Monthly Archives: luglio 2022
Impegnati perché il centro sinistra vinca le elezioni. È in gioco la nostra democrazia
È IN GIOCO LA NOSTRA DEMOCRAZIA
Norma Rangeri su il manifesto
Siamo di fronte a una svolta storica nella vita repubblicana. Il 25 settembre le destre italiane, fascistoidi e reazionarie, grazie a una nefasta legge elettorale che non consente il voto disgiunto, potrebbero vincere le elezioni e mettere sotto ipoteca la nostra democrazia costituzionale.
Dopo la tragedia della pandemia, dopo la criminale invasione russa dell’Ucraina, dopo l’aumento drammatico della povertà, dopo gli allarmi inascoltati per l’ambiente, ecco un’altra emergenza, la più importante di tutte: quella democratica.
Un’emergenza che chiama tutte le persone antifasciste, progressiste e di sinistra ad assumersi le proprie responsabilità.
Dovremmo vivere sotto un governo nero di cui farebbero le spese milioni di persone senza lavoro e senza futuro; i diritti civili sarebbero via via ridotti; i programmi scolastici rivisti in ossequio alla trinità dio-patria e famiglia; gli immigrati per ottenere la cittadinanza costretti a imparare a memoria (è nel programma leghista) i nomi e le date delle sagre padane; l’autonomia differenziata messa tra i primi provvedimenti operativi con la sanità e i servizi sociali ridotti al rango di beneficenza per i poveri; il reddito di cittadinanza cancellato perché chi non trova lavoro vuol dire che non lo merita.
Che tutto questo accadrà se vinceranno le destre mi sembra inconfutabile.
E che, secondo ogni sondaggio, le destre vinceranno a mani basse mi pare altrettanto scontato.
Una simile prospettiva potrebbe già essere sufficiente per convincersi del fatto che la partita dei collegi uninominali si vince solo se non si disperde il voto con candidature improbabili.
Lo hanno ben spiegato sul manifesto le analisi di Antonio Floridia e Gaetano Azzariti. Preoccupati delle conseguenze sulla nostra Costituzione di un cappotto elettorale: il cambiamento della Carta in senso presidenzialista e il probabile inizio di un altro ventennio.
In fondo una parte di noi forse non sosteneva che Berlusconi sarebbe durato poco perché aveva un partito di plastica? Quell’errore è stato devastante, ma ancora oggi c’è chi stenta a riconoscerlo.
Del resto abbiamo di fronte un esempio ancora più recente, quello del Papeete, quando Salvini fece saltare l’alleanza con i 5Stelle reclamando i pieni poteri.
Anche allora c’era chi diceva andiamo alle elezioni, se il popolo vuole Salvini lasciamo il paese a Salvini. Poi, per fortuna, il Parlamento decise di dar vita a un governo giallorosso (o giallorosa) e abbiamo affrontato la tragedia della pandemia seguendo la scienza anziché la vandea antivaccinista, così come abbiamo combattuto nelle sedi europee riuscendo a conquistare la fetta più grande della torta degli aiuti.
Governo perfetto il Conte2? Tutt’altro, ma senza dubbio garantiva uno spazio politico democratico.
Oggi, dopo la forzatura del governo del presidente (Mattarella-Draghi), e l’accozzaglia di unità nazionale, siamo dentro una crisi politico istituzionale. Una crisi drammatica. Un regalo enorme alle destre, che ci portano alle elezioni in piena estate, inaugurando un altro inedito della storia italiana.
Dobbiamo tenere i nervi saldi e usare la testa, allontanando vie di fuga verso il rassicurante lido della terra promessa che non c’è e che non sarà più facile raggiungere in una società fascistizzata e sovranista.
La tentazione di non giocare la partita contro un avversario forte e agguerrito, capace di contare su un vasto consenso popolare (annoverando tra le sue fila addirittura il 40 per cento di iscritti alla Cgil, di fede leghista), pronto a prendersi il paese e le sue istituzioni, è molto diffusa nel frastagliato mondo della sinistra.
Fortissimo poi è il richiamo della foresta: lasciamo che le destre si impadroniscano del paese (tanto anche Letta e compagnia sono di destra) e finalmente mettiamoci insieme, uniamo le nostre debolezze e cerchiamo di costruire una coalizione per una lunga marcia all’opposizione dentro un’Italia fascista e reazionaria.
È un ragionamento che fila se si è convinti che tra Meloni e Letta in fondo non ci sia poi una grande differenza.
Io invece penso che siano ragionamenti totalmente sbagliati e pericolosi. Per varie ragioni.
Innanzitutto ritengo che la differenza tra Letta e Meloni c’è, ed è netta, sia dal punto di vista politico che culturale.
Il Pd è un partito centrista, governativo, in buona parte neodemocristiano, con sparute e minoritarie figure di cultura comunista. E comunque progressista.
Meloni e Salvini, al contrario, sono espressione delle peggiori destre europee, e contano tra i propri sostenitori tutte le organizzazioni fasciste e parafasciste (prima di andare al seggio bisognerebbe prendere la pillola Vox: il torvo, pauroso discorso della leader di FdI alla tribuna del partito franchista: sono una donna, sono una madre, sono cristiana… Tutt’altro che un esempio di libertà femminile).
Il segretario del Pd, purtroppo, sta dando una mano all’esito di svolta autoritaria, grazie alla scelta di una coalizione che esclude il M5Stelle per imbarcare personaggi e personagge di un mondo confindustrial-berlusconiano, con la pazza idea di conquistare l’elettore di una destra liberale moderata, non considerando che sulla bilancia potrebbe pesare di più il piatto della perdita dei voti di sinistra.
Questo futuro nero – in tutti i sensi – per l’Italia ha soltanto una barriera che può fermarlo: l’unità elettorale di tutte le forze democratiche, progressiste, di sinistra.
Nelle simulazioni sul voto realizzate dall’istituto Cattaneo, il trio Berlusconi-Meloni-Salvini vince a mani basse sempre. Tranne che in un caso: l’alleanza che va dal Pd al M5Stelle. Una possibilità, reale, concreta, perché sono proprio i numeri a dire che un fronte di centro-sinistra potrebbe raggiungere il 40-45 per cento necessario per competere sia nel maggioritario che nel proporzionale, sia alla Camera che al Senato.
Una alleanza democratica che dovrebbe inglobare Letta, Renzi, Calenda, Di Maio, Conte, Fratoianni, Bonino, Bonelli, Bersani sembra davvero una “mission impossible”.
Come si possono mettere sotto un’unica sigla persone che non sarebbero disposte neanche a prendere un caffè insieme? Quali punti programmatici potrebbero tenere su un fronte comune forze e partiti diversamente orientati?
So bene che si tratta di un’impresa ardua. Ma si deve almeno tentare. Oltretutto la legge elettorale non prevede l’obbligo di programmi comuni, né l’indicazione del premier, ma solo alleanze elettorali.
In ballo è il nostro domani, il futuro democratico del paese che, da un giorno all’altro, potrebbe ritrovarsi a fianco di Orban e di Le Pen sulle tematiche più divisive, razziste, patriarcali e sovraniste.
E non ha davvero senso giocare una partita sapendo di perdere in partenza. Non porta a nulla una sconfitta con onore.
Queste destre non fanno prigionieri. Si tratta della battaglia più dura che deve affrontare il nostro mondo democratico e progressista.
Per ulteriore chiarezza: non ci piace per niente il tanto peggio tanto meglio.
Per chi ha memoria, una volta dicevamo “moriremo democristiani”. Adesso c’è il pericolo di morire governati dai fascisti e dai reazionari.
Per questo dovremo scendere, tutte e tutti, insieme in campo per sventarlo. Noi, comunque, ci siamo e ci saremo.
https://ilmanifesto.it/e-in-gioco-la-nostra-democrazia
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- Ultimo editoriale
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J. CERCAS: “I POPULISTI SI BATTONO CON LA VERITÀ”. MATTARELLA: “RIGENERARE LA DEMOCRAZIA”
30 Luglio 2022 su C3dem
Mauro Magatti, “Progressisti e sovranisti al voto. Il vero ‘dopo’ da decidere” (Avvenire). Maurizio Ferrera, “L’Europa e la posta in gioco” (Corriere della sera). Javier Cercas, “I populisti si battono con la verità” (intervista a La Stampa). Angelo Picariello, “Mattarella: democrazia da rigenerare” (Avvenire). ITALIA/ LA CRESCITA SORPRENDENTE: Marco Fortis, “Il Pil cresce oltre ogni attesa. L’ultimo regalo di Draghi” (Qn). Federico Fubini, “Il Paese a due volti che sa anche sorprendere (se ha un piano)” (Corriere della sera). Roberto Napoletano, “I numeri del miracolo italiano che la politica non ha voluto vedere” (Il Quotidiano). Dario Di Vico, “Industria, turismo, consumi. Le ragioni di una crescita sorprendente” (Foglio). Linda Laura Sabbadini, “La vera eredità di SuperMario” (La Stampa). Claudio Cerasa, “Perché il dopo Draghi non fa paura” (Foglio). Carmelo Caruso, “’Benedetti affari correnti’, il dolce intermezzo di Draghi” (Foglio). Alberto Mingardi, “Il Paese degli aiuti, ma il vero rebus è la crescita” (Corriere della sera). VERSO IL 25 SETTEMBRE: Salvatore Vassallo, “Anche con Conte la sfida del centrosinistra è titanica” (Domani). Stefano Ceccanti, “Lo svantaggio è recuperabile” (intervista a La vita del popolo). Francesco Merloni, “Che cos’è e perché serve un vero patto repubblicano” (Domani). Lina Palmerini, “La sfida delle candidature. Chi parte in vantaggio” (Sole 24 ore). Roberto D’Alimonte, “Il dilemma elettorale di Calenda: entrare o non entrare?” (Sole 24 ore). Federico Capurso, “Cinque stelle, mandati a casa” (La Stampa). Giuseppe Conte, “Io non farò il Mélenchon. Alleanze? Con i cittadini” (intervista a Il Fatto). Michele Santoro, “Ho deciso, fondo il partito che non c’è e mi alleo con Conte. Il Pd non è più a sinistra” (intervista a Repubblica). Salvatore Cingari, “Gli effetti negativi (per la sinistra) di allearsi col partito di Letta” (Manifesto). Federico Pizzarotti, “Il centrosinistra ha bisogno del civismo dei sindaci” (intervista a Rep. Bologna). Argomenti 2000: “L’ora di una proposte politica coraggiosa”. Comitato delle Settimane sociali, “Un colpo d’ala verso le urne. La società civilE si faccia sentire” (Avvenire). INGERENZE RUSSE: Enrico Borghi (Pd), “Le ingerenze russe non sono uno scherzo” (Foglio). Lucia Annunziata, “Salvini e la Russia, tre anni vissuti pericolosamente” (la Stampa). Luigi Zanda, “Le pressioni russe sono davanti ai nostri occhi” (intervista a Repubblica). Ilario Lombardo, “Lega da Mosca a Pechino” (La Stampa). PROPOSTE: Maurizio Franzini, “Serve una pensione di tutela per le generazioni che non hanno tutele” (Domani).
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LETTA PEDALA IN SALITA. CONTE ROSSOVERDE
28 Luglio 2022 su C3dem.
Elena Stancanelli, “Giorgia e il potere, lezione per la sinistra” (Corriere della sera). PD E CENTRISTI: Giovanna Vitale, “Letta: irreversibile il no ai 5 stelle. Arriva il nuovo centrosinistra” (Repubblica). Roberta D’Angelo, “Letta pedala in salita. L’addio al M5s divide ancora i dem” (Avvenire). Fabrizio D’Esposito, “I Democratici sono morti democristiani, anzi dorotei” (Il Fatto). Eugenio Fatigante, “Un progetto minimale buono per partire, ma serve uno scatto” (Avvenire). Carmelo Caruso, “Letta non ha ancora la coalizione e mezzo Pd detesta Calenda” (Foglio). Maria Teresa Meli, “Con Calenda la trattativa più difficile” (Corriere della sera). Alessandra Arachi, “Letta: non ci sono veti su Renzi” (Corriere). Stefano Baldolini, “Orlando esorta Letta: bisogna recuperare i valori degli albori della sinistra” (Repubblica). Marianna Rizzini, “I consiglieri del principe /1: Enrico Letta” (Foglio). FDI: Marcello Sorgi, “Gli alleati spiazzati dal ciclone FdI” (La Stampa). Bill Emmot, “Il problema di Giorgia non è il fascismo ma la politica economia anti-europea” (La Stampa). CINQUE STELLE: Giuseppe Conte, “Non è un diktat il tetto dei due mandati” (intervista al Corriere). Simone Canettieri, “Conte rossoverde” (Foglio). SINISTRA: Alfonso Gianni, “Un cartello elettorale contro la destra per salvare la Costituzione ma anche contro la guerra” (Manifesto). Nicola Fratoianni, “Altro che agende Draghi. Su ambiente e sociale servono scelte radicali” (intervista a La Notizia).
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Oggi domenica 31 luglio 2022
Estate 2022: siamo in pausa, ma aperti e attivi per le urgenze!
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Carbonia. I 72 giorni. Dicono i dirigenti politici, Emilio Lussu in Senato, sullo sviluppo del Sulcis: “Ora la nazionalizzazione delle industrie estrattive”, sulla polizia: “Le ragioni per le quali le forze di polizia a Carbonia durante ogni riunione pubblica si tengano schierate con mitragliatrici e carri armati attorno ai pacifici cittadini, quasi fossero non difensori ma i nemici delle libertà consacrate con la Costituzione della Repubblica”.
31 Luglio 2022
Gianna Lai su Democraziaoggi
Come ogni domenica un tassello della storia dei minatori di Carbonia, dal 1° settembre 2019.
Nella sua battaglia parlamentare Emilio Lussu aveva più volte sollevato il problema del carbone Sulcis, dentro il quadro della “ricostruzione industriale del Mezzogiorno”, da contraporre alla politica dei bassi salari e dei licenziamenti di massa operata dall’azienda. E, se […]
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Sull’omicidio di Civitanova Marche
Giustizia sia fatta.
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Omissione di soccorso, indifferenza, razzismo, violenza, inumanità.
Alika Ogorchukwu é stato brutalmente assassinato in pieno giorno, da un vile criminale che dovrà pagare di fronte alla giustizia, e da tutti e tutte coloro che non sono intervenuti ed hanno preferito nascondersi dietro i loro cellulari. Loro meriterebbero di essere espulsi dalla società, poiché ne hanno violato i principi più basilari [Marco Meloni Lai].
Oggi sabato 30 luglio 2022
Estate 2022: siamo in pausa, ma aperti e attivi per le urgenze!
——————Opinioni, Commenti e Riflessioni————————————-
Insularità: i problemi nascono adesso
30 Luglio 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
La reintroduzione del principio di insularità in Costituzione pone il problema della sua attuazione. Come fecero, dopo l’approvazione della Costituzione e dell’Statuto sardo col suo articolo 13, le organizzazioni dei lavoratori. Nel maggio del 1950 le Camere del lavoro organizzarono a Cagliari, al Teatro Massimo, il primo Congresso del popolo sardo. Fu un momento […]
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Alle elezioni per vincere!
Il Pd e le ragioni della responsabilità verso i cittadini
Gentile segretario del Partito democratico, Le scriviamo queste righe presumendo di interpretare i sentimenti di tante cittadine e cittadini che probabilmente non sono mai stati scelti per partecipare alle vostre agorà e che vivono con crescente disagio la situazione che si è creata.
[segue]
Impegnati perché il centro sinistra vinca le elezioni. Che fare?
Con questa legge elettorale la sinistra senza alleati ha già perso
di Alfiero Grandi
I partiti dovrebbero affrontare una discussione sui rimedi alla crisi della nostra democrazia, segnalata da un dato inequivoco come l’allontanamento dei cittadini dal voto, che non è affatto normale come si vorrebbe far credere.
La legge elettorale forma il parlamento, il cui ruolo è decisivo nel bene e nel male. Sia quando funziona, sia quando come nell’ultima legislatura ha segnato il punto più basso di credibilità.
Il vero problema è se c’è o meno consapevolezza della gravità del momento e se c’è bisognerebbe trarne la conseguenza che il problema di fondo è bloccare la destra in nome della Costituzione.
Il Coordinamento per la democrazia costituzionale ha manifestato a Enrico Letta appena eletto segretario del PD le ragioni di fondo che spingevano a chiedere una modifica del Rosatellum. Due volte la crisi politica dei governi (Conte 1 e Conte 2) aveva portato alla soglia del voto anticipato. Questo consigliava di non perdere tempo. Una nuova crisi avrebbe potuto portare ad elezioni anticipate senza la possibilità di modificare la legge elettorale. Così è avvenuto con la crisi del governo Draghi e le imminenti elezioni.
La legge elettorale non è sufficiente a risollevare le sorti della democrazia che in Italia, e non solo, deve affrontare una crisi profonda. Tuttavia la legge elettorale forma il parlamento, il cui ruolo è decisivo nel bene e nel male. Sia quando funziona, sia quando come nell’ultima legislatura ha segnato il punto più basso di credibilità.
Il taglio dei parlamentari ha sancito la profondità della crisi e il capovolgimento del rapporto con il governo che nel periodo Draghi ha segnato il ruolo più basso del parlamento, arrivando a decidere sui decreti del governo una camera a turno. L’altra poteva solo ratificare le decisioni di quella che aveva avuto il tempo di esaminare il provvedimento. La Costituzione è stata ignorata e i riconoscimenti del ruolo del parlamento servivano a nascondere la verità.
Il capovolgimento dei ruoli tra governo e parlamento non è iniziato con Draghi ma con il suo governo è diventato regola, preannunciando una tendenza al cambio di fatto della nostra Costituzione. Nel rimpianto del governo Draghi esiste anche questa componente.
I partiti dovrebbero affrontare una discussione sui rimedi alla crisi della nostra democrazia, segnalata da un segnale inequivoco come l’allontanamento dei cittadini dal voto, che non è affatto normale come si vorrebbe far credere.
Tuttavia questo richiede tempo e fatica e per ora è un discorso che (quasi) tutti preferirono rinviare. Quindi concentriamoci sulle prossime elezioni e sulla legge elettorale che troppi non conoscono e alcuni pensano di usare a loro vantaggio.
Il nuovo parlamento
Con il taglio dei parlamentari i futuri deputati saranno 400 e i senatori 200, un terzo in meno della legislatura finita. Di fatto questo porta ad una soglia elettorale implicita di partenza più alta del 3 per cento. Inoltre la legge elettorale prevede che l’elettore esprima (pena annullamento) un voto solo per i collegi uninominali e per la circoscrizione proporzionale. Una previsione incostituzionale ma che resta in vigore perché non è stata cambiata e quindi deciderà del futuro del nostro paese, delle scelte che verranno fatte. Altre previsioni sono incostituzionali perché non garantiscono parità reale di voto ai cittadini e anche queste restano in vigore.
Le conseguenze del voto unico per uninominale e proporzionale sono il punto più grave. Il centro destra ha una distribuzione nel territorio nazionale che potrebbe fargli ottenere gran parte dei collegi uninominali perché chi non sta con la destra è diviso e si attarda in considerazioni che non fanno i conti con la legge elettorale più il taglio dei parlamentari.
È come giocare all’asso di denari. Chi ha l’asso parte in vantaggio, così è per la destra. La destra potrebbe vincere e potrebbe fare anche di più, arrivando ai numeri che consentono di cambiare unilateralmente la Costituzione e il presidenzialismo è il loro obiettivo.
Ci si chiede come potrebbe uno schieramento che non riesce a presentare una coalizione per vari motivi presentarsi insieme nell’uninominale maggioritario, dove chi prende un voto in più fa cappotto. Anche un convinto proporzionalista come sono comprende che la difesa e l’attuazione della nostra Costituzione antifascista e democratica è un punto che può unire uno schieramento ampio senza contraddire le differenze che si debbono manifestare nel proporzionale. Se c’è una coalizione nell’uninominale chi vota il proporzionale automaticamente vota anche per l’uninominale, ma segnala la propria preferenza politica che avrà valore nel proporzionale.
Il vero problema è se c’è o meno consapevolezza della gravità del momento e se c’è bisognerebbe trarne la conseguenza che il problema di fondo è bloccare la destra in nome della Costituzione.
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LETTA PEDALA IN SALITA. CONTE ROSSOVERDE
28 Luglio 2022 su C3dem
Elena Stancanelli, “Giorgia e il potere, lezione per la sinistra” (Corriere della sera). PD E CENTRISTI: Giovanna Vitale, “Letta: irreversibile il no ai 5 stelle. Arriva il nuovo centrosinistra” (Repubblica). Roberta D’Angelo, “Letta pedala in salita. L’addio al M5s divide ancora i dem” (Avvenire). Fabrizio D’Esposito, “I Democratici sono morti democristiani, anzi dorotei” (Il Fatto). Eugenio Fatigante, “Un progetto minimale buono per partire, ma serve uno scatto” (Avvenire). Carmelo Caruso, “Letta non ha ancora la coalizione e mezzo Pd detesta Calenda” (Foglio). Maria Teresa Meli, “Con Calenda la trattativa più difficile” (Corriere della sera). Alessandra Arachi, “Letta: non ci sono veti su Renzi” (Corriere). Stefano Baldolini, “Orlando esorta Letta: bisogna recuperare i valori degli albori della sinistra” (Repubblica). Marianna Rizzini, “I consiglieri del principe /1: Enrico Letta” (Foglio). FDI: Marcello Sorgi, “Gli alleati spiazzati dal ciclone FdI” (La Stampa). Bill Emmot, “Il problema di Giorgia non è il fascismo ma la politica economia anti-europea” (La Stampa). CINQUE STELLE: Giuseppe Conte, “Non è un diktat il tetto dei due mandati” (intervista al Corriere). Simone Canettieri, “Conte rossoverde” (Foglio). SINISTRA: Alfonso Gianni, “Un cartello elettorale contro la destra per salvare la Costituzione ma anche contro la guerra” (Manifesto). Nicola Fratoianni, “Altro che agende Draghi. Su ambiente e sociale servono scelte radicali” (intervista a La Notizia).
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COME INCANALARE LE ENERGIE DELLA SOCIETA’ CIVILE
28 Luglio 2022 su C3dem
Sergio Harari, “Il nostro mondo dopo la pandemia non è migliore” (Corriere della sera). Andrea Nicastro, “Ponte aereo per 400 afghani” (Corriere della sera). Alessio Celestini, Tommaso Di Francesco, Luigi Manconi, “Servono fondi per far vivere il modello Riace” (Manifesto). DEMOCRAZIA: Moises Naim, “Inflazione e sfiducia nella politica, mix devastante per la democrazia” (intervista a La Stampa). Sabino Cassese, “La democrazia non è a rischio. Quello che manca al Paese sono politici davvero capaci” (intervista al Messaggero). Gianluca Salvatori, “Come incanalare le energie della società civile” (Avvenire). Silvia Roggiani, “La carica dei 100 mila volontari dem” (intervista al Manifesto). Ilario Lombardo, “Ombre russe dietro la crisi” (La Stampa). SULLE ELEZIONI: Paolo Pombeni, “E’ l’ora della prova elettorale” (mente politica) e “I programmi dei partiti e i contenuti necessari” (Messaggero). Gianfranco Pasquino, “Il nuovo bipolarismo senza più programmi” (Domani). Giuseppe Gargani, “E’ il momento di superare il personalismo e le liste vanno qualificate con chi ha cultura di governo” (intervista a Il Dubbio). Piero Ignazi, “Solo il fronte repubblicano può arginare le destre” (Domani). Stefano Feltri, “Come evitare che i partiti rendano irrilevanti queste elezioni” (Domani). GOVERNO/ECONOMIA: Paolo Baroni, “Il piano anti-inflazione” (La Stampa). Alessandro Barbera, “Una finanziaria anticipata, e ora il fisco. Draghi: situazione grave, e non si va in ferie” (La Stampa). Federico Fubini, “Tempi stretti sui fondi Ue” (Corriere della sera). Stefano Lepri, “Stretti tra carovita e disoccupazione” (La Stampa). Leonardo Becchetti, “Comunità energetiche per frenare l’inflazione” (Avvenire). INOLTRE: Monica Perosino, “Ucraina, fronte Sud. Kiev vince la battaglia dei ponti” (La Stampa). Stefano Stefanini, “Taiwan, il passo falso di Pechino” (La Stampa).
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L’APPELLO A DRAGHI: “E’ PRONTO, PRESIDENTE, A LASCIARSI TROVARE DAGLI ITALIANI?”
26 Luglio 2022 su C3dem
“Puntare meno sulla carta dell’avversario da demonizzare, puntare un po’ meno sulla carta del paese da salvare e puntare un po’ di più sulla carta del paese da cambiare”, così Claudio Cerasa: “Addio all’agenda Tafazzi” (Foglio). Giorgio Tonini, “Non c’è agenda Draghi senza Draghi candidato. Un appello” (Foglio). Lorenzo Dellai, “Arduo recuperare Draghi, ma va seguita la sua strada” (lettera a Avvenire). Istituto Cattaneo, “Elezioni 2022 ai nastri di partenza”. R. Mannheimer e P. Pasquini, “L’esito di queste elezioni non è affatto scontato” (Il Riformista). Giovanni Diamanti, “I sondaggio premiano il Pd soltanto se si allea con i centristi” (Messaggero). Roberto D’Alimonte, “Se il Pd riuscisse ad acciuffare i centristi…” (intervista al Riformista). Tommaso Ciriaco, “La destra al 60%. Lo scenario da incubo che spaventa il centro sinistra” (Repubblica). Aldo Torchiaro, “Il dubbio di Letta: provare a vincere o vendicarsi di Renzi” (Il Riformista). Umberto Ranieri, “I buoni risultati del Pd quando va da solo” (lettera al Foglio). Intervista a Mara Carfagna che lascia Forza Italia: “No a salti nel buio, il Paese prima di tutto” (Repubblica). Tommaso Labate, “Conte e la tentazione della ‘Cosa Rossa’ sul modello Mélenchon” (Corriere della sera). Daniela Preziosi, “Il Pd pensa a Calenda ma rischia di regalare la sinistra a Conte” (Domani). A sinistra però Gaetano Azzariti avanza “Una proposta radicale per salvare almeno la Costituzione” (Manifesto), e Fabio Vender annota: “Di fronte al Pd una sinistra elettorale senza partito” (Manifesto). Stefano Folli, “Il dilemma di tutti: chi a Palazzo Chigi?” (Repubblica). Angelo Panebianco, “Chi tifa per Putin” (Corriere della sera). SOCIETA’: Dario Di Vico, “Operai al voto. Quanto peseranno globalizzazione e immigrazione” (colloquio con Emilio Reyneri – Foglio). Mario Deaglio, “Condizionatori e divari sociali” (La Stampa).
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Editoriale precedente.
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Il Pd e le ragioni della responsabilità verso i cittadini
Gentile segretario del Partito democratico, Le scriviamo queste righe presumendo di interpretare i sentimenti di tante cittadine e cittadini che probabilmente non sono mai stati scelti per partecipare alle vostre agorà e che vivono con crescente disagio la situazione che si è creata.
Molti di loro pagano già concretamente i drammatici effetti delle diseguaglianze diffuse e temono che ciò che li aspetta non sia un’inversione di tendenza, ma un aggravamento. È al loro disincanto che inasprisce l’astensionismo che sarebbe corretto guardare, molto più che agli elettori di Forza Italia.
Le scriviamo perché il Suo partito ha in questa tornata elettorale una responsabilità che trascende i limiti consueti della convenienza di parte: senza il Suo partito non è possibile costruire un argine consistente a un possibile governo di destra, che se si insediasse con la larga maggioranza parlamentare che si paventa, potrebbe, se lo volesse, stravolgere i fondamenti costituzionali della Repubblica.
Per questo riteniamo che il Suo compito sia in questo momento quello di fare di tutto affinché si produca un’alleanza credibilmente alternativa alla destra, capace di rispondere alla gigantesca crisi di fiducia nei confronti della politica e quindi in grado di contendere il successo elettorale.
Lei ha certamente tutto il diritto di organizzare una proposta politica alle Sue condizioni, ma ha il dovere di trovare il punto di mediazione tra l’inevitabile convenienza per il Suo partito e una responsabilità supplementare per l’intero Paese, senza la quale il rischio di consegnarsi alla destra resterebbe intatto.
Mentre appartiene al legittimo esercizio delle valutazioni politiche scegliere di interrompere l’alleanza politica con il M5S, potrebbe non essere responsabile politicamente ignorare le proposte per accordi di natura elettorale con il M5S volti a limitare i danni di una pessima legge elettorale (non averla cambiata a tempo dovuto è un altro imperdonabile indice di irresponsabilità di quanti oggi si lamentano del suo mantenimento in vigore). Sarebbe oltretutto non conveniente per il Partito democratico, che senza l’accordo con il M5S rischia di mancare l’obiettivo di contendere il successo elettorale alla destra.
Le ventilate ipotesi di alleanze con personalità e partiti che rappresentano una lunga e mai rinnegata storia di demolizione dei diritti sociali, di ostilità per il ruolo e la funzione del settore pubblico e di ripetuti attacchi alla Costituzione, rischiano di apparire così incoerenti da minare ogni credibilità alla proposta d’insieme.
È incomprensibile perché si consideri ciò che ha fatto il M5S imperdonabile, mentre si guarda con favore ai fuoriusciti da Forza Italia, partito del quale essi hanno condiviso quasi trent’anni di nefandezze. Se l’intento è sedurre gli elettori di Forza Italia, l’effetto sarà solo quello di accentuare la sfiducia e il disorientamento dei tanti cittadini delusi dall’incoerenza della politica.
Infine, la responsabilità politica impone che il Pd si distingua nettamente dalle posizioni della destra in tema di assetto istituzionale del Paese, dichiarando subito e in maniera esplicita il proprio impegno, quale che sia l’esito delle elezioni, a difendere la Costituzione da ogni progetto di trasformazione che punti a indebolire ulteriormente la forma di governo parlamentare.
*Libertà e Giustizia
https://ilmanifesto.it/il-pd-e-le-ragioni-della-responsabilita-verso-i-cittadini
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Oggi venerdì 29 luglio 2022
Estate 2022: siamo in pausa, ma aperti e attivi per le urgenze!
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Con questa legge elettorale la sinistra senza alleati ha già perso
29 Luglio 2022
Alfiero Grandi su Democraziaoggi
I partiti dovrebbero affrontare una discussione sui rimedi alla crisi della nostra democrazia, segnalata da un dato inequivoco come l’allontanamento dei cittadini dal voto, che non è affatto normale come si vorrebbe far credere.
La legge elettorale forma il parlamento, il cui ruolo è decisivo nel bene e nel male. Sia quando funziona, sia […]
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Bonas noas
Reintrodotta l’insularità in Costituzione
28 Luglio 2022 su Democraziaoggi.
Buona notizia. All’unanimità è stato introdotto oggi dalla Camera il principio di insularità. Si tratta propriamente di una reintroduzione perché già contenuto, insieme alla questione meridionale, nell’originario terzo comma. La soppressione avvenne quando nel 2001 fu modificato il titolo V in chiave nordista, come risulta anche dall’introduzione della autonomia differenziata, l’autonomia delle regioni ricche.
Bene l’insularita’ […]
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Oggi giovedì 28 luglio 2022
Estate 2022: siamo in pausa, ma aperti e attivi per le urgenze!
——————Opinioni, Commenti e Riflessioni————————————-
Per battere la destra ci vuole un accordo tecnico
28 Luglio 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Dopo il patatrac degli ultimi tempi con lo sfascio delle ipotesi di alleanza elettorale su base politica nel c.d. centrosinistra occorre un rimedio per così dire tecnico, che però al fondo è fortemente politico.
I conti son presto fatti. Il Pd ha circa il 20%, con le piccole forze con cui dice di volersi alleare non […]
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Pagliarulo: “Una grande pastasciutta antifascista grazie alla passione di tante compagne e compagni dell’ANPI”
28 Luglio 2022
Gianfranco Pagliarulo – Presidente Naz. ANPI
Anche a Cagliari, a Giorgino, l’Anpi ha organizzato la “Pastasciutta antifascista per la pace”. Hanno partecipato circa duecento democratici in allegria, allietati dai canti del Coro dell’Anpi diretto da Roberto Deiana, e dalle invenzioni della Banda degli sbandati. Un bella serata all’insegna della tranquillità e della riaffermazione dei […]
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Oggi mercoledì 27 luglio 2022
Estate 2022: siamo in pausa, ma aperti e attivi per le urgenze!
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Appello per vincere!
Si vince solo con una vasta coalizione che rispetti le differenze e massimizzi il risultato elettorale. Perché non impariamo dalla destra: divisa ferocemente su molte questioni ma unita elettoralmente? Alla sinistra e al centro un appello: costruite (ri-costruite) il Patto Costituzionale per l’Italia repubblicana e antifascista. Noi ci siamo!
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Giorgio Oppi
Elogio di un democristiano.
Il tempo è scaduto. Almeno per Giorgio. A noi rimane la scians dei tempi supplementari: potremo scegliere da che parte del campo incominciare l’ultimo scampolo della partita, senza però sapere quando l’arbitro deciderà di rimandarci, ad uno ad uno, negli spogliatoi. [segue]
Lutto: è morto Giorgio Oppi, leader sardo dell’UDC
E’ morto Giorgio Oppi, espressione di un ceto politico che ha cancellato il popolo sardo dalla storia
26 Luglio 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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Condoglianze alla famiglia e agli amici.