I Sindaci della Sardegna, con a capo Massimo Zedda e Gianfranco Ganau, assumano la leadership della vertenza Sardegna

Aladinbozo editoriale

di Franco Meloni

Partiamo dall’ottima sintesi fatta da La Nuova Sardegna di oggi (22 marzo 2012), ma anziché soffermaci sulle contraddizioni e divisioni tra le forze politiche, anche interne agli schieramenti di maggioranza e opposizione – cosa che sarebbe utile e opportuno fare, e che senz’altro altri faranno – vogliamo mettere in risalto l’unanime intento che sembra animare il Consiglio regionale nel difendere gli interessi della Sardegna nei confronti dello Stato, fino a «avviare una sessione speciale di lavori, aperta ai rappresentanti della società sarda, per la verifica dei rapporti di lealtà istituzionale, sociale e civile con lo Stato, che dovrebbero essere a fondamento della presenza e della permanenza della Regione Sardegna nella Repubblica italiana» (odg Psdaz e altri votato a maggioranza, 34 a 25 ) e a convocare un urgente «tavolo politico allargato alle autonomie locali, ai sindacati e alle associazioni di categoria e imprese» (odg approvato all’unanimità).   Sempre nell’odg unitario si chiede inoltre che il governo «in via pregiudiziale e urgente favorisca l’applicazione integrale dell’articolo 8 riformato dello Statuto speciale» (il caso delle entrate fiscali).

E’ la linea scaturita dalle sedute dei cosiddetti  Stati Generali convocati dal Consiglio regionale della Sardegna.

A questo punto dobbiamo capire come andare avanti, considerando che questa “vertenza” non può gravare solo sul Consiglio regionale, peraltro debole per quanto riguarda l’autorevolezza anche perchè guidato da una maggioranza talmente compromessa con il governo berlusconiano da non essere credibile nella sua effettiva capacità di contrasto rispetto al potere statale centrale e dunque incapace di costruire al riguardo politiche efficaci.

Il coinvolgimento delle altre Istituzioni e delle parti sociali, che sarebbe comunque indispensabile, assume nella nostra situazione un’importanza enorme perchè chiamato a supplire a una mancanza di leadership credibile da parte della Regione.

Si potrebbe chiuderla qui constatando che non c’è nulla da fare, dando pertanto ragione all’opposizione, che per bocca di Mario Bruno, vice presidente del Consiglio regionale, si domanda «Come fa una Regione che non è riuscita a fare neanche una riforma ed è in ritardo nella sua politica economica a scaricare tutte le responsabilità nei confronti dello Stato? Sono ragionamenti di comodo, così Cappellacci dà le colpe ad altri e il Psd’Az ha l’alibi per rimanere in questa maggioranza del tutto fallimentare». Non potendosi prevedere una “soluzione Monti” per la Sardegna (cioè un governo di transizione più credibile dell’attuale), non rimarrebbe che richiedere le dimissioni di Cappellacci e, ottenutele, dare la parola agli elettori con due anni di anticipo rispetto alla naturale scadenza della legislatura consiliare.

Poichè sembra improbabile, anche se non impossibile, che Cappellacci lasci il campo anticipatamente ci si deve chiedere, e se lo devono chiedere soprattutto i partiti dell’attuale opposizione, se ci sia lo spazio per portare avanti la nostra vertenza, stante le note debolezze di leadership e di vero diffuso consenso.

Personalmente ritengo che l’impresa sia ardua, ma, arrivati a questo punto, nell’interesse della Sardegna la vertenza vada portata avanti con tutto l’impegno e la determinazione possibili. Come? Evidentemente puntando su un più importante ruolo delle altre Istituzioni e delle parti sociali.

Vediamo allora  alcuni problemi che si pongono rispetto a questa impostazione, evitando di sommare debolezze a debolezze e pertanto facendo leva sui punti di forza esistenti, cercando quindi di operare per superare i punti di debolezza. Tra i punti di forza vi sono certo le Organizzazioni sindacali, tutte, ma particolarmente Cgil-Cisl-Uil, rafforzate dai quattro scioperi regionali riusciti; c’è la sostanziale adesione delle altre parti sociali, anche datoriali; c’è la presenza delle altre Istituzioni come le Università, ma sopratutto gli Enti locali, vicini alle esigenze dei cittadini.

Ma alcuni punti di forza hanno anche l’altra faccia, quella della debolezza. Ci riferiamo in modo particolare alla mancanza di vera consapevolezza della gravità della situazione da parte di molte Istituzioni, dimostrata dal fatto che al di la delle parole non si vedono loro autonome iniziative che contribuiscano al necessario amalgama per aumentare la forza della vertenza medesima. Insomma la presenza di molte Istituzioni va valutata positivamente in sè, ma negativamente quanto alla capacità di proposta e di iniziativa.

Eppure siamo convinti che esistano idee e energie nuove da mettere in campo. Tutte le organizzazioni dovrebbero fare un esame di coscienza e soprattutto fare la loro parte. Nei Comuni, per esempio, i Sindaci dovrebbero convocare i consigli comunali con modalità aperte per sensibilizzare la popolazione e decidere come portare avanti le rivendicazioni nell’ambito della vertenza unitaria. Si dovrebbero coinvolgere le altre Istituzioni, come  le Camere di Commercio e le Università. Queste ultime dovrebbero dimostrare quanto fanno per il territorio e impegnarsi maggiormente, perlomeno per restituire i benefici loro elargiti dalla Regione.

Nel quadro dato probabilmente una leadership potrebbe essere richiesta e assicurata proprio dai Sindaci della Sardegna, alla cui testa vediamo bene non solo l’associazione dei Comuni, ma proprio i Sindaci di Cagliari e di Sassari, i quali attualmente sembrano godere della massima fiducia dei loro concittadini.

Riflettiamo, dibattiamo, operiamo, tenendo conto dell’urgenza di produrre risultati.

Sono riflessioni appena abbozzate e dunque incomplete, che tuttavia che richiedono precisi impegni e coinvolgimenti dei singoli e delle organizzazioni.

One Response to I Sindaci della Sardegna, con a capo Massimo Zedda e Gianfranco Ganau, assumano la leadership della vertenza Sardegna

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>