Oggi giovedì 27 giugno 2019

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La sinistra deve tentare di battere questa destra (anche aprendo ai 5 Stelle)
27 Giugno 2019
Alfiero Grandi, su Democraziaoggi.
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carolaONG della Sea Watch. Carola Rackete
Tonino Dessì su fb.
Tutto può succedere, specie in Italia: tuttavia, man mano che passano le ore, sull’odissea dei profughi della Sea Watch si possono già fare alcune considerazioni non meramente emotive.
Le convenzioni internazionali alle quali l’Italia aderisce attribuiscono al comandante di una nave la responsabilità personale di individuare il più vicino porto sicuro di attracco in caso di salvataggio a mare di persone.
Sono convenzioni che anche nel diritto interno condizionano l’applicazione delle leggi dello Stato, in virtù del rinvio dell’articolo 11, dell’articolo 10 e dell’articolo 3 della Costituzione.
Carola Rackete ha realisticamente valutato che nessuno dei porti nordafricani è da considerarsi sicuro per il suo carico di profughi e che Lampedusa è più vicina di altri porti italiani e dei porti spagnoli o francesi. Olanda e Germania porti sul Mediterraneo non ne hanno. [segue]
Direi che piuttosto che rischiare di trovarsi sul capo qualche imputazione penale internazionale per aver esposto le persone salvate a rischi derivanti dal consegnarle a Paesi “non sicuri” o dall’averle trascinate in una peregrinazione nel Mediterraneo verso Paesi europei con una politica di gestione dei migranti non molto dissimile da quella dell’attuale governo italiano, la scelta di rischiare le sanzioni pecuniarie e amministrative previste dal “decreto sicurezza bis” italiano è quella più razionale.
Io avrei fatto lo stesso, dopo aver tentato, come lei ha fatto, ogni altra soluzione legale.
Del resto, anche il Ministro dell’Interno si è messo in una singolare contraddizione.
Sostenere che l’ONG della Sea Watch e la comandante della nave avrebbero, per motivi di provocazione politica, sequestrato quaranta persone, implicherebbe un obbligo primario, innanzitutto, di salvare e mettere al sicuro i sequestrati, poi di identificarli, poi di verificare se hanno i requisiti per poter esser legittimamente considerati come richiedenti asilo meritevoli di accoglienza.
Il che parrebbe proprio quello che il Ministro non vuol fare.
Ma poi, il Ministro dell’interno, può continuare a parlare e ad agire per tutto il Governo?
Il decreto-sicurezza bis non ha cambiato le competenze, che restano ripartite col Ministro delle Infrastrutture e debbono essere coordinate dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Quindi siamo di nuovo nel caos istituzionale, nella vaghezza giuridica, nella propaganda di un Ministro che mentre agli scafisti non è riuscito a impedire in queste settimane di trattare e di sbarcare clandestinamente qualche centinaio di migranti proprio a Lampedusa, si accanisce da giorni contro la nave di una ONG.
E che mentre accusa l’Europa di continuare a scaricare l’emergenza sull’Italia, diserta ogni riunione degli organismi europei convocati per discutere ed eventualmente negoziare le soluzioni possibili.
Si può certamente dire che chi in Europa congiura per continuare a scaricare sull’Italia la questione può tranquillamente contare su un Ministro italiano tanto malintenzionato quanto incapace.
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