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Sondaggi e fiera delle bugie

img_3442Sondaggi preelettorali: chi sta inquinando i pozzi?
31/12/2023 alle 09:42 Vito Biolchini su vitobiolchini.it
La Nuova Sardegna, 22 dicembre 2023
Meno di due mesi dalle elezioni regionali del 25 febbraio e infuria la battaglia dei numeri: sotterranei, parziali, credibili, inverosimili. I sondaggi sono una cosa seria ma non sembra serio il modo con cui ora vengono branditi dalle varie coalizioni, in una guerra psicologica che punta a convincere soprattutto gli elettori indecisi. Soprattutto quelli che guardano al centrosinistra, diviso tra Alessandra Todde e Renato Soru. E qui viene il bello e viene da chiedersi: chi sta mentendo?

«Possano i fedeli cristiani, i credenti di varie religioni e gli uomini e le donne di buona volontà collaborare in armonia per cogliere le opportunità e affrontare le sfide poste dalla rivoluzione digitale, e consegnare alle generazioni future un mondo più solidale, giusto e pacifico»

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MESSAGGIO
DI SUA SANTITÀ
FRANCESCO
PER LA LVII
GIORNATA MONDIALE DELLA PACE

1° GENNAIO 2024

Intelligenza artificiale e pace

All’inizio del nuovo anno, tempo di grazia che il Signore dona a ciascuno di noi, vorrei rivolgermi al Popolo di Dio, alle nazioni, ai Capi di Stato e di Governo, ai Rappresentanti delle diverse religioni e della società civile, a tutti gli uomini e le donne del nostro tempo per porgere i miei auguri di pace.

1. Il progresso della scienza e della tecnologia come via verso la pace

La Sacra Scrittura attesta che Dio ha donato agli uomini il suo Spirito affinché abbiano «saggezza, intelligenza e scienza in ogni genere di lavoro» (Es 35,31). L’intelligenza è espressione della dignità donataci dal Creatore, che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza (cfr Gen 1,26) e ci ha messo in grado di rispondere al suo amore attraverso la libertà e la conoscenza. La scienza e la tecnologia manifestano in modo particolare tale qualità fondamentalmente relazionale dell’intelligenza umana: sono prodotti straordinari del suo potenziale creativo.

Nella Costituzione Pastorale Gaudium et spes, il Concilio Vaticano II ha ribadito questa verità, dichiarando che «col suo lavoro e col suo ingegno l’uomo ha cercato sempre di sviluppare la propria vita» [1]. Quando gli esseri umani, «con l’aiuto della tecnica», si sforzano affinchè la terra «diventi una dimora degna di tutta la famiglia umana» [2], agiscono secondo il disegno di Dio e cooperano con la sua volontà di portare a compimento la creazione e di diffondere la pace tra i popoli. Anche il progresso della scienza e della tecnica, nella misura in cui contribuisce a un migliore ordine della società umana, ad accrescere la libertà e la comunione fraterna, porta dunque al miglioramento dell’uomo e alla trasformazione del mondo.

Giustamente ci rallegriamo e siamo riconoscenti per le straordinarie conquiste della scienza e della tecnologia, grazie alle quali si è posto rimedio a innumerevoli mali che affliggevano la vita umana e causavano grandi sofferenze. Allo stesso tempo, i progressi tecnico-scientifici, rendendo possibile l’esercizio di un controllo finora inedito sulla realtà, stanno mettendo nelle mani dell’uomo una vasta gamma di possibilità, alcune delle quali possono rappresentare un rischio per la sopravvivenza e un pericolo per la casa comune [3].

I notevoli progressi delle nuove tecnologie dell’informazione, specialmente nella sfera digitale, presentano dunque entusiasmanti opportunità e gravi rischi, con serie implicazioni per il perseguimento della giustizia e dell’armonia tra i popoli. È pertanto necessario porsi alcune domande urgenti. Quali saranno le conseguenze, a medio e a lungo termine, delle nuove tecnologie digitali? E quale impatto avranno sulla vita degli individui e della società, sulla stabilità internazionale e sulla pace?

2. Il futuro dell’intelligenza artificiale tra promesse e rischi

I progressi dell’informatica e lo sviluppo delle tecnologie digitali negli ultimi decenni hanno già iniziato a produrre profonde trasformazioni nella società globale e nelle sue dinamiche. I nuovi strumenti digitali stanno cambiando il volto delle comunicazioni, della pubblica amministrazione, dell’istruzione, dei consumi, delle interazioni personali e di innumerevoli altri aspetti della vita quotidiana.

Inoltre, le tecnologie che impiegano una molteplicità di algoritmi possono estrarre, dalle tracce digitali lasciate su internet, dati che consentono di controllare le abitudini mentali e relazionali delle persone a fini commerciali o politici, spesso a loro insaputa, limitandone il consapevole esercizio della libertà di scelta. Infatti, in uno spazio come il web, caratterizzato da un sovraccarico di informazioni, possono strutturare il flusso di dati secondo criteri di selezione non sempre percepiti dall’utente.

Dobbiamo ricordare che la ricerca scientifica e le innovazioni tecnologiche non sono disincarnate dalla realtà e «neutrali» [4], ma soggette alle influenze culturali. In quanto attività pienamente umane, le direzioni che prendono riflettono scelte condizionate dai valori personali, sociali e culturali di ogni epoca. Dicasi lo stesso per i risultati che conseguono: essi, proprio in quanto frutto di approcci specificamente umani al mondo circostante, hanno sempre una dimensione etica, strettamente legata alle decisioni di chi progetta la sperimentazione e indirizza la produzione verso particolari obiettivi.

Questo vale anche per le forme di intelligenza artificiale. Di essa, ad oggi, non esiste una definizione univoca nel mondo della scienza e della tecnologia. Il termine stesso, ormai entrato nel linguaggio comune, abbraccia una varietà di scienze, teorie e tecniche volte a far sì che le macchine riproducano o imitino, nel loro funzionamento, le capacità cognitive degli esseri umani. Parlare al plurale di “forme di intelligenza” può aiutare a sottolineare soprattutto il divario incolmabile che esiste tra questi sistemi, per quanto sorprendenti e potenti, e la persona umana: essi sono, in ultima analisi, “frammentari”, nel senso che possono solo imitare o riprodurre alcune funzioni dell’intelligenza umana. L’uso del plurale evidenzia inoltre che questi dispositivi, molto diversi tra loro, vanno sempre considerati come “sistemi socio-tecnici”. Infatti il loro impatto, al di là della tecnologia di base, dipende non solo dalla progettazione, ma anche dagli obiettivi e dagli interessi di chi li possiede e di chi li sviluppa, nonché dalle situazioni in cui vengono impiegati.

L’intelligenza artificiale, quindi, deve essere intesa come una galassia di realtà diverse e non possiamo presumere a priori che il suo sviluppo apporti un contributo benefico al futuro dell’umanità e alla pace tra i popoli. Tale risultato positivo sarà possibile solo se ci dimostreremo capaci di agire in modo responsabile e di rispettare valori umani fondamentali come «l’inclusione, la trasparenza, la sicurezza, l’equità, la riservatezza e l’affidabilità» [5].

Non è sufficiente nemmeno presumere, da parte di chi progetta algoritmi e tecnologie digitali, un impegno ad agire in modo etico e responsabile. Occorre rafforzare o, se necessario, istituire organismi incaricati di esaminare le questioni etiche emergenti e di tutelare i diritti di quanti utilizzano forme di intelligenza artificiale o ne sono influenzati [6].

L’immensa espansione della tecnologia deve quindi essere accompagnata da un’adeguata formazione alla responsabilità per il suo sviluppo. La libertà e la convivenza pacifica sono minacciate quando gli esseri umani cedono alla tentazione dell’egoismo, dell’interesse personale, della brama di profitto e della sete di potere. Abbiamo perciò il dovere di allargare lo sguardo e di orientare la ricerca tecnico-scientifica al perseguimento della pace e del bene comune, al servizio dello sviluppo integrale dell’uomo e della comunità [7].

La dignità intrinseca di ogni persona e la fraternità che ci lega come membri dell’unica famiglia umana devono stare alla base dello sviluppo di nuove tecnologie e servire come criteri indiscutibili per valutarle prima del loro impiego, in modo che il progresso digitale possa avvenire nel rispetto della giustizia e contribuire alla causa della pace. Gli sviluppi tecnologici che non portano a un miglioramento della qualità di vita di tutta l’umanità, ma al contrario aggravano le disuguaglianze e i conflitti, non potranno mai essere considerati vero progresso [8].

L’intelligenza artificiale diventerà sempre più importante. Le sfide che pone sono tecniche, ma anche antropologiche, educative, sociali e politiche. Promette, ad esempio, un risparmio di fatiche, una produzione più efficiente, trasporti più agevoli e mercati più dinamici, oltre a una rivoluzione nei processi di raccolta, organizzazione e verifica dei dati. Occorre essere consapevoli delle rapide trasformazioni in atto e gestirle in modo da salvaguardare i diritti umani fondamentali, rispettando le istituzioni e le leggi che promuovono lo sviluppo umano integrale. L’intelligenza artificiale dovrebbe essere al servizio del migliore potenziale umano e delle nostre più alte aspirazioni, non in competizione con essi.

3. La tecnologia del futuro: macchine che imparano da sole

Nelle sue molteplici forme l’intelligenza artificiale, basata su tecniche di apprendimento automatico (machine learning), pur essendo ancora in fase pionieristica, sta già introducendo notevoli cambiamenti nel tessuto delle società, esercitando una profonda influenza sulle culture, sui comportamenti sociali e sulla costruzione della pace.

Sviluppi come il machine learning o come l’apprendimento profondo (deep learning) sollevano questioni che trascendono gli ambiti della tecnologia e dell’ingegneria e hanno a che fare con una comprensione strettamente connessa al significato della vita umana, ai processi basilari della conoscenza e alla capacità della mente di raggiungere la verità.

L’abilità di alcuni dispositivi nel produrre testi sintatticamente e semanticamente coerenti, ad esempio, non è garanzia di affidabilità. Si dice che possano “allucinare”, cioè generare affermazioni che a prima vista sembrano plausibili, ma che in realtà sono infondate o tradiscono pregiudizi. Questo pone un serio problema quando l’intelligenza artificiale viene impiegata in campagne di disinformazione che diffondono notizie false e portano a una crescente sfiducia nei confronti dei mezzi di comunicazione. La riservatezza, il possesso dei dati e la proprietà intellettuale sono altri ambiti in cui le tecnologie in questione comportano gravi rischi, a cui si aggiungono ulteriori conseguenze negative legate a un loro uso improprio, come la discriminazione, l’interferenza nei processi elettorali, il prendere piede di una società che sorveglia e controlla le persone, l’esclusione digitale e l’inasprimento di un individualismo sempre più scollegato dalla collettività. Tutti questi fattori rischiano di alimentare i conflitti e di ostacolare la pace.

4. Il senso del limite nel paradigma tecnocratico

Il nostro mondo è troppo vasto, vario e complesso per essere completamente conosciuto e classificato. La mente umana non potrà mai esaurirne la ricchezza, nemmeno con l’aiuto degli algoritmi più avanzati. Questi, infatti, non offrono previsioni garantite del futuro, ma solo approssimazioni statistiche. Non tutto può essere pronosticato, non tutto può essere calcolato; alla fine «la realtà è superiore all’idea» [9]e, per quanto prodigiosa possa essere la nostra capacità di calcolo, ci sarà sempre un residuo inaccessibile che sfugge a qualsiasi tentativo di misurazione.

Inoltre, la grande quantità di dati analizzati dalle intelligenze artificiali non è di per sé garanzia di imparzialità. Quando gli algoritmi estrapolano informazioni, corrono sempre il rischio di distorcerle, replicando le ingiustizie e i pregiudizi degli ambienti in cui esse hanno origine. Più diventano veloci e complessi, più è difficile comprendere perché abbiano prodotto un determinato risultato.

Le macchine “intelligenti” possono svolgere i compiti loro assegnati con sempre maggiore efficienza, ma lo scopo e il significato delle loro operazioni continueranno a essere determinati o abilitati da esseri umani in possesso di un proprio universo di valori. Il rischio è che i criteri alla base di certe scelte diventino meno chiari, che la responsabilità decisionale venga nascosta e che i produttori possano sottrarsi all’obbligo di agire per il bene della comunità. In un certo senso, ciò è favorito dal sistema tecnocratico, che allea l’economia con la tecnologia e privilegia il criterio dell’efficienza, tendendo a ignorare tutto ciò che non è legato ai suoi interessi immediati [10].

Questo deve farci riflettere su un aspetto tanto spesso trascurato nella mentalità attuale, tecnocratica ed efficientista, quanto decisivo per lo sviluppo personale e sociale: il “senso del limite”. L’essere umano, infatti, mortale per definizione, pensando di travalicare ogni limite in virtù della tecnica, rischia, nell’ossessione di voler controllare tutto, di perdere il controllo su sé stesso; nella ricerca di una libertà assoluta, di cadere nella spirale di una dittatura tecnologica. Riconoscere e accettare il proprio limite di creatura è per l’uomo condizione indispensabile per conseguire, o meglio, accogliere in dono la pienezza. Invece, nel contesto ideologico di un paradigma tecnocratico, animato da una prometeica presunzione di autosufficienza, le disuguaglianze potrebbero crescere a dismisura, e la conoscenza e la ricchezza accumularsi nelle mani di pochi, con gravi rischi per le società democratiche e la coesistenza pacifica [11].

5. Temi scottanti per l’etica

In futuro, l’affidabilità di chi richiede un mutuo, l’idoneità di un individuo ad un lavoro, la possibilità di recidiva di un condannato o il diritto a ricevere asilo politico o assistenza sociale potrebbero essere determinati da sistemi di intelligenza artificiale. La mancanza di diversificati livelli di mediazione che questi sistemi introducono è particolarmente esposta a forme di pregiudizio e discriminazione: gli errori sistemici possono facilmente moltiplicarsi, producendo non solo ingiustizie in singoli casi ma anche, per effetto domino, vere e proprie forme di disuguaglianza sociale.

Talvolta, inoltre, le forme di intelligenza artificiale sembrano in grado di influenzare le decisioni degli individui attraverso opzioni predeterminate associate a stimoli e dissuasioni, oppure mediante sistemi di regolazione delle scelte personali basati sull’organizzazione delle informazioni. Queste forme di manipolazione o di controllo sociale richiedono un’attenzione e una supervisione accurate, e implicano una chiara responsabilità legale da parte dei produttori, di chi le impiega e delle autorità governative.

L’affidamento a processi automatici che categorizzano gli individui, ad esempio attraverso l’uso pervasivo della vigilanza o l’adozione di sistemi di credito sociale, potrebbe avere ripercussioni profonde anche sul tessuto civile, stabilendo improprie graduatorie tra i cittadini. E questi processi artificiali di classificazione potrebbero portare anche a conflitti di potere, non riguardando solo destinatari virtuali, ma persone in carne ed ossa. Il rispetto fondamentale per la dignità umana postula di rifiutare che l’unicità della persona venga identificata con un insieme di dati. Non si deve permettere agli algoritmi di determinare il modo in cui intendiamo i diritti umani, di mettere da parte i valori essenziali della compassione, della misericordia e del perdono o di eliminare la possibilità che un individuo cambi e si lasci alle spalle il passato.

In questo contesto non possiamo fare a meno di considerare l’impatto delle nuove tecnologie in ambito lavorativo: mansioni che un tempo erano appannaggio esclusivo della manodopera umana vengono rapidamente assorbite dalle applicazioni industriali dell’intelligenza artificiale. Anche in questo caso, c’è il rischio sostanziale di un vantaggio sproporzionato per pochi a scapito dell’impoverimento di molti. Il rispetto della dignità dei lavoratori e l’importanza dell’occupazione per il benessere economico delle persone, delle famiglie e delle società, la sicurezza degli impieghi e l’equità dei salari dovrebbero costituire un’alta priorità per la Comunità internazionale, mentre queste forme di tecnologia penetrano sempre più profondamente nei luoghi di lavoro.

6. Trasformeremo le spade in vomeri?

In questi giorni, guardando il mondo che ci circonda, non si può sfuggire alle gravi questioni etiche legate al settore degli armamenti. La possibilità di condurre operazioni militari attraverso sistemi di controllo remoto ha portato a una minore percezione della devastazione da essi causata e della responsabilità del loro utilizzo, contribuendo a un approccio ancora più freddo e distaccato all’immensa tragedia della guerra. La ricerca sulle tecnologie emergenti nel settore dei cosiddetti “sistemi d’arma autonomi letali”, incluso l’utilizzo bellico dell’intelligenza artificiale, è un grave motivo di preoccupazione etica. I sistemi d’arma autonomi non potranno mai essere soggetti moralmente responsabili: l’esclusiva capacità umana di giudizio morale e di decisione etica è più di un complesso insieme di algoritmi, e tale capacità non può essere ridotta alla programmazione di una macchina che, per quanto “intelligente”, rimane pur sempre una macchina. Per questo motivo, è imperativo garantire una supervisione umana adeguata, significativa e coerente dei sistemi d’arma.

Non possiamo nemmeno ignorare la possibilità che armi sofisticate finiscano nelle mani sbagliate, facilitando, ad esempio, attacchi terroristici o interventi volti a destabilizzare istituzioni di governo legittime. Il mondo, insomma, non ha proprio bisogno che le nuove tecnologie contribuiscano all’iniquo sviluppo del mercato e del commercio delle armi, promuovendo la follia della guerra. Così facendo, non solo l’intelligenza, ma il cuore stesso dell’uomo, correrà il rischio di diventare sempre più “artificiale”. Le più avanzate applicazioni tecniche non vanno impiegate per agevolare la risoluzione violenta dei conflitti, ma per pavimentare le vie della pace.

In un’ottica più positiva, se l’intelligenza artificiale fosse utilizzata per promuovere lo sviluppo umano integrale, potrebbe introdurre importanti innovazioni nell’agricoltura, nell’istruzione e nella cultura, un miglioramento del livello di vita di intere nazioni e popoli, la crescita della fraternità umana e dell’amicizia sociale. In definitiva, il modo in cui la utilizziamo per includere gli ultimi, cioè i fratelli e le sorelle più deboli e bisognosi, è la misura rivelatrice della nostra umanità.

Uno sguardo umano e il desiderio di un futuro migliore per il nostro mondo portano alla necessità di un dialogo interdisciplinare finalizzato a uno sviluppo etico degli algoritmi – l’algor-etica –, in cui siano i valori a orientare i percorsi delle nuove tecnologie [12]. Le questioni etiche dovrebbero essere tenute in considerazione fin dall’inizio della ricerca, così come nelle fasi di sperimentazione, progettazione, produzione, distribuzione e commercializzazione. Questo è l’approccio dell’etica della progettazione, in cui le istituzioni educative e i responsabili del processo decisionale hanno un ruolo essenziale da svolgere.

7. Sfide per l’educazione

Lo sviluppo di una tecnologia che rispetti e serva la dignità umana ha chiare implicazioni per le istituzioni educative e per il mondo della cultura. Moltiplicando le possibilità di comunicazione, le tecnologie digitali hanno permesso di incontrarsi in modi nuovi. Tuttavia, rimane la necessità di una riflessione continua sul tipo di relazioni a cui ci stanno indirizzando. I giovani stanno crescendo in ambienti culturali pervasi dalla tecnologia e questo non può non mettere in discussione i metodi di insegnamento e formazione.

L’educazione all’uso di forme di intelligenza artificiale dovrebbe mirare soprattutto a promuovere il pensiero critico. È necessario che gli utenti di ogni età, ma soprattutto i giovani, sviluppino una capacità di discernimento nell’uso di dati e contenuti raccolti sul web o prodotti da sistemi di intelligenza artificiale. Le scuole, le università e le società scientifiche sono chiamate ad aiutare gli studenti e i professionisti a fare propri gli aspetti sociali ed etici dello sviluppo e dell’utilizzo della tecnologia.

La formazione all’uso dei nuovi strumenti di comunicazione dovrebbe tenere conto non solo della disinformazione, delle fake news, ma anche dell’inquietante recrudescenza di «paure ancestrali [...] che hanno saputo nascondersi e potenziarsi dietro nuove tecnologie» [13]. Purtroppo, ancora una volta ci troviamo a dover combattere “la tentazione di fare una cultura dei muri, di alzare muri per impedire l’incontro con altre culture, con altra gente” [14]e lo sviluppo di una coesistenza pacifica e fraterna.

8. Sfide per lo sviluppo del diritto internazionale

La portata globale dell’intelligenza artificiale rende evidente che, accanto alla responsabilità degli Stati sovrani di disciplinarne l’uso al proprio interno, le Organizzazioni internazionali possono svolgere un ruolo decisivo nel raggiungere accordi multilaterali e nel coordinarne l’applicazione e l’attuazione [15]. A tale proposito, esorto la Comunità delle nazioni a lavorare unita al fine di adottare un trattato internazionale vincolante, che regoli lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme. L’obiettivo della regolamentazione, naturalmente, non dovrebbe essere solo la prevenzione delle cattive pratiche, ma anche l’incoraggiamento delle buone pratiche, stimolando approcci nuovi e creativi e facilitando iniziative personali e collettive [16].

In definitiva, nella ricerca di modelli normativi che possano fornire una guida etica agli sviluppatori di tecnologie digitali, è indispensabile identificare i valori umani che dovrebbero essere alla base dell’impegno delle società per formulare, adottare e applicare necessari quadri legislativi. Il lavoro di redazione di linee guida etiche per la produzione di forme di intelligenza artificiale non può prescindere dalla considerazione di questioni più profonde riguardanti il significato dell’esistenza umana, la tutela dei diritti umani fondamentali, il perseguimento della giustizia e della pace. Questo processo di discernimento etico e giuridico può rivelarsi un’occasione preziosa per una riflessione condivisa sul ruolo che la tecnologia dovrebbe avere nella nostra vita individuale e comunitaria e su come il suo utilizzo possa contribuire alla creazione di un mondo più equo e umano. Per questo motivo, nei dibattiti sulla regolamentazione dell’intelligenza artificiale, si dovrebbe tenere conto della voce di tutte le parti interessate, compresi i poveri, gli emarginati e altri che spesso rimangono inascoltati nei processi decisionali globali.

* * *

Spero che questa riflessione incoraggi a far sì che i progressi nello sviluppo di forme di intelligenza artificiale servano, in ultima analisi, la causa della fraternità umana e della pace. Non è responsabilità di pochi, ma dell’intera famiglia umana. La pace, infatti, è il frutto di relazioni che riconoscono e accolgono l’altro nella sua inalienabile dignità, e di cooperazione e impegno nella ricerca dello sviluppo integrale di tutte le persone e di tutti i popoli.

La mia preghiera all’inizio del nuovo anno è che il rapido sviluppo di forme di intelligenza artificiale non accresca le troppe disuguaglianze e ingiustizie già presenti nel mondo, ma contribuisca a porre fine a guerre e conflitti, e ad alleviare molte forme di sofferenza che affliggono la famiglia umana. Possano i fedeli cristiani, i credenti di varie religioni e gli uomini e le donne di buona volontà collaborare in armonia per cogliere le opportunità e affrontare le sfide poste dalla rivoluzione digitale, e consegnare alle generazioni future un mondo più solidale, giusto e pacifico.

Dal Vaticano, 8 dicembre 2023

FRANCESCO

[1] N. 33.

[2] Ibid., 57.

[3] Cfr Lett. enc. Laudato si’ (24 maggio 2015), 104.

[4] Cfr ibid., 114.

[5] Udienza ai partecipanti all’Incontro “Minerva Dialogues” (27 marzo 2023).

[6] Cfr ibid.

[7] Cfr Messaggio al Presidente Esecutivo del “World Economic Forum” a Davos-Klosters (12 gennaio 2018).

[8] Cfr Lett. enc. Laudato si’, 194; Discorso ai partecipanti al Seminario “Il bene comune nell’era digitale” (27 settembre 2019).

[9] Esort. ap. Evangelii gaudium (24 novembre 2013), 233.

[10] Cfr Lett. enc. Laudato si’, 54.

[11] Cfr Discorso ai partecipanti alla Plenaria della Pontificia Accademia per la Vita (28 febbraio 2020).

[12] Cfr ibid.

[13] Lett. enc. Fratelli tutti (3 ottobre 2020), 27.

[14] Cfr ibid.

[15] Cfr ibid., 170-175.

[16] Cfr Lett. enc. Laudato si’, 177.

Copyright © Dicastero per la Comunicazione – Libreria Editrice Vaticana
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Oggi domenica 31 dicembre 2023 – Ultimo giorno dell’anno

img_3099 Soru: un disegno nostalgico, storicamente infondato, a favore della destra
31 Dicembre 2023
Roberto Mirasola su Democraziaoggi.

Le dichiarazioni di Soru non possono che lasciare sbigottiti. Soru senza nessuna remora afferma che i Cinque stelle sono di destra e a sostegno di questa tesi ricorda che la prima volta che i cinque stelle sono andati al governo l’hanno fatto con Salvini. Siamo rimasti, di fatto al giugno […]
img_3442Le elezioni sarde. [Franco Meloni] Bel casino! La scelta di votare la coalizione di centro sinistra con Alessandra Todde, da me fatta da molto tempo, mi appare oggi ancor più sostenibile, lineare, addirittura semplice. E’ noto che, contrariamente alla destra, la sinistra si caratterizza per “complicare la complessità”, che la rende spesso incomprensibile alla grande maggioranza dei cittadini. La scelta tempestiva e tutto sommata “partecipata” della coalizione di centro sinistra mi è apparsa convincente. Lo affermo come semplice elettore e cittadino attivo privo di tessera di partito.
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Oggi sabato 30 dicembre 2023

img_3099 IL GESÙ POVERO E DERELITTO DEI TEOLOGI DELLA LIBERAZIONE NON REGGE!
CONTRO LA RETORICA PAUPERISTA CHE SPESSO ASCOLTIAMO A NATALE NELLE OMELIE INFLUENZATE DALLE UTOPIE DEL SOCIALISMO INVOCHIAMO LA RIPROPOSIZIONE DELLE VERITÀ DEL VANGELO

Di Pietro Licciardi su informazione cattolica.it
img_3442 Pd perde pezzi, una trentina passano a coalizione sarda di Soru
Ex deputata dem Mura, ‘partito nazionale intervenga’. “Su ANSA”
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Disperazione e Spes contra Spem

img_5828img_5187costituente-terra-logoChiesadituttichiesadeipoveri: Newsletter n.324 del 28 dicembre 2023
Costituente Terra: Newsletter n. 143 del 28 dicembre 2023

DUE (O PIÙ) CATASTROFI E UNA RIVELAZIONE

Cari amici,
abbiamo vissuto questo doloroso Natale con due catastrofi e una rivelazione.
La prima è la catastrofe umanitaria. Secondo le ultime notizie giunte da Gaza, sono stati uccisi finora 21.110 palestinesi tra cui 8.800 bambini, 6.300 donne, 3111 medici e personale sanitario, 40 addetti alla protezione civile e più di 100 giornalisti; 7.000 persone risultano disperse, 55.243 sono state ferite, 92 scuole e università, 115 moschee e tre chiese sono state distrutte insieme a decine di migliaia di case, 23 ospedali e 53 centri medici non sono più operativi, 102 ambulanze sono state attaccate, l’intera popolazione è errante, Nemmeno è venuta meno la catastrofe in Ucraina e nel mar Nero.
La seconda catastrofe è quella del potere e dell’informazione in Israele, in Ucraina e in tutto l’Occidente.
In Israele ieri il quotidiano Haaretz e il Canale televisivo 12, hanno informato che lo Shin Bet, il servizio segreto israeliano per l’interno, aveva saputo in anticipo che Hamas stava allestendo un attacco “significativo” a Gaza, mentre il famoso e accreditato giornalista americano Seymour Hersh ha scritto di aver appreso da un funzionario israeliano che Netanyahu aveva “visto e letto” le anticipazioni sull’attacco palestinese. Il New York Times da parte sua aveva parlato a fine novembre di questa informazione di cui disponeva Israele. L’ex responsabile italiano del controspionaggio e del contrasto alla criminalità organizzata transnazionale, Marco Mancini (quello dell’incontro con Renzi) aveva a sua volta spiegato a TV 7 che era impossibile che Israele non avesse scorto Hamas preparare un attacco dato che vi stava per impiegare visibilissimi alianti a motore; come poi si è visto sono stati impiegati anche robusti bulldozer per aprire i varchi nella recinzione del confine. A ciò si può accostare quanto sostenuto da Hamas, che gli attaccanti intendevano prendere ostaggi per riaprire la partita con Israele, e aspettandosi di incontrare una forte resistenza, avevano messo in campo molti uomini, scontando di perderne un gran numero (“martiri”); invece non hanno trovato difese, mentre attraverso i varchi così aperti hanno fatto irruzione molti altri palestinesi che, inferociti per i lunghi tormenti subiti ad opera del nemico, si sono abbandonati alla strage (1417 israeliani uccisi, mai tanti ebrei tutti in una volta dopo la Shoah).
Che Netanyahu avesse adottato la politica di non contrastare Hamas per indebolire l’autorità palestinese a Ramallah e porre fine all’idea di uno Stato palestinese, era cosa risaputa da tempo. Resta da chiarire il motivo per cui Netanyahu, ormai identificato da più lustri con lo Stato di Israele, pur sapendolo non abbia impedito l’azione terroristica a Gaza; e la ragione non può essere se non la “ragion di Stato” di provocare, grazie a quell’azione (non prevista però in quella dimensione dandosi per scontata la debolezza di Hamas) il casus belli che gli permettesse di sferrare l’offensiva finale per chiudere la “questione palestinese”. Accusato perciò anche in Israele del disastro, Netanyahu ha risposto portando fino alle estreme conseguenze l’eccidio a Gaza (da lui stesso, accusato da Erdogan, paragonato al genocidio turco dei Curdi), e respingendo, perfino con Biden, ogni esortazione a interromperlo. A questo punto si è aggiunta la catastrofe della politica degli Stati Uniti, che dopo l’appello a Israele di non ripetere “l’errore” americano fatto dopo l’11 settembre, hanno votato contro la tregua all’ONU, mentre Biden, dopo una lunga infruttuosa telefonata con Netanyahu, ha penosamente dichiarato trattarsi di una “conversazione privata” e di non avere chiesto al premier israeliano il “cessate il fuoco”.
A questa catastrofe politica si aggiunge quella dell’Ucraina, a cui si è fatto credere di poter sconfiggere la Russia riconquistando la Crimea ed entrando nella NATO, e si trova ora con un popolo mandato al sacrificio, senza i dollari americani e le armi che deve perciò implorare dall’Europa, impeditane dal veto di Orban.
L’Occidente, dal canto suo, grazie anche al suo sistema mediatico, che ha un po’ mistificato e un po’ taciuto tutto questo, ha perduto così ogni fondamento nel vantare la superiorità dei propri valori e la sua pretesa di dominio sulle autocrazie e sul “resto del mondo”.
Queste le catastrofi. La rivelazione che ne è venuta è questa: che la guerra non è solo “una follia senza scuse”, come ha detto papa Francesco nel suo messaggio di Natale. È anche e soprattutto un suicidio per chi la intraprende, prima ancora che sconfigga il nemico o lo voti al genocidio; ciò è avvenuto con la Germania nazista, avviene con i sogni di gloria degli Stati Uniti e della loro NATO, avviene con Israele, avviene con l’Ucraina. Contro i fautori di guerra e chi fabbrica e li rifornisce di armi, dovrebbe essere questo l’argomento decisivo. Purtroppo però esso può funzionare con i popoli, non funziona con gli Stati e i loro apparati di governo. Finché noi glielo permettiamo.
Nel sito pubblichiamo il messaggio del Papa per Natale, un articolo di Haaretz sull’identificazione di Netanyahu e di Israele (da cui è sempre più necessario distinguere il popolo ebreo della Diaspora, come voleva Primo Levi), e il testo di un intervento natalizio “su Gesù” di Raniero La Valle, sulla piattaforma digitale “Servizio Pubblico””.
Con i più cordiali saluti,

Chiesa di Tutti Chiesa dei Poveri
Costituente Terra
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https://www.chiesadituttichiesadeipoveri.it/guerra-viaggio-senza-meta-sconfitta-senza-vincitori-follia-senza-scuse/

Lettera aperta a Renato Soru

img_3442 Ci scrive Peppino Mura, elettore di Jerzu: “Onorevole Soru, non accresca la confusione: uniti si vince, divisi sicuramente no”
29/12/2023 alle 16:38 su vitobiolchini.it
img_5848Renato Soru
[Sul blog vitobiolchini.it] Il blog è un luogo di discussione, aperto a tutte le voci. Dall’Ogliastra ci arriva questa lettera aperta scritta da Peppino Mura, un elettore di Jerzu. Il dibattito è aperto.
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Lettera aperta all’Onorevole Renato Soru

Oggi venerdì 29 dicembre 2023

img_3442 Regionali. Ahinoi! Soru non parla come Salvini
29 Dicembre 2023
Amsicora su Democraziaoggi.
Salvini a Cagliari, incontro col governatore Christian Solina
(Son tranquilli. Se la ridono. Dall’altra parte c’è Soru)
E dai! una risata fa sempre bene. Anche alla salute. Lo dicono ad ogni pie’ sospinto anche i dottori. Fa salire le endorfine, sì quelle sostanze chimiche prodotte dal cervello e dotate di una potente attività analgesica ed eccitante. Proprio così e dà buon umore, ottimismo e […]
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Elezioni sarde. Il tempo passa

img_3442Regionali.Tante sigle in corsa irresponsabilmente
28 Dicembre 2023
Amsicora su Democraziaoggi.

Non ditemi che non ve ne siete accorti? In vista delle elezioni regionali sono comparse come funghi alle prime piogge tante sigle per correre con l’uno o con l’altro. Chi siano pochi sanno. Solo gli addetti ai lavori. E spesso neanche questi. Il popolo nulla sa di loro e forse mai ne saprà. Ma il […]
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Palestina

img_4715Durissima offensiva militare nella Striscia, colpito il campo profughi di Maghazi e la sede della Mezzaluna rossa. Iran e Hezbollah promettono vendetta
28 Dicembre 2023 su Democraziaoggi
Daniele Zaccaria

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Potere al Popolo: Siamo sempre presenti nelle lotte e non partecipiamo alla scadenza elettorale. Una posizione coerente e da rispettare.

img_3442[Nota stampa di Potere al Popolo - Sardegna]
Perché non troverete una vera alternativa di classe sulla scheda elettorale
Chi, alle prossime elezioni regionali, sperava di poter sostenere un progetto popolare di alternativa al polo unico che da decenni gestisce il potere in Sardegna, rimarrà delusə.
Noi di Potere al Popolo abbiamo iniziato a ragionare molto presto sull’esigenza di costruire un blocco di reale alternativa per le Regionali del 2024, e abbiamo in più occasioni, già all’indomani delle elezioni politiche del 2022, indicato la strada maestra nell’esperienza di Unione Popolare – fiduciosз, del resto, che il Partito della Rifondazione Comunista, che ha condiviso con noi quel percorso, sentisse la medesima esigenza, pur nella comune volontà di mettere quella piattaforma a disposizione di tutte le soggettività interessate a partecipare ad un processo di discussione pubblica, inclusivo e senza preconcetti, che portasse all’unità delle sinistre anticapitaliste sarde.
Su proposta del Partito della Rifondazione Comunista abbiamo, con pazienza e senso di responsabilità, partecipato per mesi ad un confronto con altre sigle, organizzato eventi pubblici perché un tale dialogo fosse trasparente e partecipato, mostrato la nostra disponibilità a superare certe rigidità in nome dell’urgenza del momento. Infine, pur manifestando una serie di perplessità, abbiamo fatto un passo indietro sulla nostra proposta di continuità del simbolo di Unione Popolare, favorendo l’inclusione del campo indipendentista nel nascente fronte di opposizione, per costruire in esso una proposta fondata sui temi decisivi dei beni comuni e del diritto all’autodeterminazione aggrediti dalla barbarie capitalistica. È da queste premesse che nasceva il “Secondo Polo”.
Dopo mesi di discussione, durante i quali il tentativo di rimuovere ogni riferimento alla sinistra di classe ha prevalso sull’esigenza di ragionare sui programmi, le e gli indipendentistз hanno deciso di abbandonare il tavolo del “Secondo Polo” per entrare nella coalizione padronale e leaderistica di Renato Soru. Per quanto il nostro giudizio su tale scelta sia severo, essa non ci sorprende; riteniamo invece assai più incongruente che, a stretto giro, la stessa risoluzione sia stata assunta dal Partito della Rifondazione Comunista, non tanto e non solo perché le nostre organizzazioni partecipano al comune progetto di Unione Popolare, ma anche e soprattutto in quanto una tale alleanza – al di là delle formule con cui la si è giustificata, parlando di “desistenza” – è oggettivamente irricevibile per ragioni che non dovrebbe essere necessario spiegare a chi si dichiara comunista.
Le acrobazie retoriche non ci appartengono.

Giovedì 28 dicembre 2023

img_3442 Regionali 2024, invito del Psi ai Progressisti: “Rientrate nel centrosinistra”
Il segretario regionale del Psi, Gianfranco Lecca, chiede ai Progressisti ragionevolezza e buonsenso
Da Redazione Cagliaripad – 27 Dicembre 2023
Il Partito Socialista lancia ai Progressisti un “appello alla ragionevolezza” in vista delle Regionali 2024. In modo che si presentino uniti alla coalizione di centrosinistra. A chiederlo è il segretario regionale del Psi Gianfranco Lecca.

“Rientrate nella coalizione di centrosinistra, la vostra presenza è indispensabile per costruire una compagine compiuta in grado di confrontarsi e di battere il centrodestra” si legge in apertura della nota.

Lecca assicura che “troverete dentro il campo largo tutti gli spazi di agibilità politica che tengono conto di tutte le sensibilità vicine alla vostra. Tutto il centrosinistra deve correre unito. La Sardegna può essere il luogo d’inizio di una riscossa della ragionevolezza, del ritorno alla politica del buonsenso. Se non abbiamo la forza di correre da soli abbiamo però maggiore energia politica se ci muoviamo uniti”.
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Elezioni sarde; c’è ancora tempo? C’è ancora tempo!

img_3442di Marcello su vitobiolchini.it
Credo che mai come a queste elezioni il risultato sia incerto: in passato la regola dell’alternanza ha funzionato, non tanto per la bravura di chi ha vinto, probabilmente, ma per le promesse non mantenute da chi governava e poi ha perso.
Credo sarebbe successo anche a questo giro: davvero troppo imbarazzante questo centrodestra, poco capace di garantire anche l’agibilità amministrativa. Cosa mai capitata in passato. E quando mai si sono visti tanti indagati tutti assieme fra alti dirigenti regionali e politici e, addirittura, un’ex assessora arrestata?
Il centrodestra quindi non riuscirebbe mai a vincere queste elezioni. L’elemento di incertezza lo dà il centrosinistra, che invece le elezioni potrebbe perderle…

Angolo dell’Arte: la comprensione della realtà

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Oggi mercoledì 27 dicembre 2023

img_3099img_3442 Agitoriu, aiuto! La sinistra sarda è implosa
27 Dicembre 2023
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.

Parliamoci chiaro, fuori dai denti! In tutta franchezza in Sardegna la sinistra è implosa. Boom! Mille pezzi! Tanti cocci, nessuna possibilità di ricomposizione, tutto l’opposto di quanto necessario in questo momento. Ci prepariamo alle elezioni regionali. Chi vuol vincere deve puntare all’unità. E l’unità – si sa – richiede una buona capacità e disponibilità […]
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Oggi martedì 26 dicembre 2023

img_3099 Francesco: la logica perdente delle armi rifiuta la pace
26 Dicembre 2023 su Democraziaoggi.
Importante messaggio del Papa alla messa di Natale: “Il nostro cuore stasera è a Betlemme, la logica perdente delle armi rifiuta la pace”
“Il nostro cuore stasera è a Betlemme, dove ancora il Principe della pace viene rifiutato dalla logica perdente della guerra, con il ruggire delle armi che anche oggi gli impedisce di trovare alloggio nel […]
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Messaggio del Santo Padre e Benedizione “Urbi et Orbi” nella Solennità del Natale, 25.12.2023 [fonte sala stampa vaticana].
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