San Valentino ieri e oggi. Una festa per tutti

di Rossella Atzori
La fusione e la graduale sostituzione di culti e riti pagani sono stati un processo molto comune alle origini del cristianesimo, in cui si cercò anche di risolvere il problema di tradizioni molto radicate e sentite che difficilmente sarebbero state abbandonate. Per questo motivo feste e tradizioni pagane che non furono eliminate vennero rilette in chiave cristiana. E’ quello che accadde anche per i lupercalia romani, e la celebrazione dell’amore sensuale e fecondo venne ufficialmente sostituito nel 496 con quello più sentimentale e “romantico” di San Valentino.
E’ venerato come patrono a Terni (TR), Bussolengo (VR), Abriola (PZ) e Sadali (CA), ma nel comune sardo della regione storica della Barbagia di Seulo la festa ha la peculiarità di essere celebrata nel mese di ottobre, e dura tre giorni. Le origini del culto a Sadali sono avvolte dalla leggenda, che narra di un vecchio di Nurallao che si spostava tra i vari paesi portando sempre con se una piccola scultura del santo; si fermò a riposare presso le cascate del paese ma, al momento di ripartire, non riuscì a spostare la statuina, che da allora è custodita e venerata nella chiesetta dedicatagli dagli abitanti del paese. In realtà la chiesa, che si presenta oggi in stile gotico-catalano, fu edificata tra il V e VI secolo d.C., potrebbe essere stata edificata dai monaci bizantini.
Celebrato in quasi tutto il mondo, è diventato una vasta e sapiente operazione di marketing votata al consumismo, ma non è sempre stato così, e in questi ultimi anni (forse complice la crisi) si ritorna alle sue origini più genuine in cui la coppia festeggia l’esclusività del proprio amore, che necessita sicuramente di essere rinnovato ogni giorno, non dando mai niente per scontato, in cui più che lo scambio di un regalo materiale colpiscono i gesti, le attenzioni e i pensieri unici ideati solo per noi.

Già nel medioevo si celebrava la festa con lo scambio di messaggi d’amore e regali fra gli innamorati, e nei paesi di cultura anglosassone si usava scambiare i Valentine, biglietti d’amore dalle forme romantiche di cuori, cupidi e colombe; il più antico è quello scritto da Carlo d’Orleans per la moglie, durante la sua reclusione nella Torre di Londra a seguito della sconfitta nella battaglia di Agincourt nel 1415.
I regali tradizionali scambiati in occasione di San Valentino sono appunto i biglietti d’auguri, i fiori e i dolci. Non lasciatevi tentare dallo scrivere frasi che non sono vostre o che magari non rispecchiano il vostro stile: meglio poche parole ma autentiche e sincere; belle le rose rosse, tradizionalmente simbolo di amore passionale, ma forse banali per l’occasione; sempre gradito il dolce … specialmente fatto con le proprie mani! Non preoccupatevi se non siete dei provetti pasticcieri/e: in internet troverete tantissime ricette facili e al supermercato primeggiano le confezioni con tutti gli ingredienti per fare e decorare i cupcake o le torte.
Qualsiasi cosa decidiate di regalare, l’importante è che accenda la magia e che faccia sentire all’altro quanto sia speciale: troppo facile regalare qualcosa con un valore economico, perché toglie dall’imbarazzo di mettersi in gioco e omologa chi lo riceve. All’amore bastano cose semplici ma vere, basta essere solo noi con il nostro amato perché il resto scompaia: nonostante il lavoro, lo stress e gli impegni ritagliatevi un momento solo per voi; il giorno non serve andare fuori a cena … col chiasso e il frastuono non sareste più voi i protagonisti! Meglio una cenetta romantica a casa, con la vostra musica preferita e la luce delle candele.
Così rispondo a tutti quelli che dicono di odiare San Valentino perché è solo una festa consumistica: questo dipende da voi e dalla vostra scarsa immaginazione, ricordando che il 14 febbraio è solo un’occasione in più per fare tutte queste cose, che non devono certo essere un’eccezione ma una dolce regola.
Ci sono poi i single che odiano questa festa perché forse li fa sentire soli e magari mette un po’ di tristezza (molto difficile ammetterlo però … più facile distruggere o, peggio ancora, ignorare la felicità sentimentale degli altri). Bèh, San Valentino non è solo la festa degli innamorati, ma la festa di tutte le persone che si vogliono bene: amici, parenti, colleghi!Per questo non c’è niente di strano a scambiarsi un piccolo pensiero, che semplicemente dica all’altro che gli vogliamo bene!
In Giappone si celebra il White Day, strettamente collegato alla festa di San Valentino: il 14 febbraio la ragazza regala del cioccolato al ragazzo che ama (solitamente fondente o al latte); se il ragazzo accetta l’amore della ragazza, ricambierà a sua volta con un dono il 14 marzo, il white day. Il regalo è solitamente del cioccolato bianco, e ha la caratteristica di avere un valore doppio o triplo di quello ricevuto a febbraio; questo perché il dare è più importante del ricevere. Ci sono 3 categorie di doni: quello per la persona amata, quello per gli amici, e quello per i colleghi.
Che siate single, innamorati, amici … ricordate sempre le parole: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. Liquidiamo questa frase perché non ci soffermiamo sul suo significato reale, forse snobbandola perché si tratta di un passo del Vangelo, ma penso sia una regola fondamentale per chiunque. Perché?
1) Perché per amare davvero gli altri dobbiamo amare prima di tutto noi stessi; se non abbiamo amore per noi, non vedo come potremo averne per altre persone.
2) Perché se non troviamo almeno 1 motivo valido per amarci, perché dovrebbero trovarlo gli altri?
Buon San Valentino ogni giorno a tutti!

Rossella Atzori

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Illustrazioni

Valentines-card (con Cupido)

Stemma del Comune di Sadali

Comune di Sadali, cascata di San Valentino (dal sito del Comune di Sadali)

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