Monthly Archives: giugno 2025
ANTICIPAZIONE. Suor Teresa Tambelli, la mamma de is piccioccus de crobi
Suor Teresa Tambelli, la mamma de is piccioccus de crobi
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Ore 19 Messa a Sant’Eulalia, celebrata dal parroco don Marco Lai.
Ore 19,45 Incontro-dibattito nel Teatro Sant’Eulalia.
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A breve il programma dettagliato
Appello per la XXIV Giornata ecumenica del dialogo cristiano-islamico.
Oggi mercoledì 25 giugno 2025
Insieme per la pace disarmata.
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L’art. 11 impedisce l’utilizzo delle basi italiane per bombardare l’Iran
24 Giugno 2025 – Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Ad ogni intervento della Meloni scopriamo quanto ella sia lontana e fuori dal perimetro costituzionale. L’altro giorno ha detto con enfasi che un’eventuale richiesta delle nostre basi militari per far transitare gli aerei a stelle e strisce per bombardare l’Iran avrebbe avuto risposta dal parlamento. Lo ha detto nella convinzione di enunciare un proposito […]
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Cari amici,
“Dio mio, Dio mio, perché ti abbiamo abbandonato?”. Questo rovesciamento del Salmo 22 sarebbe, come ci viene suggerito, la preghiera più appropriata a questo punto della storia umana: dovrebbe essere unanime, oltre ogni distinzione tra credenti e non credenti, perché dopo Francesco l’umanità non può che essere riconosciuta come una cosa sola, amata nella sua integrità, non condannata ad essere divisa tra “benedizione” e “maledizione” secondo la sorte che ne ha preconizzato Netanyahu all’ONU.
Rete Nazionale delle Donne per la Pace: “10, 100, 1.000 PIAZZE”
Comunicato Stampa
“10, 100, 1.000 PIAZZE”
Il 26 giugno dalle 18.00 alle 20.00 la Rete Nazionale delle Donne per la Pace farà una manifestazione in molte piazze d’Italia.
In Sardegna la Rete Donne per la Pace sarà presente in 3 città: a Cagliari in Piazza Costituzione, a Oristano in Piazza Eleonora, a Sassari in Piazza Tola.
Suor Teresa Tambelli la Gigi Riva della Carità. Un’iniziativa pubblica a San’Eulalia.
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Ogni anno dal 7 novembre 2013 al 7 novembre 2021 su Aladinpensiero abbiamo fatto gli Auguri a Gigi Riva, pubblicando sempra la stessa immagine, frutto della matita di Bomeluzo, con una frase dell’amico Piero Marcialis: “Gigi Riva è nato a Leggiuno, provincia di Varese, il 7 novembre 1944. Arrivato a Cagliari quando aveva 18 anni, ormai è uno di noi. Lombardo, ha voluto e saputo farsi sardo, un’impresa che a molti sardi non riesce”.
Tutto ciò mi è tornato in mente apprendendo che il Papa Leone XIV ha formalmente riconosciuto «le virtù eroiche della Serva di Dio Teresa Tambelli (al secolo Maria Olga), religiosa professa delle Figlie della Carità di San Vincenzo de’ Paoli, nata il 17 gennaio 1884 a Revere, provincia di Mantova (Italia) e morta il 23 febbraio 1964 a Cagliari (Italia)».
Anche di suor Teresa Tambelli si può dire: è arrivata a Cagliari il 7 settembre 1907, quando aveva 23 anni. Lombarda, ha voluto e saputo farsi sarda.
Assemblea Insieme per la pace disarmate di domenica 29 giugno 2025
AVVISO ORGANIZZATIVO
Domenica 29 giugno 2025.
Poiché i lavori assembleari della mattina terminano all’ora di pranzo, c’è la possibilità di acquistare pizza (di ogni tipologia) e birra nel locale a lato del Museo di S.Eulalia in via del Collegio a Cagliari.
Occorre sapere entro domani martedì 24/06 quante persone sono interessate.
Rivolgetevi a Giacomo: Cell.3318553428.
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E la chiesa di San Giuseppe a Stampace?
Alcuni amici lettori mi hanno chiesto a che punto sia la questione della riapertura della chiesa di San Giuseppe nella via San Giorgio a Stampace. Era data per imminente, ma allo stato non è apparso alcun cantiere per i lavori di manutenzione straordinaria dell’edificio. In una dichiarazione del presidente della Fondazione IRRM (Istituti Riuniti di Ricovero Minorile), proprietaria dell’edificio, Franco Manca – riportata da l’Unione Sarda il 7 maggio u.s. – si parla di una riapertura dopo l’estate. Ma l’estate è arrivata, si sa che anche le imprese edili vanno in ferie, per cui il tempo rimanente rende improbabile che la chiesa sia pronta poniamo a settembre o a ottobre. Abbiamo allora interpellato il presidente Manca, che ci ha informato dell’insorgenza di complicazioni burocratiche, solo di recente risolte, e che pertanto qualche ritardo sia nelle cose, ma che tutto procede, seppur lentamente rispetto alle aspettative. Il Presidente si è impegnato a darci conto dell’andamento della pratica, con una realistica previsione dei tempi. E noi prontamente riferiremo urbi ed orbi (fm).
Che succede? Dove va il mondo? E noi?
Antonio Gramsci — “Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri“.
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Il lavoro sporco di Israele e la terza guerra mondiale
L’affermazione del Cancelliere Merz che: “Israele sta facendo il lavoro sporco per noi” seppellisce il principio ordinatore delle relazioni internazionali e riabilita la legge della giungla. Il mantra dell’aggredito e dell’aggressore è misteriosamente scomparso di fronte all’aggressione condotta da USA e Israele contro l’Iran.
di Domenico Gallo
(23.6.2025)
Quando il cancelliere tedesco Merz dichiara che “Israele fa il lavoro sporco per noi”, si deve accendere un campanello d’allarme. Questa dichiarazione è una spia che qualcosa non funziona nella nostra visione della democrazia e dello Stato di diritto. È necessario chiarire alcuni punti fondamentali.
È un dato di fatto che il progetto di ordine internazionale, preannunciato dalla Carta Atlantica (14 agosto 1941), partorito con la Carta delle Nazioni Unite (26 giugno 1945) e fondato sulla Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo (10 dicembre 1948), non si è mai completamente realizzato e adesso sta attraversando una crisi profonda che ne mette in dubbio persino l’esistenza giuridica dei suoi assiomi principali. L’ordine internazionale prefigurato dalla Carta ONU in qualche modo raccoglieva la sfida del perseguimento di una pace stabile ed universale fra le Nazioni da realizzarsi attraverso il diritto, sulla falsariga dell’insegnamento di Hans Kelsen in Peace through Law. La novità principale del nuovo diritto internazionale post-bellico consisteva nella messa al bando della guerra, proclamata categoricamente dall’art. 2, comma 4, della Carta di San Francisco: «I membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall’uso della forza, sia contro l’integrità territoriale o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite.»
La Carta delle Nazioni unite non ha messo la guerra fuori dalla Storia (non avrebbe potuto), ma l’ha messa fuori dal diritto, espungendo dalle prerogative della sovranità lo ius ad bellum, o quanto meno degradandolo. Su questa scia è intervenuta la Costituzione italiana che, con gli artt. 10 e 11, ha messo la guerra fuori dall’ordinamento. Si è trattato di una scelta politica che ha cambiato la natura del diritto realizzando la fusione fra la tecnica giuridica e un’istanza etica di valore universale. La Convenzione per la Prevenzione e la Repressione del delitto di Genocidio (9 dicembre 1948) e la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo (10 dicembre 1948) hanno completato questo processo, quest’ultima attraverso l’inserimento nel diritto internazionale di una tavola di valori che mette al centro la dignità di ogni essere umano, in questo modo ponendo le basi del diritto internazionale dei diritti umani. Questa è stata la vera lezione positiva che l’umanità ha tratto uscendo dalla notte della Seconda guerra mondiale, la gloria del Novecento (come scriveva Italo Mancini), il patrimonio morale che l’Occidente (compresi i Paesi all’epoca socialisti) ha costruito per l’umanità intera. Oggi dobbiamo constatare che questo patrimonio morale è stato completamente dilapidato proprio da quei paesi che rivendicano i c.d. “valori” dell’Occidente. Con esso è stata demolita l’idea stessa posta a fondamento dell’Ordinamento nato sulle ceneri della Seconda guerra mondiale, cioè che il diritto debba regolare le relazioni internazionali, assicurando la convivenza pacifica fra le Nazioni.
Quando il Cancelliere tedesco Merz ha dichiarato: “Israele sta facendo il lavoro sporco per noi”, senza che nessun paese europeo abbia avuto nulla da obiettare, con questa frase agghiacciante, è stato seppellito il principio ordinatore delle relazioni internazionali e rivendicata la legge della giungla. Questa dichiarazione ha scoperchiato l’insostenibile falsità della formula del “mondo fondato sulle regole” adoperata come una clava per alimentare la guerra per procura condotta dall’Occidente collettivo contro la Russia utilizzando il sangue degli ucraini. Ha smascherato l’ipocrisia delle giaculatorie europee e della NATO sulla guerra combattuta per ottenere il rispetto del diritto internazionale e la faziosità dei 18 pacchetti di sanzioni adottati a carico della Russia a fronte di nessuna sanzione ad Israele per fermare il genocidio dei palestinesi a Gaza. Il Mantra dell’aggredito e dell’aggressore è misteriosamente scomparso di fronte all’aggressione condotta da Israele contro l’Iran. Nessuno ha pensato di inviare delle armi all’Iran per difendersi dall’aggressione israeliana e nessuno ha invocato l’art. 51 della Carta dell’ONU (che consente la difesa collettiva) per sostenere il Paese aggredito.
Al contrario, si sostiene lo Stato aggressore per aiutarlo a difendersi dalla reazione dell’aggredito, chiudendo gli occhi sull’orribile mattanza in corso a Gaza. Questa dichiarazione è l’equivalente di una piena confessione dell’uso strumentale di norme e principi del diritto internazionale, adoperati contra ius, come schermo giuridico per alimentare la guerra in Ucraina, anziché per porvi fine. Quali sono le regole del “mondo fondato sulle regole” invocato da Stoltenberg, dal suo successore Rutte, dalla von der Layen e compagnia bella? Se i principi universali del diritto non valgono per noi che li abbiamo prodotti nel secolo scorso a beneficio di tutta l’umanità, non valgono per nessuno, l’unica regola è la forza al posto del diritto. È proprio questa la regola a cui si riferisce Merz quando esprime apprezzamento per l’aggressione di Israele. Purtroppo l’effetto della legge della giungla sarà il caos e una condizione di guerra permanente.
La provocazione bellica compiuta da Israele, e rivendicata con arroganza dal suo ambasciatore presso le Nazioni Unite, svolge la funzione di detonatore di un conflitto più ampio, punta a coinvolgere direttamente gli Stati Uniti nella guerra, trascinandosi dietro, all’occorrenza anche gli Stati europei più volenterosi (come la Germania). È inutile nasconderci che ci sarebbe un esito disastroso, anche se le altre potenze come Russia e Cina restassero a guardare. L’Amministrazione Usa dapprima ha preso tempo, poi si è accodata a Israele bombardando i principali siti nucleari (reali o presunti) iraniani. La possibilità che si riesca a scongiurare un’esplosione di violenza bellica dalle conseguenze inimmaginabili e imprevedibili si fa sempre più flebile.
La speranza è che sotto i turbanti degli Ayatollah alberghi quel minimo di saggezza che manca nella testa dei leader europei come Merz e che, a suo tempo, mancò a Saddam Hussein, che per orgoglio rifiutò quella ritirata strategica che avrebbe gettato sabbia negli ingranaggi della macchina bellica che gli americani avevano predisposto nel Golfo.
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Oggi lunedì 23 giugno 2025
—-Orto dei Cappuccini——Insieme per la pace disarmata.
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Guerra
La Rete Italiana Pace Disarmo (che è partner della Campagna Internazionale per l’Abolizione delle Armi Nucleari – ICAN) condanna gli attacchi degli Stati Uniti a tre impianti nucleari in Iran. Questa azione sconsiderata avvicina il mondo al disastro nucleare e sottolinea l’urgente necessità di rifiutare le armi nucleari e la copertura che esse forniscono alle aggressioni militari.
Le strutture nucleari, sia civili che militari, non devono mai essere prese di mira. Tali attacchi non solo violano il diritto umanitario internazionale, ma rischiano anche gravi conseguenze radiologiche per le persone e l’ambiente, sia all’interno dell’Iran che ben oltre i suoi confini.
L’Iran è parte del Trattato di non proliferazione nucleare (TNP) e l’Agenzia internazionale per l’energia atomica o altre autorità internazionali non hanno dimostrato che l’Iran abbia sviluppato armi nucleari. L’Iran era anche in piena conformità con un accordo che limitava severamente le sue attività nucleari (il JCPOA o “Iran Deal”) fino a quando gli Stati Uniti non si sono ritirati dal Trattato. Eppure è stato ipocritamente attaccato da due Stati dotati di armi nucleari: Israele, che non ha mai firmato il TNP e che si ritiene possieda 90 armi nucleari, e gli Stati Uniti, che possiedono circa 3.700 testate nucleari. Gli Stati Uniti stanno violando i loro obblighi di disarmo, così come gli altri otto Stati dotati di armi nucleari. Questi attacchi rischiano di spingere altri Stati a dotarsi di armi nucleari.
“Un attacco militare contro impianti nucleari aumenta notevolmente il rischio globale e dovrebbe essere condannato dal Governo Italiano – sottolinea l’Esecutivo di Rete Pace Disarmo – Questa escalation dimostra quanto rapidamente la cosiddetta ‘deterrenza’ ceda il passo a una forza pericolosa e destabilizzante. Stiamo giocando con il fuoco radioattivo”.
Chiediamo al governo italiano di escludere immediatamente qualsiasi supporto logistico a queste operazioni, anche negando il permesso ai bombardieri statunitensi B-2 stealth o B-52 che attaccano l’Iran di transitare sullo spazio aereo italiano o rifornirsi nelle nostre basi. L’Italia non deve facilitare, assistere o consentire questi attacchi – direttamente o indirettamente.
Se le armi nucleari dovessero essere usate in questo conflitto – sia da Israele che dagli Stati Uniti – le conseguenze umanitarie sarebbero immediate e devastanti. Anche una sola detonazione nucleare su una città ucciderebbe all’istante centinaia di migliaia di persone, sovraccaricherebbe tutti i sistemi medici e contaminerebbe l’ambiente per decenni. Un conflitto nucleare regionale causerebbe un inverno nucleare, interromperebbe in modo massiccio la produzione alimentare globale, provocherebbe carestie e sfollamenti di massa e rischierebbe un’ulteriore escalation. Il Bulletin of the Atomic Scientists avverte che siamo più vicini alla guerra nucleare di quanto non lo siamo mai stati dai tempi della Guerra Fredda – e gli eventi recenti dimostrano quanto rapidamente questo rischio possa concretizzarsi.
“Questa è la terrificante realtà di un mondo che continua a tollerare il possesso di armi nucleari da parte di qualsiasi Stato. L’unica strada per la sicurezza è il disarmo. L’Italia dovrebbe urgentemente firmare e ratificare il Trattato sulla proibizione delle armi nucleari e opporsi a tutti gli atti di aggressione nucleare”, conclude l’Esecutivo di Rete Pace Disarmo.
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Segretario Generale dell’ONU: L’attacco degli Stati Uniti contro l’Iran è una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale
Giu 22, 2025 08:06 Europe/Rome
António Guterres, Segretario Generale delle Nazioni Unite
Da Pars Today– Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha espresso profonda preoccupazione per l’aggressione degli Stati Uniti contro i centri nucleari dell’Iran.
António Guterres, Segretario Generale dell’ONU, nella mattinata di domenica, in seguito all’attacco americano contro le installazioni nucleari iraniane, ha dichiarato: “L’uso della forza da parte degli Stati Uniti nei confronti dell’Iran rappresenta un’escalation pericolosa in una regione già sull’orlo del precipizio.” Secondo quanto riportato da Pars Today, Guterres ha aggiunto che “questa azione costituisce una minaccia diretta alla pace e alla sicurezza globale.”
Guterres ha avvertito che esiste un rischio crescente che il conflitto possa rapidamente sfuggire al controllo, con conseguenze catastrofiche per i civili, per la regione e per il mondo intero.
Il Segretario Generale ha rivolto un appello agli Stati membri affinché evitino un’ulteriore escalation e rispettino i loro obblighi previsti dalla Carta delle Nazioni Unite e dal diritto internazionale. “In questo momento critico, è fondamentale prevenire il caos” – ha sottolineato.
Ha poi ribadito: “Non esiste una soluzione militare. L’unica via possibile è quella diplomatica. L’unica speranza è la pace.”
All’alba di domenica, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha annunciato attraverso un messaggio sui social media l’attacco del suo Paese contro i centri nucleari dell’Iran.
In risposta a questa azione brutale, l’Organizzazione dell’Energia Atomica della Repubblica Islamica dell’Iran ha affermato in un comunicato che il percorso di sviluppo dell’industria nucleare iraniana non sarà interrotto.
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ANPI: Trump-Netanyahu bellicismo criminale e catastrofico
22 Giugno 2025 – Pagliarulo Presidente Nazionale ANPI – Su Democraziaoggi.
«L’attacco ai siti nucleari segna in modo indelebile l’avventurismo e l’irresponsabilità di Trump al servizio della politica bellicista e criminale di Netanyahu, è una catastrofica violazione del diritto internazionale, sancisce che l’Iran è il Paese aggredito. È possibile ora un’espansione del conflitto che coinvolga il Pakistan, potenza atomica. L’eventuale ritorsione iraniana col blocco dello stretto di Hormuz darebbe un colpo pesantissimo all’economia globale. Nel momento più grave per la pace mondiale dalla fine del secondo conflitto, faccio appello al governo italiano affinché in nessun caso dia disponibilità per l’uso delle basi NATO e americane che ospitiamo sul nostro territorio. Facciamo nostre le parole di pace e disarmo del Cardinale Parolin. È il momento di un ritorno alla ragione affinché cessi una follia che può portare alla terza guerra mondiale.»
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La guerra avanza: siamo tutti a rischio!
CON I NOSTRI CORPI FERMIAMO LA GUERRA GLOBALE.
IL GOVERNO ITALIANO NON PARTECIPI ALLA GUERRA.
Link cliccabile: https://arci-it.zoom.us/j/83746931438?pwd=naBo7a7dfSRMGDXwQUFiSUU1pfZBsR.1
Onore a suor Teresa Tambelli (1884 – 1964): la Gigi Riva della Carità.
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Su Kalaritanamedia: https://www.kalaritanamedia.it/la-santa-sede-approva-le-virtu-eroiche-di-suor-teresa-tambelli/
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Una breve biografia
Suor Teresa, al secolo Maria Olga Tambelli, nacque 17 gennaio 1884 a Revere (Mantova),