Monthly Archives: dicembre 2012

Il migliore augurio: lavoro per tutti

L’agenda che aspettiamo
di Aladin

In cima alle varie priorità da affrontare nel nuovo anno c’è ancora una volta il lavoro: inteso come diritto al lavoro per tutti. Non è certo una novità, ma considerati i tratti inediti della situazione di crisi in cui si dibattono i paesi europei e al loro interno le zone con maggiori problemi economici e sociali, come la nostra Sardegna, occorre ragionare in modo profondamente diverso rispetto al passato. Per quanto ci riguarda, come sardi, dobbiamo fare scelte decisive e non procrastinabili. Dobbiamo certo disporre di maggiori risorse rispetto a quelle attualmente disponibili; e ciò significa sia garantirci i trasferimenti statali e i finanziamenti comunitari, sia aumentare la ricchezza prodotta dall’economia sarda. Ovviamente si tratta di sapere utilizzare al meglio, sapientemente, le risorse animando un’economia che si basi su quanto di meglio dispone la Sardegna, a partire, pertanto, dai suoi abitanti, siano essi sardi di nascita o sardi  di altra provenienza. In questo quadro pertanto il lavoro è centrale. Non concepiamo nessuno sviluppo sostenibile senza una piena occupazione, cioè il diritto di tutti i sardi a un lavoro dignitoso. Per il 2013 dobbiamo allora puntare a disporre di un grande Piano per il lavoro, che costituisca un riferimento per tutte le iniziative di carattere economico che si intraprenderanno. Non sembri scontata o banale tale impostazione, perchè non lo è, considerato che le indicazioni che affiorano nelle politiche allo stato prevalenti in Italia come in Europa considerano il lavoro come secondario rispetto agli obbiettivi del contenimento del deficit, del risanamento dei bilanci statali e così via. Non possiamo ulteriormente consentire che il prezzo che si paga ora e che si pagherà in futuro sia il crescente impoverimento delle masse popolari e l’aumento crescente della disoccupazione. Vogliamo invece un altro modello di sviluppo che si basi appunto sulla valorizzazione di tutte le risorse di cui disponiamo a partire dalle persone.

Che fare allora? Innanzitutto condividiamo questa impostazione e insieme mettiamoci al lavoro per costruire un grande piano economico-sociale sostenibile e condiviso. Ciascuna organizzazione e ciascun cittadino faccia la sua parte e partecipi all’impresa di costruzione di una nuova economia, anche con le proprie risorse, nella misura indicata dai dettati della nostra Costituzione.
E’ un discorso da approfondire e da sviluppare in tutti gli aspetti, ma prima di tutto cerchiamo di essere chiari nei principi e quindi uniti e solidali nella loro condivisione e attuazione. Ecco l’agenda chi ci aspettiamo dai politici che si apprestano a chiederci il voto
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Gli auguri di Marco Meloni
“Quello che il bruco chiama fine del mondo il resto del mondo lo chiama farfalla.”
Comunque sia stato il vostro anno, qualunque siano state le difficoltà che abbiate dovuto superare, che abbiate vinto o che abbiate perso nell’insolito gioco della vita vi auguro un nuovo anno di gioia, soddisfazione e intensità.
Coscenti che i cambiamenti non si fanno negli anni, non con i propositi di capodanno, ma giorno per giorno, singola azione per singola azione.
Domani nè il mondo, nè la nostra terra in ginocchio saranno migliori per il sol fatto di essercelo augurato, lo saranno nella misura in cui ci impegneremo insieme per cambiarli.


Sulla questione lavoro vedi l’editoriale di Lilli Pruna su Sardinews di dicembre 2012

Buon anno nuovo Bonu annu nou 2013

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Buon nuovo anno  Bonu annu  nou  2013

Tra il vecchio 2012 e il nuovo 2013

La nuova settimana di Bomeluzo

Dignità di stampa

Ieri nella via Giovanni Maria Angioy un clochard nostrano, che si chiama Roberto Maulu, mi ha venduto per 1 euro una sua “composizione poetica”,  fotocopiata su un foglio A4. Credo meriti la pubblicazione. Chi vuole potrà commentarla o filosofarci intorno.

Il maschio debole

di Nicolò Migheli *

Don Piero Corsi esponendo quel volantino in cui accusava le donne di essere corree del loro assassinio si aspettava consensi. Li ha avuti solamente da un sito preconciliare come Pontifex. Il suo stesso vescovo gli ha imposto di togliere quel comunicato delirante e di fare silenzio. Evidentemente le centoventidue donne uccise nel 2012 cominciano a fare notizia. Centoventidue è una cifra enorme in assoluto, se poi la si paragona ai cinquantadue caduti italiani in dieci anni di guerra vera come quella in Afghanistan, si ha la misura della follia di certo mondo maschile. Il fenomeno non è nuovo.

Sino a pochi decenni orsono il codice penale italiano contemplava l’attenuante del delitto d’onore che rendeva il corpo femminile di esclusiva proprietà maschile. La scomparsa di quell’articolo, il nuovo diritto di famiglia, sono il risultato non solo delle lotte delle donne ma anche di una nuova maturità della società italiana. Come tutti i mutamenti che toccano processi di lunga durata i percorsi non sono mai lineari; hanno momenti di rinculo e sacche di resistenza. Gli stessi sistemi religiosi, ben differenti dalla spiritualità, faticano a prendere coscienza della nuova realtà. Organizzazioni che vivono in perenne contraddizione, perché il controllo della sessualità e della morte, sono punto centrale della loro predicazione e ritualità. In quest’ottica il corpo femminile è visto con sospetto se non peggio.

I sistemi religiosi monoteistici sono un tentativo di imbrigliamento del sacro, che non è solo il luogo del positivo ma anche del tremendo. Il sacro è stato da sempre il tentativo delle società umane di trovare risposta ai due misteri fondanti: la nascita e quindi la riproduzione, e la morte. Nella sessualità si è sempre espresso il potere archetipico della donna e la volontà maschile della proprietà. Possedere il corpo femminile era per il maschio controllare la propria discendenza, escludere gli altri maschi per averne certezza. Più discendenti, più ricchezza e più potere. Un ordine che non poteva essere messo in discussione pena le rappresaglie più dure.

Quanto i sistemi religiosi abbiano contribuito alla creazione di quell’immaginario, lo si può rilevare in un “brebu,” – una formula-preghiera- di guarigione dalla mastite, che raccolsi qualche anno fa a Nuxis nel Sulcis. ”Ci fiant tres feminas/ sciaquendi lana in d’unu arriu/ est passau Santu Simoni/ e subitu esti istetiu agrediu/ Labai, labai Santu Simoni/omini mannu e piticu de pessoni/ si de sa pessoni mia s’arrieis?/ Peritu (mastite) si caliri e mai n’di saneis/ Ohi nossi, nosu no s’arrieus/ de sa pessoni bosta/ s’arrieus de sa banidari nostra/ Si de sa banidari bostra s’arrieis/peritu si caliri e ‘ndi saneis.” Il brebu continua con la presa in giro di Sant’Emiliano per la sua statura e per la barba lunga sino al ginocchio. Anche lui fa ammalare le donne di mastite e poi le guarisce quando confessano di ridere della loro vanità. I due santi, alla messa in dubbio della loro autorità e virilità, rappresentate dalla statura e dalla barba, reagiscono togliendo alle donne il loro potere: quello del nutrimento dei loro figli. Uno scontro tra virilità e femminilità dove la prima vuole detenere il controllo della seconda. Le donne, in questo brebu, rinnovano la loro subordinazione, perché solo così possono essere. Per farlo rinunciano a quella che viene definita banidari-vanità. Termine che in altri tempi era sinonimo di seduzione, adescamento.

Don Piero Corsi, di sicuro, non conosce questa preghiera, ma le sue parole hanno raccontato quel conflitto in tutta la sua arcaicità. Solo che oggi, sotto le dubbie apparenze di un atteggiamento puritano, mostrano il maschio debole ed impaurito. Un individuo incapace di rapportarsi con le donne che dispongono del loro corpo e della loro indipendenza. Maschi in crisi, che concepiscono una sola forma di relazione con il femminile: la violenza. Aggressioni che per massima parte avvengono in famiglia. Altra formazione sociale mitizzata dai sistemi religiosi.

Il percorso è lungo, impegna tutti, in particolare le donne per come allevano i loro figli sia maschi che femmine, perché sono loro le artefici della prima socializzazione e della trasmissione dei valori. Tutto ciò non cancella le responsabilità dei maschi. Il mondo è cambiato anche per chi vorrebbe che il tempo si fermasse. In fin dei conti il parroco di Lerici è stato utile, così come lo è Pontifex. Mostrano le nostre contraddizioni. Quello che non si vorrebbe essere. Auguri per un 2013 migliore.

* intervento pubblicato su Sardegnademocratica

Narratopia: la difficoltà di raccontare i luoghi. Riflessioni suggerite dal romanzo di Antonia Iaccarino “Il figlio della santa”

Aladinbozo libri

di Emiliano Manca

Il romanzo Il figlio della santa, di Antonia Iaccarino (Fandango libri 2011), mi ha condotto lungo una lettura straniante che si è imposta al di là di qualsiasi giudizio critico sull’opera. La trama si muove attorno (o meglio dentro) a due personaggi, madre e figlio, che all’inizio del racconto sono separati dall’oceano. Lei vive a Napoli, lui a Santiago de Chile. L’occhio dell’autrice segue i due percorsi in maniera volutamente non virtuosistica, senza evoluzioni e giochi formali nei cambi di piano tra lo scenario latinoamericano e quello italiano. Serve che i due personaggi siano percepiti dal lettore come in due dimensioni parallele per buona parte della narrazione, e ciò viene realizzato nello spirito scientifico del “rasoio di Okham”: attraverso la via più economica. Ossia, separando i luoghi fisici delle due vicende. Tant’è che il termine “trama”, sopra utilizzato, non è calzante nel caso di questo romanzo. In effetti, in rapporto alle circa 170 pagine del testo, gli snodi narrativi non fanno da protagonisti: sono pochi, tecnicamente necessari e liquidati in rapidi passaggi.

LA SEDIA di VANNI TOLA

Soldi e sogni
Ho fatto un sogno. Veronica Lario, divorziata da Berlusconi, ha deciso di devolvere 50.000 euro al giorno a favore dei malati di SLA e di altre malattie invalidanti. 1.500.000 al mese, 18.000.000 di euro all’anno, rappresenterebbero un notevole contributo alla politica sanitaria del paese. Alla signora resterebbe la stima e la riconoscenza eterna dei malati e delle loro famiglie e altri 18.000.000 di euro l’anno per vivere e crescere i figli. Ho fatto un sogno.

Territorio intelligente: quriio.us, il social commerce dei negozi sotto casa

quriio.us: il social commerce dei negozi sotto casa – Intervista ad Alessandro Carboni

a cura di Alessandro Ligas

…è un’avventura che consiglio a tutti coloro che hanno un intuizione che freme dalla voglia di prendere forma, perché il modo migliore per non far svanire i propri sogni è viverli…

 (Alessandro Carboni)

imagequriio.us è il social commerce dei negozi sotto casa. Una soluzione dedicata ai piccoli e medi esercizi commerciali e i loro clienti attuali e potenziali. La piattaforma permette ai primi di gestire la propria presenza web e la vendita online in maniera efficace ed efficiente mantenendo l’identità del proprio store, mentre ai secondi consente di vivere un’esperienze di shopping condivisa.

percorsi urbani

PICASSO CHITARRE

LINEA OTTO
(un racconto di Cinzia Piras)

 

 

Salgono sulla linea 8 un uomo e una donna, avranno ciascuno cinquant’anni o forse di più. Cambio percorso questa mattina, un po’ per errore, sovrappensiero, in una giornata ancora piacevolmente tiepida di metà ottobre. Un po’ per invertire la rotta, trovare una via più breve che mi porti in ufficio, o forse più lunga, per osservare la città da una nuova prospettiva. È bella, come sempre, soprattutto sotto questo strano sole, giallo e brillante, che nasconde impercettibili le nuvole scure, in lontananza, presagio di un acquazzone, di quelli forti, che smuovono e addolciscono la terra arida e dura. Di quelli che regalano il vero profumo d’autunno, profumo di buoni propositi, di novità, di entusiasmo prima della scuola dopo una noiosissima estate. Profumo di zaino, pastelli e quaderni nuovi, da tenere ordinati, e ben custoditi, come sapevo fare da bambina. Anche il percorso del bus è cambiato, cambiano molte cose in pochi anni, anche i percorsi degli autobus, e le persone.

Ancora Auguri!

Auguri ai sardi e a tutti! Sardegna isola di innovazione? Più un auspicio che una realtà. C’è molto da lavorare! E’ comunque Auguri!

BuonBomeluzoNatale

Auguri per le festività

Buona nuova settimana natalizia…

… con Bomeluzo

Start up innovative: le Camere di commercio si attivano per applicare la nuova normativa

Pubblicato il 22 Dicembre 2012 da Aladinews nella categoria Start up innovative0 Comments

START UP INNOVATIVE (art.25 e seguenti della Legge 221/2012)
È disponibile La Guida nazionale contenente informazioni generali e istruzioni sugli adempimenti amministrativi necessari per l’iscrizione delle società start up innovative al registro delle imprese.

La Guida intende fornire le prime istruzioni necessarie per la compilazione della domanda di iscrizione al registro delle imprese delle start up innovative, che verranno in seguito integrate con indicazioni più dettagliate.

Scarica la Guida (in formato pdf 2,9 MB)

22 dicembre 2012 The day after

The day after by Bomeluzo

Se non ora quando? Chiediamo un impegno straordinario delle Istituzioni, delle Associazioni di categoria e di tutti per l’innovazione, la creazione d’impresa, il lavoro

Cominciamo dalla Camera di Commercio e dal Comune di Cagliari, copiando le ottime iniziative delle analoghe Istituzioni della città di Milano. Diamoci una scadenza: va bene entro il primo maggio?

Gli impegni che chiediamo alla Camera di Commercio e al Comune di Cagliari (specificamente al Presidente Giancarlo Deidda e al Sindaco Massimo Zedda) per Cagliari Territorio Intelligente

Copiando dai colleghi milanesi: ecco una serie di iniziative che (mutatis mutandis) potrebbero colmare i gap esistenti e rafforzare la competitività del sistema di innovazione locale:

  • attuazione rapida delle regole introdotte dalla Legge Passera (il registro startup e incubatori) da parte di Camera di Commercio
  • attivazione di agevolazioni specifiche per le startup e semplificazione dei rapporti con la pubblica amministrazione
  • patrocinio e sponsorizzazione delle società di Investimento presso gli investitori istituzionali, promozione dell’asset class del venture
  • creazione di un Fondo di Fondi dedicato o di un fondo di coinvestimento in startup di non meno di 100m di euro, in grado di investire 20 milioni di euro l’anno per 5 anni di periodo di investimento
  • voucher per le startup, contributi in co-finanziamento a fondo perduto per attivare servizi professionali e di società accreditate
  • crowdfunding. Censimento delle startup, presentazione agli investitori, ottimizzazione degli incubatori certificati e attività di co-marketing con le piattaforme di crowdfunding che saranno autorizzate
  • un calendario di azioni volte a collegare industriali, imprenditori e startup
  • implementare programmi di formazione che rendano facile ed efficace il tema dell’imprenditorialità
  • almeno 2 eventi l’anno di risonanza internazionale
  • infrastrutture (spazi fisici) per nuovi incubatori/coworking da dare in gestione ad attori riconosciuti

Considerato che la legge che favorisce l’innovazione e specificatamente le start up innovative è stata approvata e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, che sta crescendo in tutta Italia il dibattito per capirla, applicarla ed eventualmente implementarla e svilupparla, che sembra si stia sviluppando una volontà di intervento attivo delle istituzioni, che speriamo si concretizzi quanto prima in azioni. E’ arrivato il momento per ognuno di noi di cercare di fare la propria parte affinchè questi obiettivi possano essere rapidamente raggiunti.