Monthly Archives: settembre 2013

Die Europea de is Limbas: presentada de libros in Nùgoro, Tàtari e Casteddu

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26 de cabudanni: Die europea de sas limbas
Comunicadu istampa (Monte Prama)
Ocannu in Sardigna, su 26 de cabudanni, in ocasione de sa Die europea de is limbas, su Servìtziu Limba e Cultura Sarda de s’Assessoradu de s’Istrutzione Pùblica de sa Regione Autònoma de Sardigna, ammàniat tres cunvegnos: unu in Casteddu, unu in Tàtari e unu in Nùgoro.
Su Cussìgiu de Europa paris cun s’Unione Europea ant decraradu s’annu 2001 “Annu europeu de sas limbas”. Dae tando ogni annu su 26 de cabudanni si festat sa Die europea de sas limbas in 45 Paisos membros de su Cussìgiu de Europa, pro promòvere sa diversidade linguìstica. S’Europa tenet una prenda linguìstica manna: si contant 24 limbas ufitziales e prus de 60 comunidades autòctonas chi faeddant una limba regionale o minoritària. Sas limbas sunt su tzimentu pro su fràigu de s’Europa e ogni annu pro sa Die europea de sas limbas ammàniant eventos medas in totu s’Europa. (sighiri)

Gli OCCHIALI di PIERO

GEORGE GERSHWINGEORGE GERSHWIN. Nasce a Brooklyn il 26 settembre 1898, famiglia ebrea emigrata dalla Russia. Rhapsody in Blue nasce nel 1924 ed è ancora oggi uno dei pezzi più eseguiti dalle orchestre di tutto il mondo. Seguirono opere come: Un americano a Parigi (1928); e il melodramma Porgy and Bess (1935), la più grande opera musicale prodotta negli Stati Uniti.
Morì a Hollywood l’11 luglio 1937, per un tumore al cervello.
Così pure sarebbe morto, a dicembre dello stesso anno, Maurice Ravel, il compositore che Gershwin avrebbe voluto essere. Fu Ravel stesso a dirgli: “Perchè volete essere un Ravel di seconda mano, quando siete un Gershwin di prim’ordine?”

modesta-rossiMODESTA ROSSI
“Seguiva il marito nelle impervie montagne dell’Appennino Tosco-emiliano e con lui divideva i rischi, i pericoli e i disagi della vita partigiana…”
Così si legge nella motivazione della Medaglia d’oro al Valor Miliatere di Modesta Rossi, classe 1914.
“Arrestata dai tedeschi resisteva eroicamente a torture e lusinghe e, senza proferire parola che potesse essere rivelazione, affrontava il plotone d’esecuzione…”
Non fu fucilata, ma uccisa a pugnalate, lei e il bambino di 13 mesi che teneva in braccio, e così abbracciati furono ritrovati insieme ai corpi di altre quattro vittime.
Avvenne il 26 settembre 1944.

maurorostagnoMAURO ROSTAGNO
Il 26 settembre 1988, a Lenzi di Valderice (Trapani), muore assassinato dalla mafia il giornalista e sociologo Mauro Rostagno.
Nato a Torino il 6 marzo 1942, ha soltanto 46 anni. Emigrato in Germania e in Francia, ha partecipato al ’68, è tra i fondatori di Lotta Continua con Sofri, Viale, Boato, PietroStefani, Deaglio, laureato a Trento.
Nel 1976 è candidato alla Camera per Democrazia Proletaria, manca il seggio per pochi voti.Democrazia Proletaria
Nel 1981 si trasferisce in Sicilia e denuncia, attraverso una Tv locale, le commistioni tra mafia e politica.
Il 26 settembre 1988 la mafia gli presenta il conto con un fucile a pompa calibro 12 e una pistola calibro 38.
Come 10 anni prima per Peppino Impastato (Cinisi, 9 maggio 1978) le autorità rifiutano di seguire la pista mafiosa: per Impastato era suicidio, per Rostagno si inventò che fossero stati gli antichi compagni di Lotta Continua. Entrambi giovani (Peppino, di Democrazia Proletaria, aveva 30 anni), militanti di sinistra, della sinistra scomoda, avversari della mafia, la mafia e lo Stato sanno come trattare i casi come questi.
Approfondimenti. http://www.articolo21.org/2013/09/mauro-rostagno-ucciso-25-anni-fa/

DOVE C’E’ BARILLA
L’INTELLIGENZA NON BRILLA

La TAVOLOZZA DI LICIA

Omaggio a C.D. Friedrich….
Omaggio a C.D. Friedrich

E’ morto Nuto Pilurzu, una vita al servizio dei lavoratori

democraziaoggiE’ morto Nuto Pilurzu, una vita al servizio dei lavoratori
26 Settembre 2013
Andrea Pubusa, Democraziaoggi

Ho incontrato Nuto all’inizio del 1970 al Centro d’iniziativa politica, che si stava tarsformando in Centro de Il Manifesto. Egli è stato, infatti, insieme a Salvatore Chessa, a Marco Ligas ed altri uno dei fondatori del Movimento del Manifesto in Sardegna. Aveva lasciato il PCI alla fine degli anni ‘60, dopo essere stato segretario regionale dei giovani comunisti, e quando ben poteva aspirare ad un seggio alla Camera o al Senato. Ma uno dei tratti fondamentali di Nuto era il disinteresse, la fermezza nelle sue convinzioni ideali e politiche, la sua grande capacità di unirsi a persone d’altra formazione culturale e politica nella battaglia politica per obiettivi comuni insieme alla totale indisponibilità ai compromessi. E’ stato un vero combattente per la democrazia e i diritti dei lavoratori, come testimonia la sua attività di avvocato genersamente svolta in favore del mondo del lavoro. Il suo studio era sempre aperto a chi aveva subito una prevaricazione o un torto nel rapporto di lavoro e il trattamento era sempre ispirato a disinteresse. L’Avv. Pilurzu non chiedeva ai lavoratori anticipi, ma si rifaceva sulla condanna alle spese delle controparti quando vinceva la causa.

Documentazione. VISITA PASTORALE A CAGLIARI INCONTRO CON I POVERI E I DETENUTI – DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

VISITA PASTORALE A CAGLIARI
INCONTRO CON I POVERI E I DETENUTI

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Cattedrale di Cagliari
Domenica, 22 settembre 2013

Le proposte dei candidati alle primarie del centro sinistra

confronto primarie cs 24 9 13Per quanti si sono persi la diretta in streaming del confronto tra i 5 candidati alle primarie del centro sinistra per l’elezione del presidente della Giunta regionale, segnaliamo che è disponibile il video completo dell’evento, tenutosi a Mogoro il pomeriggio del 24 settembre, nel sito dell’organizzatori (Cagliari.gobalist): http://www.youtube.com/watch?v=RzeZggeAJUE
- L’ubicazione dei seggi in tutta la Sardegna

Aladinavatarlampadadialadmicromicro13Riflessioni a margine della conferenza stampa di Andrea Murgia tenuta oggi a Cagliari.
Diamo le chiavi di casa ai nostri figli
di Franco Meloni
“Diamo le chiavi di casa ai nostri figli”. In questo slogan sta la possibilità di Murgia, Andrea Murgia, di affermarsi alle elezioni primarie per la candidatura del centro sinistra a presidente della giunta regionale. Per lui vincere vuol dire arrivare primo, ma sarebbe una vittoria anche la possibilità di arrivare al ballottaggio con un altro dei candidati. Lo slogan è felice anche perchè la metafora che lo esprime è di facile comprensione: le chiavi della casa cioè della Sardegna o, riduttivamente, dell’Istituzione Regione Autonoma, devono essere consegnate alle giovani generazioni, quelle in gran parte oggi escluse dal potere istituzionale (e non solo), che Murgia ben rappresenta per appartenenza generazionale e per il programma che propone in modo aperto e coinvolgente. Tuttavia l’invito è rivolto soprattutto alle generazioni degli anziani, anche di quelli che in certa parte gestiscono oggi il potere istituzionale (e non solo). Si osserva: come mai il messaggio è palesemente rivolto agli “anziani” e a molti di questi ultimi attuali detentori di potere nella società? Beh, la ragione dovrebbe essere questa: Andrea Murgia, dà per scontato che al suo messaggio aderiscano immediatamente le giovani generazioni, lui parla delle ultime due, o almeno gran parte di quanti le compongono. Mentre tale adesione è meno immediata da parte degli anziani, quelli che dovrebbero cedere le chiavi di casa, magari con il rischio di dover chiedere “permesso” per potervi rientrare perfino solo in visita. E a questi Andrea si rivolge con meno chance ma con paziente insistenza. Dunque l’appello viaggia sul concetto di “alleanza generazionale”, che si basa su un forte e decisivo riequilibrio dei poteri tra le generazioni, a favore quindi di quelle giovani oggi quasi del tutto ai margini. Il nostro commento è questo: avrà ragione Andrea e dunque potrà vincere, a due condizioni, di cui la prima è quella decisiva: occorre far conoscere il suo messaggio a quanti più giovani sia possibile raggiungere. Si tratta – in una certa misura che non azzardiamo quantificare – di giovani che non andrebbero a votare a queste primarie e che con tutta probabilità ci andrebbero e ci andranno se “colpiti” dal messaggio di Andrea. La seconda condizione è, a nostro avviso, decisamente meno difficile anche perchè in parte conseguente: molti anziani sarebbero e saranno disposti ad affidarsi ai giovani, ai loro figli. Ovviamente stiamo parlando di buoni genitori ( e ce ne sono molti!). Questa alleanza vincente ha funzionato in diverse circostanze, anche a noi vicine. Murgia, Andrea Murgia, ci conterebbe e ci conta per davvero !

Così si sostiene la candidatura di Cagliari capitale europea della cultura?

Distrutto il murale “le tre pietre” realizzato da Pinuccio Sciola nel 1985 sul frontone di un palazzo in piazza Repubblica a Cagliari. La denuncia di Vito Biolchini
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Le foto sono tratte dal sito vitobiolchini e da googlelogo ca cap cultura

Documentazione. Visita a Cagliari di Papa Francesco

Documentazione. VISITA PASTORALE A CAGLIARI
INCONTRO CON IL MONDO DELLA CULTURA

DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO

Aula Magna della Pontificia Facoltà di Teologia della Sardegna, Cagliari
Domenica, 22 settembre 2013

Lutto per la morte di Placido Cherchi. Un’amigu, unu cumpanzu, unu de sos intelletuales de gabale de su tempus nostru.

Placido_Cherchi_durante_il_suo_intervento112E’ morto Placido Cherchi, valoroso intellettuale sardo, vicepresidente della Fondazione Sardinia. Le nostre sentite condoglianze, stringendoci con affetto alla sua famiglia e a tutti i suoi amici.
Chi è Placido Cherchi: http://www.fondazionesardinia.eu/ita/?p=6737
Un’amigu, unu cumpanzu, unu de sos intelletuales de gabale de su tempus nostru. Placido, tue nos lassas pensamentos e iscritos, e unu boidu chi no at a èssere fatzile a prenare. Chi tenzas paghe ue ses.
(n.m.)
—-
Su Democraziaoggi

La parola ai candidati a presidente della Sardegna

primarie cs 29 set 13
**** Segui la diretta di oggi martedì 24 settembre, in streaming sul sito di Cagliari globalist **** Il punto di Vito Biolchini, sul suo sito, ripreso da Aldinews agorà

“Caro Efis, … da tuo fratello Francesco, papa”

lettera24Lettera (apocrifa) di papa Francesco ad un giovane sardo

Roma, residenza Santa Marta, 23 settembre 2013

Caro Efis,

scrivo a te, e vorrei parlare a ciascun giovane di Cagliari portando a termine le mie riflessioni su questa domenica trascorsa insieme, prima che ulteriori e nuovissimi problemi richiamino la mia attenzione e le mie fatiche. Ti chiamo Efisio, mi hanno informato che è il nome del vostro santo protettore, anche se, mi dicono, i genitori non lo danno più ai bambini e, nel caso, non lo direbbero nella vostra lingua.

Non mi sorprende, questo aspetto della rinuncia alla tradizione e la malintesa preferenza per il nuovo. L’ossessivo entusiamo per il progresso, iniziato nei Paesi occidentali, finisce di percorrere tutte le plaghe del mondo. Esso ha sollecitato positive aspirazioni alla crescita dell’individuo anche nel mondo economicamente meno sviluppato, ma spesso si è ritorto contro i popoli e le nazioni, contro la loro identità collettiva, di cui quello della fede cattolica rappresenta un aspetto non marginale. Per questo molti paesi, tante città dell’Occidente, non hanno più un nome per i loro cittadini, perfino si vergognano di quello passato, volentieri lo perdono. Il nome invece, secondo quanto leggiamo nelle Scritture, esprime la funzione di un essere nell’universo. Dio porta a termine la creazione dando il nome alle creature, giorno, notte, cielo, terra, mare, designando ciascuno degli astri con il suo nome, o incaricando Adamo di dare un nome ad ognuno degli animali. A loro volta gli uomini daranno volentieri un nome ai luoghi e agli eventi significativi di cui segneranno la propria esistenza.

I genitori ti chiamano per nome: esso è voce e canto, consolazione e ammonimento, incitamento e promessa. Incomincia come puro ascolto fra le braccia di nostra madre e ci ritorna nelle orecchie quale mozione d’affetto nelle nostre ultime ore.

Mi sono informato su come chiamate ‘il padre’ nella vostra lingua, “Babbài”. Mi raccontano che è nome antico, arriva addirittura dalla vostra antichissima civiltà. La preghiera nella vostra lingua, allora, appartiene all’immaginario religioso più profondo delle genti sarde, continuamente rivissuto e investito nella pratica di fede del proprio tempo. Grazie al rito la comu­nità si ritrova come popolo credente e sfugge al rischio di diventare “pub­blico” o peggio di essere “massa”. Il rosario in lingua sarda, quindi, non è una reci­ta arcaica, datata, perché il tempo dell’atto di fede non è cronologico, cia­scuna volta trova il suo rinnovamento.

Non fraintendermi, non sto rimproverando i tuoi genitori, parlare del tuo nome armonioso mi serve da spia per capire e mi offre l’occasione per le osservazioni che mi sono sorte nella mente mentre mi informavo sulle caratteristiche del popolo e della terra che mi accingevo a visitare. Ne ho già parlato: la venuta a Cagliari rimanda ad un moto di affetto alla mia città ed alla ‘vostra’ Madonna. Il mio caro amico mons. Angelo Becciu, conoscendolo, l’ha gentilmente sollecitato, questo sentimento, e ben volentieri inizio le mie visite in Italia da un popolo che tanto ricorda il mio, persino in alcuni dati fisici.

Voi sardi siete il popolo più meridionale d’Europa, affacciandovi nel Mediterraneo al Continente africano dove la Chiesa vive già la scommessa sul proprio futuro. E’ in quel Continente che la Chiesa cattolica verrà giudicata sulla reale vicinanza ai poveri e sulla permanente capacità di annunciare la ‘buona novella’. Anche voi sardi siete un concentrato di possibilità e di speranza. L’Occidente sta rinunciando a Cristo ed alla sua civiltà, nuovi continenti invece gli si stanno facendo più vicini. Nuovamente noi, discepoli di Gesù, riprendiamo e continuiamo il viaggio per annunciare la realtà della sua venuta e la nostra certezza del suo ritorno. Di questo voglio parlarti, caro giovane sardo e amatissimi fratelli che percorrete nella bella isola di Sardegna la vostra esistenza verso il Cristo che ci salva.

Siete una terra e un popolo di confine! Potrete ritrarvi o passarlo, questo limite, con le innumerevoli possibilità che la storia vi offre. La Chiesa è con voi per/verso quello che vorrete osare. E’ il versante secolare della fede in Cristo, Lui che ci attende innanzi nel percorso della individuale e collettiva storia di salvezza. Non perdete il vostro coraggio e la fede nelle risorse del vostro popolo, quelle che le hanno fatte arrivare fino ad ora nonostante le traversie della storia. Costruite la vostra prosperità attraverso ciò che il Creatore vi ha donato e che nessuno ha il diritto di sottrarvi o di valorizzare al vostro posto.

Siete la speranza del mondo, anche voi giovani di Sardegna! Siate positivi, rifiutate l’inconcludenza delle lamentele, sperimentate senza paura di sbagliare, collaborate gioendo delle comuni fortune. Non abbiate paura di navigare verso l’ignoto dove lo Spirito provvede ad aiutarvi quando cadrete, a consolarvi quando soffrirete e a stimolarvi quando stanchezza e amarezza vorrebbero farvi smettere.

Siete l’amore del creato, voi giovani, figli miei, cui per primi spetta il compito di salvare le creature dai danni che l’amore per il danaro, l’egoismo e la follia degli uomini quotidianamente rovinano.

Leggo negli importanti atti del Concilio Plenario Sardo del desiderio della Chiesa di Dio che sta in Sardegna di crescere nel coraggio e nella capacità di incidere su certe strutture di peccato ((4, §3), esterni ed interni al nostro mondo. Lo so, i limiti umani accompagnano anche gli uomini e le situazioni della mia Chiesa. Per questo avrei bisogno che taluni tra di voi, giovani tra i migliori, si dessero disponibili a venire con me e con gli altri vescovi a portare per il mondo la buona novella del vangelo. Lo sottolineo: non ho bisogno di preti/religiosi per tenere aperti i meravigliosi monumenti del passato che, costruiti con le ricchezze della gente, è bene che ad essa ritornino. Non è più urgente invitarvi a dedicare la vostra vita a tenere aggiornati i registri dei sacramenti. Ho bisogno di gente amante del viaggio, che si muova con la sola “bisaccia ed i calzari”. Gesù Cristo domanda giovani innamorati, disposti a vivere con passione la spinta a comunicare ciò che loro per primi hanno scoperto. Sono sicuro che al Signore basterebbero anche pochi che si dedichino totalmente al suo messaggio.

Tutti voi, giovani cristiani, siete però impegnati a vivere con gioia il percorso della luce portata da Cristo Gesù nel mondo. Crescete, moltiplicatevi, possedete la terra, ad iniziare dalla vostra. Difendete la terra che i vostri padri, già in tempo antico, hanno ‘nominato’ e vi hanno lasciato, per lasciarla anche voi migliorata ai vostri figli. Traetene prosperità per voi e per chi è bene che accogliate. La crisi che vivete volgetela al bene, quale occasione per costruire una Sardegna dove l’uomo e la donna vengano prima del ‘dio danaro’, dove al lavoratore venga restituita la dignità e dove l’emarginato venga seguito ed aiutato senza che provi vergogna.

Un’ultima osservazione, e non vi sembri strana. Ascoltando le parole del giovane pastore e salutando il pescatore dai piedi scalzi sono riandato ai due mestieri più apprezzati nelle parole di Gesù. E per un attimo mi son soffermato sull’idea che nessuno tra i tanti confratelli che nel tempo sono andati a fare i ‘preti-operai’, nessuno sia stato pastore o pescatore. Lo sottolineavano per voi anche le parole del pastore barbaricino. Una sorpresa, le cui motivazioni, esplorate, potrebbero risultare mutuamente utili. Chissà se ne riparleremo…

Vorrei dirvi tante cose, sono stato veramente bene con voi nella vostra città in questa splendida giornata di settembre, in questa domenica che veramente è stata per tutti ‘il giorno del Signore’! Altre cure e altri fratelli mi attendono. Voi rappresentate la prima città italiana, dopo Roma, che visito nel mio nuovo ministero. Avete accolto molto generosamente questo Papa neofita ed in prova. A qualcuno della vostra città sarà forse dispiaciuto il disturbo che la mia visita potrà avere arrecato. Arriverà, di certo, il tempo quando un Papa potrà spostarsi nel mondo senza le innumerevoli complicazioni che talora tediano gli altri quanto lui stesso.

Vi porterò nel cuore, miei fratelli sardi carissimi. Continuiamo a volerci bene pregando il Signore gli uni per gli altri.

Vi saluto. Abarrai cun Deus: in nomini de su Babu, su Fillu e de s’Ispiritu Santu, Amen.

Frantziscu

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Ecco i siti/blog in cui sono pubblicati gli interventi concordati dal gruppo In Sardu. L’intervento di oggi à la lettera di Frantziscu a Efis.

- aladinews

- vitobiolchiniblog

- Fondazione Sardinia

- Tramas de amistade

- Madrigopolis

- enricolobinablog

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Il primo intervento di Salvatore Cubeddu

Il secondo intervento di Fabrizio Palazzari

Il terzo intervento di Nicolò Migheli

Il quarto intervento di Vito Biolchini

Il quinto intervento di Franco Meloni

Il sesto intervento di Salvatore Cubeddu

Il settimo intervento di Fabrizio Palazzari

L’ottavo intervento è di Vito Biolchini

Il nono intervento è di Piero Marcialis

Il decimo intervento è di Nicolò Migheli

L’undicesimo intervento è di Vito Biolchini

Il dodicesimo intervento è di Franco Meloni

Il tredicesimo intervento è di Vito Biolchini

Il quattordicesimo intervento è di Gianni Mascia

Il quindicesimo intervento è di Francesca Madrigali

Il sedicesimo intervento è la lettera di Frantziscu a Efis

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claudio castaldi e il papa 22 set 13
Il cortissimo di AserviceStudio

Pesca e sviluppo sostenibile del Nord Sardegna

pesca VanniTolaPesca e sviluppo sostenibile del Nord Sardegna
di Vanni Tola
Portotorres – Si parla sempre poco della pesca, una delle più importanti risorse locali dell’isola da sempre relegata nel ruolo di “Cenerentola” fra i comparti produttivi. Fa quindi piacere apprendere che è stata avviata la fase operativa di attuazione del Piano di Sviluppo Locale “Pesca e sviluppo sostenibile del Nord Sardegna”.
Il progetto nasce con la sottoscrizione di un protocollo d’intesa tra RAS Assessorato Politiche Agricole – Ufficio Pesca e Acquacoltura, l’ARGEA (Servizio attività ispettive) e il Gruppo di Azione Costiera Nord Sardegna (GAC NS). Il GAC NS è un organismo di diritto pubblico che ha il compito di favorire lo sviluppo sostenibile delle zone di pesca. Tale organismo, che ha sede presso il centro servizi di Promocamera di Sassari, dispone di un finanziamento di circa 1,35 milioni di euro, derivanti da un finanziamento europeo per la pesca (PO FEP 2007-2013 – Mis. 4.1). Tale finanziamento sarà destinato al sostegno del comparto ittico locale per la realizzazione di politiche di valorizzazione delle risorse del mare. In particolare il progetto prevede:

Gli OCCHIALI di PIERO

MinaMazziniMINA. Il 24 settembre 1958 Natalino Otto e Flo Sandons, in una sala da ballo, sentono cantare una ragazzina. Ha diciotto anni. E’ nata a Busto Arsizio il 25 marzo 1940. Capiscono i due che è destinata a diventare la grande Mina. E’ strano che oggi ( e dal 1989) la più grande cantante italiana sia cittadina svizzera. Ma forse non è strano: è una donna intelligente che si è risparmiata di risultare italiana nel periodo più ridicolo della storia d’Italia.
Peccato che staccarsi dall’Italia finora si possa fare solo individualmente…

GUINEA-BISSAUGUINEA-BISSAU. Il 24 settembre 1973 la Guinea-Bissau proclama l’indipendenza dal Portogallo. Una delle più piccole nazioni africane, poco più di 1.600mila abitanti.
Parlano lingue diverse, hanno diverse religioni.
La Sardegna è più abitata, parla due lingue, il sardo e l’italiano, una sola reiglione (almeno questi giorni…), sarà mai indipendente?

GIANFRANCO PINTORE
Un anno fa a Nuoro moriva Gianfranco Pintore.
Giornalista e scrittore, indipendentista, era nato a Irgoli il 31 agosto 1939. Direttore della prima radio libera in lingua sarda, Radiu Supramonte.
Aveva 73 anni.

ADIEU TRISTESSE
Il 24 settembre 2004 a Honfleur, nella regione del Calvados, moriva Françoise Sagan. Era nata a Cajarc, un piccolo paesino nei Pirenei francesi,
il 21 giugno 1935, e si chiamava Françoise Quoirez, ma tutto il mondo l’ha conosciuta col nome d’arte, autrice del libro “Bonjour Tristesse”, l’unico davvero ricordato anche se ne scrisse tanti altri.
“Ho amato fino alla follia, ma ciò che gli altri chiamano follia per me è l’unico modo di amare.”

MICHELE TESTA
Nasce a Cercemaggiore (Campobasso) il 1° aprile 1875.
Antifascista, ferroviere, nel 1923 fonda a Roma la borgata di Tor Sapienza: un mutuo di 800mila lire, 25 case, scuola, farmacia, medico condotto.
Perseguitato dal regime, arrestato, picchiato, confinato.
Tenne un diario dal 1922 sul quel che il fascismo faceva in Italia.
Morì a Roma il 24 settembre 1944.
Una lapide nel quartiere da lui fondato lo ricorda.

Papa Francesco a Cagliari – Documentazione

INCONTRO CON IL MONDO DEL LAVORO
Documentazione
DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
Largo Carlo Felice, Cagliari
Domenica, 22 settembre 2013

Danze sul mare

FolignoFOLIGNO – Poesia musicale ispirata alla danza. Con il concerto “Danze dal mare” si è terminato il festival Segni Barocchi di Foligno. Un incontro tra il Barocco e la musica popolare realizzato nell’auditorium Santa Caterina su composizioni originali e direzione di Mauro Palmas. Con Palmas (liuto cantabile e mandola), si sono esibiti i Rigel Quartet con Marcello Peghin (chitarra dieci corde e chitarra elettrica), Sabina Sanna (chitarra), Daniela Barca (chitarra) e Stefano Macciocu (chitarra). Ospite speciale Davide Brutti al sax. Un progetto musicale all’interno del quale, musicisti di differente estrazione, hanno sviluppato il tema delle danze popolari da sempre intimamente collegate alle diverse forme di aggregazione sociale durante le feste, le manifestazioni religiose e culturali della gente. Secoli di storia musicale e culturale italiana sono stati ripercorsi mettendo in relazione sonate barocche con differenti tipi di danze popolari di aree geografiche quali la Sardegna, la Campania, il Salento, la Calabria e il nord dell’Italia. Notevole l’apporto di David Brutti con i suoi sax. Attendiamo di sentire il concerto in Sardegna.
(I Rigel Quartet, foto di Sergio Fortini)