-
Editoriale
-
Insieme per la pace disarmata
Insieme per la pace disarmata.
———————
(Ver. 1.2 – approvazione online del 17/06/2025)Comitato “Insieme per la Pace disarmata”
Evento regionale per la pace a Cagliari – 29 Giugno 2025
Le organizzazioni firmatarie del presente documento convengono di costituire insieme un nuovo comitato informale che assume la denominazione di “Insieme per la Pace disarmata”. Il comitato si pone come primo obiettivo collettivo lo svolgimento di un evento per la pace con carattere regionale, a Cagliari, il prossimo 29 giugno, organizzato in due momenti:
- Dalle 9,30 alle 13: assemblea aperta presso il Teatro Sant’Eulalia ed eventualmente presso la Sala del “Teatro del Sale” in Via Falzarego;
- Dalle 18 alle 22: evento di sensibilizzazione pubblica all’aperto, con contributi artistici e di vario genere.
Le organizzazioni aderenti si riconoscono nel seguente
Documento fondativo
La pace, la vita, la salute, il lavoro, la casa, l’ambiente, la giustizia sociale e l’eguaglianza sostanziale, le libertà civili e politiche, le libertà di espressione, di opinione e di protesta sono diritti irrinunciabili di ogni individuo, a prescindere dalla nazionalità, dalla residenza, dall’etnia, dal genere, dalla religione e da qualsiasi altra caratteristica personale o di gruppo. Intendiamo perciò contribuire a realizzarne la tutela e la piena attuazione adottando ogni iniziativa politica, sociale, culturale, ecc., utile al bene comune, insieme alla lotta nonviolenta attiva contro ogni ingiustizia.
Crediamo che la Pace si ottenga con l’impegno di ogni cittadina e cittadino, corpo intermedio, istituzione nazionale e sovranazionale, volto alla costruzione del bene comune dei popoli, all’inclusività, alla cooperazione ed alla solidarietà, all’eliminazione di ogni forma di discriminazione, all’esigibilità sostanziale dei diritti delle persone. Perciò intendiamo impegnarci tutti e tutte insieme, nei nostri ambiti, per contribuire alla costruzione di un mondo più a misura di ogni persona umana.
La nostra azione è tesa ad evitare ogni violenza, istituzionale, di gruppo o individuale, ogni guerra e ogni atto di terrorismo, affrontandone ed eliminandone le cause attraverso l’esercizio della politica a tutti i livelli e adottando la nonviolenza attiva quale metodo per la risoluzione dei conflitti.
Vogliamo impegnarci nella promozione di una cultura e di una pedagogia della pace, del disarmo, della nonviolenza che influisca sulle coscienze, sull’educazione e sulla politica, che costruisca relazioni interpersonali, sociali e internazionali fondate sulla trasformazione nonviolenta dei conflitti, nell’incontro creativo delle differenze e delle divergenze e nel superamento del mito della guerra, del nemico, della vittoria.
Rispetto ad ogni guerra, e ad ogni atto di violenza, stiamo sempre dalla parte delle vittime. Ciò vale per tutte le guerre in ogni parte del mondo: il conflitto armato tra Russia e Ucraina, le guerre del Sud-Sudan, dello Yemen e del Congo, il massacro in atto in Palestina, ecc., ecc..
In ogni conflitto armato vediamo vittime innocenti, sia tra i civili non combattenti che tra il personale militare, spesso mandato a combattere e morire contro la sua volontà, in nome di falsi ideali patriottici, a causa della prepotenza di chi li governa. Noi stiamo attivamente dalla loro parte in maniera nonviolenta, convinti che il ripudio della guerra, sancito anche dall’art.11 della Costituzione Italiana, sia necessariamente da interpretare riorientando ogni sforzo istituzionale e di popolo verso la costruzione della pace.
La guerra è un crimine contro l’umanità; noi rifiutiamo una morale astratta e chiediamo la tutela del diritto delle persone alla vita e alla libertà in sintonia con la nostra Costituzione e con la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Esprimiamo una fortissima preoccupazione per il piano di riarmo europeo inteso non solo come mezzo per risolvere positivamente le controversie, ma addirittura come opportunità di sviluppo.
Chiediamo che l’ONU riprenda la missione originaria di luogo di confronto e di soluzione pacifica delle controversie e lo faccia senza posizioni dominanti per nessuno.
Rifiutiamo ogni piano di riarmo europeo o nazionale e ogni tentativo di far passare l’idea che con una maggiore presenza di armi e di forze armate si possa perseguire la pace. La produzione di armi segue le leggi del mercato, perciò più armi si producono, più verranno utilizzate, in maniera da poterne produrre ancora e ancora.
Rifiutiamo la propaganda bellica di ogni tipo, attuata attraverso una sempre più frequente presenza delle forze armate nelle scuole e nelle università e mediante una pervicace commistione tra iniziative sanitarie, sportive, culturali, artistiche e forze armate. Cittadini e cittadine non sono clienti da imbonire ma persone consapevoli, titolari di diritti, alle quali non si può dare per pietà ciò che sarebbe dovuto per legge, come una sanità efficiente ed una società vivibile in tutti i suoi aspetti.
Ci opponiamo all’uso del territorio della Sardegna a fini di addestramento militare e di sperimentazione di nuove tecnologie belliche, o civili potenzialmente pericolose, alla produzione ed esportazione di ordigni bellici, alle speculazioni energetiche e industriali di qualsiasi genere, svolte senza rispetto alcuno per la volontà delle persone che abitano i territori coinvolti e per l’ambiente naturale terrestre e marino della nostra isola. Chiediamo la riconversione civile e sostenibile della RWM Italia S.p.a., fabbrica di armamenti di proprietà del gruppo tedesco Rheinmetall, situata tra i comuni di Iglesias e Domusnovas, insieme alla bonifica e alla restituzione ai sardi delle aree attualmente soggette a servitù militari.
Vogliamo impegnarci a promuovere nella nostra isola lo sviluppo di un’economia pacifica e sostenibile, che ne salvaguardi anche le lingue e le tradizioni, attualizzandole dinamicamente, e che consideri il suo l’ambiente naturale e sociale come eredità da preservare e ripristinare in maniera da poterlo lasciare a chi verrà dopo di noi senza pregiudicarne il futuro. Preservando l’ambiente difendiamo la salute.
Elenco delle organizzazioni firmatarie (17/06/2025)
Read More »
1. ADIQUAS. ASSOCIAZIONE DIFESA QUALITÀ AMBIENTE E
SALUTE. NURAXI FIGUS
2. ANPI Carbonia
3. ANPI Provinciale di Cagliari
4. ANPI sezione di Iglesias
5. APS Oscar Romero
6. APS RIMETTIAMO RADICI
7. ARCI SARDEGNA APS
8. Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII zona Sardegna-Lazio-Campania
9. Associazione Amicizia Italia -Cuba
10. Associazione Antonio Gramsci Cagliari
11. Associazione culturale 25 Aprile
12. Associazione Culturale Carovana S. M. I. (Suono Movimento Immagine)
13. ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE MEDICI PER L’AMBIENTE -
ISDE ITALIA – SEZIONE SARDEGNA
14. Associazione per Antonio Gramsci di Ghilarza
15. Associazione Sarda Contro l’emarginazione
16. Assotziu Consumadoris Sardigna
17. Casa del popolo Carbonia
18. Circolo Territoriale Sardo Costituente Terra
19. COBAS SCUOLA SARDEGNA
20. Collettivo Comunista (marxista-leninista) di Nuoro
21. Collettivo Malarittas
22. Comitato Fermiamo la guerra Sassari
23. Comitato Riconversione Rwm
24. Comunità La Collina – Serdiana
25. Confederazione Sindacale Sarda- CSS
26. Due ruote di speranza
27. Gabriele Casu – Bioarchitettura e Paesaggio
28. Gruppo di lettura di Monserrato
29. Italia Nostra Sardegna
30. Le Radici del Sindacato – Sardegna, area alternativa in CGIL
31. Link Legami di Fraternità APS
32. Maieutica Aps
33. MEDICINA DEMOCRATICA Sardegna
34. Mesa Noa Food Coop Società Cooperativa
35. Movimento dei Focolari – Iglesias
36. Movimento Nonviolento Sardegna
37. Movimento Umanità Nuova Sardegna
38. Non una di meno – nodo di Cagliari
39. Odv consultiamoci
40. Oscar Romero Associazione di Promozione Sociale
41. Partito Comunista Italiano – Sardegna
42. Partito della Rifondazione Comunista della Sardegna
43. Potere al Popolo Sardegna
44. Quartu No Tyrrhenian Link
45. Rete Insegnanti Sardegna
46. Rete Radié Resch, Associazione di solidarietà internazionale – Cagliari
47. Rete Warfree – Lìberu dae sa gherra
48. Rivista Camineras
49. Sa Defenza
50. Sardegna chiama Sardegna
51. Sardegna Possibile
52. Sardigna Libera /Rete Sarda difesa Sanità Pubblica
53. Sardigna Natzione Indipendentzia
54. Scuola Civica di Politica La Città in Comune
55. Sinistra Futura Sardegna
56. Studio archicart@
57. TAJRA’ APS
58. TA VOLA SARDA DELLA PACE
59. Teatro del Sale Cagliari
60. Terra di Canaan
61. Theandric Teatro Nonviolento
================================================================
-
Countatti
- 1431129Totale visitatori:
- 31Oggi:
Siti istituzionali
Editoriali
Stampa sarda online e altri blog
- Breaking Italy
- ComuneCagliariNews
- Democraziaoggi
- Fondazione di Sardegna
- Fondazione Sardinia
- Istituto Gramsci Sardegna
- Rocca
- SardegnaLavoro
- SardegnaSoprattutto
- Scuola di Cultura Politica Francesco Cocco
- Teorema, rivista sarda di cinema
- Tramas de Amistade
- Vanni Tola Blog
- Vito Biolchini Blog
- x – Aladinpensiero News online
- x – Cagliari pad
- x – Cagliari Post
- x – CagliariNews online
- x – Casteddu online
- x – Focus Sardegna
- x – giuseppemelis blog
- x – il manifesto sardo
- x – Il Portico – pagina fb
- x – Il risveglio della Sardegna
- x – Il sardingtonpost.it
- x – Kalaritanamedia.it
- x – L'Unione Sarda online
- x – La Nuova Sardegna online
- x – lariflessionepolitica.politics.blog
- x – ReportSardegna24
Mondo ALADIN e dintorni
- Aladin Pensiero, pagina fb ufficiale
- Aladinews Fomento Impresa (wp)
- Aladinpensiero Associazione socio-culturale (fb)
- Amici Sardi della Cittadella di Assisi [fb]
AService Studio
- Bomeluzo
- Cittàquartiere – Senzaquartiere (wp)
- Comitato Casa del quartiere di Is Mirrionis
- Comitato No armi – Trattativa subito
- Comunità di San Rocco – Cagliari
- Comunità La Collina – Serdiana pag, fb
- Giornalia
- I ragazzi di Palabanda – Circolo culturale. Pagina fb
- Lettori
- Linguaggio Macchina
- Osservatorio Beni Comuni Sardegna – Blog wp
- Osservatorio BeniComuni Sardegna – pagina fb
- Patto per la Sardegna – Cuncordiu po sa Sardigna [pagina fb]
- Promedia
- Scuola Popolare di Is Mirrionis
- TTecnologico
- x – CagliariNews online
- Z – Archivio Cittàquartiere Nuova Serie (cover)
Comunicazione Media, Associazionismo ed Eventi
- Agire Politica/mente
- Alleanza contro la povertà
- ANCI Fondazione Patrimonio Comune
- Appunti di cultura e politica
- Arkimastria – pagina fb
- Articolo21News
- Askesis
- Associazione Laudato Si’ – Un’alleanza per il clima, la Terra e la giustizia sociale
- Associazione Nino Carrus
- Associazione Nino Carrus – Pagina fb
- Associazione UniCa Alumni
- ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo
- Benicomunisovrani
- Blog di Enzo Bianchi
- Bottega P'Artigiana
- Casa del Quartiere – Is Mirrionis
- Casa della madia
- chiesadituttichiesadeipoveri
- CittàNuova
- Co.mu.net – Officine Corsare APS
- Collettiva.it
- Comitato No armi – Trattativa subito
- Comunet officine corsare fb
- CONnessioni
- Cortile dei Gentili
- Cospe onlus
- Costituente Terra
- CRS – Centro Riforma dello Stato
- Domani quotidiano
- Economiasolidale
- Euricse
- Europe Direct Sardegna
- Farmacia politica Cagliari [fb]
- Fondazione Adriano Olivetti
- Forum Disuguaglianze Diversità
- ForumTerzoSettore
- FridaysForFuture.Cagliari
- Fridaysforfuture.Oristano
- Fridaysforfuture.Sassari
- Frydayforfuture. Nuoro
- GCAP Italia
- Giornalia
- Il Corriere della sera online
- Il fatto quotidiano
- Il giornale delle Fondazioni
- il manifesto online
- ilfarosulmondo
- Istituto Gramsci della Sardegna
- Italiachecambia
- JacobinItalia
- Kalaritanamedia.it
- Koinonia online
- La Repubblica online
- La società della cura
- La Stampa online
- LabSus
- lavialibera news
- Left
- LInkiesta
- Malik Associazione
- Mediterranea Hope
- Migrantes, Diocesi di Cagliari
- minima&moralia blog
- Movimento per la Sardegna – Sardi nel mondo
- Nemesi magazine
- Officina dei saperi
- Ordine dei Giornalisti (sito italiano)
- Ordine Giornalisti Sardegna
- Osservatorio Zeta (beni comuni)
- Pastorale Sociale Lavoro Diocesi Cagliari
- PoliticaIsieme.com
- ProPositivo.eu
- Radio Kalaritana pagina fb
- Reddito di Cittadinanza (gov.)
- ReI
- REIS
- Religión Digital
- Riusiamolitalia
- Sala stampa vaticana
- salviamoilpaesaggio.
- SaturdaysForFuture
- Sbilanciamoci!
- scarp de'tenis
- Scuola di Economia Civile
- Scuola di meditazione – Cagliari
- Scuola Politica Nuovo Millennio
- SecondoWelfare
- Settimane Sociali dei Cattolici
- Sibec
- Sito web Giorgio Polo
- Socioeco
- Solidarius Italia
- Susy Economia sociale e solidale
- Terras Associazione culturale
- UCSI
- UNIPACE
- Valori. Notizie di finanza etica ed economia sostenibile
- Vita.it – La voce del non profit
- Volerelaluna
- ZoomSud giornale online
Impegnati per la Costituzione e per lo Statuto
- ANPI
- ANPI provincia Cagliari
- ANPI Sassari (fb)
- C3dem Costituzione, Concilio, Cittadinanza
- Comitati sardi per la democrazia costituzionale (fb)
- Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria (CoStat)
- Confederazione Sindacale Sarda (CSS)
- Coordinamento per la democrazia costituzionale – pagina fb
- Coordinamento per la democrazia costituzionale [sito web ufficiale]
- Gruppo di Lavoro per il Lavoro (Lavoro al Quadrato) del Comitato d'Iniziativa Sociale Costituzionale e Statutaria
ESS Sussidiarietà BPC Terzo Settore
# - Agenda Onu 2030-Laudato sì'
- Agenda Onu 2030 su ASviS
- ASviS
- Futuranetwork di ASviS
- Alleanzaagisce ASviS
- Movimento mondiale cattolico per il clima
- La Nuova Ecologia – fb
- Laudato sì'
- Fratelli tutti
- Evangelii Gaudium
- Documento sulla “Fratellanza Umana per la Pace Mondiale e la convivenza comune” firmato Papa Francesco e dal Grande Imam Ahamad al-Tayyib (Abu Dhabi, 4 febbraio 2019)
- Economy of Francesco
- Dilexit nos
COSTITUENTE TERRA
SINODO e cammini sinodali
- C3dem Costituzione Concilio Cittadinanza
- CEI Il cammino sinodale della Chiesa in Italia
- Chiesa battista di Cagliari [fb]
- Cittadella di Assisi – Pro Civitate Christiana
- Concilio Vaticano II, dichiarazioni: Nostra aetate
- Concilio Vaticano II: Dei Verbum
- Concilio Vaticano II: Gaudium et Spes.
- Concilio Vaticano II: Lumen Gentium
- Concilio Vaticano II: Sacrosanctum concilium
- Fondazione CMM Cattedra dei non credenti
- Laudate Deum Esortazione apostolica 4/10/2023
- Patto per la Sardegna – Cuncordiu po sa Sardigna [fb]
- SettimanaNews
- SINODO CHIESA UNIVERSALE. Sito ufficiale Segreteria generale
- SINODO. Il sito dedicato della Diocesi di Cagiari
- Un Sinodo per camminare insieme
Costituente Terra
Notiziario n. 45 del 9 settembre 2021
Dal fallimento al progetto
Cari Amici,
come abbiamo scritto nella nostra ultima newsletter del 30 agosto la caduta di Kabul e la rotta degli Stati Uniti e dei loro alleati dall’Afghanistan, è un evento che ha un valore simbolico epocale, paragonabile al crollo del muro di Berlino del 9 novembre 1989. Quell’evento segnò la fine di un’epoca, la fine del mondo bipolare, del confronto politico, strategico e militare fra le due superpotenze uscite vincitrici dalla seconda guerra mondiale, un conflitto. che aveva congelato le nazioni nella morsa della guerra fredda; l’abbandono dell’Afghanistan rappresenta per contro il fallimento della risposta dell’Occidente a quella crisi e segna la fine dell’ordine globale instaurato dopo la caduta del comunismo e dell’ordine bipolare. Ne esce sconfitta la pretesa dell’Occidente di sostituirsi al socialismo scomparso instaurando un unico dominio su un mondo ridotto alla propria misura e finisce il sogno degli Stati Uniti di dar corso a un nuovo secolo americano.
Questa analisi, poi ripresa da Domenico Gallo e largamente circolata sui social, suggerisce una lettura di largo respiro degli eventi in corso ai fini di non farne andare perduta la lezione. Un tentativo analogo di interpretazione del ferragosto afghano all’altezza della portata dell’evento è stato compiuto, in un’intervista all’agenzia RIA Novosti, da Mikail Gorbaciov, che era stato a suo tempo protagonista di un’analoga esperienza, avendo nel 1989 ordinato il ritiro delle truppe sovietiche dall’Afghanistan. L’autocritica di Gorbaciov sull’errore sovietico di voler trapiantare il comunismo in Afghanistan è diventata così la critica agli Stati Uniti e alla loro pretesa di volervi impiantare la democrazia: “era fin dall’inizio un’impresa fallita – ha detto il leder della perestroika – anche se nella prima fase la Russia l’ha sostenuta. Come molti progetti simili, si basava su un’esagerazione della minaccia e su concetti geopolitici poco chiari”, ciò a cui si erano aggiunti “tentativi irrealistici di democratizzare una società multi-tribale”.
Il giudizio di Gorbaciov è tanto più significativo perché la sua decisione di porre termine all’avventura sovietica in Afghanistan si inseriva allora in un grande progetto volto a instaurare con l’Occidente un nuovo ordine mondiale basato sulla rinuncia alle armi nucleari e sulla nonviolenza, progetto che aveva trovato espressione nella dichiarazione di Nuova Delhi che il capo dell’URSS aveva firmato il 26 novembre 1986 con il leader indiano Rajiv Gandhi, tre anni prima della rimozione del muro di Berlino. Si trattava, come recitava quel testo, di costruire un mondo fondato sul diritto, sulla coesistenza pacifica e sulla considerazione della “vita umana come valore supremo”, Quella proposta , avanzata a nome di un miliardo di persone, un quinto dell’umanità, tale essendo allora l’entità dei popoli dell’URSS e dell’India messi insieme, fu del tutto ignorata dall’Occidente che puntava invece alla sconfitta della Russia sovietica e a dar vita a quel bel mondo unipolare che poi è riuscito a costruire. Tuttavia la rilettura della dichiarazione di Nuova Delhi è quanto mai utile perché mostra che un mondo diverso può essere concepito. e perché il fallimento della politica di dominio di una grande Potenza – ieri l’Unione Sovietica, oggi gli Stati Uniti – invece che condurre a scelte ancora più nefaste può essere l’occasione, come fu sperato allora, per mettere in cantiere un ordine mondiale di pace, di giustizia economica e di salvaguardia e risanamento dell’ambiente, al fine di garantire la sopravvivenza dell’umanità: che è appunto ciò che oggi siamo chiamati a fare. Perciò la dichiarazione di Nuova Delhi, che fu pubblicata in Italia solo dalla rivista “Bozze 87”, si può considerare un precedente dell’attuale movimento per instaurare una Costituzione della Terra.
Una valutazione negativa delle politiche di ingerenza delle grandi Potenze in contesti politici e culturali diversi per imporvi i propri modelli è stata espressa anche dal papa nella sua intervista alla radio spagnola Cope, sulla scia di un giudizio formulato in un incontro a Mosca tra Angela Merkel e Vladimir Putin: “Bisogna porre fine alla politica irresponsabile di intervenire dall’esterno e costruire la democrazia in altri Paesi, ignorando le tradizioni dei popoli” ha detto il papa citando Putin e la Merkel. Questo vuol dire che la democrazia non può varcare i confini dei Paesi in cui è già istituita? Se così fosse nemmeno una Costituzione mondiale potrebbe essere pensata. Però la via è un’altra: occorre diffondere nel mondo la cultura della democrazia e renderla effettiva dove almeno formalmente esiste. La democrazia è infatti la condizione indispensabile per dar vita a istituzioni che realizzino e garantiscano i grandi valori costituzionali della pace, del diritto, della pari dignità di uomini e donne, della libertà di pensiero e di religione, della giustizia sociale: e proprio la tragedia che si sta consumando in Afghanistan nella transizione dagli occupanti pseudoliberali d’Occidente ai talebani integralisti delle scuole coraniche intransigenti ne rivela la necessità e l’urgenza. Nell’ “Angelus” del 5 settembre il papa ne ha indicato lo strumento, che è quello dell’educazione, che è anche educazione alla democrazia, a cominciare dai giovani: “Possano i giovani afghani – ha detto Francesco – ricevere l’istruzione, bene essenziale per lo sviluppo umano. E possano tutti gli afghani, sia in patria, sia in transito, sia nei Paesi di accoglienza vivere con dignità, in pace e fraternità coi loro vicini”.
Dalle armi alla cultura, dal dominio all’educazione reciproca, all’ascolto e al dialogo: non è questa la grande rivoluzione da fare?
Nel sito potete trovare l’articolo di Domenico Gallo e un’opinione di Paula Guerra Cáceres sull’arroganza della cultura dell’Occidente sia riguardo a ciò che accade in Afghanistan che riguardo alle culture e alle storie “altre”; nel sito “Biblioteca di Alessandria” potete trovare la dichiarazione di nuova Delhi del 1986, richiamata in questa lettera.
Con i più cordiali saluti
www.costituenteterra.it
————————-
Il pensiero che aprì il Muro
LA DICHIARAZIONE DI NUOVA DELHI DEL 27 NOVEMBRE 1986
Tre anni prima della rimozione del muro di Berlino Mikhail Gorbaciov e Rajiv Gandhi a nome dell’URSS e dell’India, un quinto dell’umanità, chiedevano un totale rovesciamento della politica di dominio e di guerra e proponevano di costruire un mondo libero dalle armi nucleari e non violento in cui la vita umana fosse considerata il valore supremo. Il messaggio fu del tutto ignorato in Occidente
Il testo del documento firmato a Nuova Delhi dai leaders sovietico e indiano
L’umanità si trova oggi ad una decisiva fase di svolta della propria storia. L’arma nucleare minaccia di distruggere non solo quanto l’uomo ha realizzato nei secoli, ma anche lo stesso genere umano e persino la vita sulla Terra. Nell’era nucleare gli uomini debbono elaborare una nuova mentalità politica, una nuova concezione della pace, che sia una garanzia certa di sopravvivenza dell’umanità. La gente vuole vivere in un mondo più sicuro e più giusto. L’umanità merita un destino migliore, non deve essere ostaggio del terrore nucleare e della disperazione. Occorre cambiare la situazione internazionale venutasi a determinare e costruire un mondo libero dall’ordigno nucleare, libero dalla violenza e dall’odio, dal terrore e dal sospetto.
Il mondo che abbiamo ereditato appartiene alle generazioni presenti e future, il che impone di dare priorità ai valori universali. Occorre riconoscere il diritto di ogni popolo e di ogni persona alla vita, alla libertà, alla pace ed alla ricerca della felicità. E’ necessario rinunciare all’uso della forza e alla minaccia del suo impiego. Dev’essere rispettato il diritto di ogni popolo ad una scelta propria: sociale, politica e ideologica. Dev’essere respinta la politica volta ad affermare la supremazia di alcuni su altri. La crescita degli arsenali nucleari, la messa a punto delle armi spaziali minano la convinzione unanimemente riconosciuta, secondo cui la guerra nucleare non deve essere mai scatenata e non può essere vinta da nessuno.
A nome di oltre un miliardo di uomini, donne e bambini dei nostri due paesi amici, che insieme fanno un quinto dell’umanità intera, rivolgiamo ai popoli ed ai dirigenti di tutti i paesi l’appello ad intraprendere azioni immediate, che debbono portarci verso un mondo senz’armi di sterminio di massa, senza guerre.
Pienamente consapevoli della nostra comune responsabilità per le sorti dei nostri paesi e dell’umanità intera, noi proponiamo i seguenti princìpi per la costruzione di un mondo libero dagli armamenti nucleari e dalla violenza:
1. La coesistenza pacifica deve diventare una norma universale dei rapporti internazionali:
nell’era nucleare è indispensabile ristrutturare le relazioni internazionali, affinché il confronto sia soppiantato dalla cooperazione e le situazioni di conflitto siano risolte con mezzi politici pacifici e senza ricorrere alle armi.
2. La vita umana dev’essere considerata il valore supremo:
il progresso e lo sviluppo della civiltà umana possono essere assicurati in condizioni di pace e soltanto dal genio creativo dell’uomo.
3. La nonviolenza dev’essere alla base della vita della comunità umana:
la filosofia e la politica fondate sulla violenza e sull’intimidazione, sulla disuguaglianza e sull’oppressione, sulla discriminazione di razza, di fede religiosa o di colore della pelle sono immorali e inammissibili. Esse sprigionano uno spirito di intolleranza, sono deleterie per le nobili aspirazioni dell’uomo e negano tutti i valori umani.
4. La comprensione reciproca e la fiducia devono sostituire la paura e il sospetto:
la sfiducia, la paura e il sospetto fra i paesi e i popoli alterano la percezione del mondo reale. Generano tensione e, in ultima analisi, arrecano danno a tutta la comunità internazionale.
5. Deve essere riconosciuto e rispettato il diritto di ogni Stato all’indipendenza politica ed economica:
è necessario instaurare un nuovo ordine mondiale per garantire giustizia economica e uguale sicurezza politica per tutti gli Stati. La cessazione della corsa agli armamenti è il presupposto necessario per l’instaurazione di un simile ordine.
6. Le risorse impiegate per gli armamenti devono essere volte ad assicurare lo sviluppo sociale ed economico:
soltanto con il disarmo si possono disimpegnare ingenti risorse supplementari, necessarie alla lotta contro l’arretratezza economica e la miseria.
7. Devono essere garantite le condizioni necessarie per uno sviluppo armonioso della personalità:
tutti i paesi devono operare insieme per risolvere i problemi umanitari maturi e cooperare nel campo della cultura, dell’arte, della scienza, dell’istruzione e della medicina, per uno sviluppo completo della personalità. Un mondo senza armi nucleari e senza violenza aprirà grandiose prospettive a questo riguardo.
8. Il potenziale materiale e intellettuale dell’umanità deve essere utilizzato per risolvere i problemi globali:
è necessario trovare la soluzione di problemi globali quali il problema alimentare e quello demografico, la liquidazione dell’analfabetismo, la tutela dell’ambiente circostante attraverso un impiego razionale delle risorse della terra. Gli Oceani, il fondo marino e lo spazio cosmico sono patrimonio comune dell’umanità. La cessazione della corsa agli armamenti creerà le migliori condizioni per raggiungere tale obiettivo.
9. La sicurezza internazionale globale deve prendere il posto dell’«equilibrio del terrore»:
il mondo è uno e la sua sicurezza è indivisibile. Est e Ovest, Nord e Sud, indipendentemente dai sistemi sociali, dalle ideologie, dalle religioni e dalle razze, devono essere uniti nella fedeltà al disarmo e allo sviluppo;
la sicurezza internazionale può essere garantita con l’adozione di misure globali nel campo del disarmo nucleare, mediante tutti i mezzi accessibili e concordati di controllo, nonché con l’adozione di misure di fiducia e con una giusta composizione politica dei conflitti regionali attraverso trattative pacifiche e con la cooperazione nei campi politico, economico e umanitario.
10. Un mondo libero dalle armi nucleari e nonviolento richiede misure concrete e urgenti volte al disarmo:
Ci si può arrivare attraverso la stipulazione di accordi concernenti:
– la totale eliminazione degli arsenali nucleari entro la fine di questo secolo;
– l’inammissibilità della dislocazione di armi di qualsiasi tipo nello spazio, che è patrimonio comune dell’umanità;
– la totale interdizione degli esperimenti dell’arma nucleare;
– il divieto di creare nuovi tipi di armi di sterminio di massa;
– la messa al bando delle armi chimiche e l’eliminazione delle loro scorte;
– l’abbassamento dei livelli degli armamenti convenzionali e delle forze armate.
Finché le armi nucleari non saranno liquidate, l’Unione Sovietica e l’India propongono di stipulare immediatamente una convenzione internazionale che vieti l’uso delle armi nucleari o la minaccia di esso. Ciò rappresenterebbe un grosso passo concreto sulla via del disarmo nucleare totale.
La costruzione di un mondo libero dalle armi nucleari e nonviolento esige una trasformazione rivoluzionaria della mentalità degli uomini, l’educazione dei popoli nello spirito della pace, il rispetto reciproco e la tolleranza. Occorre vietare la propaganda della guerra, dell’odio e della violenza e rinunciare agli stereotipi della mentalità di chi vede un nemico in altri paesi e popoli.
La saggezza consiste nel non permettere che si accumulino e si aggravino i problemi globali, poiché evitare di risolverli oggi richiederà domani maggiori sacrifici.
Grande è il pericolo che incombe sull’umanità. Ma quest’ultima dispone di ingenti forze per scongiurare la catastrofe e aprire la strada che conduce ad una civiltà senza armi nucleari. La coalizione della pace, che sta accumulando le forze e che unisce gli sforzi del movimento dei non allineati, del gruppo dei «Sei», di tutti i paesi, partiti politici e organizzazioni sociali amanti della pace, ci dà motivo di speranza e di ottimismo. E’ arrivato il momento di azioni decisive e improrogabili.
Dalla rivista “Bozze 87”, gennaio/febbraio 1987, anno decimo, numero 1, pp. 17-21
Questa dichiarazione non fu pubblicata in Occidente.