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gli occhiali sardoaustraliani di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501414JAMES JOYCE
Nasce a Dublino il 2 febbraio 1882.
Memorabile il suo Ulisse (vedi Aladin Pensiero del 16 giugno, Bloomsday) da ricordare i racconti di Gente di Dublino, e anche Stefano eroe, Ritratto dell’artista da giovane, Finnegans wake, e le poesie.
Oso ricordarne qualche verso a memoria (se sbaglio mi corrigerete):
Non sei ancor stanca dei tuoi modi ardenti?
Non dire più di giorni seducenti…
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James Joyce nacque a Dublino il 2 febbraio 1882

James Augustine Aloysius Joyce (Dublino, 2 febbraio 1882 – Zurigo, 13 gennaio 1941) scrittore, poeta e drammaturgo irlandese.
Una volta disse: “Si può passar sopra a un morso di lupo, ma non a un morso di pecora”.

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Vedi anche altro di James Joyce su Aladinews

Elogio dell’ acqua

(dall’ “Ulisse” di James Joyce)

Il protagonista del romanzo, Bloom, rientra a casa a notte inoltrata insieme con un giovane amico, Stephen. In silenzio, per non svegliare la moglie Molly che dorme, Bloom compie una serie di atti, tra i più usuali di ogni giorno…come il radersi la barba. Comincia un panegirico dell’acqua condotto, tra riferimenti scientifici e tecnici, fantasia e immaginazione, fino al limite dello stordimento..

Che cosa ammirava dell’acqua Bloom, amante dell’acqua, mescitore d’acqua, portatore d’acqua (…)? La sua universalità; l’equità democratica e la naturale costanza nel cercare il proprio livello; la sua vastità nell’oceano della proiezione di Mercatore; la profondità insondata nella fossa di Sundam nel Pacifico che si estendeva per 8000 tese: l’infaticabilità delle sue onde e particelle di superficie che a turno visitavano tutti i punti della fascia costiera; l’indipendenza delle proprie unità; la variabilità degli stati del mare; l’idrostatica quiescienza nella bonaccia; la turgidità idrocinetica al minimo di marea e con le maree primaverili; la calma piatta dopo la devastazione; la sterilità nelle calotte circumpolari, artica e antartica; la sua importanza climatica e commerciale; la preponderanza di 3 a 1 sulla terraferma del globo; l’indiscutibile egemonia che si estende per leghe quadrate su tutta la regione al di sotto del tropico subequatoriale del Capricorno; la multisecolare stabilità nel bacino primordiale; il suo letto luteofulvo; la capacità di dissolvere e contenere in soluzione tutte le sostanze solubili inclusi i milioni di tonnellate dei metalli più preziosi; le lente erosioni di penisole e promontori in declivio sul mare; i depositi alluvionali; il peso, il volume e la densità; la sua imperturbabilità nelle lagune e nei laghetti montani d’altopiano; la gradazione di colore nelle zone torride, temperate e fredde; le sue ramificazioni veicolari nelle correnti continentali contenute nei laghi, i fiumi confluenti nel flusso oceanico coi loro affluenti e le correnti transoceaniche; la corrente del golfo, e i suoi percorsi a nord e sud dell’equatore; la violenza dei maremoti, le trombe marine, i pozzi artesiani, le eruzioni, i torrenti, i vortici, i ruscelli, le piene, il mare lungo, gli spartiacque, le dorsali, i geyser, le cateratte, i gorghi, i mälström, le inondazioni, i diluvi, i nubifragi; la sua ampia curva a-orizzontale circumterrestre; la segretezza delle sorgenti, e l’umidità latente, rivelata da strumenti rabdomantici o igrometrici ed esemplificata da un buco nel muro ad Ashtown gate, la saturazione dell’aria; distillazione della rugiada; la semplicità della sua composizione, due parti costituenti di idrogeno e una parte costituente diossigeno; le sue virtù curative; la spinta idrostatica delle acque del Mar Morto; il suo saper essere perseverantemente penetrante in rivoli, canaletti, dighe inadeguate, e fessure nelle carene; le sue proprietà purificanti, il saper placare la sete e il fuoco, il nutrire la vegetazione; la propria infallibilità come paradigma e paragone; le metamorfosi in vapore, brume, nubi, pioggia, nevischio, neve, grandine; la sua forza negli idranti rigidi; la varietà di forme in laghi, baie, golfi, insenature, gole, paludi, atolli, arcipelaghi, stretti, fiordi, mich, correnti d’estuario, bracci di mare; la sua solidità in ghiacciai, iceberg, blocchi di ghiaccio galleggianti; la docilità nel muovere le ruote idrauliche di mulini, turbine, dinamo, centrali elettriche, candeggiatrici, concerie, gramolatrici; l’utilità in canali, fiumi, se navigabili, banchine galleggianti e bacini di carenaggio; le potenzialità derivabili dal controllo delle maree o da corsi d’acqua che cadono da un livello superiore; la flora e la fauna sottomarina (anacustica, fotofoba) numericamente, se non letteralmente, i veri abitanti del globo; la sua ubiquità visto che costituisce il 90% del corpo umano; la perniciosità dei suoi effluvi in paludi lacustri, acquitrini pestilenziali, acqua stantia dei fiori, pozze stagnanti con la luna calante.

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- Tratto da http://www.slideshare.net/natjak89/james-joyce-ulisse-nuova-traduzione-di-enrico-terrinoni, traduzione di Enrico Terrinoni.