Ignazio Boi nuovo Direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cagliari

ignazio-boiCon proprio decreto del 22 giugno 2018 l’Arcivescovo di Cagliari ha nominato Ignazio Boi nuovo Direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cagliari. Succede nel prestigioso e gravoso incarico a don Giulio Madeddu. Di seguito la lettera di presentazione del nuovo Direttore, a cui vanno le congratulazioni e l’augurio di buon lavoro della Direzione e Redazione di Aladinews.
Dal direttore [segue]
lampadadialadmicromicro133Caro Ignazio, nel rinnovarti le mie personali congratulazioni e l’augurio di buon lavoro anche a nome di tutta la Redazione di Aladinews per il nuovo prestigioso e gravoso incarico, concordo con te che sia giusto e bello che tu chieda (anzi pretenda!) la massima collaborazione per il tuo nuovo lavoro. Viviamo tempi di accentuata perdurante crisi economica e sociale che ricade pesantemente sui poveri, quelli di sempre e tanti nuovi, i giovani in primis. Non possiamo certo rassegnarci a questa situazione, anzi dobbiamo impegnarci a modificare, migliorandolo, lo stato di cose esistente. Non facile. Per certi versi occorre riconsiderare il significato del lavoro nei nostri tempi, con una disponibilità anche laica (richiamando il pessimismo della ragione e l’ottimismo della volontà di gramsciana memoria) all’approfondimento e all’impegno concreto, ma, per quanto ci riguarda, decisamente sostenuta dai profondi valori cristiani che sempre ci confortano e incoraggiano. Nel mio piccolo ci sono e ci sarò. Così spero di tanti amici, nel rispetto del pluralismo (certamente!) ma nella ricerca di una condivisa direzione e prospettiva. Franco Meloni.
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ARCIDIOCESI DI CAGLIARI
Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro
Curia Arcivescovile
Via mons. G. Cogoni, 9 09121 CAGLIARI
upsl@diocesidicagliari.it

Carissima, Carissimo,
Cagliari 26 giugno 2018
nel momento in cui assumo l’incarico di Direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro, desidero in primo luogo ringraziare S.E. mons. Arrigo Miglio, Arcivescovo di Cagliari, per la stima dimostrata e la fiducia accordata alla mia persona con la sua decisione.
A lui confermo la mia obbedienza e, consapevole dell’importanza e particolare delicatezza dell’incarico, assicuro il massimo impegno per una pastorale caratterizzata da accoglienza, condivisione e prossimità.
Il mio grazie si estende al carissimo don Giulio Madeddu al quale sono legato da sincera e profonda amicizia ormai trentennale e, succedendogli nella direzione dell’Ufficio, gli sono grato per questi anni di intensa e appassionante collaborazione. So di raccogliere una non facile eredità, ma mi conforta poter contare sulla sua disponibilità e sui suoi consigli.
La mia gratitudine infine al carissimo Andrea Marcello e allo stimato don Enrico Murgia, fraterno amico nel nome di una presenza, quella di don Salvatore Scalas, che continua a sorriderci. Sarà una gioia poter camminare con loro, crescere e costruire insieme.
Rivolgo infine un pensiero riconoscente e commosso a don Vasco Paradisi, mio primo maestro e testimone di fede e coscienza politica, dottrina sociale della chiesa, formazione e animazione nel territorio, convinto assertore di uno stretto raccordo tra annuncio evangelico e cittadinanza attiva. Gli anni trascorsi insieme in Gioventù Aclista prima e nelle Acli poi segnano un indimenticabile solco nella mia esperienza di uomo e di cristiano, di consacrato e di persona impegnata nel sociale.
Mi spiace non abbia avuto la possibilità di partecipare all’incontro del 22 giugno u.s. sul tema “Una politica buona per buone politiche”. È stato un bel momento, molto partecipato e incoraggiante. Trovi tuttavia in allegato una breve sintesi dell’iniziativa con i punti salienti emersi dal dibattito, ricco e stimolante, e le slides illustrate da Gilberto Marras nel suo intervento. In calce a questa lettera riporto un brano del servo di Dio don Tonino Bello che trovo particolarmente efficace per la nostra azione comune.
Credo e spero di poter contare ancora sulla tua competenza ed esperienza, particolarmente preziose in questo momento di avvio di una nuova esperienza di impegno al servizio della chiesa diocesana, dei territori e delle realtà che la compongono. Senza dimenticare che l’impegno prioritario è rivolto alla persona, ai volti e agli sguardi, alle domande e alle ansie. Per questo è più che mai necessario invocare il Signore perché doni a ciascuno e ciascuna di noi “occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli”.
Mi confermo a tua completa disposizione, per ciò che potrai offrirmi in termini di idee, di urgenze e di provocazioni e per quel poco che potrò donare io, con la consapevolezza di essere “un buono a nulla, ma capace di tutto perché quanto più ci si abbandona a Dio, tanto più si riesce a migliorare la gente che ci sta accanto” (don Tonino Bello).
Ti ringrazio per l’attenzione e, in attesa di incontrarci presto, ti saluto con tanta cordialità.
don Ignazio Boi
Direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro
P.S. Questi sono i miei riferimenti: cellulare 3487207784 – mail ignazioboi@libero.it

ARCIDIOCESI DI CAGLIARI
Ufficio diocesano per la pastorale sociale e del lavoro
OCCHI NUOVI
Nella preghiera eucaristica ricorre una frase che sembra mettere in crisi certi moduli di linguaggio entrati ormai nell’uso corrente, come ad esempio l’espressione “nuove povertà”.
La frase è questa: “Signore, donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli…”. Essa ci suggerisce tre cose.
Anzitutto che, a fare problema, più che le “nuove povertà”, sono gli “occhi nuovi” che ci mancano. Molte povertà sono “provocate” proprio da questa carestia di occhi nuovi che sappiano vedere. Gli occhi che abbiamo sono troppo antichi. Fuori uso. Sofferenti di cataratte. Appesantiti dalle diottrie. Resi strabici dall’egoismo. Fatti miopi dal tornaconto. Si sono ormai abituati a scorrere indifferenti sui problemi della gente. Sono avvezzi a catturare più che a donare. Sono troppo lusingati da ciò che “rende” in termini di produttività. Sono così vittime di quel male oscuro dell’accaparramento, che selezionano ogni cosa sulla base dell’interesse personale. A stringere, ci accorgiamo che la colpa di tante nuove povertà sono questi occhi vecchi che ci portiamo addosso. Di qui, la necessità di implorare “occhi nuovi”. Se il Signore ci favorirà questo trapianto, il malinconico elenco delle povertà si decurterà all’improvviso, e ci accorgeremo che, a rimanere in lista d’attesa, saranno quasi solo le povertà di sempre.
Ed ecco la seconda cosa che ci viene suggerita dalla preghiera della Messa. Oltre alle miserie nuove “provocate” dagli occhi antichi, ce ne sono delle altre che dagli occhi sono “tollerate”. Miserie, cioè, che è arduo sconfiggere alla radice, ma che sono egualmente imputabili al nostro egoismo, se non ci si adopera perché vengano almeno tamponate lungo il loro percorso degenerativo. Sono nuove anch’esse, nel senso che oggi i mezzi di comunicazione ce le sbattono in prima pagina con una immediatezza crudele che prima non si sospettava neppure. Basterà pensare alle vittime dei cataclismi della storia e della geografia. Ai popoli che abitano in zone colpite sistematicamente dalla siccità. Agli scampati da quelle bibliche maledizioni della terra che ogni tanto si rivolta contro l’uomo. Alle turbe dei bambini denutriti. Ai cortei di gente mutilata per mancanza di medicine e di assistenza. Anche per queste povertà ci vogliono occhi nuovi. Che non spingano, cioè, la mano a voltar pagina o a cambiare canale, quando lo spettacolo inquietante di certe situazioni viene a rovinare il sonno o a disturbare la digestione.
E infine ci sono le nuove povertà che dai nostri occhi, pur lucidi di pianto, per pigrizia o per paura vengono “rimosse”. Ci provocano a nobili sentimenti di commossa solidarietà, ma nella allucinante ed iniqua matrice che le partorisce non sappiamo ancora penetrare. La preghiera della Messa sembra pertanto voler implorare: “Donaci, Signore, occhi nuovi per vedere le cause ultime delle sofferenze di tanti nostri fratelli, perché possiamo esser capaci di aggredirle”. Si tratta di quelle nuove povertà che sono frutto di combinazioni incrociate tra le leggi perverse del mercato, gli impianti idolatrici di certe rivoluzioni tecnologiche, e l’olocausto dei valori ambientali, sull’altare sacrilego della produzione. Ecco allora la folla dei nuovi poveri, dagli accenti casalinghi e planetari.
Sono, da una parte, i terzomondiali estromessi dalla loro terra. I popoli della fame uccisi dai detentori dell’opulenza. Le tribù decimate dai calcoli economici delle superpotenze. Le genti angariate dal debito estero. Ma sono anche i fratelli destinati a rimanere per sempre privi dell’essenziale: la salute, la casa, il lavoro, la partecipazione. Sono i pensionati con redditi bassissimi. Sono i lavoratori che, pur ammazzandosi di fatica, sono condannati a vivere sott’acqua e a non emergere mai a livelli di dignità. Di fronte a questa gente non basta più commuoversi. Non basta medicare le ustioni a chi ha gli abiti in fiamme. I soli sentimenti assistenziali potrebbero perfino ritardare la soluzione del problema. Occorre chiedere “occhi nuovi”.
“Donaci occhi per vedere le necessità e le sofferenze dei fratelli”. Occhi nuovi, Signore. Non cataloghi esaustivi di miserie, per così dire, alla moda. Perché, fino a quando aggiorneremo i prontuari allestiti dalle nostre superficiali esuberanze elemosiniere e non aggiorneremo gli occhi, si troveranno sempre pretestuosi motivi per dare assoluzioni sommarie alla nostra imperdonabile inerzia. Donaci occhi nuovi, Signore.
+ don Tonino Bello, vescovo
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One Response to Ignazio Boi nuovo Direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cagliari

  1. Ignazio Boi scrive:

    Carissimo Franco e carissimi tutti di Aladinews,
    vi ringrazio per l’affetto con cui accompagnate questa mia nomina. Vi confermo la massima disponibilità nel promuovere e favorire le connessioni necessarie ad arginare i fenomeni che nel nostro territorio producono emarginazione e esclusione e che valorizzano le realtà umane e territoriali. Sarò ben felice di collaborare con voi, certo di trovare in voi interlocutori attenti e “stimolanti”.
    Un caro saluto e un augurio di un proficuo, comune lavoro.
    Ignazio Boi
    Direttore Ufficio diocesano di pastorale sociale e del lavoro

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