SU NADALE

img_4532Mi chi su Nadale no est paza,
mancari Zesusu est naschidu in s’istalla.
Sos res si faghen puru sa muralla
s’animu lu jughent fattu a iscaza.
Su naschire est umanu disizu,
siat libera sempre sa pessone,
senza trummentu e senza chistione
prena de affettu che mama e fizu.
Gai preighendhe sempre a contivizu
Zirat tottu sos logos populados
Sanendhe topos, tzegos e peccadores.
Isse mannu, pensendhe a sos minores,
in rughe l’incravan in mesu a duos ladros,
sendhe chi de su mundhu est su lizu.
A sos chi bi crene o chi no sun credentes
Auguro bonu nadale, bona zente.
(Gavino Dettori, su fb)
- segue commento -
Gesù era sicuramente una brava persona, e il mondo sarebbe stato diverso se lo avessero ascoltato, ma il suo discorso non comprendeva la comunità se non come un insieme di individui, che benchè ricchi e malfattori potevano salvarsi facendo pentimento e misericordia. Così il ricco, dopo aver sguazzato nella vita, si poteva trovare nella stessa condizione del povero davanti a Dio. Allora occorre che la visione del PROSSIMO di Gesù, sia vista in modo moderno, attraverso la conoscenza della democrazia sociale, per permettere a tutti di raggiungere le dignità per diritto.Se questo non era lo scopo della missione di Gesù allora la sua vita è stata fallimentare. Ma di fatto il suo insegnamento ha preso la piega opposta, dove ci troviamo esaltata la individulaità solo ai fini del benessere personale, salvo poi avere la possibilità della salvezza dell’anima nel pentimento e nelle buona azione verso il prossimo. Ci vuole poco a capire che la maggiore preoccupazione di Gesù erano i poveri, ma non conosceva gli strumenti sociali alternativi per liberarli dalla miseria, che non la dava Dio, di questo era sicuro. Ma almeno una corretta coscienza individuale poteva essere di rimedio. Ma ogni giustificazione è valida se si pensa che la libertà individuale si acquista con l’operare per il proprio benessere; quando invece la storia ci dice che l’uomo è uscito dallo stato di animalità proprio quando si è associato al suo simile e con lui ha spartito le proprie cose e formato una società di uguali. Oggi nel mezzo della più alta civiltà tecnologica stiamo umanamente ripiombando in quelle primordiali condizioni ( vedere il comportamento dei benestanti contro le migrazioni,…) E’ una grande delusione vedere il fallimento della missione di Gesù, sacrificato inutilmente per redimere i peccati di una società non riconoscente. Una storia poco credibile, intessuta anche di mistero divino , tutto per esaltare il valore individuale e per giustificare la supremazia del dominio della intelligenza e della forza. Poi usata dai potenti che si incoronavano credendo e facendo credere di far discendere la loro potenza da Dio.
Non si capisce perchè il Padre che conoscevale ingiustizie e la corruzione dilagante di quella comunità non abbia deciso di annientarla come aveva fatto già nella prima creazione, e invece abbia mandato il Figlio a morire. E perchè non lo ha rimandato, visto il primo fallimento? A meno che non consideriamo che altri uomini moderni come Gandi, martin Lther King. Romero e altri…. non vengano annoverati fra i figli di Dio. Poteva donargli le virtù che poi hanno aquisito Marx e Engels per farne un vero contestatore e rivoluzionario. Allora il Comunismo sarebbe stato riconosciuto come condizione necessaria di libertà, senza ricorrere alla ribellione contro le ingiustizie. Ma il significato della storia di Gesù, scritta per consolidare le ingiustizie, è tutta da riscrivere in funzione della conoscenza della democrazia conquistata, che deve evolvere verso l’uguaglianza attraverso l’aquisizione della coscienza sociale, che la libertà individuale sta nel riconoscimento del benessere e la pace della comunità. Questo è anche il senso dell’insegnamento di Gesù e di S. Francesco che erano felici nonostante avessero scelto di essere poveri.
(Gavino Dettori, su fb)
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L’illustrazione (tratta dalla pagina fb di Licia Lisei)
“Iam nova progenies caelo demittitur alto”*
(Virgilio, IV Ecloga).
Ecce Puer.
di Melchior Paul von Deschwander, 1881.
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*già una nuova progenie scende dall’alto dei cieli.

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