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Sa die una festa da difendere con ostinazione contro la sua sterilizzazione voluta dagli attuali decisori politici regionali

lampadadialadmicromicro13Manifesto-Sa-Die-2016222Scrive Francesco Casula nel suo blog “Truncare sas cadenas” un editoriale, che abbiamo ripreso oggi su Aladinews: “Per ricordare l’evento storico e simbolico, della cacciata dei Piemontesi da Cagliari il 28 Aprile 1794, che aveva visto i Sardi, dopo secoli di rassegnazione, di abitudine a curvare la schiena, di acquiescenza e di obbedienza, esprimere invece un moto di orgoglio e con un colpo di reni reagire e ribellarsi in nome dell’autonomia, per “essi meris in domu nostra”, la Regione sarda con la legge n.44 del 14 Settembre 1993 ha istituito Sa Die de sa Sardigna, la “Giornata del popolo sardo”, ma io preferisco chiamarla “Festa nazionale dei Sardi”. Ebbene Sa Die, quest’anno, è stata sostanzialmente dimenticata dalle Istituzioni”. Purtroppo la “sostanziale dimenticanza delle Istituzioni” è vera, anche se l’Assessore regionale alla Cultura Claudia Firino è corsa ai ripari facendo organizzare alla Regione alcuni momenti celebrativi, con letture, interventi musicali e dibattiti, incentrando il tutto nella tematica di “Sardegna, isola terra di migrantes – Istorias de migrantes e istorias de migrazione”. Scelta fatta in solitario dalla Giunta regionale, nonostante le pronte critiche di molti settori della società sarda. Incomprensibile e davvero deprecabile la scelta della Regione di non coinvolgere gran parte dell’associazionismo culturale sardo. La stessa iniziativa del Consiglio regionale riunito in seduta congiunta con i rappresentanti dell’Assemblea di Corsica nella mattinata odierna è apparsa del tutto scollata rispetto al programma dell’Assessore, mettendo in rilievo la difficoltà della Giunta Miglio e Pablo 28 4 16regionale di coordinarsi al proprio interno e con il Consiglio regionale. Poi, peggio che andar di notte per quanto riguarda il rapporto con l’esterno. Al riguardo è sicuramente deprecabile la mancanza di considerazione dell’Assessore e dell’intera Giunta rispetto alle proposte avanzate dal Comitato Po sa die, presieduto da Nereide Rudas, tra cui la manifestazione Firino a sa dieculturale “Sardos testimonzos” (tenutasi in prima mattinata a Palazzo regio e alla quale, a sorpresa, ha partecipato la stessa Assessora Firino) e la solenne Messa in Duomo con la celebrazione presieduta dal Vescovo di Cagliari Arrigo Miglio (regolarmente tenutasi come da programma). Che dire allora, se non confermare le amare considerazioni enunciate alcuni giorni fa su Aladinews e che qui riportiamo: Guardate come [gli amministratori politici regionali] stanno trattando la festa dei sardi, Sa die de Sardigna. Sarebbero contenti che non fosse mai stata istituita. E siccome non la possono ignorare perchè è legge della Regione, ne hanno fatto un adempimento senza anima e privo di qualsiasi capacità mobilitatrice di entusiasmo e amor patrio (per la nostra patria Sardegna). Leggete il programma (istituzionale) di quest’anno: lo hanno dedicato agli immigrati. Una questione che ci riguarda, ma perchè utilizzarla per togliere spazio alla festa dei sardi? La verità è che a questa festa, loro, gli amministratori regionali, vogliono togliere qualsiasi potenziale eversivo, paventando che mostri agli occhi di tutti la loro carenza di sardità, a cui peraltro essi poco tengono e che solleciti pericolose spinte indipendentiste o financo autonomiste, visto che anche l’autonomia vogliono distruggere.
messa 28 4 2016 sa die