Monthly Archives: maggio 2012

“Territori diVini – dalla Sardegna alla Palestina”

E’ con piacere che vi comunichiamo che venerdì 18 maggio dalle ore 18.00 alle ore 22.30 in Piazza Papa Giovanni XXIII a Cagliari si svolgerà l’evento “Territori diVini – dalla Sardegna alla Palestina”: degustazione di vini e cibi sardi e di vini palestinesi della Cantina di Cremisan. Esposizione di prodotti artigianali e artistici provenienti da Betlemme

L’evento si inserisce nell’ambito del progetto “Sviluppo e co-sviluppo sostenibile nell’area di Beit Jala e Betlemme – Sostegno e potenziamento della produzione artigianale e viti-vinicola locale” realizzato dal VIS e dai Salesiani nei Territori Palestinesi, con il cofinanziamento della Regione Autonoma della Sardegna (LR 19/96).

La salvaguardia della produzione viti-vinicola autoctona e la valorizzazione della produzione artistica e artigianale di Betlemme sono i due obiettivi del progetto, che ruota attorno a due importanti centri: la cantina salesiana di Cremisan (Beit Jala) e il Centro Artistico Salesiano (Betlemme).

Durante l’evento sarà possibile degustare e apprezzare i prodotti provenienti dai luoghi di realizzazione del progetto e alle h 20.30 i diversi partner illustreranno brevemente il senso del progetto.

Vi aspettiamo!

Gli studenti dell’Istituto Pietro Martini di Cagliari alla Giornata dell’economia

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La decima giornata dell’economia alla Fiera internazionale della Sardegna, venerdì 4 maggio 2012

 

 

 

 

 

Sono stati gli alunni della quarta A dell’Istituto Tecnico Pietro Martini di Cagliari, accompagnati dalla loro professoressa di Economia e diritto Annalisa Paba, la più importante novità della Decima giornata dell’Economia, organizzata dalla Camera di Commercio di Cagliari.

Il 5 maggio

Napoleone

Ei fu. Siccome immobile,

La coesione, condizione essenziale per essere vincenti come territorio

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di Franco Meloni

Dispiace che all’ottimo Convegno della Camera di Commercio sull’economia della provincia e sulla zona franca di Cagliari fosse assente il Sindaco, essendo il Comune di Cagliari uno degli attori essenziali dell’operazione “zona franca”, intesa, lo ha ben spiegato il relatore prof. Gianfranco Sabattini, come un’opportunità di crescita e sviluppo della città, della sua area vasta e dell’intera Sardegna. Il prof. Sabattini, in perfetta sintonia con la relazione della dott.ssa Iolanda Conte sull’esperienza di zona franca della città di Barcellona e con gli altri relatori, ha infatti ridimensionato l’importanza della costituenda zona franca di Cagliari quanto a consistenza dei benefici diretti: si tratta infatti di una zona franca doganale fortemente condizionata dai vincoli dell’Unione Europea. Tuttavia i vantaggi diretti anche se limitati ci sarebbero, e in questi tempi ogni occasione di nuova impresa e di incremento di occupazione non può essere sprecata. Ma la zona franca è inoltre una formidabile occasione per mettere insieme i diversi attori del territorio per ragionare sulle prospettive e investire concretamente su interventi innovativi. Proprio Barcellona insegna che il suo “Consorzio della zona franca” ha saputo allargare l’originario campo d’azione, riuscendo a realizzare allo stato il più importante strumento di innovazione nell’economia della città e della Catalogna. Non ci soffermiamo sui dettagli, rinviando per brevità alle relazioni e agli altri documenti che saranno pubblicati sui siti e segnalati dalla nostra news, vogliamo in questa sede sottolineare quanto affermato nelle conclusioni del presidente della Camera Giancarlo Deidda sul fatto che il Convegno abbia sancito la saldatura di un’alleanza tra la Camera di Commercio e l’Autorità Portuale di Cagliari, perno di una nuova interlocuzione con la Regione e con il Comune di Cagliari. Altri attori si dovranno aggiungere (il Cacip, altri enti locali, per esempio), ma la compagine sociale che all’interno dell’apposita società “Free zone” già costituita, e che si dovrà ripensare e riposizionare tenendo conto di diverse novità, non può che basarsi su queste quattro fondamentali entità: la Regione, il Comune di Cagliari, l’Autorità portuale e la Camera di Commercio. Sono queste appunto le conclusioni a cui è arrivato il Convegno, che ha visto al tavolo dei relatori, oltre a quelli già citati: il presidente della Camera Giancarlo Deidda (che nella relazione iniziale ha dato conto dello stato dell’economia della provincia), il presidente dell’Autorità portuale Piergiorgio Massidda, il direttore del Centro Servizi della Camera Cristiano Erriu. L’ospite egiziano Alaa Ezz ha portato l’esperienza della zona franca di Port Said; la riflessione comune è che i grandi porti del Mediterraneo non devono combattersi, ma piuttosto integrarsi per mantenere e sviluppare la centralità del nostro mare nei grandi traffici marittimi intermazionali. Il Convegno è stato moderato dal giornalista Francesco Birocchi e ha visto la partecipazione attenta di una classe dell’Istituto Tecnico Pietro Martini di Cagliari (anch’esso come la Camera di Commercio ha compiuto 150 anni): confortante la partecipazione dei giovani che da subito devono essere protagonisti dello sviluppo dei territorio, costituendo la più importante risorsa dello stesso.

Ma torniamo al Sindaco Massimo Zedda. Abbiamo saputo che la sua assenza era giustificata dal fatto che contemporaneamente avesse ospite in Municipio l’ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese Yao Cheng. Concordiamo sul criterio di priorità adottato dal Sindaco. Bene, ma osserviamo che sicuramente l’ambasciatore avrebbe gradito un incontro anche con l’imprenditoria locale, radunata oggi dal Convegno della Camera di Commercio. Si sarebbe potuto e dovuto trovare un accordo. Ecco: forse si è persa un’occasione, causata dall’incapacità di coordinamento tra le amministrazioni che operano sul territorio. Impariamo invece che occorre coesione, che significa: “saper dialogare”, “saper collaborare”, “saper agire a sistema”, “saper lavorare di gruppo”…  Sono condizioni sine qua non per qualsiasi iniziativa vincente.
Perciò la prossima volta cerchiamo di fare meglio!

Monumenti aperti 5-6 maggio 2012

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Monumenti aperti. Il programma

Terza maratona della solidarietà di Cagliari

Maratona 6 maggio 12

Corriamo con Cagliari solidale

Decima giornata dell’economia, 4 maggio, Convegno in Fiera sulla zona franca di Cagliari

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Decima giornata dell’economia. Si parla della zona franca di Cagliari

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DECIMA GIORNATA DELL’ECONOMIA. Fiera Internazionale della Sardegna, Pad. D (ingresso lato Coni), Venerdì 4 maggio 2012, con inizio alle ore 9.30

Focus su “Zona franca di Cagliari: uno strumento per la crescita e lo sviluppo del territorio”. Il programma

Da Adriano Olivetti a Sergio Marchionne, per la legge del contrappasso

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di Michela Loi

La Olivetti sappiamo tutti cosa è stata, anche chi non ha dato esami di organizzazione. Rappresenta tutt’oggi un’industria avanzata per la gestione del personale, ma forse sarebbe più giusto della comunità, per riprendere una delle parole chiave del pensiero di Adriano Olivetti.

Una comunità che non è fatta solo da tutto ciò che sta dentro le mura dell’industria, ma che vive e si preoccupa di ciò che sta fuori e con esso vive e si misura. Non è per caso che dentro l’Olivetti hanno lavorato architetti e urbanisti, impegnati a occuparsi di problemi dentro e fuori le mura della fabbrica. Ma questa è solo una virgola, diremo quasi un optional. Il fatto è che ha dato vita a molto di più.

In tal senso, credo sia opportuno rinfrescarsi la memoria e rivedere come l’impresa Olivetti abbia concepito la relazione con i suoi dipendenti, dando veramente centralità alla persona e alla soddisfazione della stessa, fino ad arrivare a disegnare modelli di assistenza sociale copiati poi dalla pubblica amministrazione, che prevedeva l’esistenza di un fondo per sussidi al reddito fino al medico e all’ospedale. Tanto per citare qualche esempio, più inerente alla vita delle persone dentro Olivetti, la formazione era all’ordine del giorno e la cultura idem. Nelle due ore di pausa pranzo era possibile che i dipendenti usufruissero di una biblioteca e prendessero libri in prestito. Era previsto anche lo spazio cinema e di alta qualità, ovviamente. Dentro l’azienda la mensa era uguale per tutti e le differenze di status non erano gradite, dirigenti e operai sedevano allo stesso tavolo. La Olivetti metteva a disposizione borse di studio per iscriversi all’università, ma non dovevi per forza diventare ingegnere, potevi scegliere anche filosofia e poi decidere di cambiare lavoro. Ha allestito dentro le sue mura una scuola di tecnici, dove i propri operai, ma anche i loro figli, potessero apprendere il meglio con la possibilità di far poi parte dell’azienda. Essere donna non era un handicap, l’asilo era standard, e poi lo è diventata anche la colonia estiva, nata da una segnalazione di un vetro rotto per opera di un bimbo, figlio di un dipendente Olivetti. È superfluo dire che qui è nato un laboratorio di sociologia e psicologia del lavoro che oggi fa invidia. Il lavoro era basato sulla relazione, e i dirigenti erano selezionati sulle capacità non solo tecniche, ma anche su quelle relazionali e sulle capacità di gestire i conflitti. Si vedevano ingegneri, umanisti ed economisti  lavorare tutti insieme ad un medesimo problema, con l’obiettivo di conciliare le diverse visioni e di averle sempre presenti in azienda.

E questo clima ha portato alla nascita della divisione dell’elettronica dei grandi sistemi, che la Fiat, alla morte di Adriano Olivetti, ha ceduto alla General Electric.

Ci si può chiedere se questo sistema fosse antieconomico, ma negli anni ’30 il capitale della Olivetti era di poco più di un milione di lire, nel ’49 è passato a 1,2 miliardi per raddoppiare nel 1953, superando diverse crisi, senza mai licenziare nessuno. Anzi, in periodi di crisi ha assunto centinaia di persone e licenziato i cattivi consiglieri.

Mi si perdonerà lo spicciolo parallelo: anche Adriano Olivetti ha abitato in Svizzera, seppur come esiliato…

Fonte: l’articolo si è ispirato al documentario su Adriano Olivetti (nella foto), mandato in prima serata da Rai5, per festeggiare il primo maggio, la festa del lavoro, un grande assente dei giorni nostri.

 

 

 

 

Costituzione delle società a responsabilità limitata semplificata. Lettera al Ministro della Giustizia

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Oggetto:
 LEGGE 24 marzo 2012, n. 27, costituzione Società a responsabilità limitata semplificata. Appello al Ministro.

Legge elettorale e governabilità (secondo Prodi)

forumpa il pensatore

di Gonario Francesco Sedda

Recentemente (17 aprile 2012) nel suo sito Romano Prodi è intervenuto (“Col ritorno al proporzionale si torna alla prima repubblica”) confermando la sua preferenza per una legge elettorale di tipo maggioritario e la sua sdegnata contrarietà ad un ritorno (anche solo “sostanziale”) al proporzionale.
Alcune considerazioni sull’intervento.

Seminario rapporto ricerca-imprese: l’importanza dell’agroalimentare

Seminario rapporto ricerca-imprese Cagliari 28 aprile 2012

Sintesi intervento del prof. Alberto Angioni

Il settore agroalimentare rappresenta per la Sardegna uno dei comparti economici e sociali più importanti.

Per aziende innovative, che utilizzano lavoro intellettuale, la flessibilità, nelle giuste forme, è un fattore di crescita e di successo

Bomeluzo Aladino

Sintesi dell’intervento di Lucetta Milani*

Apriamo i cassetti dei ricercatori universitari

Uomo vitruviano

di Alberto Concu*

Nei laboratori delle Università della Sardegna opera una nutrita schiera di ricercatori che si dedicano a tempo pieno allo studio di fenomeni complessi nei vari ambiti delle scienze chimiche, fisiche, biomediche, ingegneristiche e veterinario-agrarie con, tra essi, non poche eccellenze riconosciute e apprezzate dalla comunità scientifica internazionale. I risultati della ricerca di base condotta da questi validi scienziati raramente esce dai loro laboratori, se non sotto forma di pubblicazioni scientifiche.

Manca quindi un ente che, anche se in modo figurato, “metta le mani nei cassetti dei ricercatori” in modo da verificare quali prodotti della ricerca di base, teorica o applicata, possono essere suscettibili di trasferimento tecnologico verso il comparto industriale della Sardegna.

Ma questa operazione, per poter essere efficace, deve essere attuata “in house”, ovvero deve essere l’esito di un rapporto “face to face” tra il ricercatore in possesso di un know how interessante ed un collega docente (che parla quindi li stesso linguaggio del ricercatore) esperto nella valutazione del prodotto – sia sul piano scientifico che sul piano delle potenzialità della sua trasferibilità in ambito industriale – che si assume l’onere di supportare il flusso di informazione tra il ricercatore e la struttura attuatrice delle politiche per lo sviluppo delle imprese (l’Assessorato regionale all’Industria? L’associazione industriali? La Camera di Commercio?).

Si tratta quindi di costituire un’interfaccia snella tra il comparto della ricerca nelle Università della Sardegna e il comparto delle imprese la quale, con pochissimi passaggi intermedi, metta in relazione funzionale ricerca e industria. In questo modo si favorirà l’instaurarsi di un ciclo virtuoso che miri direttamente a creare il contatto tra l’offerta potenziale – il know how generato nei laboratori universitari – e la domanda potenziale – le imprese che intendono innovarsi attraverso l’acquisizione di conoscenze strategiche -.

Verranno quindi bypassati farraginosi processi intermedi quali gli incubatori d’impresa, gli sportelli per gli start up ecc., strumenti ormai soffocati da una burocrazia sempre più pervasiva e fine a se stessa, che per un verso tendono a forzare i ricercatori all’interno di una veste da imprenditore che non è loro congeniale, e per un altro verso tendono a trattare gli imprenditori alla  stregua di potenziali trasgressori delle norme implementate negli articolati piani per le agevolazioni, senza creare quel rapporto di amichevole consulenza per le strategie aziendali che invece dovrebbe essere privilegiato.

La costituzione di un gruppo di lavoro per le interazioni tra Università e imprese, se concepito con le modalità sopra accennate, potrebbe agevolmente vicariare megastrutture caratterizzate da costi di funzionamento stratosferici e pesante impatto ambientale. Si tratterebbe di un gruppo di lavoro regionale per il trasferimento tecnologico dei prodotti della ricerca delle Università della Sardegna al comparto industriale della stessa regione che, in termini di risorse umane, non richiederebbe più di una dozzina di unità, senza nessun costo rilevante per strutture ad esso dedicate in quanto le attività primarie – quelle della ricerca di base teorica o applicata – si sviluppano totalmente all’interno dell’Università.

* professore ordinario di fisiologia dell’Università di Cagliari

 

L’articolo del prof. Alberto Concu ripropone l’intervento effettuato in occasione del Seminario “Rapporto ricerca-imprese” tenutosi sabato 28 aprile presso la Fiera della Sardegna, organizzato dalla Camera di Commercio di Cagliari