Oggi venerdì 26 gennaio 2018

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Elezioni: dopo il 4 marzo viene il 5.
24 Gennaio 2018

di BEPPE ELIA, Meic
L’avvio della campagna elettorale ha rivelato davvero l’incapacità della nostra classe politica (fatta salva qualche lodevole eccezione) a presentare progetti credibili e razionali. Leggo in questo turbinio di proposte mirabolanti non solo la mancata consapevolezza delle cause profonde circa il clima di preoccupazione e di disagio che respiriamo nelle nostre città, ma anche poco rispetto verso gli elettori, considerati persone facilmente convincibili ed anche un po’ ignoranti.

Eppure i mitici sondaggi, a cui appendiamo speranze o timori per i microscopici spostamenti delle propensioni di voto, su un punto sono concordi e netti: l’astensione sarà elevatissima e confermerà una tendenza che negli ultimi anni sembra inarrestabile. Se si spera che attraverso promesse irrealizzabili possa ribaltarsi il trend, è probabile che si resti profondamente delusi.
Continuo a sperare che nelle prossime settimane qualche leader autorevole si assuma la responsabilità di indicare una via differente: mettendo cioè in chiaro la situazione di questo nostro Paese, i suoi limiti, le sue fragilità, le forme di ingiustizia che permangono, e proponendo di incamminarci lungo la via stretta e faticosa di riforme che rinnovino in modo sostanziale le strutture di un’Italia con il fiato corto. Bisognerà pur che qualcuno dica che le soluzioni non sono indolori: perchè ad esempio sono ancora troppe le voci di spesa fuori controllo, perché corruzione ed evasione fiscale richiedono un’azione assai più determinata, perchè dovranno essere soprattutto coloro che beneficiano di una condizione di maggior benessere a garantire una più equa distribuzione delle ricchezze. E bisognerà che lo faccia con proposte non generiche, sottoponibili alla valutazione dei cittadini.
Forse in questo modo il leader perderà le prossime elezioni, perché la verità è impopolare e sgradita, e si preferisce l’illusione di qualche promessa di cui non si colgono l’ambiguità e i rischi. Ma altrettanto probabilmente si potrà riinnescare qualche processo virtuoso.
Il 4 marzo è una data importante, ma esiste un dopo, ed è tutto da costruire.

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