano a inviare una bozza di regolamento, nel quale inter alia dovrà essere specificato:
− l’esatta individuazione dell’area sulla quale dovrà insistere la nuova zona franca;
− il tipo di regime doganale più confacente alle esigenze del loro territorio;
− il gestore dell’istituenda zona franca, il quale fra l’altro, entro 60 giorni dall’emanazione del DPCM previsto dal D.Lgs. n. 75/1998, dovrà predisporre il relativo piano operativo;
7. che vengano approvate e divulgate le schede informative (allegate alla presente deliberazione) per consentire ai soggetti interessati di analizzare e valutare le distinte caratteristiche di ciascun regime doganale, mettendo in risalto i vantaggi e gli eventuali svantaggi di ciascuno di essi;
8. di stabilire che nel sito istituzionale della Regione venga predisposto uno specifico link attraverso il quale avere accesso a tutte le informazioni e a tutte le leggi che disciplinano la materia della “zona franca”.
La Giunta regionale, condividendo quanto rappresentato e proposto dal Presidente, d’intesa con l’Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio e con l’Assessore dell’Industria, acquisito il parere favorevole di legittimità del Direttore generale della Presidenza e del Direttore generale dell’Industria
DELIBERA
− di procedere all’approvazione preliminare della presente deliberazione;
− di trasmettere in forma urgente alla Commissione Consiliare competente copia della presente deliberazione, affinché possa esprimere il parere come previsto dalla legge regionale n. 10 del 25 luglio 2008;
− di avviare l’attivazione delle zone franche previste dall’art. 12 dello Statuto così come stabilito dal D.Lgs. n. 75/1998;
− di dare mandato alla Direzione generale della Presidenza di predisporre un disegno di legge per l’abrogazione della legge regionale 2 agosto 2013, n. 20 al fine di abrogare le disposizioni che prevedono la trasformazione di “Cagliari Free Zone” in “Sardegna Free Zone” e le disposizioni che stabiliscono che il Prefetto dela provincia di Cagliari eserciti i poteri sostitutivi;
− di stabilire che le amministrazioni locali richiedenti l’attivazione delle zone franche di cui all’art. 12 dello Statuto e/o i soggetti gestori, provvedano a trasmettere alla Regione un’apposita domanda nella quale sono riportate le imprese e le attività (volte ai traffici con i Paesi extra UE) già operanti sul territorio e quelle che presumibilmente si localizzeranno nella zona franca;
− di stabilire che le amministrazioni locali richiedenti l’attivazione delle zone franche di cui all’art. 12 dello Statuto e/o i soggetti gestori, provvedano a inviare una bozza di regolamento, nel quale inter alia dovrà essere specificato:
a. l’esatta individuazione dell’area sulla quale dovrà insistere la nuova zona franca;
b. il tipo di regime doganale più confacente alle esigenze del loro territorio;
c. il gestore dell’istituenda zona franca, il quale fra l’altro, entro 60 giorni dall’emanazione del DPCM previsto dal D.Lgs. n. 75/1998, dovrà predisporre il relativo piano operativo;
− di approvare che vengano approvate e divulgate le schede informative (allegate alla presente deliberazione) per consentire ai soggetti interessati di analizzare e valutare le distinte caratteristiche di ciascun regime doganale, mettendo in risalto i vantaggi e gli eventuali svantaggi di ciascuno di essi;
− di stabilire che nel sito Web della Regione venga predisposto uno specifico link attraverso il quale avere accesso a tutte le informazioni e a tutte le leggi che disciplinano la materia della “zona franca”.
Il Direttore Generale Alessandro De Martini
Il Presidente Francesco Pigliaru

- DELIBERAZIONE N. 21/3 DEL 15.4.2016
- Allegato alla Deliberazione 21/3 del 15.4.2016.
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stemma RAS Consiglio-regionale-SardegnaDELIBERAZIONE N. 21/4 DEL 15.4.2016
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Oggetto: Proposta di attivazione di una zona franca doganale nel porto di Olbia ai sensi dell’art. 12 L. Cost. n. 3/1948 e del D.Lgs. n. 75/1998.
Il Presidente della Regione, d’intesa con l’Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio e con l’Assessore dell’Industria informa che l’amministrazione comunale di Olbia, dopo svariati incontri con gli Uffici della Presidenza della Regione e gli Uffici dell’Agenzia delle Dogane, con PEC del 10 febbraio 2016, ha domandato da ultimo che vengano urgentemente espletati tutti gli adempimenti affinché sia possibile rendere operativa una zona franca doganale non interclusa con annesso regime doganale di “perfezionamento attivo” al fine di incoraggiare e agevolare l’attività delle industrie stabilite all’interno della zona franca, per le operazioni di lavorazione, trasformazione e riparazione delle merci destinate all’esportazione, consentendo alle predette industrie di importare merci senza pagare dazi o prelievo agricolo.
Il Presidente richiama in proposito la deliberazione n. 21/3 del 15.4.2016 con la quale la Giunta regionale ha adottato gli indirizzi e le direttive per l’avvio del processo di attivazione delle zone franche di cui all’art. 12 dello Statuto, che privilegiano le iniziative e le scelte provenienti dalle amministrazioni locali interessate.
Proseguendo il Presidente riferisce che l’amministrazione comunale di Olbia ha individuato nel “CIPNES Gallura” il soggetto gestore della Zona Franca in argomento, e che per velocizzare l’iter procedurale ha già provveduto ad inviare alla Regione i tre seguenti documenti (i primi due approvati dal CIPNES e dal Consiglio comunale):
A. il “Piano Operativo di Gestione” (allegato 1);
B. la “Cartografia di Perimetrazione della ZFD (allegato 2);
C. la bozza del “disciplinare” contenente le caratteristiche della zona franca in questione e le disposizioni necessarie per la sua operatività (allegato 3).
Tutto ciò premesso il Presidente della Regione, d’intesa con l’Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio e con l’Assessore dell’Industria propone alla Giunta
regionale di:
1. procedere all’approvazione preliminare della presente deliberazione;
2. condividere la necessità, rappresentata dal comune di Olbia, di attivare una zona franca doganale “non interclusa” con annessa autorizzazione al suo interno del regime di “perfezionamento attivo”;
3. condividere la scelta del Comune di Olbia che ha individuato nel “CIPNES Gallura” il soggetto gestore della zona franca doganale del porto di Olbia;
4. prendere atto del “Piano Operativo” di cui all’allegato 1;
5. prendere atto della “Cartografia di Perimetrazione della istituenda ZFD di cui all’allegato 2;
6. prendere atto del disciplinare di cui all’allegato 3, contenente le caratteristiche della zona franca in questione e le disposizioni necessarie per la sua operatività;
7. trasmettere in forma urgente la presente deliberazione al Consiglio regionale per l’acquisizione del parere della Commissione competente, a termini dell’art. 1 della legge regionale 25 luglio 2008 n. 10;
8. trasmettere, in applicazione della vigente normativa statutaria, la presente deliberazione (accompagnata dai citati allegati 1, 2 e 3 che costituiscono parte integrante della medesima) alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per chiedere al Governo l’urgente emanazione del D.P.C.M. previsto al punto 2 del D.Lgs. n. 75/1998, e il successivo inoltro ai competenti Uffici dell’Unione Europea.
La Giunta regionale, udita la proposta del Presidente della Regione, d’intesa con l’Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del Territorio e con l’Assessore dell’Industria, acquisito il parere favorevole di legittimità sulla proposta in esame dei Direttori generali della Presidenza e dell’Industria
DELIBERA
− di procedere all’approvazione preliminare della presente deliberazione;
− di condividere la necessità, rappresentata dal Comune di Olbia, di attivare una zona franca doganale “non interclusa” con annessa autorizzazione al suo interno del regime di “perfezionamento attivo”;
− di condividere la scelta del Comune di Olbia che ha individuato nel “CIPNES Gallura” il
soggetto gestore della zona franca doganale del porto di Olbia;
− di prendere atto del “Piano Operativo” di cui all’allegato 1;
− di prendere atto della “Cartografia di Perimetrazione della istituenda ZFD di cui all’allegato 2;
− di prendere atto del disciplinare di cui all’allegato 3, contenente le caratteristiche della zona franca in questione e le disposizioni necessarie per la sua operatività;
− di trasmettere, in forma urgente, la presente deliberazione al Consiglio regionale per l’acquisizione del parere della Commissione competente, a termini dell’art. 1 della legge regionale 25 luglio 2008, n. 10;
− di trasmettere, in applicazione della vigente normativa statutaria, la presente deliberazione (accompagnata dai citati allegati 1, 2 e 3 che costituiscono parte integrante della medesima) alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, per chiedere al Governo l’urgente emanazione del D.P.C.M. previsto al punto 2 del D.Lgs. n. 75/1998, e il successivo inoltro ai competenti Uffici dell’Unione Europea.
Il Direttore Generale Alessandro De Martini
Il Presidente Francesco Pigliaru
DELIBERAZIONE N. 21/4 DEL 15.4.2016
- All. 1 21/4 [file .pdf]
- All. 2 21/4 [file .pdf]
- All. 3 21/4 [file .pdf]
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Approfondimenti
- Il codice doganale europeo.
SN.EU-logo-URN-Sardinnya-ONLINEIn argomento l’articolo di Mario Carboni pubblicato da Adriano Bomboi su Sardinnya on line.

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