Corrado Passera: «Con le start-up rilanciamo l’occupazione»

  • ASPETTANDO GODOT. Riprendiamo integrale un articolo del  Corriere della Sera on line di oggi 27 settembre 2012, aspettando domani, nella speranza che il Consiglio dei ministri adotti gli auspicati provvedimenti per favorire la nascita e lo sviluppo delle star up, così come suggeriti dal rapporto Restart Italia.

IL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO A TECHCRUNCH ITALY «Con le start-up rilanciamo l’occupazione». Venerdì il giorno della presentazione del pacchetto «Crescita2» per stimolare la ricerca e l’innovazione

di   FABIO SAVELLI  (inviato del Corriere della Sera)

ROMA – Le domande, la richiesta di suggerimenti proprio a loro, gli startupper. Coloro i quali dovrebbero rilanciare la cultura dell’innovazione di prodotto in un Paese in cui ricerca e sviluppo sono sostantivi-spot per convegni (spesso) auto-referenziali. Al bando le photo-opportunity, le accuse di presenzialismo, Corrado Passera gioca in contropiede e decide di rivolgersi a loro. Gli ipotetici destinatari del decreto Crescita2 – più volte annunciato e ora sembra limato nei minimi dettagli per essere approvato dal Consiglio dei ministri (venerdì dovrebbe essere il gran giorno, al massimo sabato) – di una serie di misure per far ripartire il Paese, soprattutto per fare il Restart dell’Italia (come il nome del documento redatto da 12 saggi per incoraggiare la nascita di imprese ad alto contenuto tecnologico).

GLI STARTUPPER – I (presunti) Zuckerberg, Larry Page, Bill Gates il ministro li trova davanti a sé di primo mattino a Techcrunch Italy, il primo evento italiano organizzato dalla «Bibbia» dell’informazione tecnologica online. Daniele, Stefano, Gianluca, Andrea sono alcuni di loro. Età compresa tra i 20 e i 40 anni rispondono alle domande del ministro: «Di cosa vi occupate, come posso aiutarvi?», chiede loro Passera inseguito da un «codazzo» di giornalisti. «Credito, capitale, remunerazione degli investitori – dice. – Tutto questo vedrete all’interno del decreto. Destinato a giovani e non giovani (senza, quindi, il vincolo anagrafico sul quale il web si era scatenato nei giorni scorsi per criticare le mosse governative, ndr). Per stimolare le imprese hi-tech a nascere e a strutturarsi, collegandole a centri di ricerca e università e abbattendo il costo del lavoro (anche se su un ipotetico contratto ad hoc per le start-up ci sarebbe più di qualche resistenza, ndr).

IL DOCUMENTO – In soldoni il ministro per lo Sviluppo economico conferma l’impianto del documento di oltre 150 pagine redatto da una task-force di 12 saggi, tra i quali venture capitalist, gestori, startupper, consulenti, esperti di cultura digitale presentato pubblicamente il 13 settembre. Con una serie di varianti – sui quali si sta concentrando il lavoro dei tecnici ministeriali – e con una serie di misure incentivanti, dall’Iva per cassa per le start-up, calcolando le imposte sulle base dei flussi di cassa reali, allo sgravo Irap, fino alla facoltà di remunerare le prestazioni di lavoro dei fornitori esterni con quote di capitale delle società stesse. L’obiettivo – temerario – è realizzare una serie di micro Silicon Valley capace di competere tra loro attraverso la mobilitazione degli enti locali e delle istituzioni universitarie sul territorio. Perché no, attraverso degli spin off di aziende e centri di ricerca.

IL TERRENO FERTILE – «Vogliamo creare un terreno fertile – aggiunge Passera – per sviluppare la già ottima cultura imprenditoriale del nostro Paese, dotando chi ha un’idea e un business plan della possibilità di attingere a dei finanziamenti con facilità e senza complicazioni burocratiche». La cinghia di trasmissione del credito dovrebbe avvenire – per chi soddisferà una serie di requisiti (percentuale di ricerca e sviluppo, fatturato non superiore ai 5 milioni di euro e aziende con non più di 4 anni di vita) – attraverso un fondo dei fondi, la cui dotazione economica oscillerebbe tra i 50 e i 100 milioni di euro – capace di ripartire a cascata le risorse attraverso l’intermediazione di incubatori, business angels e venture capitalist per supportare le idee più innovative. Incoraggiando sul lungo termine anche la loro quotazione in Borsa. Il pacchetto dovrebbe interessare tutti i settori produttivi, con una particolare inclinazione per l’internet economy, cui farebbero da appoggio investimenti in infrastrutture per la banda larga inserite nell’Agenda Digitale. Ora non resta che aspettare se i propositi si tradurranno in realtà.

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Per connessione: il ruolo delle Università attraverso gli uffici del trasferimento tecnologico

 

One Response to Corrado Passera: «Con le start-up rilanciamo l’occupazione»

  1. [...] a giovedì 4 ottobre il Consiglio dei ministri per l’approvazione del decreto sulle start up. Speriamo nell’intercessione di San [...]

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