Monthly Archives: ottobre 2015
Premio Letterario Montanaru
La Montagna Produce Desulo
Premio Letterario Montanaru: un evento che ci accompagna da 24 anni e che premia le migliori poesie e racconti in lingua sarda. Un modo per incentivare e stimolare all’uso della nostra bellissima lingua, che niente e nessuno ci potrà mai togliere! Vi aspettiamo domani domenica 1 novembre a partire dalle h. 10 (Lucia Cossu)
- Su Montanaru e la lingua sarda un articolo di Francesco Casula su Aladinews.
con gli occhiali di Piero…
FACILE PROFEZIA DI 4 ANNI FA
Esattamente 4 anni fa
Fu Renzi di Firenze un gran furente
che furando le idee d’un certo Gori
furioso infuriava assai fremente
e frugolino sognava grandi allori
in fregola di fare il presidente
in grazia dei furor rottamatori.
Democrazia Cristiana a lui nutrice
gli diede l’estro di Gran Parlatore
(come chi poco sa di quel che dice)
e dice cose che fan gran rumore
ma giovan poco al precario infelice
e nulla giovano al lavoratore.
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SCACCHI: ANTONIO MEDINA GARCIA
Morì a Barcellona il 31 ottobre del 2003, il più grande scacchista spagnolo.
Catalano, nato a Barcellona il 2 ottobre del 1919, tra il 1944 e il 1964 ha vinto sette volte il campionato spagnolo; tra il 1947 e il 1950, vinse tre volte il campionato di Catalogna; tra il 1955 e il 1958 tre volte campione del Venezuela. Ebbe la gloria di battere nel 1944 il grande Alexander Alekhine.
Nominato arbitro internazionale nel 1974, ha arbitrato partite nel Torneo dei candidati e nella semifinale del mondiale del 1989 tra Karpov e Sokolov.
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Dove si ricordano MARTIN LUTERO e ANTEO ZAMBONI.
CITAZIONE DELLA SERA La storia senza la politica è una guida che cammina, cammina, con nessuno dietro che impari la strada; la politica senza la storia è uno che cammina senza guida. (Alessandro Manzoni). MARTIN LUTERO Il 31 di ottobre del 1517 un frate agostiniano, sassone di origini contadine, …
ALADINPENSIERO.IT
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CARLO PEDERSOLI, (nome d’arte Bud Spencer) napoletano, oggi compie 86 anni. Auguri!
E’ il suo compleanno.
Auguri Carlo Pedersoli, il primo italiano che ha fatto i cento metri stile libero in meno di un minuto
Legge elettorale sarda. Il Tribunale di Cagliari contribuirà al ripristino della democrazia?
Il “Sardellum” al vaglio del Tribunale di Cagliari
31 Ottobre 2015
A.P. su Democraziaoggi
La battaglia contro la legge elettorale sarda, da noi chiamata legge truffa, ma nota anche come “sardellum”, continua. C’è stato, è vero, lo stop del Tar e del Consiglio di Stato al ricorso presentato da Marco Ligas, Andrea Pubusa ed altri, con due sentenze a dir poco reticenti. Ma l’Associazione tutela dei diritti dei sardi, con l’avv. Felice Besostri, ha presentato un ricorso al Tribunale di Cagliari, ed anche in esso è stata sollevata la questione di legittimità costituzionale della legge. Mercoledì scorso si è svolta l’udienza pubblica e, dopo la discussione, la causa è stata tenuta a decisione. Ora si attende il verdetto, che potrebbe spedire la legge elettorale sarda alla Corte costituzionale.
I punti su cui s’incentra la richiesta di rinvio all’esame della Corte costituzionale sono vari, ma due sono assorbenti e trovano un supporto nella sentenza della Corte cost., 1/2014, quella – per intenderci – che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale del c.d. Porcellum.
Riassumiamo i punti centrali enucleati dalla sentenza del giudice delle leggi.
Punto primo. La Corte delle leggi riconosce il suffragio come diritto fondamentale e inviolabile. In un sistema democratico, tutto si costruisce a partire dal voto libero ed eguale. L’architettura politica e istituzionale, dalla rappresentatività delle assemblee elettive alla forma di governo, e l’indirizzo di governo che essa esprime, poggiano sull’architrave di una volontà collettiva alla cui formazione tutti concorrono liberamente e con pari dignità.
Punto secondo. Un diritto fondamentale e inviolabile non è in quanto tale sottratto a qualsivoglia limitazione. Potrà darsi la possibilità di un necessario bilanciamento con altri beni parimenti protetti in Costituzione, da cui scaturisca un limite al primo.
Punto terzo. Tale bilanciamento, peraltro, deve rispondere a criteri di necessità e proporzionalità. In altre parole, il limite al diritto fondamentale può essere posto se indispensabile alla tutela di altro bene parimenti protetto in Costituzione, nella stretta misura richiesta da quella tutela, e senza sacrificio eccessivo del diritto. Un limite che ecceda questi confini, o che persegue un obiettivo realizzabile attraverso misure meno lesive, è incostituzionale.
Questi sono, in estrema sintesi, i capisaldi della giurisprudenza costituzionale nostra e di molti paesi a noi paragonabili. La Corte, nella sent. 1/2014 e non solo, riconosce la governabilità come bene costituzionalmente protetto. Quindi è rispetto a questo bene che deve incardinarsi un possibile bilanciamento. Il necessario equilibrio non era rispettato dal Porcellum, e da qui la dichiarazione di incostituzionalità, che colpiva in specie la mancata dichiarazione di una soglia per l’applicazione del premio di maggioranza, e la lista bloccata per tutti i parlamentari.
Offre risposta la soglia prevista nella legge sarda? Il Tar, seguito dal Consiglio di Stato, ha detto di sì. Ma lo fa acriticamente. Infatti, la presenza di una soglia, pur essendo una conditio sine qua non di legittimità, non è di per sé sufficiente ad assicurare il rispetto dei principi costituzionali in materia di voto. La sentenza n. 1/2014 parla della necessità non di una soglia qualsiasi, ma di una soglia congrua; occorre, cioè, in ogni caso verificare che la sperequazione tra voti e seggi non sia eccessiva. Una clausola del 25% per cento è congrua nell’accezione testé riportata? La risposta è negativa. E si motiva con chiarezza dimostrando che il sacrificio imposto al voto libero ed eguale è comunque eccessivo e inutile. Infatti, col 25% scatta un premio del 55%, più del doppio dei seggi rispetto ai voti presi. Ma si può obiettere che, in realtà, in Sardegna lo scorso anno è scattata la soglia del 40%. Ma non è così. La soglia di accesso al premio è quella al di sotto della quale si applica il sistema proporzionale e questa è appunto fissata nel 25%. Al 40% scatta un premio aggiuntivo del 5% di seggi. Il 40% pertanto non è la soglia minima per il sistema premiale e per di più è irragionevole perché la governabilità, a detta dello stesso legislatore, è assicurata dal 55% dei seggi. La maggioranza assoluta poi è del 51% e non del 60%. Appare, dunque, eccessivo il premio in relazione alla soglia minima (25% dei voti) e, ancor più, rispetto al superpremio del 60%.
Nel sardellum esiste poi un altro eccesso, incompatibile con la Carta: lo sbarramento al 5% per le singole liste, e al 10% per le coalizioni. E così Michela Murgia e Mauro Pili, pur avendo avuto più di 70mila e 40mila voti, sono rimasti fuori fall’Assemblea regionale.
Che senso ha lo sbarramento in una legge che annette la governabilità al premio di maggioranza? Nessuno, evidentemente. Lo scopo è un altro, ossia assicurare che l’opposizione sia rispettosa per non dire connivente, come ormai si vede anche in Parlamento. Ma una democrazia senza opposizione non esiste. Il conflitto è il sale della democrazia.
Speriamo che il Tribunale di Cagliari ritenga che il “sardellum” susciti almeno un dubbio sulla sua confornità alla Costituzione: basta questo a determinare il rinvio della legge davanti alla Corte costituzionale. Tante volte la giurisdizione ordinaria ha mostrato maggiore sensibilità sui diritti (è “il giudice dei diritti”) rispetto alla giurisdizione amministrativa. La questione è di fondamentale importanza. Si tratta di dare al popolo sardo un reale potere di scelta della propria rappresentanza: l’attuale vuoto politico in Sardegna è frutto di un evidente vuoto di rappresentanza. Pigliaru non conta nulla anche perché governa con meno del 20% del voto dei sardi.
Oggi sabato 31 ottobre 2015
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CAGLIARI. Dibattito su/per la città alla vigilia delle elezioni comunali
Riprendiamo l’articolo di Gianni Corbia su SardegnaSoprattutto, considerandolo un interessante contributo al Dibattito su/per la città alla vigilia delle elezioni comunali (ormai è cominciata una lunga campagna elettorale).
Al riguardo il senso del nostro impegno come Aladinews è stato ben delineato in una dichiarazione che ci sembra opportuno qui richiamare per una lettura integrale e di cui di seguito riportiamo un passaggio. Le campagne elettorali hanno aspetti ambivalenti e contraddittori: da un lato sono occasioni di strumentalizzazioni di ogni tipo, dall’altro costringono i cittadini e soprattutto le forze politiche a una disponibilità al dibattito, sconosciuta in altri periodi. Tocca a noi, opinione pubblica, fornire un terreno di confronto che diminuisca i rischi del primo aspetto e consenta ai cittadini elettori di farsi un’opinione di programmi e persone che li rappresentano, misurandone la credibilità. Altrimenti c’è la sfiducia e la conseguente diserzione delle urne, che, badate bene, fa premio a una classe politica il cui motto è diventato “meno siamo (gli elettori), meglio stiamo (gli eletti)”. Noi pratichiamo una linea virtuosa, quella della partecipazione popolare per la città di tutti. Ecco perchè pensando alle elezioni comunali di Cagliari del prossimo anno, prendendo atto che la campagna elettorale è ormai aperta, diamo spazio a un dibattito sulla città, senza limiti e pregiudizi o rispetto reverenziale per chicchessia. Con queste motivazioni (e questa apertura che non prevede necessariamente adesione alle idee, tutte rispettabili, di quanti intervengono, purchè animatrici di senso critico) abbiamo pubblicato una serie di interventi che ci sono sembrati particolarmente “utili alla causa” e continuiamo a pubblicarne di nuovi, come quello se segue di Gianni Corbia. Chiaramente la nostra è una scelta “arbitraria” che vuole esplicitamente portare acqua al mulino del rinnovamento nei programmi e nelle persone che vorremmo al governo della nostra città, obiettivo che ci vede precisamente schierati.
Ma a Cagliari il problema è solo l’inquinamento?
di Gianni Corbia
Carità e Laicità, parole chiave del Vescovo Miglio nell’omelia della festa del patrono della città
“Laicità vuol dire anche pluralismo, confronto, dialogo, parole che segnano la via maestra per la crescita di una città veramente inclusiva ed accogliente”.
- L’omelia pubblicata sul sito web della Diocesi di Cagliari.
Omelia dell’Arcivescovo, Arrigo Miglio, pronunciata in occasione della festa di san Saturnino, patrono della città di Cagliari
MONTANARU E LA LINGUA SARDA
A Desulo domenica 1° novembre (Scuola media, ore 10) verranno proclamati i vincitori del Premio Montanaru 2015. A deciderlo la Giuria composta da Gonario Carta-Brocca, (poeta) Francesco Casula, (storico della Letteratura sarda), Giancarlo Casula (nipote di Montanaru), Franca Marcialis (studiosa di lingua sarda), Antony Muroni (Direttore dell’Unione Sarda).
Ma ecco una mia nota su Montanaru e la lingua sarda
Antioco Casula-Montanaru, al di là della sua funzione letteraria e poetica vede, nella lingua sarda, anche una funzione civile, educativa e didattica. Ecco cosa scrive nel suo Diario: “…il diffondere l’uso della lingua sarda in tutte le scuole di ogni ordine e grado non è per gli educatori sardi soltanto una necessità psicologica alla quale nessuno può sottrarsi, ma è il solo modo di essere Sardi, di essere cioè quello che veramente siamo per conservare e difendere la personalità del nostro popolo. E se tutti fossimo in questa disposizione di idee e di propositi ci faremmo rispettare più di quanto non ci rispettino” .
E ancora: “Spetta a noi maestri in primo luogo di richiamare gli scolari alla conoscenza del mondo che li circonda usando la lingua materna” .
Si tratta – come ognuno può vedere – di una posizione avveduta, sul piano didattico, culturale ed educativo e moderna. Oggi infatti linguisti e glottologi come tutti gli studiosi delle scienze sociali: psicologi e pedagogisti, antropologi e psicanalisti e persino psichiatri sono unanimemente concordi nel sostenere l’importanza della lingua materna: per intanto per lo sviluppo equilibrato dei bambini. Secondo gli studiosi infatti il Bilinguismo, praticato fin da bambini, sviluppa l’intelligenza e costituisce un vantaggio intellettuale non sostituibile con l’insegnamento in età scolare di una seconda lingua, ad esempio l’inglese. Nell’apprendimento bilingue entrano in gioco fattori di carattere psico- linguistico di grande portata formativa, messi in evidenza da appropriati e rigorosi studi e ricerche. Tutto ciò, soprattutto con il Bilinguismo a base etnica.
Lingua materna che significa identità, e l’Identità come lingua si fa parola e la parola si fa scrittura che chiama i sardi all’unione, non solo con il sentimento ma con l’autocoscienza:quello di appartenere alla stessa terra-madre. “Per difendere – dice Montanaru – la personalità del nostro popolo”
Un’identità mai del tutto compiuta e conclusa, ma da completare in continuum, attingendo alle peculiari risorse spirituali, morali e materiali della tradizione, purgandole delle scorie inutili o addirittura maligne: e ciò non può però significare un incantamento romantico del passato, una sterile contemplazione per ridursi e rispecchiarsi in se stessi o per chiudersi nelle riserve
Una lingua che non resta dunque immobile – come del resto l’identità di un popolo – come fosse un fossile o un bronzetto nuragico, ma si “costruisce“ e si “ricostruisce” dinamicamente nel tempo, si confronta e interagisce, entrando nel circuito della innovazione linguistica, stabilendo rapporti di interscambio con le altre lingue. Per questo concresce all’agglutinarsi della vita culturale e sociale: come già sosteneva Gramsci.
In tal modo la lingua, non è solo mezzo di comunicazione fra individui, ma è il modo di essere e di vivere di un popolo, il modo in cui tramanda la cultura, la storia, le tradizioni.
E comunque in quanto strumento di comunicazione è capace di esprimere tutto l’universo culturale, compreso il messaggio politico, scientifico, e non solo dunque – come purtroppo ancora oggi molti pensano e sostengono – contos de foghile!
Ma la posizione di Montanaru in merito alla lingua sarda emerge ancor più nella polemica che ebbe con tale Anchisi. Nel 1933 il poeta desulese pubblicò Sos cantos de sa solitudine che riscosse un buon successo. Nacque ben presto una pesante polemica con Gino Anchisi, giornalista collaboratore dell’Unione Sarda, il quale dopo aver sostenuto che, bravo com’era, Casula doveva scrivere in italiano anziché in sardo, al mancato assenso del poeta richiese il rispetto della legge che imponeva l’uso esclusivo della lingua italiana; Anchisi ottenne perciò la censura di Casula dai giornali isolani, lasciando peraltro apparire che il poeta non avesse risposto. Aveva invece risposto, sostenendo che il risveglio culturale della Sardegna poteva nascere solo dal recupero della madre lingua.
Nella replica Montanaru farà infatti, in merito al Sardo, una serie di osservazioni estremamente interessanti e in qualche modo profetiche: ricorderà infatti che “la lingua dei padri” sarebbe diventata la “lingua nazionale dei Sardi” perché “non si spegnerà mai nella nostra coscienza il convincimento che ci vuole appartenere a una etnia auctotona”. L’interesse di queste affermazioni è duplice: da una parte auspica, prevede e desidera una sorta di “lingua sarda nazionale unitaria”, dall’altra ancòra la stessa all’etnia auctotona sarda. Si tratta di posizioni, culturali, linguistiche e politiche estremamente attuali che saranno sviluppate negli anni ’70 dall’algherese Antonio Simon Mossa, il teorico dell’indipendentismo-federalismo moderno.
Oggi 30 ottobre San Saturnino patrono della città di Cagliari
Oggi SAN SATURNINO. E’ il patrono di Cagliari, oggi celebrato. Nato a Cagliari in data imprecisata, a Cagliari muore il 23 novembre del 304 (o del 303, anno di martirio di altri santi), decapitato perchè rifiuta di adorare gli dei pagani. In sardo è detto Sadurru (Saturno), ma anche Saturninu (vedi il dizionario del Porru). Le sue spoglie furono ritrovate nell’ottobre del 1621, dopo imponenti scavi archeologici ordinati da Francisco d’Esquivel, arcivescovo di Cagliari dal 1604 al 1624. L’arcivescovo fece trasferire i resti del santo nell’apposita cripta della cattedrale di Cagliari: il santuario dei Martiri, dove oltre a quelli di Saturnino, si trovano i resti di altri martiri. In tale occasione si stabilì la data del 30 ottobre per celebrare il santo. La venerazione per Saturnino dei cagliaritani data da allora. Significativo che i patrioti di Palabanda nel 1812 scelsero questa data per la loro mancata rivolta, quasi a metterla sotto la protezione del santo. (Nella foto: Cattedrale di Cagliari, statua lignea del santo, del 1759, attribuita allo scultore sardo Giuseppe Antonio Lonis di Senorbì).
con gli occhiali di Piero…
Storia sarda. 30 ottobre 1812. Fallisce la congiura di Palabanda. I patrioti, che intendevano ripetere gli eventi del 28 aprile 1794 con la cacciata dei piemontesi, furono condannati a morte o al carcere a vita. Una lapide nell’Orto Botanico li ricorda. Nel 1812, “s’annu doxi”, anno di carestia e di fame nera, la corte di Vittorio Emanuele I, sloggiata da Torino, viveva a Cagliari con gran lusso e noncuranza.
Oggi venerdì 30 ottobre 2015
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Oggi a Sassari presentazione del volume II° del Dizionario storico degli imprenditori in Sardegna
La Sedia
di Vanni Tola
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Appuntamento alla Camera di Commercio di Sassari oggi venerdì 30 ottobre, ore 17,30, per la presentazione del volume II° del Dizionario storico degli imprenditori in Sardegna (AIPSA EDIZIONI euro 23,00). L’opera, curata da Cecilia Dau Novelli, docente di storia contemporanea presso l’Università di Cagliari e Sandro Ruju, studioso della realtà economica e sociale della Sardegna contemporanea, conclude un lavoro di ricerca decennale che ha visto impegnati numerosi ricercatori.
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IL PROGRAMMA
Saluti
Gavino Sini
Presidente della Camera di Commercio di Sassari
Presenta il libro
Francesco Soddu, Università di Sassari
Coordina
Pasquale Porcu, giornalista
Saranno presenti i curatori, i collaboratori
e l’editore dell’opera
Oggi giornata di iniziative sull’immigrazione. Foto e commenti all’impronta. A presto per approfondimenti
Presentazione Dossier Immigrazione 2015. I dati smentiscono i troppi luoghi comuni. L’immigrazione è davvero una risorsa, ma non è automatico. Parliamone seriamente per agire con maggiore concretezza e capacità di adeguamento alla dimensione dei problemi… La presenza e l’attenzione dei partecipanti all’evento è quasi confortante… Ma c’è molto molto da fare…
Franco Meloni: per quanto ho sentito dai rappresentanti istituzionali, apprezzandone la sincerità (“siamo impreparati”) propongo la nomina di un “alto commissario per l’immigrazione e l’accoglienza” da scegliersi tra persone indiscutibilmente esperte (i nomi non mancherebbero, ma non ne faccio). Meglio sarebbe che il commissario fosse figura prevista da un’apposita legge regionale). Parliamone…
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Il pomeriggio ad Elmas (Associazione culturale Accimo Cittadini del mondo) ,
Elmas, associazione culturale Accimo, cittadini del mondo. Anche qui si discute di migrazioni e accoglienza. È buon segno che cresca il dibattito. Occorre fare molto di più di quanto si fa, a partire da una consapevolezza della dimensione dei problemi. Che è drammaticamente insufficiente anche per colpa di scarsa è troppo spesso falsa informazione. Parla Genet W. Keflavik y, Associazione Corno d’Africa.
Il dibattito, coordinato da Vito Biolchini, si conclude con gli interventi di Roberto Mirasola (Sardegna sostenibile e sovrana) e Nicola Cabras (L’Italia sono anch’io): l’immigrazione come risorsa. Avanti con riflessione e operatività.
Parla Fabio Pallotta, geologo e geoarcheologo.
Parla Michela Costanzi, storica ed archeologa.
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Manifestazione convocata dalla Tavola Sarda Della Pace – SABATO 31 OTTOBRE
con gli occhiali di Piero…
29 OTTOBRE 1929 BIG CRASH
Il martedì nero di Wall Street, ovvero il crollo della Borsa valori di New York, con perdite di oltre 14 miliardi di dollari, dal 29 ottobre 1929 terrà i suoi effetti per 25 anni, infatti solo nel 1954 il valore delle azioni tornò ai livelli precedenti la Grande Depressione. Fu un corto circuito infernale tra economia reale ed economia finanziaria, l’illusione di arricchire senza sforzo grazie al possesso di azioni che invece non rappresentavano più valori reali, il cui crollo aggravò una situazione economica già in crisi.
Per la grande maggioranza della gente, piccoli risparmiatori, si trattò di attraversare duri anni, ma tanti non ressero e scelsero il suicidio.
La lezione non è servita a molto: l’illusione della facile ricchezza viene sempre coltivata, nonostante si ripetano crisi come quella del ’29, come per esempio nel 1987, quando la ripresa fu rapida, non ebbe i tempi lunghi del Big Crash, ma comunque molti piansero per i loro piccoli risparmi andati in fumo. “Giocare” in Borsa è un gioco pericoloso, lasciamolo a chi se lo può permettere davvero.
Oggi giovedì 29 ottobre 2015
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- La pagina fb dell’Associazione Accimo.
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– segue IL PROGRAMMA -