Oggi lunedì 23 gennaio 2017

sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghdemocraziaoggiGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413
——————————————————————————————————–
democraziaoggi loghettoCaro Pigliaru, sul tuo rientro hai un dovere di chiarezza
di Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Caro Pigliaru,
———————————————————————————–
il_Manifesto_quotidiano_comunistaDoria: «Farò la mia parte per un centrosinistra civico»
Il sindaco di Genova a fine mandato: mi batto per tenere insieme partiti e società, darò un contributo a non disperdere le forze. Non vado con Pisapia, né con Sinistra italiana, né con il Pd. Ma nelle città si può costruire una coalizione. E questo aiuta i percorsi nazionali
di Daniela Preziosi, il manifesto
——————————————————
Caro Pigliaru, sul tuo rientro hai un dovere di chiarezza
di Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Caro Pigliaru,

spero che mentre scrivo queste righe il tuo malessere sia definitivamnte cessato e tu sia pronto a riprendere le tue attività ordinarie. E’, il mio, un augurio di pronta guarigione, nella convinzione che il dissenso politico, anche aspro, non possa e non debba fuoriuscire dai binari della civiltà e tantomeno incrinare i rapporti personali.
Detto questo, non posso esimermi, come cittadino e come esponente del “Comitato di iniziativa costituzionale e statutaria”, dal richiamarti ad un dovere di informazione insito nella tua alta carica di Presidente della Regione sarda. Un malore di brevissima durata non richiede particolari comunicazioni. Quando, invece, la durata è meno breve la questione assume un carattere diverso, acquisisce una pregnante valenza istituzionale. Anche perché la sciagurata legge elettorale sarda non prevede la figura di un vice-presidente elettivo e, dunque, Paci, mentre è legittimato da te per brevi sostituzioni, non lo è per lunghi periodi. E’ una questione di democrazia molto delicata che non ammette deroghe. Paci assume oggi decisioni che, stante il protrarsi della tua assenza e la non chiara natura della tua malattia, non paiono esecuzione semplice e precisa di una tua volontà.
Caro Francesco, devi ammettere inoltre che la tua giunta non vive un periodo di normale navigazione. Il Sì che tu così maldestramente hai sostenuto, anche al di là del dovere di autocontrollo imposto dal tuo ruolo, è stato battuto sonoramente con una percentuale ben più alta di quella, già consistente, del livello nazionale. Non puoi, dunque, negare che nel voto referendario sardo c’è un giudizio severo verso la tua giunta proporzionale all’esposizione che tu e i tuoi più stretti collaboratori avete avuto nella campagna referendaria. C’e’ quindi un dovere di analisi e di attenta valutazione, posto che – come credo – il governo dev’essere animato da una tensione verso la sintonia con la volontà del corpo elettorale. Renzi si è dimesso. Ed anche questa evenienza devi considerare nel valutare le tue capacità di dare adeguate risposte alla grave situazione dell’Isola. Questo è un dovere eminentemente politico, e perciò non è delegabile, così come non lo è quello, strettamente connesso e di pari rilevanza, della reintegrazione dell’esecutivo, mancante di alcuni assessori dimissionari, e sopratutto privo di un indirizzo capace di rispondere efficacemente ai bisogni dei sardi, aggravati dalla crisi e dalle avversità atmosferiche. Qui prende risalto l’urgente necessità di uscire dall’attuale follia in cui avete cacciato il governo locale, con le vostre estemporanee soluzioni legislative. I disastri solo in parte sono naturali, gran parte conseguono al disarmo dei territori, privati di istituzioni elettive e con efficaci poteri e mezzi su scala provinciale.
Questo vuoto istituzionale e politico è poi aggravato dalla stato del PD, anzi dalla sua stessa natura, ormai non più partitica, ma sempre più simile ad un’accozzaglia di consorterie in perenne lotta fra loro attraverso oscure e deteriori manovre in cui la politica, intesa come elaborazione per risolvere i problemi generali, ormai non riesce neppure a filtrare.
Ecco in questa situazione di grave crisi politica ed economia, in questo che è vero e proprio sfascio sociale e istituzionale, la Sardegna ha bisogno del suo Presidente e tu hai il dovere di dire quando riprenderai il tuo posto. Non solo: devi dire ai sardi quali sono le priorità che intendi dare alla tua azione di governo. Noi del “Comitato costituzionale e statutario” pensiamo che tu, sul piano ordinamentale, debba por subito mano ad una nuova legge elettorale regionale, essendo questa non l’esito di alchimie elettoralistiche (come lo è stata l’attuale legge-truffa che non assicura rappresentanza e dunque ancor meno governabilità), ma la risultante di processi ideali, sociali e politici capaci di coinvolgere larghi strati della popolazione. Ma di quale governabilità si può parlare oggi in Sardegna senza presidente della Regione e senza segretario del partito di maggioranza!
Caro Francesco, come vedi, non è una questione personale che ti pongo: è questione squisitamente istituzionale e politica insieme. Anche per fugare il sospetto che tu non assuma decisioni per dar tempo alle satrapie del PD di giungere a quella sorta di ordalia, in cui sembra trasformarsi l’elezione del segretario regionale. Se così fosse però tu staresti venendo ancora meno alla tua funzione ed io non voglio neanche pensare che tu voglia giungere a tanto
.
————————————-
Da il manifesto del 23 gennaio 2017
Doria: «Farò la mia parte per un centrosinistra civico»
Sinistra/Intervista. Il sindaco di Genova a fine mandato: mi batto per tenere insieme partiti e società, darò un contributo a non disperdere le forze. Non vado con Pisapia, né con Sinistra italiana, né con il Pd. Ma nelle città si può costruire una coalizione. E questo aiuta i percorsi nazionali
di Daniela Preziosi, il manifesto
EDIZIONE DE 21.01.2017, PUBBLICATO20.1.2017, 23:59

Sindaco Doria, in queste ore c’è tanta Italia sotto la morsa della neve e del terremoto. La sua città, Genova, ha vissuto alluvioni, frane. Da ultimo gli incendi dolosi. Che si sente di dire a quei sindaci?

Sento una grande solidarietà. I sindaci sono sempre in prima linea, si fanno carico delle emergenze. Fare il sindaco oggi è più di ieri un impegno civile che richiede sforzo e sacrificio e grande responsabilità. Ma anche soddisfazione. Nel fiume Bisagno stiamo facendo grandi opere di energia idraulica grazie al programma Italia Sicura. Un gran bel programma.

È stato eletto nel 2012, quattrogoverni fa. C’erano differenze di rapporti fra un governo e l’altro?

Da sindaco ho vissuto la fase dei tagli combinati con il balletto dell’imposta sulle case, Ici Imu Tasi. Devastante. Via l’autonomia fiscale, regole che cambiavano di continuo, nessuna possibilità di programmazione. Ma questa fase sta finendo. Del governo Renzi ho apprezzato il programma Italia sicura per la messa in sicurezza del territorio dal rischio idrogeologico. Soldi che da noi sono arrivati anche perché avevamo i progetti pronti. E c’è stata facilità di relazione con l’unità di missione. Così come nel patto per Genova. Con il governo Gentiloni e il ministro De Vincenti facciamo riunioni operative: il patto non è un pezzo di carta ma un piano d’intervento. E non è una mancia. Poi che sia stato fatto prima del referendum è un dato di cronaca. Così come il bando sulle periferie. Dico un’altra cosa: sono molto solidale al governo sulla politica sui migranti. Mi sono messo al servizio di una scelta che ritengo giusta. Sono questioni su cui c’è una demarcazione fra sinistra e destra.

Tanti complimenti a Renzi proprio da uno dei pochi sindaci di centrosinistra che ha votato No al referendum?

Ieri sono venuti a trovarmi tre amici. Abbiamo parlato di beni comuni e di migranti con una consonanza forte. Due di noi avevano votato No, due Sì.

Sta dicendo che il centrosinistra che non c’è al governo nelle città può andare avanti?

Deve. Partendo da visione del territorio e delle politiche per governarlo.

A Genova andrà cosi?

Io ce la metto tutta. Parlando con i cittadini che ci hanno sostenuto sono ottimista.

Però di critiche lei ne ha ricevute. Secondo Cofferati, suo concittadino ed ex sindaco, lei ha fatto bene nella cultura e nel turismo, male nei servizi e nelle privatizzazioni.

Una sinistra di governo che ha come obiettivo l’erogazione dei servizi pubblici di qualità si deve porre senza reticenze il tema di come i servizi vanno gestiti. Non deve dare spazio alla tutela delle corporazioni. In quest’ottica credo che la gestione controllata del servizio possa vedere anche il ruolo di un’impresa privata. Oppure vogliamo dire che a Roma Ama funziona bene perché è pubblica 100 per cento?

A Genova riaprirà una centrale a carbone?

È una centrale Enel autorizzata fino al 2018. Enel la stava chiudendo e invece la manterrà per ragioni di mercato. Ma nel 2018 chiuderà.

D’Alema dice che per colpa del Pd «dopo Torino potremmo perdere anche Genova».

Tutti devono fare la loro parte. Sto parlando del governo di Genova, naturalmente, non dei voucher e del jobs act. Ma Genova è la sesta città italiana, nelle città si costruiscono pratiche politiche. Non dico che questo si deve tradurre a livello nazionale ma un peso ce l’ha. C’è uno scarto fra un sistema politico avvitato su se stesso e i cittadini che incontro per strada. Ce n’è di arrabbiati che vanno riconquistati, certo. Ma c’è anche una buona fetta di popolo per il quale è naturale che il centrosinistra si presenti unito alle comunali. Una fetta maggioritaria.

Dunque a Genova proporrà una lista civica?

Serve un civismo democratico. I partiti sono insufficienti ma insieme indispensabili.

Per questo ragionamento la aiuta il fatto che il Pd genovese è poco renziano?

No. È una sfida per tutti.

Invece dalla sua parte, quella di Sinistra italiana, sente ancora il sostegno dell’inizio?

Sel, che mi ha sostenuto con convinzione nei comitati per Doria Sindaco – e per questo li ringrazio davvero – non esiste più. Cinque anni c’era una formazione in un quadro di centrosinistra, con un leader con cui ho avuto sempre un ottimo rapporto, Vendola. Continuo ad avere una grande consonanza con i pezzi di quel partito che mi hanno sostenuto. Che sono la maggioranza.

Si è iscritto a Sinistra italiana?

No. Voglio capire qual è la prospettiva che assume.

Allora passerà nel ’campo progressista’ di Pisapia?

Neanche. Ma sono amico di Pisapia e lo apprezzo molto.

Ma non si iscrive perché come dice D’Alema «con Renzi non vinceremo»?

Sto dicendo che dai contenuti di governo delle città è possibile costruire una coalizione. E che questo aiuta a costruire percorsi nazionali. Certo, ci vuole la disponibilità di tutti. E ancora: servono le forze della società che non si sentono rappresentate dai partiti. Quanto al Pd, ha una discussione aperta, mi auguro che scelga la non autosufficienza. Ma non ho intenzione di iscrivermi al Pd quindi non mi permetto di indicare chi preferisco come segretario. D’altro canto a sinistra del Pd c’è una forza che non ha ancora deciso la sua linea. Da militante di sinistra, e da cittadino, non posso rimanere fermo ad aspettare.

Il suo mandato scade in primavera. Insomma si ricandiderà?

La mia idea della politica è servizio alla comunità e come partecipazione ai movimenti di trasformazione della società. Non ho mai fatto la scelta della politica come professione, ho il mio lavoro. Ogni ragionamento che faccio su di me è subordinato a questa idea.

Don Gallo la sostenne con la sua forza. Le manca?

Sì, molto. E mi mancano anche tanti militanti autorevoli capaci di assumersi responsabilità qui oggi a Genova.

Dunque cerca un suo erede?

Non scriva che faccio il king maker, o il regista. Darò un contributo nel senso che ho detto. Intanto svolgerò il mio ruolo di sindaco sino in fondo. E anche così cerco di tenere insieme un pezzo ampio di mondo genovese.

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>