Monthly Archives: ottobre 2017

Oggi 24 ottobre 2017

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Oggi martedì 24 ottobre 2017

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democraziaoggi-loghettoVeneto, Lombardia, Catalogna: che vento è?
24 Ottobre 2017

Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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eddyburgSOCIETÀ E POLITICA » TEMI E PRINCIPI » POLITICA
Neoliberalismo: l’idea che ha inghiottito il mondo
di CARMENTHESISTER
vocidall’estero, 19 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. Un articolo di Stephen Metcalf dal The Guardian sul pensiero che domina la nostra epoca: il neoliberalismo. (c.m.c.)
«Sul The Guardian, un approfondimento che risale alle origini del neoliberalismo per rintracciarne le caratteristiche peculiari e sottolineare l’ambizione di trasformare completamente la visione del mondo contenuta in quella “Grande Idea” di Von Hayek, che alla fine è riuscita a permeare completamente la società di oggi. Il neoliberalismo è divenuto l’idea dominante della nostra era, che venera la logica del mercato, deprivandoci delle capacità e dei valori che ci rendono più propriamente umani. (…)
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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladinews. Grave provocazione della Giunta regionale contro il Movimento Pastori Sardi, la più importante organizzazione di lavoratori dell’Isola. Di Vanni Tola.
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lucamercalliEDDYBURG » POSTILLE » INVERTIRE LA ROTTA
Luca Mercalli: «Auto elettrica e tele-lavoro: soluzioni pratiche per non intasare le metropoli»
di MAURIZIO PIGLIASSOTTI
il manifesto, 22 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. «Siamo di fronte alla combinazione di un fenomeno anomalo, sicuramente. La seconda estate più calda della storia si è saldata con una siccità prolungata che riguarda le regioni del nord ovest». Ha ragione, ma c’è ben di più, vedi postilla
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cropped-railway-wallpaperok-ok-ok-5Cagliari: 25 e 26 ottobre, Sala Capitini Sa Duchessa, Convegno internazionale su Pavel A. Florenskij nell’80° anniversario della morte
Su SardegnaSoprattutto.
- Su Unica: il sito dedicato del Convegno.
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labsusIL PUNTO DI LABSUS
Città e sussidiarietà: da Aristotele ai beni comuni
Filippo Maria Giordano – 24 ottobre 2017, su LabSus.

La città è stata motore della civiltà europea e costituisce una fonte di creatività e sviluppo senza eguali, in cui è possibile rintracciare l’origine di molte peculiarità sociali, economiche e politiche che ancora oggi caratterizzano le società del nostro continente. (segue)

Oggi lunedì 23 ottobre 2017

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copia-di-eu_direct_loc_4-5_ottobre_ok_001-2_2_2Ripresa economica… ma il lavoro dov’è? (1)
23 Ottobre 2017
democraziaoggiGianfranco Sabattini su Democraziaoggi.

Democraziaoggi pubblica la prima parte di un interessante articolo di Gianfranco Sabattini, autorevole economista dell’Ateneo di Cagliari, che spiega perché, nonostante la ripresa, il lavoro cala.
Questa riflessione approfondisce alcuni spunti emersi nel Convegno sul Lavoro organizzato il 4-5 ottobre sul quale il Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria intende tornare, ponendo il focus su tematiche oggi centrali: economia e illegalità, ambiente e lavoro, scuola e lavoro, economia sociale e solidale, dividendo sociale o reddito di cittadinanza ed altri ancora
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eddyburgSOCIETÀ E POLITICA » TEMI E PRINCIPI » POLITICA
Neoliberalismo: l’idea che ha inghiottito il mondo
di CARMENTHESISTER
vocidall’estero, 19 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. Un articolo di Stephen Metcalf dal The Guardian sul pensiero che domina la nostra epoca: il neoliberalismo. (c.m.c.)
«Sul The Guardian, un approfondimento che risale alle origini del neoliberalismo per rintracciarne le caratteristiche peculiari e sottolineare l’ambizione di trasformare completamente la visione del mondo contenuta in quella “Grande Idea” di Von Hayek, che alla fine è riuscita a permeare completamente la società di oggi. Il neoliberalismo è divenuto l’idea dominante della nostra era, che venera la logica del mercato, deprivandoci delle capacità e dei valori che ci rendono più propriamente umani. (…)
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labsusRICERCHE
Un nuevo derecho para la administración compartida: il saggio in spagnolo di Gregorio Arena
Filippo Maria Giordano – 10 ottobre 2017, su LabSus.
Il sito LabSus pubblica per la sezione “Ricerche” un saggio in lingua spagnola di Gregorio Arena, Un Nuevo Derecho para la administracíon compartida de los bienes comunes. La experiencia italiana, apparso recentemente sulla “Revista de Administracíon Pública”.
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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladinews. Grave provocazione della Giunta regionale contro il Movimento Pastori Sardi, la più importante organizzazione di lavoratori dell’Isola. Di Vanni Tola.
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Domani a Cagliari incontro contro il Rosatellum e il Porceddum
23 Ottobre 2017
Su Democraziaoggi.

«Diciamolo forte, migrare non è reato»

roma-no-razzismoSOCIETÀ E POLITICA » EVENTI » 2017-ACCOGLIENZA ITALIA
In ventimila a Roma contro il razzismo e per lo ius soli
di LEO LANCARI
il manifesto, 22 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. «Alla manifestazione indetta dall’Arci hanno aderito un centinaio di associazioni e organizzazioni, insieme al vescovo emerito di Caserta, Raffaele Nogaro, ad Andrea Camilleri, Moni Ovadia e don Luigi Ciotti: “L’immigrazione non è un reato perché non è reato la speranza”»
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persone-non-comfini__smallDon Ciotti: «Diciamolo forte, migrare non è reato»
di LUIGI CIOTTI
Don Ciotti: «Diciamolo forte, migrare non è reato», il manifesto, 21 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. «Oggi a Roma la manifestazione contro il razzismo. Parla il fondatore di Gruppo Abele e Libera. Non si deve distinguere tra “economici” e rifugiati. Tra le associazioni promotrici Amnesty, Arci, Acli e Medu»
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Francesco. “…elaborare nuovi modelli di cooperazione tra il mercato, lo Stato e la società civile, in rapporto alle sfide del nostro tempo. (…) due cause specifiche che alimentano l’esclusione e le periferie esistenziali: l’aumento endemico e sistemico delle diseguaglianze e dello sfruttamento del pianeta; il lavoro non degno della persona umana”.

papafrancesco3DISCORSO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
AI PARTECIPANTI ALL’INCONTRO PROMOSSO DALLA
PONTIFICIA ACCADEMIA DELLE SCIENZE SOCIALI

Sala Clementina
Venerdì, 20 ottobre 2017

Illustri Signore e Signori,

saluto cordialmente i Membri della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e le personalità che partecipano a queste giornate di studio, come pure le istituzioni che sostengono l’iniziativa. Essa attira l’attenzione su un’esigenza di grande attualità come è quella di elaborare nuovi modelli di cooperazione tra il mercato, lo Stato e la società civile, in rapporto alle sfide del nostro tempo. In questa occasione, vorrei soffermarmi brevemente su due cause specifiche che alimentano l’esclusione e le periferie esistenziali.

La prima è l’aumento endemico e sistemico delle diseguaglianze e dello sfruttamento del pianeta, che è maggiore rispetto all’aumento del reddito e della ricchezza. Eppure, la diseguaglianza e lo sfruttamento non sono una fatalità e neppure una costante storica. Non sono una fatalità perché dipendono, oltre che dai diversi comportamenti individuali, anche dalle regole economiche che una società decide di darsi. Si pensi alla produzione dell’energia, al mercato del lavoro, al sistema bancario, al welfare, al sistema fiscale, al comparto scolastico. A seconda di come questi settori vengono progettati, si hanno conseguenze diverse sul modo in cui reddito e ricchezza si ripartiscono tra quanti hanno concorso a produrli. Se prevale come fine il profitto, la democrazia tende a diventare una plutocrazia in cui crescono le diseguaglianze e anche lo sfruttamento del pianeta. Ripeto: questo non è una necessità; si riscontrano periodi in cui, in taluni Paesi, le diseguaglianze diminuiscono e l’ambiente è meglio tutelato.

L’altra causa di esclusione è il lavoro non degno della persona umana. Ieri, all’epoca della Rerum novarum (1891), si reclamava la “giusta mercede all’operaio”. Oggi, oltre a questa sacrosanta esigenza, ci chiediamo anche perché non si è ancora riusciti a tradurre in pratica quanto è scritto nella Costituzione Gaudium et spes: «Occorre adattare tutto il processo produttivo alle esigenze della persona e alle sue forme di vita» (n. 67) e – possiamo aggiungere con l’Enciclica Laudato si’ – nel rispetto del creato, nostra casa comune.

La creazione di nuovo lavoro ha bisogno, soprattutto in questo tempo, di persone aperte e intraprendenti, di relazioni fraterne, di ricerca e investimenti nello sviluppo di energia pulita per risolvere le sfide del cambiamento climatico. Ciò è oggi concretamente possibile. Occorre svincolarsi dalle pressioni delle lobbie pubbliche e private che difendono interessi settoriali; e occorre anche superare le forme di pigrizia spirituale. Bisogna che l’azione politica sia posta veramente al servizio della persona umana, del bene comune e del rispetto della natura.

La sfida da raccogliere è allora quella di adoperarsi con coraggio per andare oltre il modello di ordine sociale oggi prevalente, trasformandolo dall’interno. Dobbiamo chiedere al mercato non solo di essere efficiente nella produzione di ricchezza e nell’assicurare una crescita sostenibile, ma anche di porsi al servizio dello sviluppo umano integrale. Non possiamo sacrificare sull’altare dell’efficienza – il “vitello d’oro” dei nostri tempi – valori fondamentali come la democrazia, la giustizia, la libertà, la famiglia, il creato. In sostanza, dobbiamo mirare a “civilizzare il mercato”, nella prospettiva di un’etica amica dell’uomo e del suo ambiente.

Discorso analogo concerne il ripensamento della figura e del ruolo dello Stato-nazione in un contesto nuovo quale è quello della globalizzazione, che ha profondamente modificato il precedente ordine internazionale. Lo Stato non può concepirsi come l’unico ed esclusivo titolare del bene comune non consentendo ai corpi intermedi della società civile di esprimere, in libertà, tutto il loro potenziale. Sarebbe questa una violazione del principio di sussidiarietà che, abbinato a quello di solidarietà, costituisce un pilastro portante della dottrina sociale della Chiesa. Qui la sfida è come raccordare i diritti individuali con il bene comune.

In tal senso, il ruolo specifico della società civile è paragonabile a quello che Charles Péguy ha attribuito alla virtù della speranza: come una sorella minore sta in mezzo alle altre due virtù – fede e carità – tenendole per mano e tirandole in avanti. Così mi sembra sia la posizione della società civile: “tirare” in avanti lo Stato e il mercato affinché ripensino la loro ragion d’essere e il loro modo di operare.

Cari amici, vi ringrazio per l’attenzione a queste riflessioni. Invoco la benedizione del Signore su di voi, sui vostri cari e sul vostro lavoro.
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Oggi domenica 22 ottobre 2017

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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladinews. Grave provocazione della Giunta regionale contro il Movimento Pastori Sardi, la più importante organizzazione di lavoratori dell’Isola. Di Vanni Tola.
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- Approfondimenti su Unica.
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eddyburgSOCIETÀ E POLITICA » TEMI E PRINCIPI » POLITICA
Neoliberalismo: l’idea che ha inghiottito il mondo
di CARMENTHESISTER
vocidall’estero, 19 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. Un articolo di Stephen Metcalf dal The Guardian sul pensiero che domina la nostra epoca: il neoliberalismo. (c.m.c.)
«Sul The Guardian, un approfondimento che risale alle origini del neoliberalismo per rintracciarne le caratteristiche peculiari e sottolineare l’ambizione di trasformare completamente la visione del mondo contenuta in quella “Grande Idea” di Von Hayek, che alla fine è riuscita a permeare completamente la società di oggi. Il neoliberalismo è divenuto l’idea dominante della nostra era, che venera la logica del mercato, deprivandoci delle capacità e dei valori che ci rendono più propriamente umani. (…)
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labsusRICERCHE
Un nuevo derecho para la administración compartida: il saggio in spagnolo di Gregorio Arena
Filippo Maria Giordano – 10 ottobre 2017, su LabSus.
Il sito LabSus pubblica per la sezione “Ricerche” un saggio in lingua spagnola di Gregorio Arena, Un Nuevo Derecho para la administracíon compartida de los bienes comunes. La experiencia italiana, apparso recentemente sulla “Revista de Administracíon Pública”.
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Nuxis: sulle tracce di Benedetta di Massa
22 Ottobre 2017
democraziaoggi
Roberto Porrà su Democraziaoggi.
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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladinews. Grave provocazione della Giunta regionale contro il Movimento Pastori Sardi, la più importante organizzazione di lavoratori dell’Isola. Di Vanni Tola.
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I pastori sardi ritornano in piazza

vt2 Ritorna in piazza il Movimento Pastori Sardi. Manifestazione a Cagliari il 31 Ottobre. 65251_113969351998233_758825_n
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Riuniti a Tramatza i Comitati che hanno diffuso un duro comunicato per annunciare la ripresa della mobilitazione.
I pastori denunciano la vergognosa e scellerata politica della Giunta regionale che ha, di fatto, delegato all’Assessore all’agricoltura e ai burocrati regionali l’applicazione dell’accordo faticosamente raggiunto a Cagliari che prevvede la distribuzione alle aziende pastorali dei 45 milioni di euro per fronteggiare la grave e straordinaria crisi del comparto pastorale determinata, oltre che dalla gravissima siccità, dai ritardi del passato nella erogazione dei fondi nazionali, regionali e comunitari che hanno condotto alla disperazione i pastori e sull’orlo di una crisi quasi irreversibile migliaia di aziende. La Giunta, in occasione della grande manifestazione di Cagliari sembrava avere compreso il profondo stato di necessità della categoria e aveva preso impegni sinceri che stava onorando. Un accordo mal digerito dalle altre associazioni di categoria e dall’apparato burocratico-clientelare nonché da quella sorta di partito antipastori trasversale alle diverse forze politiche che non vuole prendere atto e riconoscere che il Movimento Pastori Sardi rappresenta oggi il più grande movimento organizzato di lavoratori della Sardegna, un movimento determinato, democratico e pacifico diffuso e radicato nel territorio, l’unico interlocutore valido per la Giunta per avviare un serio processo di riforma del comparto pastorale. Da qui la decisione, magari formalmente corretta ma decisamente scellerata di vincolare la erogazione dei contributi promessi per l’emergenza ai controlli atti ad esercitare il recupero coatto da parte dell’Inps dei debiti delle aziende nei confronti dell’erario maturati per i ritardi nei versamenti dei contributi previdenziali. Una provocazione bella e buona nei confronti di chi tenta di sopravvivere e di difendere il bestiame dopo aver dato credito agli impegni ufficiali assunti dalla Giunta. Una scelta illogica e pericolosa per la quale il Movimento chiede un ravvedimento della Giunta e le dimissioni dell’Assessore all’agricoltura. In attesa di soluzioni positive non resta che la risposta in piazza con una grande manifestazione a Cagliari indetta per il 31 Ottobre. (V.T.)
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Punta de billete

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- Tutto sull’evento.

Oggi sabato 21 ottobre 2017

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- Approfondimenti su Unica.
democraziaoggisardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2
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20 Ottobre 2017
eddyburgCaos Mondo “Isis meno pericoloso dello smartphone”
di VITO MANCUSO
Caos Mondo “Isis meno pericoloso dello smartphone”, il Fatto quotidiano, 20 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. Fabrizio d’Esposito intervista il teologo Franco Mancuso «Nel suo ultimo libro, Il bisogno di pensare, elabora la formula del suo “sapere fondamentale”: È un libro che costruisce speranza e amore».
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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladinews. Il nostro Convegno su Nuovo Cammino. Verso la Settimana dei cattolici italiani sulle tematiche del Lavoro.
Vogliamo il Lavoro!
La rivista della Diocesi di Ales-Terralba, Nuovo Cammino, dedica gran parte del numero del mese di ottobre all’imminente Settimana dei Cattolici italiani, che si terrà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre, sul tema “Il lavoro che vogliamo: Libero, Creativo,…
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democraziaoggi-loghettoLa lunga marcia che salvò Carbonia
21 Ottobre 2017
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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SOCIETÀ E POLITICA » MAESTRI » JORGE MARIO BERGOGLIO
Discorso alla Pontificia Accademia delle scienze sociali
papafrancesco3di JORGE MARIA BERGOGLIO
Avvenire, 21 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. Ancora una lezione sul perché occorre cambiare dalla radice la società di oggi. «Se prevale come fine il profitto, la democrazia tende a diventare una plutocrazia in cui crescono le diseguaglianze e lo sfruttamento del pianeta».

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https://www.facebook.com/coordinamentoantifascistacagliari/photos/gm.2055004478119403/749117511950135/?type=3&theater

Stiticone e i suoi seguaci.

senza-titoloSupercazzole scolastiche di Storia dell’Arte
(di Carla Deplano)

La Venere di Milo si trasforma nella Venere del Nilo
La statua dell’Arringatore si trasforma ne l’Alligatore
Il Sarcofago di Stilicone si trasforma nel Sarcofago di Stiticone
Il marmo di Carrara si trasforma nel marmo di Cannavera
L’eruzione del Vesuvio si trasforma nell’erezione di Vesuvio
L’Uomo vitruviano si trasforma nell’Uomo venusiano
Il Baldacchino di Bernini si trasforma nel Baldracchino di S. Pietro
La Cripta di Santa Restituta si trasforma nella Cripta di Santa Restituita
Il Golgota o “luogo del cranio” si trasforma nel Monte Granatico
Galla Placidia si trasforma in Gatta Placidia
Cristo Pantocratore in mandorla si trasforma in Cristo in noce
I Koùroi si trasformano nei Koùloi
Jacques Louis David si trasforma in Jean Louis David
La Colonna Traiana si trasforma nella Colonna Troiana
Il David si trasforma nel Devid
La fuga prospettica si trasforma nella figa prospettica
La Cappella Brancacci si trasforma nella Cappella Brancamenta
Al Siotto la Nike di Samotracia si trasforma nella Nicchia di Sant’Avendrace
La Venere di Giorgione si trasforma nella Venere di Giorgino
Tutto diventa altro, anche Correggio … e l’Ara Pacis si trasforma nell’Ara Kiri !

No al Rosatellum, la legge elettorale truffa a danno degli elettori

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Grave provocazione della Giunta regionale contro il Movimento Pastori Sardi, la più importante organizzazione di lavoratori dell’Isola.

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sedia di Vannitoladi Vanni Tola
Chi comanda in Regione? Pigliaru e Ganau sapranno onorare gli impegni assunti o cederanno il passo al partito anti pastori e alle ottusità di funzionari e burocrati responsabili della crisi delle campagne per i ritardi storici nella distribuzione dei finanziamenti e dei contributi? Non è cosi che si affronta l’emergenza, non è cosi che si recupera il rapporto tra politica e lavoratori.

Il mese di Agosto del 2017 ha rappresentato il maggior momento di tensione tra i lavoratori della campagne e la Regione a causa di una straordinaria crisi caratterizzata da siccità, crollo del prezzo del latte e della carne degli agnelli, mancanza di risorse finanziarie per sostentare il bestiame. Un intero comparto economico isolano ha visto minacciare la sua stessa sopravvivenza con gli immaginabili danni che ciò avrebbe provocato nella già disastrata economia isolana. Migliaia di pastori, disperati ma determinati, sono scesi in piazza per denunciare la crisi della pastorizia. La Giunta regionale, i presidenti Pigliaru e Ganau e i rappresentanti del Consiglio hanno preso atto, si sono resi conto della disperata condizione dei pastori sardi e hanno assunto l’impegno di individuare ulteriori finanziamenti da aggiungere a quelli già previsti per fronteggiare l’emergenza. L’impegno è stato onorato in tempi brevi, lo stesso Movimento ne ha dato atto pubblicamente alla Giunta. Un bel momento di democrazia dal basso. Un movimento serio, organizzato, forte e radicato nel territorio, pone un problema alla politica regionale. La Giunta riconosce il Movimento come interlocutore valido e credibile e agisce di conseguenza. I guai cominciano subito dopo con le altre organizzazioni di categoria che si sentono scavalcate (e lo sono) dal Movimento, con i burocrati regionali che anziché attivarsi per sveltire l’erogazione dei finanziamenti sembrano quasi volerne rallentare e ostacolare l’applicazione, con un movimento di opinione, trasversale a tutte le forze politiche, che continua a manifestare comportamenti ostili verso i pastori organizzati. A molti piace continuare a sostenere l’immagine stereotipata dei pastori “ignoranti, brutti e cattivi”, immaginati come lavoratori abituati a vivere di contributi e sovvenzioni piuttosto che impegnarsi in seri processi di riforma e modernizzazione del comparto, personaggi violenti che disturbano la quiete sonnacchiosa del capoluogo cagliaritano con campanacci e talvolta perfino con le pecore. Pensa cosi chi non conosce assolutamente il mondo pastorale e ignora le reali condizioni di vita dei pastori. Costoro non conoscono o fingono di non conoscere l’impegno che il Movimento Pastori sta mettendo in pratica da tempo per promuovere una reale riforma del mondo pastorale, un importantissimo comparto dell’economia isolana. Accade cosi, nel paese degli evasori, dove quasi nessuno – tranne i dipendenti pubblici con prelievo in busta paga – compie il proprio dovere di contribuente verso il fisco, che qualcuno si premura di tutelare gli interessi della fiscalità. Da qui deriva il suggerimento agli organismi che devono erogare i finanziamenti ai pastori di verificare la situazione contributiva delle aziende e di subordinare la concessione del contributo al saldo preventivo del debito erariale. In pratica i debiti per contributi non versati all’Inps negli anni della crisi. Qualcuno propone che sul premio dovuto debba essere applicata preventivamente la compensazione con i debiti in atto. Una scelta scellerata, illogica, provocatoria che equivale a mettere un cerino in prossimità di un pagliaio. Chiunque può comprendere che in un momento di grave e straordinaria crisi del comparto il pastore è costretto a dirottare tutte le risorse finanziarie per fronteggiare il problema principale, dar da mangiare e da bere alle pecore e difendere l’azienda. Alle tasse e contributi si penserà in seguito. Chiunque può comprendere che decurtare il contributo dovuto per la sopravvivenza delle aziende della parte di denari dovuta all’erario significa impedire di fatto alle aziende stesse di tentare di sopravvivere. Chiunque può comprendere che tale operazione esaspererebbe oltre ogni ragionevole limite la disperazione e la rabbia dei pastori generando grande malcontento sociale e mettendo a repentaglio la stessa sicurezza pubblica salvaguardata sapientemente con l’accordo di Agosto. Ma c’è altro ancora su cui interrogarsi. A chi conviene far fare al Presidente Pigliaru e al Presidente Ganau la figura di quelli che non onorano gli impegni assunti e, ciò che più importa in Sardegna, non mantengono la parola data? E’ per questo motivo che la vicenda dei pastori sta diventa sempre più una questione dell’intera Sardegna. Allora torniamo a domandarci, chi comanda alla Regione? Quali giochi di palazzo sono in atto sulle spalle e alle spese dei pastori? E’ per questo motivo che la manifestazione del 31 Ottobre, come quella del mese di Agosto, dovrà essere una grande e pacifica manifestazione di massa dei pastori, con i sindaci, le famiglie, e tutti i sardi che non faranno mancare la loro solidarietà al mondo pastorale.
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Oggi venerdì 20 ottobre 2017

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- Approfondimenti su Unica.
democraziaoggisardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2
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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladinews. Materiali per il Lavoro
LAVORO E NUOVO MODELLO DI SVILUPPO
TRA INCUBI E SOGNI
Daniele Doglio su Rocca, ripreso da Aladinews.
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democraziaoggi loghettoRosatellum, legge bugiarda
20 Ottobre 2017
Gaetano Azzariti Il Manifesto del 17 ottobre, ripreso da gi Democrazia oggi.
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- Pazza idea a Is Mirrionis.
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CITTÀ E TERRITORIO » TEMI E PROBLEMI » BENI COMUNI
Pubblica, economica e rinnovabile: la nuova energia della Scozia
di GIANLUCA RUGGERI
Altreconomia, 16 ottobre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. «La prima ministra scozzese ha proposto di costituire una società pubblica capace di fornire elettricità agli utenti domestici. Un annuncio che smonta la retorica del “mercato” (c.m.c.)
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Vogliamo il Lavoro!

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lampada aladin micromicroLa rivista della Diocesi di Ales-Terralba, Nuovo Cammino, dedica gran parte del numero del mese di ottobre all’imminente Settimana dei Cattolici italiani, che si terrà a Cagliari dal 26 al 29 ottobre, sul tema “Il lavoro che vogliamo: Libero, Creativo, Partecipativo, Solidale”. Tra gli articoli sulla tematica del Lavoro ve ne sono due che danno conto sinteticamente dei contenuti e delle conclusioni del recente Convegno sul Lavoro organizzato dal Comitato d’Iniziativa Costituzionale e Statutaria in collaborazione con Europe Direct Sardegna. Gli articoli a firma di Franco Meloni e Fernando Codonesu sono di seguito riproposti nella loro versione integrale. Si ringrazia Nuovo Cammino – e segnatamente il direttore Petronio Floris e il vice direttore Mario Girau – per l’autorizzazione a pubblicare a nostra volta i due citati interventi, nello spirito di collaborazione che caratterizza il rapporto tra le nostre due testate.
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Lavoro. Troppe parole, vogliamo fatti!. Intanto occorre sperimentare il Reddito di Cittadinanza.
di Franco Meloni
Il lavoro, specie quello che non c’è, è in testa alle preoccupazioni degli italiani. Ancor più dei sardi che di lavoro ne hanno drammaticamente poco e sempre meno, tanto da costringere i giovani a cercarlo in altre regioni italiane e all’estero. E ad andare via sono soprattutto diplomati e laureati, privando questa nostra terra di “risorse pregiate”. Ma questo non è un destino ineludibile. Ci abbiamo riflettuto in modo approfondito nel recente Convegno, aperto dalla relazione di Fernando Codonesu, che ne dà conto nell’articolo che segue. Infatti, tra gli altri, sono intervenuti numerosi imprenditori, per lo più giovani, che hanno illustrato le loro iniziative d’impresa sul fronte dell’innovazione che producono reddito e lavoro. Sono espressione di realtà importanti, che non risolvono certo il problema del lavoro e dello sviluppo della Sardegna, ma che, tuttavia, si compongono, anticipandolo rispetto a una compiutezza ancora da raggiungere, in un “ecosistema favorevole allo sviluppo del lavoro, in condizioni di equilibrio dinamico con l’ambiente e con le continue trasformazioni della società e del mondo”. L’economia sociale e solidale, di cui le entità del Terzo settore sono concreto strumento, è un altro grande sistema da sviluppare come consistente opportunità di creazione di lavoro. A tutto questo puntiamo, utilizzando tutte le risorse disponibili, a partire proprio dalle persone. Prima che sia troppo tardi. Che fare allora? Innanzitutto, come sostiene Papa Francesco, occorre “aprire processi”, combattendo i vari “cerchi magici” che escludono la maggioranza dei sardi, per dare voce e potere ai cittadini, fornendo loro tutte le opportunità di partecipazione, in tutti i luoghi e a tutti i livelli. Liberare energie creative che possano essere messe in gioco a vantaggio di tutti. Lavorare meno, lavorare meglio, lavorare tutti. Per arrivare a questo traguardo occorre intervenire subito col Reddito di Cittadinanza, Dividendo sociale o come altro si vuole chiamare?
È possibile: ma che si superi la fase pur necessaria del parlare e si passi all’operatività!
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Lavorare meno, lavorare meglio, lavorare tutti
di Fernando Codonesu

Il 4 e il 5 ottobre il Comitato di Iniziativa Costituzionale e Statutaria in collaborazione con Europe Direct ha organizzato a Cagliari un importante convegno sul lavoro dal titolo “Lavorare meno, lavorare meglio, lavorare tutti”.
Intanto occorre chiedersi perché un comitato di cittadini e non le solite forze politiche o sindacali hanno organizzato un convegno di questo tipo e la risposta è semplice: il lavoro caratterizza tutta l’esistenza umana per cui non si può più pensare che sia un tema da specialisti. Riguarda tutti gli uomini, non solo i decisori politici o quelli che normalmente vengono individuati come “classe dirigente”. E’ anche necessario ribadire che è propria a causa dell’incapacità generalizzata della classe dirigente, dei partiti politici e delle stesse organizzazioni sindacali che oggi più di prima è necessario il contributo attivo della cittadinanza per affrontare il tema del lavoro nella sua complessità e nelle sue diverse articolazioni.
Viviamo un presente di grandi trasformazioni, un presente in cui si vivono, come sempre nella storia, elementi di futuro e si progettano visioni di futuro, che a loro volta diventeranno il presente di domani. In queste trasformazioni, che possiamo anche vedere come veri e propri sconvolgimenti, bisogna inquadrare i diversi aspetti del lavoro con i relativi punti di vista.
Per la nostra terra pensiamo ad un lavoro pulito, per questo nel titolo del convegno abbiamo messo l’accento anche su “Lavorare meglio”. Un lavoro che innanzitutto deve essere basato su un’economia di pace, per cui rifiutiamo lavori che si pongono in contrapposizione con l’ambiente, la salute umana e il benessere degli altri esseri viventi.
In tale accezione, ci sia permesso di ricordare in questa sede che la produzione di armi, peraltro presente nella nostra isola, non è accettabile come occupazione in quanto contraria ai principi costituzionali, alle direttive europee e alle stesse leggi italiane.
Così come riteniamo inaccettabile continuare con un’industria caratterizzata da produzioni inquinanti che hanno portato ad un uso devastante del territorio, con gravi riflessi negativi sulla salute delle popolazioni e sulla qualità dei prodotti agroalimentari dei territori interessati.
Lavorare meglio significa aspirare ad un lavoro che sia il più possibile scelto da ciascuno di noi, un lavoro che ci permetta di autorealizzarci.
L’attività lavorativa che distingue e rende singolare l’uomo come fondamento positivo della polis, è il lavoro che implementa l’idea trasformandola in progetto, in dispositivo, sistema, impresa, il lavoro come atto libero e liberatorio, ovvero è l’opus di latina memoria.
Per tale motivo, considerato l’attuale sviluppo dell’informatica e della robotica, la cosiddetta civiltà delle macchine, dobbiamo eliminare dal lavoro lo sforzo, la fatica, la ripetitività per arrivare ad un lavoro liberato dalla necessità e dalla paura della povertà.
Il lavoro di cui parliamo, quindi, è un lavoro che promuove e rende possibile lo sviluppo delle proprie capacità, delle proprie passioni che si trasformano in progetti e professioni, un lavoro cioè che è anche piacere, sviluppo di potenzialità di ciascuno, autorealizzazione nell’arte, nella scienza, nelle tecnologie, un lavoro senza divisione tra mezzo e fine, tra produzione e consumo, quale fondamento dell’etica sociale. A tale riguardo bisogna ripensare il mondo in cui viviamo per costruire una società più giusta, con regole di vita che permettano l’autorealizzazione e che ci facciano vivere come individui sociali, con relazioni e affettività individuali e collettive.

Siamo sicuri che parlare di lavoro oggi, compiutamente, significhi avere piena consapevolezza della complessità in cui siamo immersi.
La ripresina in atto viene troppo spesso cantata come strutturale, nel senso che ci saremmo lasciati definitivamente alle spalle i dieci anni della crisi.
Intanto la disoccupazione giovanile italiana continua ad essere superiore al 35%.
Si contano i nuovi posti di lavoro, ma si dimentica di analizzarne la qualità. Al riguardo ci soccorre l’INPS che ha certificato che del milione di nuovi contratti di lavoro attivati nell’anno in corso, solo il 24% sono a tempo indeterminato, per il 76% si tratta di contratti a tempo determinato, cioè di contratti precari.
E’ questo il lavoro che si continua a proporre?
E’ di questi lavori che hanno bisogno i nostri giovani?
In tali condizioni possono essere create nuove famiglie, si può pensare di mettere al mondo figli, si può pensare al futuro?
No, non si può e basta ragionare sulla demografia e l’indice di natalità per convincersene incontrovertibilmente. L’indice di natalità dell’Italia è pari all’8 per mille, il più basso d’Europa, l’indice di natalità della Sardegna è pari al 6,9 per mille, con 1,1 figli per donna, il più basso d’Italia. L’aumento di residenti che si registra complessivamente in Italia e ugualmente in Sardegna è dovuto solo all’immigrazione, considerato che annualmente il numero dei morti supera ampiamente il numero di nuovi nati.
Se non si fanno figli non è per scelte ideologiche o strane congetture, ma perché non ci sono le condizioni economico-sociali per poterlo fare, non esiste una politica per la famiglia e non si intravede un futuro: per tali motivi si emigra, e una volta emigrati è molto improbabile che si torni indietro.
Allora la crisi è davvero finita?
No, per niente, soprattutto in Europa, Italia e Sardegna.
In un articolo pubblicato recentemente, il quotidiano il Sole 24 Ore ha stimato che l’emigrazione della popolazione italiana scolarizzata, e specificatamente quella nota come fuga dei cervelli, costa al paese ben 14 miliardi di euro all’anno. I dati evidenziavano che dall’Italia nell’ultimo decennio si è avuta una emigrazione di laureati e diplomati pari a circa 30.000 persone all’anno.

In Sardegna si osserva lo stesso fenomeno rilevato a livello nazionale, con un ulteriore aumento del rapporto percentuale che si discosta notevolmente dal rapporto tra la popolazione sarda e quella dell’intero paese. La popolazione sarda rappresenta solamente il 2,8% di quella nazionale. I dati dell’emigrazione sarda tra il 2007 e il 2016 ci dicono che ben 21.746 sardi sono emigrati all’estero e nell’ultimo il numero di emigrati è in crescita fino a 3.370, circa il 10% del dato nazionale annuo riportato dall’articolo su citato.
In generale emigrano i giovani, laureati e diplomati, e quando non hanno un’alta scolarizzazione si tratta comunque di persone che hanno voglia di intraprendere e investire nel proprio futuro.
La sconfortante e inevitabile constatazione al riguardo è obbligata: senza i giovani preparati che emigrano e senza componenti rilevanti di popolazione con capacità tecniche e professionali e voglia di affrontare nuove sfide, come si fa in tale contesto ad avere fiducia nel futuro e a ipotizzare un modello di sviluppo sostenibile per la nostra isola?

Quali strumenti, quale organizzazione, quale formazione dobbiamo avere in questo mondo caratterizzato dalle relazioni, dai servizi e dai bit e non più dalla proprietà, dai beni e dagli atomi?
Il convegno si è posto anche queste domande con l’obiettivo di fornire alcune risposte.
Si è fatta passare la precarietà per la flessibilità. Si è precarizzata la vita di un’intera generazione a cui è stato sottratto il futuro e reso impossibile vivere il presente, e di questo si è fatto un racconto come un effetto della modernizzazione della società.
Oggi in tanti settori produttivi, nonostante la conclamata modernità, si hanno contratti di lavoro al limite della semi schiavitù.
E quanto allo spostamento della ricchezza, a partire dagli anni ‘90 del secolo scorso, si è avuto uno spostamento di ricchezza dal lavoro al capitale, dai poveri ai ricchi, con un aumento vertiginoso delle disuguaglianze come non si era mai registrato nella storia.

Per quanto riguarda l’organizzazione del convegno, è da questo quadro che è nata l’esigenza di organizzare fondamentalmente tre grandi temi di intervento:
- Il primo è l’economia sociale e solidale in quanto paradigma del periodo in cui viviamo, dove diventa sempre più forte l’esigenza di un’economia nota come terzo settore, caratterizzata dall’etica, dal riferimento ai valori umani e non al solo profitto; un’economia anche per gli ultimi, per gli strati sociali più marginali, fragili e indifesi, un’economia per tutta quella pluralità di servizi alla persona in ogni età della vita che vanno pensati, organizzati e gestiti.
- Il secondo è rappresentato dall’interrogativo sul futuro prossimo della Sardegna, con testimonianze dirette di alcuni attori dello sviluppo locale, che ci hanno parlato di filiere produttive, imprese, istituzioni, sindacati.
Abbiamo chiamato a testimoniare alcune esperienze significative che vengono svolte in quelle azioni ascrivibili alle politiche attive del lavoro, ma soprattutto abbiamo dato spazio a una parte di quella Sardegna resistente, adattativa e resiliente su cui contiamo di più e da cui provengono forza, idee e progetti per il nostro futuro.
- Il terzo, infine, che per noi è la pietra di volta di tutto: la scuola, l’istruzione, la formazione, l’università e la ricerca, convinti come siamo che la flessibilità dei tempi attuali possa essere affrontata adeguatamente solo con una formazione larga e alta, una formazione di tipo generale, basata su fondamenta solide, con contenuti delle varie discipline così approfonditi da creare profili di uscita nei vari livelli formativi come cittadini in grado di affrontare ogni problema della vita adulta e ogni possibile occupazione offerta dal mercato del lavoro e con capacità reali di creare impresa e occupazione.

In un convegno di tale importanza non poteva mancare una riflessione più generale, che definiamo alta perché alto è il tema del lavoro, e su questo, tra altri autorevoli interventi, conosceremo e discuteremo gli autorevoli punti di vista del filosofo Silvano Tagliagambe, dell’economista Gianfranco Sabattini e del sociologo Domenico De Masi.
Quando come Comitato di Iniziativa Costituzionale e Statutaria abbiamo deciso di organizzare questo convegno abbiamo pensato che dal confronto di variegate posizioni e punti vista sul tema, dalla viva voce degli attori che giorno per giorno si misurano con questo mercato del lavoro, dalla pluralità di idee che si scontrano e si incontrano nel nostro vivere quotidiano possano nascere le migliori condizioni per creare un ecosistema favorevole allo sviluppo del lavoro, in condizioni di equilibrio dinamico con l’ambiente e con le continue trasformazioni della società e del mondo.
E’ perché come esponenti della società civile, come cittadinanza attiva, sganciati da logiche di partito o di appartenenza politica, siamo convinti che non ci possano essere soluzioni individuali ai problemi posti dalla crisi, ma vadano ricercate collettivamente con il confronto delle idee, è per tali motivi che intendiamo concorrere con le nostre energie al processo di creazione di un ecosistema favorevole al lavoro, che abbiamo fortemente voluto questo convegno e abbiamo deciso di dedicarlo in particolare ai giovani che, più di altri, vedono minacciata la propria vita e il proprio futuro.

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Movimento Pastori Sardi. Pacta sunt servanda

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sedia di VannitolaLa Sedia
di Vanni Tola
Tensione tra i pastori per gli ostacoli nella corresponsione dei contributi straordinari per la crisi del comparto. La burocrazia regionale e le pressioni ostili di chi non ha “gradito” l’intesa del 2 Agosto sugli aiuti per la siccità potrebbero vanificare l’accordo ottenuto dal Movimento Pastori Sardi con la Giunta regionale.
Felice Floris e il Movimento Pastori Sardi hanno parlato chiaro. “Le promesse della Giunta ai pastori del 2 Agosto non vengono mantenute a causa della burocrazia. Gli allevatori si preparano a una nuova manifestazione a Cagliari e questa volta la rabbia sarà maggiore”. Casa è accaduto? Al momento della presentazione delle domande per ottenere i contributi promessi, i pastori hanno scoperto che per ottenere tali finanziamenti è previsto – in base a disposizioni magari legittime ma certamente discutibili in relazione al grave periodo di crisi – che le aziende debbano essere in regola con il pagamento delle tasse ordinarie, pena la decadenza del diritto al contributo stesso. Chiunque può comprendere che con la gravissima crisi determinata da una siccità straordinaria, dal crollo del prezzo del latte e della carne, i pastori hanno dovuto affrontare uno stato di emergenza fuori dall’ordinario. Una calamità che ha messo in ginocchio i più deboli, che ha messo in discussione non soltanto il reddito delle aziende pastorali ma perfino la loro stessa sopravvivenza con inimmaginabili danni economici e sociali per l’intero sistema economico sardo. E’ evidente che in tale situazione la preoccupazione principale e la scelta obbligata degli allevatori è stata quella di destinare tutte le risorse disponibili alla difesa dell’azienda, alla sopravvivenza del bestiame e non certo quella di onorare gli impegni con il fisco (che pure i pastori intendono rispettare). Subordinare oggi la concessione dei contributi alla preventiva regolarizzazione delle pendenze fiscali è un atto di viltà, una azione criminale che mina la relativa tranquillità e l’equilibrio che l’accordo MPS-Regione aveva determinato. (segue)