SOCIETÀ

Domani

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Oggi giovedì 15 maggio 2025 – Si apre a Torino il Salone Internazionale del Libro

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Quante chiacchiere inutili, perfino divertenti!
14 Maggio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Leggo tante notizie e qualche blog per capire che aria tira su argomenti di attuslità. Ci sono molte persone che, ridicolmente, alzano i toni senza ragione e costrutto. Ad esempio, sulla Todde. Ci sono indubbiamente questioni delicate da trattare. Ma anzitutto bisogna capire di cosa dobbiamo parlare. La Todde – secondo la Commissione di […]
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ANPI: onore a Pepe Mujica, presidente povero
14 Maggio 2025 su Democraziaoggi
Gianfranco Pagliarulo, presidente ANPI
«”Pepe” Mujica è stato uno dei pochi esempi positivi nel tempo oscuro in cui viviamo. Tupamaro durante la dittatura militare, presidente dell’Uruguay dal 2010 al 2015, cede il 90% del suo stipendio allo Stato, dichiarando che ciò che rimane gli è sufficiente per vivere e aggiudicandosi l’appellativo di presidente povero.
È intervenuto al […]
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José Alberto Mujica Cordano, presidente

img_3963La filosofia spicciola di “Pepe”
di Gianni Loy
Non che sia una bella notizia. La morte, quando non provoca dolore, quantomeno evoca tristezza, rimpianto.
Eppure, nell’affacciarmi alla finestra di una giornata che – come le più, del resto – promette solo echi di guerre “lontane” che ci desolano, apprendo della morte di una persona che non conosco. Ed il ricordo di lui mi è dolce, produce tenerezza, restituisce senso alla vita, persino un filo di speranza, di quella speranza capace di sopravvivere ai sepolcri.
Perché l’esperienza terrena di “Pepe”, perlomeno, mi fa credere che una maniera alternativa di interpretare la vita sia possibile; che sia possibile anche una società ispirata a principi alternativi a quelli che ci governano e che, ahinoi, si sono impossessati delle nostre menti.

Oggi mercoledì 14 maggio 2025

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Democrazia, referendum e lotta di classe
13 Maggio 2025
Francesco Tanzarella su Democraziaoggi
Più di un motivo sembra rendere difficile alla campagna elettorale per il voto referendario del 8 e 9 giugno trovare lo slancio che meriterebbe. Una corsa azzoppata dall’inammissibilità dichiarata dalla Corte Costituzionale contro il sesto referendum, quello sulle autonomie regionali differenziate, tema di forte impatto nell’attuale quadro politico, che avrebbe dunque fatto da […]
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Oi in Casteddu

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Dal Centro Strakrash di Is Mirrionis

img_3923Nonostante tutto ciò che è accaduto, prevale l’ottimismo della ripresa, con una significativa unità di intenti e di impegni delle istituzioni, delle forze politiche, dell’associazionismo. Bene, anche noi ci uniamo al clima di collaborazione e di comune impegno, ne siamo felici.
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E’ il Papa della gioia

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di Raniero La Valle
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Cari Amici,

prima di quanto potessimo aspettarcelo, abbiamo avuto un papa nuovo, che ha lenito il dolore per la morte di papa Francesco. Noi lo abbiamo salutato come “il Papa della gioia“, perché ci ha detto che il male non prevarrà. E ci ha colpito la gioia con cui è stato accolto da parte di tutti: a cominciare dai cardinali che lo avevano eletto e lo hanno attorniato sul balcone di piazza san Pietro, per ascoltare il suo primo saluto in cui in 100 secondi per dieci volte ha fatto appello alla pace.

Che significa questa gioia, esplosa in piazza san Pietro e nel mondo? Inaspettata com’era, ci è apparsa come un segno dei tempi. E che tempi sono questi? Secondo papa Leone i tempi saranno buoni, se noi li viviamo bene. Ma, citando sant’Agostino, che è a monte della sua spiritualità, ha affermato che “noi siamo i tempi”. E questo lo ha detto ai giornalisti, per esortarli a stare nella storia, e questo è un cimento anche per noi, dato che ciascuno è responsabile di tutto. E l’altra esortazione, rivolta ai giornalisti ma valida per tutti, è che anche la parola deve essere “disarmata e disarmante”, come la pace, non viziata e faziosa: perché tutto comincia dalla parola, “in principio era la Parola”, appunto.

Ma i tempi sono anche cattivi. C’è un Barbaro insediato alla Casa Bianca e c’è in corso una guerra pericolosissima a due passi da noi, addirittura contro la Russia, una guerra che come tutte le guerre si vorrebbe che finisse al più presto, e che invece l’Europa fa di tutto perché non finisca; e c’è un genocidio che non si può chiamare tale, perché se no chi lo sta facendo si offende.

Per questo è una gran cosa che sia arrivato un Papa così. Viene dall’America, anzi dalle due Americhe, insieme periferia e centro del mondo; e ci ha detto che dobbiamo tenerci per mano, tutti gli uomini, tutti i popoli, mano nella mano con la mano di Dio: e ha gridato: “mai più la guerra”, esprimendo una continuità nel servizio petrino mai venuta meno da Giovanni XXIII in poi.

Ma questa volta c’è una novità nella ricezione di questa parola, finora inascoltata da tutti i potenti. E la novità è che ora un potente sembra d’accordo, e riprende la motivazione che fu di papa Giovanni: tutti i Papi hanno denunciato l’inumanità della guerra, la sua crudeltà, il suo essere sempre una sconfitta, come da ultimo diceva papa Francesco, motivi molto congeniali al ministero papale; ma papa Giovanni aveva dato il motivo nuovo e più moderno del ripudio della guerra (“in questa età”, precisava la “Pacem in terris”): il motivo era che essa è “fuori della ragione”, cioè è da dementi. Ed ecco che due giorni dopo Trump dice a Zelensky e a Putin: “fate finire questa stupida guerra”: finire la guerra non solo perché è malvagia, ma soprattutto perché è stupida: “Ho un messaggio per entrambi: fate finire questa stupida guerra. Stiamo perdendo cinquemila soldati a settimana, sia russi che ucraini”.

Per questo se ne può uscire: perché è così stupida da travolgere e punire prima di tutto chi la fa, e tanto più se la fa “senza ragione”. In questo senso oggi il più stupido di tutti è Zelensky, che si è tirato addosso e ha voluto continuare a tutti i costi una guerra che non gli toccava affatto e per la quale ha dato in olocausto il suo Paese; ma tutte le guerre dal Novecento in poi sono state stupide rovesciandosi contro i loro autori: gli Imperi centrali nella prima guerra mondiale, Hitler, Mussolini, il Giappone, tutti suicidi, la guerra del Vietnam, l’Iraq (le due Torri!), l’Afghanistan, la Libia, e naturalmente l’Ucraina, per non parlare di Gaza.

E qui c’è una logica nel fatto che a proclamare la follia della guerra sia il più folle dei governanti di oggi. Se Trump non vuole la guerra, non è perché la giudica cattiva (se no non manderebbe armi a Israele), ma perché è stupida, non fa “grande” l’America, costa un sacco di soldi e mette a rischio il dollaro: e lui lo comprende perché è un folle lucido più degli altri, e preferisce non il burro, ma i dazi ai cannoni. Perciò ora possiamo sperare che almeno la guerra d’Ucraina pur all’insaputa dell’Europa illuminista, e nonostante l’Europa, stupida com’è, finalmente, finisca.

Di seguito pubblichiamo il discorso di Papa Leone XIV ai giornalisti. Nel sito Prima Loro un’intervista all’Unità su papa Leone XIV.

Con i più cordiali saluti,
da “Prima Loro” (Raniero La Valle).
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Incontro con i Rappresentanti dei Media convenuti a Roma per il Conclave, 12.05.2025

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Alle ore 11.00 di questa mattina [12.05.2025], nell’Aula Paolo VI, il Santo Padre Leone XIV ha incontrato i Rappresentanti dei Media convenuti a Roma per il Conclave.

Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha rivolto loro:

Discorso del Santo Padre

Buongiorno! Good morning, and thank you for this wonderful reception! They say when they clap at the beginning it doesn’t matter much… If you are still awake at the end, and you still want to applaud… Thank you very much!

[traduzione italiana: Buongiorno e grazie per questa bellissima accoglienza! Dicono che quando si applaude all’inizio non vale granché! Se alla fine sarete ancora svegli e vorrete ancora applaudire, grazie mille!]

Fratelli e sorelle!

Do il benvenuto a voi, rappresentanti dei media di tutto il mondo. Vi ringrazio per il lavoro che avete fatto e state facendo in questo tempo, che per la Chiesa è essenzialmente un tempo di Grazia.

Nel “Discorso della montagna” Gesù ha proclamato: «Beati gli operatori di pace» (Mt 5,9). Si tratta di una Beatitudine che ci sfida tutti e che vi riguarda da vicino, chiamando ciascuno all’impegno di portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla. La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza: dobbiamo dire “no” alla guerra delle parole e delle immagini, dobbiamo respingere il paradigma della guerra.

Permettetemi allora di ribadire oggi la solidarietà della Chiesa ai giornalisti incarcerati per aver cercato di raccontare la verità, e con queste parole anche chiedere la liberazione di questi giornalisti incarcerati. La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle Nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa.

Grazie, cari amici, per il vostro servizio alla verità. Voi siete stati a Roma in queste settimane per raccontare la Chiesa, la sua varietà e, insieme, la sua unità. Avete accompagnato i riti della Settimana Santa; avete poi raccontato il dolore per la morte di Papa Francesco, avvenuta però nella luce della Pasqua. Quella stessa fede pasquale ci ha introdotti nello spirito del Conclave, che vi ha visti particolarmente impegnati in giornate faticose; e, anche in questa occasione, siete riusciti a narrare la bellezza dell’amore di Cristo che ci unisce tutti e ci fa essere un unico popolo, guidato dal Buon Pastore.

Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia. Come ci ricorda Sant’Agostino, che diceva: “Viviamo bene e i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi” (cfr Discorso 80, 8).

Grazie, dunque, di quanto avete fatto per uscire dagli stereotipi e dai luoghi comuni, attraverso i quali leggiamo spesso la vita cristiana e la stessa vita della Chiesa. Grazie, perché siete riusciti a cogliere l’essenziale di quel che siamo, e a trasmetterlo con ogni mezzo al mondo intero.

Oggi, una delle sfide più importanti è quella di promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla “torre di Babele” in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi. Perciò, il vostro servizio, con le parole che usate e lo stile che adottate, è importante. La comunicazione, infatti, non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto. E guardando all’evoluzione tecnologica, questa missione diventa ancora più necessaria. Penso, in particolare, all’intelligenza artificiale col suo potenziale immenso, che richiede, però, responsabilità e discernimento per orientare gli strumenti al bene di tutti, così che possano produrre benefici per l’umanità. E questa responsabilità riguarda tutti, in proporzione all’età e ai ruoli sociali.

Cari amici, impareremo con il tempo a conoscerci meglio. Abbiamo vissuto – possiamo dire insieme – giorni davvero speciali. Li abbiamo, li avete condivisi con ogni mezzo di comunicazione: la TV, la radio, il web, i social. Vorrei tanto che ognuno di noi potesse dire di essi che ci hanno svelato un pizzico del mistero della nostra umanità, e che ci hanno lasciato un desiderio di amore e di pace. Per questo ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana.

Voi siete in prima linea nel narrare i conflitti e le speranze di pace, le situazioni di ingiustizia e di povertà, e il lavoro silenzioso di tanti per un mondo migliore. Per questo vi chiedo di scegliere con consapevolezza e coraggio la strada di una comunicazione di pace.

Grazie a tutti voi. Che Dio vi benedica!

[00533-IT.02] [Testo originale: Italiano]
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Vandali in azione a Is Mirrionis. Distrutto il Centro Strakrash di Via Brianza. Danni materiali notevoli e gravissimi danni all’attività sociale allo stato paralizzata.

img_3930
img_3927Domenica mattina una banda di ignoti delinquenti (ma non ci vorrà molto tempo per identificarli e affidarli alla giustizia) si sono introdotti nel Centro di quartiere Starkrash di Is Mirrionis in via Brianza, distruggendo le suppellettili e appiccando un incendio. Notevoli i danni, per fortuna a un primo sopralluogo dei vigili del fuoco sembra non si riscontrino danni strutturali. Il danno maggiore è costituito dalla paralisi dell’attività del Centro, sia per quanto riguarda le attività sociali in atto, sia soprattutto per quelle in programma nell’avvicinarsi della stagione estiva. Il coordinatore del Centro Salvatore Aru ci ha detto che l’attività in corso da oggi sospesa coinvolgeva oltre 150 bambini. Bloccate anche le iniziative in favore della popolazione anziana del quartiere. Si valuta che un intervento di ripristino della funzionalità del centro, pur nelle decisioni dichiarate dal Sindaco e dagli Assessori competenti, non potrà consentire la ripresa dell’attività in tempi brevissimi. Si rendono pertanto necessarie soluzioni alternative con immediatezza. Ovviamente le forze dell’ordine indagano ed è possibile che i responsabili vengano individuati e giustamente puniti. Si vedrà come inquadrare questo fatto, come altri analoghi e comunque di uguale natura, nella generale situazione di disagio sociale che purtroppo riguarda ampi strati di giovani del quartiere e dell’intera città e area metropolitana. Vedremo come le forze politiche, nelle sedi istituzionali e oltre affronteranno la problematica. In ogni caso è urgente una seduta del Consiglio comunale allargata alle entità sociali che si occupano della problematica giovanile, al fine di delineare robusti programmi di interventi sociali. Tanto per cominciare…
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Di seguito il COMUNICATO STAMPA della CASA del quartiere Is Mirrionis

Oggi lunedì 12 maggio 2025

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Trattative in Turchia. Miracolo di Leone o di Donald? Speriamo bene. L’importante è che von der Leyen & C. stiano alla larga
11 Maggio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Lo so che sarò accusato di putinismo, ma da Mosca giungono buone notizie. Posso dire meglio che a Kiev, dove i volenterosi, ridicolmente, dopo aver perso sempre, minacciano sanzioni a Mosca, se non tratta? In realtà, le trattative ci sono già state in Turchia nel 2022, poco dopo l’inizio della guerra, ed erano giunte […]
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Quale utilizzo culturale, in aggiunta a quello cultuale, della chiesa di San Giuseppe a Stampace? Discutiamone.

Come è noto non tarderanno i lavori di restauro della chiesa di San Giuseppe a Stampace con la sua riapertura al culto e a pertinenti usi culturali. Tra questi ultimi circolano diverse idee che comunque prevedono utilizzi polivalenti, ovviamente nel rispetto del contesto sacrale del luogo. Ci riferiamo, ad esempio, alle “proposte aperte” avanzate dall’associazione Giuseppe Toniolo della parrocchia di Sant’Anna, dalla Congregazione degli Artieri di San Michele, nonché dal MEIC (Movimento Ecclesiale d’Impegno Culturale): tutte organizzazioni che hanno promosso la riapertura della chiesa, incontrando la encomiabile disponibilità della “Fondazione istituti riuniti di ricovero minorile”, che ne è proprietaria, e la benevola attenzione dell’Arcivescovo Baturi, che, ai sensi della normativa concordataria, ne dispone riguardo alla destinazione d’uso. Nel contributo che segue di Franco Meloni si propone, mutatis mutandis, un’idea attuata tempo fa nella Diocesi di Milano dal suo Vescovo cardinale Carlo Maria Martini e sostanzialmente ripresa a Roma dal cardinale Gianfranco Ravasio.
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Cattedra dei non credenti e Cortile dei Gentili: esperienze da proporre, opportunamente adattate, anche nella nostra realtà cagliaritana.
di Franco Meloni (*)

Una proposta, che s’iscrive nell’esortazione sinodale a «interpellare anche chi guarda alla Chiesa dall’esterno, per provare ad ascoltare quel che hanno da dirci e da chiedere» è quella di ripercorrere le orme della «Cattedra dei non credenti», del grande uomo di chiesa cardinale Carlo Maria Martini (1), cogliendone l’essenzialità, anche se in forme attuative diverse dall’esperienza originale. Forse avvicinandosi a quella tuttora viva e di largo seguito del «Cortile dei Gentili», animata dal cardinale Gianfranco Ravasi (2). Ovviamente anche qui in programmi e modalità corrispondenti alle energie che persone di buona volontà vogliono mettere in campo, risorse che non mancano anche dalle nostre parti.
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Oggi domenica 11 maggio 2025

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ANPI: contro la deriva delle manifestazioni neofasciste
10 Maggio 2025 su Democraziaoggi
«Il Comitato Nazionale dell’ANPI,
viste le continue e sempre più frequenti manifestazioni di organizzazioni di estrema destra che si riuniscono per esaltare il passato regime fascista, attraverso la riunione di un significativo numero di partecipanti, organizzati con divise e inquadramento paramilitare e/o militare, con saluti romani e chiamata del “presente”; ritenuto che negli ultimi tempi a Milano […]
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In Iran impiccato uno stupratore, da noi ai domiciliari
11 Maggio 2025
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Se dovessi seguire il Codice barbaricino e penassi in sardo, forse dovrei gioire alla notizia che uno supratore in Iran è stato condannato a morte e impiccato. Ma ora spesso penso in italiano, seguo la nostra bella Costituzione, nata dalla Resistenza, e condivido l’insegnamento di Cesare Beccaria, la persona è inviolabile, anche quando commette orribili crimini e lo Stato non può privarla della vita.[…]
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Caro Papa Leone ti scrivo…

img_3898LA CONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA SCRIVE
AL PAPA LEONE XIV

A SUA SANTITA’ PAPA LEONE XIV
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Caro Papa Leone,
la Confederazione Sindacale Sarda- CSS esprime tutta la sua gioia nel salutare il vicario di Cristo, che si rinnova nella Chiesa Universale tramite i propri vescovi, eredi degli Apostoli, custodi fedeli del “depositum fidei”, che, come ci ricordava Papa Giovanni XXIII nel discorso di apertura del Concilio Vaticano II (11 ottobre del 1962), è una fonte perenne di acqua pura: “Perfusa di luce, la Chiesa del Signore diffonde i suoi raggi sul mondo intero; è però un’unica luce che viene irradiata dovunque, né viene scissa l’unità del corpo. Estende i suoi rami su tutta la terra per il copioso rigoglio, espande a profusione i rivoli che scaturiscono con abbondanza; ma è unico il capo e unica l’origine e unica la madre fertile per le fortunate fecondità: da lei siamo partoriti, siamo nutriti dal suo latte, siamo vivificati dal suo spirito (San Cipriano De Catholicae Ecclesiae unitata ,5)”.

E’ online il manifesto sardo n.397

pintor il manifesto sardo
Il numero 397
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Dal 15 al 19 maggio a Torino il Salone Internazionale del Libro

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https://www.salonelibro.it/programma/salone.html?ta=113&se=149

Oggi sabato 10 maggio 2025

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Uffa! Su Leone tutti dicono le stesse cose! Banalità. Che noia!
9 Maggio 2025
Amsicora su Democraziaoggi
Mi son rotto! Si può dire? Si mi son stuffato. Vai al 1° canale e parlano di Leone, al secondo idem e così negli altrI. E tutti dicono le stesse cose, mettono in luce che ha detto che dobbiamo batterci per la pace e non solo, dev’essere anche “disarmata”. Ma una pace armata che pace è? […]
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