Monthly Archives: marzo 2023

Balconi fioriti a Villanova

4f862a05-40c4-4516-af81-fbf49e668f1fBALCONI FIORITI A VILLANOVA – Edizione Primavera 2023” Ci fa piacere pubblicizzare l’ottima iniziativa che da molti anni si tiene nel quartiere di Villanova. Ce la evidenzia la nostra amica Irma Ibba, biddanoesa, che della manifestazione è una storica organizzatrice/protagonista. Aladinpensiero si pregia di essere in continuazione di un’altra rivista storica, Cittàquartiere, espressione del movimento di lotta dei quartieri, organizzato dai Comitati di quartiere e dal loro Coordinamento (Coordinamento dei Comitati e Circoli di quartiere di Cagliari). Troviamo anche qui le ragioni del nostro convinto apprezzamento dell’iniziativa dei Balconi fioriti a Villanova. La pagina fb dedicata.
Regolamento del concorso

A Buggerru con Eva e Petra

bando-bugerru Un’ottima iniziativa.
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BANDO di CONCORSO del Comune di Buggerru
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Con Eva e Petra, ricordando i fatti di Buggerru del 1904
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Verso il peggio

La guerra in Ucraina, le responsabilità dell’Occidente
24-03-2023 – di: Domenico Gallo su Volerelaluna
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Come l’Occidente ha provocato la guerra in Ucraina, il saggio dello storico americano Benjamin Abelow, è un documento indispensabile per comprendere le vere cause e le origini profonde della disastrosa guerra che sta devastando l’Ucraina e sta portando il mondo sull’orlo dell’olocausto nucleare. Sono solo 70 pagine, è un manuale denso di informazioni essenziali, una specie di Bignami sul contesto politico e i retroscena internazionali nei quali si inserisce la tragedia della guerra. Tutto ciò che è necessario per comprendere come la sciagurata avventura militare di Putin, che ha varcato il Rubicone la mattina del 24 febbraio 2022, costituisca una risposta del tutto prevedibile, e perciò prevenibile, a una trentennale storia di provocazioni alla Russia, cominciate durante la dissoluzione dell’Unione Sovietica e proseguite, in un crescendo inarrestabile, fino all’inizio del conflitto attuale. Una storia di provocazioni, di accumulo di minacce militari, e di sfide politiche che è stata completamente oscurata, ignorata e cancellata dai leader politici delle nazioni europee e dai mass media, che hanno presentato lo scatenamento del conflitto (azione certamente ingiustificabile e criminale come tutte le guerre), come un fatto inspiegabile, frutto dell’impazzimento di un novello Hitler, deciso a soggiogare tutta l’Europa, in preda a un delirio di potenza.

Abelow elenca, in estrema sintesi, otto categorie di eventi che hanno inciso profondamente sugli interessi di sicurezza della Russia e sul rapporto di fiducia con l’Occidente, creando un allarme diffuso a cui la mediocre classe dirigente russa non ha saputo dare altra risposta che non fosse il ricorso all’uso della forza. Non si tratta soltanto dell’allargamento della NATO di oltre 1600 chilometri ad est. Le insidie contro la sicurezza della Russia si sono manifestate anche con il ritiro unilaterale degli USA dal trattato sui missili antibalistici. A seguito del ritiro gli USA hanno installato una base ABM in Romania (e ne stanno installando un’altra in Polonia). I sistemi ABM schierati dagli americani non contemplano solo il lancio di missili antibalistici, ma consentono l’utilizzo di armi offensive con testata nucleare, come i missili Tomahawk che hanno una gittata di oltre 2.400 km. Nel 2019 gli USA si sono ritirati unilateralmente anche dal Trattato del 1987 sulle armi nucleari a raggio intermedio e quindi hanno creato le condizioni per poter posizionare armi nucleari a breve distanza dalla Russia, che – a sua volta – non può reagire allo stesso modo. In questo contesto un ruolo centrale assume la vicenda dell’Ucraina, dove gli USA hanno favorito nel 2014 un colpo di Stato che ha portato al governo forze di estrema destra fortemente ostili alla Russia e alla minoranza russofona. Gli USA hanno deciso di estendere la NATO al territorio dell’Ucraina, sebbene già dal 2008 la Russia aveva fatto intendere di considerarlo inaccettabile. A ciò si aggiungano le ripetute manovre militari ai confini della Russia e nel Mar Nero con esercitazioni a fuoco vivo. Anche quando è stato chiaro che la Russia stava preparando una risposta militare, non si è voluto fare nulla per abbassare i toni della sfida: fino all’ultimo gli USA e gli alleati europei (compresa l’Italia) hanno insistito sull’ingresso dell’Ucraina nella NATO, presentandolo come un principio non negoziabile.

Il merito del libro di Abelow è di far comprendere che non si possono valutare gli eventi internazionali se non si è capaci di mettersi nei panni dell’altro. Il libro stimola il lettore a porsi una domanda di una semplicità disarmante: «Come reagirebbe Washington se la Russia stringesse un’alleanza militare con il Canada e poi piazzasse basi missilistiche a cento chilometri dal confine con gli Stati Uniti?».

Il punto fondamentale è chiedersi se la narrazione occidentale sulla guerra in Ucraina sia corretta o meno. Se l’avanzata russa in Ucraina viene considerata al pari dell’aggressione nazista, allora la politica occidentale di alimentare una guerra senza quartiere fino alla totale sconfitta dell’aggressore ha un senso, anche se comporta un fortissimo rischio di olocausto nucleare. Ma se questa narrazione fosse totalmente sbagliata perché fondata su false premesse, come ci dimostra, in poche battute la rievocazione storica di Abelow, allora una soluzione negoziata sarebbe possibile in tempi brevi e consentirebbe di risparmiare una insensata carneficina e di scongiurare il rischio di un’escalation nucleare.

Per completare il quadro, Abelow richiama l’allarme lanciato dagli esperti di politica estera americani, come George Kennan (uno dei più autorevoli teorici della guerra fredda) in ordine ai pericoli derivanti dall’insensata scelta di allargamento a Est della NATO. La scelta, attraverso l’allargamento della NATO, di ricostruire quel nemico che la dissoluzione dell’URSS aveva fatto venire meno, fu considerata da Kennan come una profezia che si autoavvera. Le minacce e le insidie agli interessi di sicurezza della Russia avrebbero sicuramente provocato una reazione negativa e ricreato in futuro la possibilità dello scoppio di un conflitto, com’è puntualmente avvenuto. In conclusione, osserva Abelow, «la minaccia esistenziale che la Russia percepisce da un’Ucraina, armata, addestrata e militarmente integrata nell’Occidente, avrebbe dovuto essere chiara a Washington fin dall’inizio. Quale persona sana di mente poteva credere che piazzare un arsenale occidentale al confine con la Russia non avrebbe scatenato una risposta vigorosa?».

Se gli Stati Uniti hanno agito secondo una logica imperiale, che mira a indebolire e fiaccare la Russia, è assurda la cecità dei leader europei che hanno agito con un «livello di deferenza e di codardia tali da essere quasi inconcepibili». Eppure proprio questo è il problema dell’Europa, la deferenza (verso gli USA) e la codardia dei leader europei, che sono stati talmente sciocchi da infilarsi nelle sabbie mobili del conflitto ed è difficile che possano trovare la saggezza per uscire da quelle sabbie mobili prima di affondare del tutto e portare giù con sé tutti noi.
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Ripudiare la guerra per la paceCostituente Terra Newsletter n. 109 del 22 marzo 2023
Chiesadituttichiesadeipoveri Newsletter n. 290
del 22 marzo 2023.
Le guerre promesse
Cari amici,
Ci sono molte “ultime notizie” che prefigurano un mondo a perdere.
La prima è che nella pianificazione nucleare degli Stati Uniti pubblicata dal Pentagono si dice: “abbiamo condotto un’analisi approfondita di un’ampia gamma di opzioni per la politica nucleare, comprese le politiche No First Use (non ricorso alle atomiche prima di un attacco nucleare altrui) e Single Purpose (uso limitato a una singola finalità) e abbiamo concluso che tali approcci si tradurrebbero in un livello di rischio inaccettabile alla luce della gamma di capacità non nucleari di concorrenti che potrebbero infliggere danni a livello strategico agli Stati Uniti e ai suoi alleati e partner”. Al riparo della minaccia nucleare si potrà invece “proiettare potenza” e combattere guerre convenzionali senza arrivare all’uso dell’atomica.
La viceministra inglese della Difesa, Annabel Goldie ha annunciato la volontà di Londra di fornire a Kiev proiettili all’uranio impoverito per la guerra anticarro, Putin ha risposto che se l’Inghilterra manderà “armi con componenti nucleari la Russia sarà costretta a rispondere”. Dunque la guerra nucleare è stata sdoganata.
Biden ha respinto le proposte della Cina per un “cessate il fuoco” in Ucraina e un dialogo per un nuovo ordine mondiale, dando inizio di fatto all’annunciata “competizione” a tutto campo degli Stati Uniti e del campo atlantico con la Cina.
La Corte Penale Internazionale ha spiccato un mandato contro Putin condannandolo di fatto agli arresti domiciliari: se lascerà la Russia per andare in qualsiasi Paese, tranne quelli che non riconoscono la giurisdizione della Corte, verrà imprigionato e processato.

Ha scritto Domenico Gallo

: “l’incriminazione di Putin è un passo falso compiuto dal Procuratore della CPI perché mette la legittima esigenza di repressione dei crimini di guerra in contraddizione con l’esigenza di porre fine alla guerra (e quindi ai crimini che della guerra sono un sottoprodotto). Quali che siano le responsabilità di Putin, questo non giustifica l’emissione di un mandato d’arresto contro un capo di Stato in carica. Nell’esercizio della sua discrezionalità il Procuratore della Corte Penale Internazionale deve essere coerente con i fini delle Nazioni Unite, che consistono essenzialmente nel mantenimento e nel ristabilimento della pace, tanto più che nello Statuto della Corte non vige il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale. Non si può pretendere di fare giustizia a costo della pace. Incriminando Putin, mentre la guerra è in corso, si tagliano i ponti rispetto alla possibilità di un negoziato e si impedisce alla Russia di tornare sui suoi passi”. La Russia è uno dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza: l’incriminazione di Putin di fatto sopprime, e in ogni caso sospende, l’ONU.
In Israele il governo Netanyahu ha rilanciato la colonizzazione in Palestina e legalizzato nuovi insediamenti “selvaggi”. Il ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, del partito “Sionismo religioso” ha affermato in un discorso a Parigi che “i palestinesi non esistono”, sono “un’invenzione di meno di 100 anni fa”. “Non esistono i palestinesi perché non esiste un popolo palestinese”. Gli Stati Uniti hanno redarguito l’esponente sionista e l’Unione europea, tramite il capo della sua diplomazia Josep Borrell ha invitato il governo israeliano a sconfessare il suo ministro.
La Presidente italiana Giorgia Meloni ha per la seconda volta detto di “avere la coscienza a posto” per la strage dei migranti a Cutro, ma non ha receduto dalle politiche di cui essi sono vittima, “la difesa dei confini” e la lotta contro la “sostituzione etnica”. Ma la sostituzione etnica è quella che ha fatto l’Europa e le due Americhe, mentre quelle politiche sono rivolte contro gruppi di profughi più o meno numerosi solo in ragione della loro provenienza da terre straniere. Ma la Convenzione contro il genocidio vieta non solo gli atti che colpiscono tutti i membri di un gruppo, ma anche una parte di loro in quanto appartenenti a “un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso” come tale. Pertanto le politiche che conducono alla loro “distruzione fisica, totale o parziale”, e fanno del Mediterraneo un cimitero, sono, coscienti o no, politiche di genocidio.
Con queste politiche e questi “che sono considerati i governanti delle nazioni e dominano su di esse” (Marco 10, 42), abbiamo di che temere il futuro, l’esilio del diritto, e il bando della pace.
Con i più cordiali saluti,

Costituente Terra (Raniero La Valle)
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QUEL MANDATO D’ARRESTO PER PUTIN BLOCCA LA PACE
22 MARZO 2023 / COSTITUENTE TERRA / LA CONVERSIONE DEL PENSIERO /
L’incriminazione di Putin è un passo falso compiuto dal Procuratore della Corte Penale Internazionale perché mette la legittima esigenza di repressione dei crimini di guerra in contraddizione con l’esigenza di porre fine alla guerra e a tutti i suoi delitti

di Domenico Gallo

Fiat Justitia et pereat mundus (si faccia Giustizia e perisca il mondo) oppure Fiat Justitia ne pereat mundus (si faccia Giustizia affinchè non perisca il mondo), è questo il dilemma di fronte al quale ci pone la notizia che la Corte penale Internazionale, su richiesta del Procuratore Karim Khan, ha spiccato un mandato di cattura contro il presidente russo Vladimir Putin per un presunto crimine, consistente nella deportazione di numerosi bambini dai territori occupati dell’Ucraina. Non v’è dubbio che la feroce guerra in corso farà lavorare per anni la Corte penale internazionale per prendere conoscenza della valanga di oltraggi all’umanità che sono stati commessi dai belligeranti e che verranno commessi ancora fino a quando non si porrà fine al conflitto. Non dimentichiamo che “la guerra è un assassinio di massa”, così come l’ha definita crudamente Hans Kelsen nella prefazione al suo libro Peace Through Law (1944). La guerra è la madre di tutti i delitti, crea l’ambiente umano nel quale si possono sviluppare tutte le peggiori perversioni generate dalla paura, dall’odio e dalla “disumanizzazione” del nemico. E’ vero che gli atti più atroci sono vietati dal diritto bellico, che li bolla come crimini di guerra e crimini contro l’umanità, però quella del diritto è una barriera molto fragile. Ci è stato insegnato che se il diritto internazionale è il punto di evanescenza del diritto pubblico, il diritto bellico è il punto di evanescenza del diritto internazionale (Antonio Cassese). L’istituzione della Corte penale Internazionale, frutto del Trattato di Roma del 1998, mirava a rafforzare il fragile diritto umanitario, assicurando la garanzia di una giurisdizione universale a sua tutela. Proprio per questo, hanno rifiutato la giurisdizione della Corte quegli Stati che sono più adusi a commettere crimini internazionali e/o che non accettano limitazioni alla propria sovranità (USA, Israele, Iran, Turchia, Russia e Cina).

Pochi giorni fa è stato reso noto il rapporto di una Commissione Internazionale Indipendente sull’Ucraina, redatto da un gruppo di esperti nominati dall’ONU, che fa emergere una serie impressionante di crimini di guerra, che includono uccisioni volontarie, attacchi a civili, reclusione illegale, torture, stupri, trasferimenti forzati e deportazione di bambini. Si tratta di fatti atroci, non dissimili (esclusa la deportazione di bambini) da quelli compiuti dalle forze armate americane durante la seconda guerra del Golfo, come documentati, almeno in parte, da Julian Assange, che per questo “crimine di verità” rischia di essere sepolto vivo in un carcere americano. Tuttavia all’epoca nessuno pensò di incriminare George Bush, responsabile politico di quella tragedia, né di inviare armi al paese aggredito per consentirgli di difendersi dall’aggressore. L’esperienza della guerra in Jugoslavia ci ha fatto toccare con mano come la giustizia internazionale possa essere strumentalizzata ai fini della guerra, per delegittimare ed indebolire l’avversario. Così la NATO, dopo aver impedito alla Corte penale internazionale per l’ex Jugoslavia di indagare sui crimini commessi dalle sue forze militari durante la campagna di bombardamenti contro la Jugoslavia del 1999, si è arrogata la funzione di polizia giudiziaria della Corte, pretendendo la consegna di Milosevic. In definitiva, grazie anche all’attitudine filoatlantica del suo Procuratore (la svizzera Carla del Ponte) la Corte per l’ex Jugoslavia finì per diventare un organo gregario della NATO.

Orbene, l’incriminazione di Putin è un passo falso compiuto dal Procuratore della CPI perché mette la legittima esigenza di repressione dei crimini di guerra in contraddizione con l’esigenza di porre fine alla guerra (e quindi ai crimini che della guerra sono un sottoprodotto). Quali che siano le responsabilità di Putin, questo non giustifica l’emissione di un mandato d’arresto contro un capo di Stato in carica. Nell’esercizio della sua discrezionalità il Procuratore della CPI deve essere coerente con i fini delle Nazioni Unite, che consistono essenzialmente nel mantenimento e nel ristabilimento della pace, tanto più che nello Statuto della Corte penale internazionale non vige il principio dell’obbligatorietà dell’azione penale. Non si può pretendere di fare giustizia a costo della pace. Incriminando Putin, mentre la guerra è in corso, si tagliano i ponti rispetto alla possibilità di un negoziato e si impedisce alla Russia di tornare sui suoi passi.

Non vi è chi non veda come il mandato di arresto spiccato contro Putin sia un formidabile atout nelle mani della Santa Alleanza occidentale per delegittimare l’avversario e rafforzare la versione del conflitto come una sorta di guerra santa contro il male, secondo la vulgata di Zelensky. Una guerra che dovrà proseguire fino alla “vittoria”, cioè alla sconfitta della Federazione Russa e all’arresto dei suoi capi.

In questo modo è stato compiuto un altro passo nel girone infernale della guerra e le lancette dell’orologio atomico si sono avvicinate ancora di più alla mezzanotte.

Noi continuiamo a pensare che la giustizia non deve avvicinare la fine del mondo, al contrario, auspichiamo che si faccia giustizia per evitare che il mondo perisca.

Domenico Gallo

(articolo pubblicato su Il Fatto Quotidiano del 21 marzo 2023 con il titolo: Quel mandato d’arresto per Putin blocca la pace)
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È online il manifesto sardo

pintor il manifesto sardo
Il numero 360

Domenica 26 marzo 2023 Commenti Opinioni Riflessioni Eventi

Commenti Opinioni Riflessioni Eventi
La guerra in Ucraina, le responsabilità dell’Occidente
24-03-2023 – di: Domenico Gallo su Volerelaluna.
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Carbonia. “I fascisti han preso stanza a Carbonia e nella zona del Sulcis”, provocando disordini e aggressioni in piena campagna elettorale. Renzo Laconi alla Camera: “il commissario capo, il cui operato non ha provocato alcuna critica dall’alto, ha cominciato a qualificarsi pubblicamente come fascista”
26 Marzo 2023
democraziaoggiGianna Lai su Democraziaoggi.
Arriva la domenica, immancabilmente col post sulla storia di Carbonia, dal 1° settembre 2019.
Intimidazioni e soprusi andava denunciando in quei giorni L’Unità, esattamente l’8 e il 15 aprile, durante la campagna elettorale di Carbonia, fin dal caso del “compagno del Pci Adamo Grossi malmenato e rapinato da 10 fascisti: scarcerati da Pirrone 6 […]
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Oggi domenica 26 marzo 2023

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25 marzo 2023. Ricorrenza del Trattato di Roma, alle origine dell’UE. La Sardegna si salva solo con l’Europa.

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- 25 marzo 1957 Trattato di Roma che istituisce la Comunità Economica Europea, alle origini dell’attuale UE.

Commenti Opinioni Riflessioni Eventi

b46894c8-a4a6-4025-8e99-3872acaa8c18NO Autonomia differenziata. Oggi a Terralba assemblea regionale del Comitato sardo
25 Marzo 2023 su Democraziaoggi
Ricordiamo che oggi sabato al Teatro comunale di Terralba si terrà, con inizio alle 10, la prima assemblea regionale del Comitato sardo per il NO all’autonomia differenziata. Il primo passo per creare anche in Sardegna un movimento di massa contro la legge Calderoli. E’ ora di muoversi! Partecipate!
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Elly va alla guerra?
25 Marzo 2023
A.P. su Democraziaoggi
Anch’io ho salutato positivamente la vittoria della Schlein ai gazebo. Finalmente via Letta, finalmente fuori i sepolcri imbiancati dei vertici PD! E mi e’ piaciuta molto la sua allegra partecipazione al corteo antifascista di Firenze. Forte la sua difesa dei diritti dei figli di coppie omogenitoriali. Ma!, ho pensato speranzoso, questa si smarca anche sulla […]
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Prof. Adriano Giannola-SVIMEZ contro l’Autonomia Differenziata: eversiva per il paese e dannosa per il Sud
25 Marzo 2023
Intervista al Prof. Ariano Giannola – Svimez. Su Democraziaoggi.
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La nuova legislatura è appena partita e l’Autonomia regionale differenziata è già in cima ai programmi del governo Meloni.
Non solo a destra.
Anche un big della sinistra come Piero Fassino apre alla riforma che tanto piace alla Lega di Matteo Salvini.
“La cosiddetta questione settentrionale ha chiuso il Sud in un […]
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25 marzo, giornata dedicata a Dante Alighieri

256f09ef-d779-4fcc-ad40-bfd324178b9b25 marzo Dantedi
Paolo e Francesca

Noi leggevamo un giorno per diletto
di Lancillotto, come amor lo strinse:
soli eravamo e senza alcun sospetto.

Per più fiate gli occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso:
ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disiato riso
esser baciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi baciò tutto tremante:
galeotto fu il libro e chi lo scrisse;
quel giorno più non vi leggemmo avante.

Dante Alighieri

Divina commedia – Inferno (canto V, versi 127-138).

Verso il Comitato per il ricupero di San Giuseppe di Stampace

911d6eb9-1c7d-4708-95bd-ba9b9b08fe60Verso la costituzione di un Comitato popolare per la ristrutturazione e il ricupero della chiesa di San Giuseppe per il quartiere e la città. Cominciamo con il ricupero della memoria, a partire dall’impegno degli stampacini. Ecco un contributo di Giacomo Meloni:
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Amarcord. AS 1951/52 Asilo San Giuseppe. Chi sono? Per ora riconosciamo Giacomo Meloni (fila seconda dall’alto, da sn il quarto) e Gianni Loy (fila seconda dall’alto, l’ultimo da sn). La suora Caterina. Attendiamo altri riconoscimenti. E altre foto!
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C3dem Rassegna stampa dal 22 al 29 marzo 2023

c3dem_banner_04Scuola e futuro del paese: destini incrociati
29 Marzo 2023
di Vittorio Sammarco su C3dem
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Impegni per lunedì 27 marzo 2023. Il Parco di Molentargius e la riattivazione della salina: una straordinaria opportunità per accrescerne la valorizzazione ambientale

79c26e5e-c070-4df5-9788-98dc17eb492eIl Parco di Molentargius e la riattivazione della salina: una straordinaria opportunità per accrescerne la valorizzazione ambientale
Lunedì 27 marzo 2023 Edificio Sali scelti
Viale La Palma Cagliari Sala Conferenze Helmar Schenk
Parco Naturale Regionale di Molentargius-Saline Il convegno

Venerdì 24 marzo. Commenti Opinioni Riflessioni Eventi

costituente-terra-logodemocraziaoggi-loghettoaladin-logoLe guerre promesse
24 Marzo 2023. Raniero La Valle (Costituente Terra) | Anche su Democraziaoggi e Aladinpensiero online.
Ci sono molte “ultime notizie” che prefigurano un mondo a perdere.
La prima è che nella pianificazione nucleare degli Stati Uniti pubblicata dal Pentagono si dice: “abbiamo condotto un’analisi approfondita di un’ampia gamma di opzioni per la politica nucleare, comprese le politiche No First Use (non ricorso alle […]
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c3dem_banner_04Celibato dei preti, un dibattito sempre aperto
22 Marzo 2023 su C3dem
I fermenti nella chiesa cattolica: Giovanni Maria Vian, Del celibato nella chiesa cattolica non si smette mai di discutere (Domani). Luigi Sandri, Si riapre il dibattito sul celibato dei preti (l‘Adige)
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Presentato il gruppo interparlamentare “Giornalisti”. Adesione anche di Francesca Ghirra.
https://www.youtube.com/embed/jEwFGxG9oFQ
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23 marzo 2023 – Giornata mondiale della meteorologia (rosso di sera…)

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Giornata mondiale della meteorologia.

Impegno per il ricupero della chiesa di San Giuseppe a Stampace

911d6eb9-1c7d-4708-95bd-ba9b9b08fe60In occasione della festività di San Giuseppe, ho auspicato che il Comune di Cagliari ricuperi la chiesetta di Stampace dedicata al Santo padre di Gesù. Giacomo Meloni ha commentato il mio post, con gustosi ricordi personali che danno conto dell’importanza dell’edificio nella memoria degli stampacini, soprattutto per quanto ha rappresentato per la storia del quartiere Stampace e per tutta la città. Non solo quindi per la bellezza della chiesa. Stamane mi è capitato per caso di cbba9e93-e1d3-44b8-99c5-8c2a4b12ddaapassare accanto alla chiesa e di trovarvi nei pressi il dott. Antonio Pitea, già questore di Cagliari e prefetto di Nuoro. Importante perché il dott. Pitea è attualmente il presidente della Fondazione degli Istituti Riuniti di Ricovero Minorile, proprietaria dell’intero complesso edilizio in cui la chiesa fa parte. Non è quindi il Comune proprietario bensì la Fondazione, soggetto di diritto privato: circostanza che complica tutto, come vedremo in altro momento.