La storia della medicina
di Piero Marcialis
47. Medici a Waterloo.
Che la guerra sia un modo terribile e insensato di proseguire la politica non è scoperta recente.
I resoconti della battaglia di Waterloo ne furono sanguinoso esempio, ormai duecento anni fa.
Come forse mai prima, enorme fu il lavoro dei medici ai margini del campo di battaglia, sia da parte napoleonica, sia da parte della coalizione avversa, guidata dagli inglesi.
Il 18 giugno 1815 a Waterloo muoiono 47mila uomini, 25mila da parte francese, 22mila da parte inglese e prussiana.
Sappiamo che il servizio ambulanze francese era guidato dal medico cagliaritano Gaetano Cadeddu, ed enorme certamente fu il suo lavoro, ma abbiamo più notizie dal fronte inglese, dove sono presenti i due medici più prestigiosi del momento: sir Charles Bell e Robert Knox, scozzesi entrambi.
Charles Bell (1774-1842) tra il 1807 e il 1814 aveva studiato l’anatomia del cervello e provato l’esistenza di due categorie di nervi, sensibili e motori. A Waterloo cerca nuove esperienze nella cura delle ferite da arma da fuoco e opera per più giorni, fino ad avere gli abiti rigidi dal sangue di cui sono intrisi e le braccia quasi paralizzate dallo sforzo di usare il bisturi. Questi sforzi generosi non gli risparmiano però l’ironia del suo collega Knox sulle sue capacità chirurgiche, il quale fa notare come le amputazioni effettuate dal collega nel 90% dei casi hanno portato alla morte del ferito.
Tornato in patria Bell compie altre scoperte in campo neurologico: dà per esempio il suo nome al nervo toracico che innerva il muscolo dell’inspirazione, alla paralisi facciale, e ad altre scoperte che riporta nel volume The Nervous System of the Human Body (Il sistema nervoso del corpo umano), che pubblicherà nel 1830.
Anche Robert Knox avrà un momento di grande notorietà, purtroppo negativa, legata a fatti delittuosi avvenuti a Edimburgo. Ma di ciò nel prossimo paragrafo.
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