Monthly Archives: novembre 2012

In programmazione il nuovo film di Peter Marcias “Dimmi che destino avrò”

Peter6x3 Dimmi che destino avrò

DAL 29 NOVEMBRE AL CINEMA IN SARDEGNA
30° TORINO INTERNATIONAL FILM FESTIVAL 2012

Dimmi che destino avrò
di Peter Marcias

sceneggiatura di
Gianni Loy

Pubblicizzazione sul sito di Unica

 

Il 2013 proclamato dall’Unione Europea “Anno europeo dei cittadini”

Anno europeo 2013

(Dipartimento Politiche Europee) Il 2013 è stato ufficialmente proclamato “Anno europeo dei cittadini” con decisione del Parlamento europeo e del Consiglio, su proposta dalla Commissione, pubblicata il 23 novembre 2012 nella Gazzetta ufficiale dell’Unione Europea.
A vent’anni dal Trattato di Maastricht e dall’introduzione della cittadinanza europea, l’anno europeo sarà l’occasione per presentare le politiche e i programmi esistenti e spiegare ai cittadini come beneficiare direttamente dei diritti dell’Unione. Sarà inoltre lanciato un ampio dibattito pubblico sull’Unione Europea del futuro e sulle riforme necessarie per migliorare la vita quotidiana dei cittadini europei.
L’Anno europeo dei cittadini sarà ufficialmente inaugurato il 10 gennaio 2013 a Dublino con un dibattito pubblico, in concomitanza con l’inizio della presidenza irlandese del Consiglio.
Nel proseguo: Obiettivi dell’Anno europeo

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Per la proverbiale nuova settimana con Bomeluzo

Bomeluzo

Attenti ai travestimenti


Bomeluzo

Freddie Mercury (5 settembre 1946 – 24 novembre 1991)

Non Chiederci La Parola

di Eugenio Montale

Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l’uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l’ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.

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Ricerca Cnel-Ministero del Lavoro: “Il ruolo degli immigrati nel mercato del lavoro italiano”

Cnel: Il ruolo degli immigrati nel mercato del lavoro italiano
La presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini: è incomprensibile e inaccettabile non ritenere ‘cittadino italiano’ chi nasce nel nostro Paese.

Interventi su Aladin correlati

 

 

A Berlino la mostra dell’anno “EMPIRICAL SURVEY ON A HERITAGE”

  Venerdì 23 Novembre 2012 dalle 19.00 il Sardisches Kulturzentrum Berlin inaugurerà a Berlino, nel prestigioso spazio d´arte Grimmuseum (Fichtestasse 2 , Berlino), la mostra EMPIRICAL SURVEY ON A HERITAGE. Un evento culturale maggiore nel panorama della vita artistica  berlinese e un importante palcoscenico internazionale per la Sardegna e la sua cultura.

SU SOLE in SA MENA

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Dal PRESIDIO  di VILLA DEVOTO in via Oslavia  – Cagliari

13 mesi di PRESIDIO per sollecitare la riforma dello STATUTO del

 “PARCO GEOMINERARIO storico ambientale della SARDEGNA”

27 sett. 2011- 1 ott. 2012

di Gavino Dettori

Nonostante tutto, l’Europa

Aladinbozo UE

Il 22 e 23 di novembre i capi di stato dei 27 paesi della Unione Europea si troveranno a Bruxelles per decidere sui bilanci comunitari dal 2014 al 2020 e chiudere quelli del 2012 e 2013. Il clima è decisamente agitato. E’ in atto uno scontro tra chi vorrebbe mantenere i livelli di spesa attuali, all’1,1% come la Commissione, mentre Francia Germania e Austria chiedono tagli che portino il bilancio all’1% del Pil europeo, anche se con una posizione possibilista. Gran Bretagna, Svezia e Olanda vogliono tagli per oltre 200 miliardi di euro portandolo sotto l’uno per cento. Il Parlamento europeo, i paesi dell’Est più Grecia, Spagna e Portogallo, sono sulle posizioni di Barroso. Van Rompuy, presidente del Consiglio Europeo propone tagli di una ottantina di miliardi per arrivare all’1,01. Secondo Rajoy se passasse quest’ultima posizione la Spagna nei prossimi sette anni, perderebbe circa 20 miliardi di euro.

Per le finanze di un paese in gravi difficoltà sarebbe un colpo difficilmente recuperabile. La presidenza cipriota propone la posizione mediana dell’1,04. I tagli avverrebbero soprattutto nei sussidi all’agricoltura e nei fondi strutturali per la coesione territoriale, suscitando le ire dei paesi dell’Est e di quelli mediterranei. In alternativa ci sarebbe il taglio dei fondi sulla ricerca, ma l’opposizione di Svezia, Danimarca, Finlandia è fortissima. E l’Italia? L’Italia al pari dei paesi nordici, di Germania, Benelux, Austria e Francia è donatrice netta. Riceve dalla Ue meno di quanto dia. Ora si spiega perché il ministro Barca rispondendo al presidente Cappellacci, che voleva un aumento di finanziamenti per le regioni in transizione come: la nostra, l’Abruzzo, il Molise e la Basilicata, rispose che l’integrazione l’avrebbe data lo stato.

Un aumento generalizzato in sede europea comporterebbe un aggravio contributivo per l’Italia. Barca è uomo d’onore, ma non è detto che sia lui il ministro nei prossimi anni. In Sardegna abbiamo imparato a conoscere quanto Roma onori gli impegni. La crisi dell’eurozona che ormai investe anche la Gran Bretagna che ha moneta propria, sta portando alla luce nazionalismi che credevamo consegnati al passato. Giorno dopo giorno una forza centrifuga si rafforza. Toccare i programmi di coesione strutturale è minare uno degli assi portanti della costruzione europea. Fin dal 1968 con la fondazione della Direzione delle Politiche Regionali, il superamento del divario tra aree è l’Europa. Così come lo sono i diritti civili, quelli del lavoro, la politica dell’ambiente e quella sull’istruzione. Gli stessi programmi di scambio tra università come Erasmus sono messi in dubbio per mancanza di fondi. Abbiamo sempre creduto che il processo di integrazione fosse irreversibile, invece non lo è. E’ mutata la geografia mentale dei cittadini europei. L’Europa diventa una percezione differente se sei spagnolo o svedese. Mondi che stanno diventando sempre più distanti. L’ideologia liberista con il suo sguardo occhiuto sui conti, non si cura che in Grecia Alba Dorata possa diventare il primo partito; che l’Ungheria sia governata da uno come Orbàn che apre campi di lavoro per i rom.

Sempre di più la democrazia viene vissuta come intralcio. D’altronde è dimostrato che i regimi autoritari non sono un ostacolo alla comunità degli affari. Tutt’altro! Se le classi dirigenti europee hanno una colpa, è quella di aver ucciso il sogno. Di aver fatto diventare l’unione continentale non una opportunità ma un limite, facendo immaginare un ritorno agli stati ottocenteschi. Ritorno difficile, dato il livello di integrazione economica esistente. Una notte della ragione che si veste di abiti razionali. Una corsa verso la disgregazione che nessuno sembra voler fermare. Eppure, per fortuna non è così. Il 14 novembre in ventiquattro paesi europei su ventisette, si è svolto uno sciopero contro le politiche di smantellamento del welfare e dei diritti del lavoro. Dopo anni di oblio, un vecchio e nuovo attore si mostra agli occhi delle opinioni pubbliche.

I ceti popolari e le classi medie impoverite non ci stanno a vedere messo in discussione il frutto che le generazioni passate erano riuscite ad ottenere. Non sono più disposte a sacrificare sull’ara insanguinata del Moloch neo liberista le loro esistenze. In quelle manifestazioni la parola ricorrente era “futuro.” Un futuro di dignità che viene negato a milioni di persone. Sono loro i veri eredi delle speranze europeiste cha animarono i padri fondatori. I veri protagonisti di quella giornata sono stati i giovani con il loro desiderio di riprendersi le loro vite. Un adagio spagnolo dice che “ No ay realidad sin utópia.” L’utopia e il sogno sono una componente del nostro essere, non possono essere negati; mentre le èlite europee oggi al potere, questo hanno fatto. La costruzione dell’Europa si è nutrita di sogno, è stata l’attrazione per i paesi che chiedevano d’entrarci. Allo stesso tempo il “Ce lo chiede l’Europa” aveva valenza positiva per i cittadini dei paesi membri e non giustificazione per le classi dirigenti nazionali per imporre qualsiasi nefandezza. Quegli scioperi e quelle manifestazioni represse brutalmente fanno sperare. Sono l’avviso di equilibri politici che cambieranno, annunciano che la stagione attuale non è per sempre. Nonostante tutto è ancora l’Europa il nostro orizzonte.

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 L’articolo è stato pubblicato anche su Sardegnademocratica

Innovation Sky: il parco tecnologico virtuale

innovation Sky logo

Innovation Sky: il parco tecnologico virtuale – Intervista a Monica Mureddu, Media Haka

a cura di Alessandro Ligas

“Alla base del Trasferimento Tecnologico c’è la condivisione della conoscenza… Purtroppo però spesso si trovano inseriti in contesti dove la politica e la burocrazia non permettono quella libertà d’intervento necessaria affinché le best practices vengano poi trasferite nella vita degli individui.” (Monica Mureddu)

Buona nuova settimana proverbiale

Salvate capra e cavolo con BOMELUZO

E(lezioni) americane. Riflessioni sul calo della partecipazione

E(lezioni) americane

di Gonario Francesco Sedda

Piano Sulcis. Una task force per l’emergenza formazione

The magnificent seven loc film

di Franco Meloni

Qualche decennio fa, nella mia esperienza di formatore di adulti in ambito organizzativo (pubblico), in diversi corsi ero solito utilizzare i film per meglio perseguire gli obbiettivi formativi. In modo particolare con riferimento alla tematica tipica degli apprendimenti cosiddetti “trasversali” quale la “costruzione del gruppo” (o come  si dice in inglese “team building”) tra le pellicole che più utilizzai cito  “The Commitments” di Alan Parker e il mitico “I magnifici sette” , diretto da da John Sturges e interpretato, tra gli altri, da Yul BrynnerSteve McQueen e Charles Bronson. Racconto di tali esperienze, devo dire con piacevole ricordo e perfino nostalgia di quei tempi, perchè mi sono venute in mente dopo aver letto il cd “Piano Sulcis” firmato dai ministri e dai rappresentanti della Regione e degli Enti locali martedì a Serbariu. Nel proseguo spiegherò la connessione, riferendomi solo al film “I magnifici sette”, per non complicare i riferimenti (e per scelta affettiva). Tornando al Piano, mi  soffermo solo sulla parte riguardante le “politiche attive del lavoro” e specificamente sulle iniziative preconizzate riguardanti “progetti di formazione, riqualificazione professionale e avviamento al lavoro” indicate nel documento come priorità (giustamente, dico io) stante la particolare importanza del “rapporto tra formazione e lavoro al fine di realizzare un collegamento diretto tra due momenti centrali nella crescita professionale dei lavoratori per i quali si rende necessaria la riqualificazione”. Il Piano si preoccupa anche della “governance”  della formazione, definita come  ”gestione di complessi sistemi di formazione, riqualificazione e avviamento al lavoro” per la quale si richiedono “competenze adeguate, rigore gestionale e reale potere decisionale”. Il Piano per tale finalità prevede l’istituzione, a carattere sperimentale, di una “cabina di regia”  da affidare a “persona con caratteristiche adeguate e capacità manageriale superiore individuata e selezionata di comune accordo tra Governo nazionale e Regione Sardegna sulla base di severi criteri selettivi”. Aggiunge il documento con logica di risparmio sui costi che per i propri compiti la stessa cabina, “si avvarrà di strutture e personale già operativi nell’ambito territoriale in esame”. Il Piano tratta anche di aspetti di dettaglio a cui evidentemente attribuisce notevole importanza, forse non fidandosi dell’autonomia dei decisori successivi. Al riguardo si sostiene che una delle competenze maggiori della cabina “dovrà sicuramente essere la capacità di confrontarsi in modo permanente con le strutture che guideranno il processo di sviluppo del Sulcis”. La “cabina di regia” per la occupazione viene definita “un luogo strettamente correlato con la governance richiamata”. Infine si dice che la “cabina di regia” sarà istituita con apposito decreto del MISE e del MLPS da emanarsi entro  giorni dalla firma del protocollo. Ecco, osservo come al di là del riconoscimento della necessità del coinvolgimento delle realtà locali, si prevede l’individuazione di una sorta di commissario, in grado di guidare l’intero processo dell’attività formativa, così come descritta nel documento medesimo. Bene, questa scelta, apparentemente, strana in quanto non si fa carico della funzione formazione, perlomeno per il suo coordinamento, alle agenzie formative esistenti(*). denota una profonda sfiducia sulle capacità delle stesse agenzie a svolgere adeguatamente il ruolo richiesto. Considerato quanto finora è stato fatto, o meglio non è stato fatto, in materia di formazione, tale scelta appare corretta, almeno nelle intenzioni. Si vedrà poi come verrà concretizzata. Si vedrà cioè se la scelta di un coordinatore dell’attività formativa, nella qualità e nelle dimensioni richieste, ricada su persona competente (“caratteristiche adeguate e capacità manageriale superiore”) e si consenta che intorno a questa persona si costituisca un team altrettanto adeguato.

E’ a questo punto che riprendo il film “I magnifici sette” suggerendo che nella scelta del coordinatore e del suo staff si seguano modalità analoghe a quelle che portano nel film alla costituzione del gruppo del magnifici sette. Insomma per affrontare seriamente la situazione con prospettive di successo occorre,  a parer mio, una task force dedicata, guidata da un leader all’altezza, proprio come nel bellissimo film, che non è tempo sprecato vedere o rivedere (disponibile anche su you tube). Non ci dilunghiamo ulteriormente appunto perchè  ne consigliamo la visione, in primo luogo a quanti nei Ministeri e nella Regione dovranno prendere le decisioni sulla costituzione della “cabina di regia”. Siamo certi che ne trarrrebbero sicuro giovamento e utile orientamento.
(*) Con riferimento ad Agenzie formative esterne è circolata la notizia del possibile coinvolgimento di INVITALIA