La storia della medicina

piero-di-liciadi Piero Marcialis, su fb
32. William Harvey.
Ancora nel XVI e nel XVII secolo circolavano medici le cui arretrate teorie e pratiche furono bersaglio di Shakespeare e soprattutto di Moliere: parrucconi oltremodo fiduciosi nelle purghe e nei salassi; eppure in quello stesso periodo la scienza medica si rifondò completamente arrivando a risultati validi ancora oggi.
harveyUno degli uomini che portarono a questo progresso fu, senza dubbio, William Harvey.
Nato il 1 aprile 1578, a Folkestone, primogenito di famiglia agiata, padre commerciante e sindaco della città, non volle occuparsi di commercio come il padre e i fratelli, ma preferì studiare, prima a Cambridge e poi a Padova dove, l’abbiamo già ricordato, ebbe come insegnante quel Girolamo Fabrizio di Acquapendente, successore di Vesalio, e dove si laureò brillantemente in medicina nel 1602.
Tornato a Londra esercitò all’ospedale di San Bartolomeo, con l’obbligo di visitare i poveri un giorno alla settimana durante tutto l’anno. Teneva inoltre due lezioni la settimana alla cattedra di anatomia e chirurgia, istituita da Lord Lumley e dal Dr. Caldwell, con l’obbligo una volta l’anno di “sezionare un cadavere per cinque giorni di seguito”. [segue]
Harvey era giunto alle sue conclusioni sulla circolazione del sangue già nel 1616, ma pubblicò i risultati della sua ricerca solo dodici anni più tardi, quando fu certo di poter dare ogni dimostrazione della fondatezza della sua scoperta.
La sua “Exercitatio Anatomica de Motu Cordis et Sanguinis in Animalibus” uscì infatti a Francoforte nel 1628, un volumetto di 72 pagine: “Il moto del sangue è un circolo continuo ed è dovuto al battito del cuore”.
Con queste parole Harvey rinnova le idee sulle funzioni del corpo umano, come Vesalio aveva fatto in relazione alle idee sulla sua struttura.
Harvey distrugge l’idea di Galeno dei “pori invisibili” e dimostra come l’azione del ventricolo destro spinge il sangue nell’arteria polmonare e quella del ventricolo sinistro spinge il sangue verso i tessuti; le valvole esistenti nelle vene servono a spingere il sangue sempre in direzione del cuore (mentre il suo maestro Fabrizio di Acquapendente pensava servissero a evitare un’eccessiva dilatazione).
Harvey teorizza anche l’esistenza dei capillari, anche se non ha gli strumenti adatti a darne dimostrazione.
Harvey muore quasi ottantenne di emorragia cerebrale a Roehampton e viene sepolto a Hempstead, nella contea di Essex, a 50 km, da Londra, non in una bara ma col corpo rivestito di piombo.

One Response to La storia della medicina

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