Oggi a Cagliari e in tutta Italia
30 SETTEMBRE 2023 – GIORNATA DI MOBILITAZIONE PER KHALED EL QAISI
SIT-IN DAVANTI ALLE SEDI RAI
Da ormai un mese Khaled El Qaisi si trova nelle carceri israeliane senza un’accusa e senza che vi siano le minime condizioni per un giusto processo, in violazione del diritto internazionale.
I media, e in particolare la Rai, che dovrebbe fornire un servizio pubblico, tacciono. Non solo davanti al trattamento riservato a un cittadino palestinese, ma in questo caso a un cittadino italiano.
E’ evidente che questo silenzio sia dovuto a ragioni politiche. Pensiamo a un caso analogo: la massiccia campagna per la liberazione di Patrick Zaky è stata giustificata dal fatto che lui fosse sottoposto a una persecuzione politica e dall’elevato rischio di tortura. Gli stessi elementi sono presenti nel caso di Khaled, ma in maniera ancora più grave: nelle carceri israeliane infatti non c’è il rischio della tortura, bensì la certezza quasi assoluta, come dicono i rapporti ONU, dell’Unione Europea, delle associazioni palestinesi e israeliane.
Le autorità israeliane hanno arrestato un cittadino non loro in un territorio che occupano militarmente e lo hanno deportato al di fuori di quel territorio. Lo Statuto di Roma, di cui sia l’Italia che la Palestina sono firmatarie, afferma che la deportazione, il trasferimento e la detenzione illegale sono crimini di guerra. Perché questi fatti sono trascurati dalle istituzioni e dai media se si parla di Israele? Chiaramente la salvaguardia dei rapporti politici ed economici che legano Italia e Israele è più importante del rispetto della legge internazionale e della libertà di Khaled.
È un dovere per lo stato italiano attivarsi con ogni mezzo necessario, affinché un proprio cittadino arrestato senza accusa in uno Stato straniero venga liberato e veda i propri diritti umani rispettati. E’ un dovere per i media italiani fare una corretta analisi e informazione nel rispetto della persona e dei diritti di un proprio concittadino.
Questa vicenda dimostra un fatto costantemente trascurato: se possiedi la cittadinanza palestinese, anche se contemporaneamente hai la cittadinanza di un paese che riconosce e sostiene Israele, come l’Italia, per le autorità israeliane non fa alcuna differenza. Israele non riconosce la doppia cittadinanza per chi è palestinese, come ha ampiamente dimostrato a maggio dell’anno scorso assassinando Shireen Abu Akleh, giornalista palestinese di Al Jazeera con cittadinanza statunitense.
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Ci troviamo SABATO 30 SETTEMBRE alle ORE 16:30 davanti alle sede RAI in VIALE BONARIA 124 per chiedere subito un’informazione rispettosa e degna sulla situazione di Khaled e la sua immediata liberazione.
Iniziativa che aderisce all’appello del “COMITATO FREE KHALED”
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Aggiornamento 2 ottobre 2023
https://ilmanifesto.it/
Khaled liberato!
Scarcerato Khaled El Qaisi
Michele Giorgio su il manifesto
ISRAELE/CISGIORDANIA
Lo hanno deciso domenica mattina i giudici israeliani ma dovrà rimanere a Betlemme per almeno una settimana