La LAMPADA di ALADIN


di Aladin
Abbiamo letto su La Nuova di oggi (vedi  anche Aladinpensiero blog)  il resoconto della conferenza stampa di Piergiorgio Massidda, Autorità portuale di Cagliari, che da conto dei progressi nella futura realizzazione del “punto franco doganale”, consentito dalle norme da almeno dodici anni e tuttora in fase di studio. Almeno così appare, nonostante tutti i giri di parole. Cioè nulla ancora di concretamente verificabile in termini di progetti esecutivi e date precise di inizio e termine lavori. Anche Massidda è bravo nella” politica degli annunci”,  in questo periodo secondo solo a Cappellacci, ormai maestro nell’”occupazione della scena”, standoci il più possibile, senza mai passare al fare. Nella vicenda della zona franca chi invece manca totalmente dalla scena è il Comune di Cagliari, il quale avrebbe titolo a dire la sua, trattandosi di “economia della città”, di possibile sviluppo, di opportunità di lavoro, etc.. pertanto il Comune di Cagliari dovrebbe essere magna pars, assumendo un ruolo di indirizzo nella gestione, come peraltro avviene in altre situazioni per le quali regge il confronto con la nostra città. Parliamo soprattutto di Barcellona, che da molti anni ha realizzato il punto franco doganale, portando avanti un’esperienza complessivamente positiva, ampiamente conosciuta dagli amministratori di tutte le istituzioni interessate (al riguardo non si contano più i viaggi-studio effettuati) e recentemente presentata nel convegno sulla zona franca, organizzato dalla Camera di commercio di Cagliari (vedasi gli atti nel sito web camerale); bene, presidente dell’ente di gestione della zona franca di Barcellona è proprio il sindaco della città.  Sveglia Massimo!
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- L’Associazione TDM 2000 tiene la conferenza stampa di presentazione dell’edizione 2013 del meeting internazionale “International Summer Week” giovedì 4 luglio alle ore 10.30 presso il Palazzo Vice regio in piazza Palazzo a Cagliari.

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(La Nuova Sardegna on line, 3 luglio 2013) Cagliari, l’Authority vuole la zona franca doganale
Il presidente Massidda: progetto su un’area di 30 ettari, trattiamo con la Regione Costo di dieci milioni di euro per i nuovi uffici, le infrastrutture e la sicurezza
zona franca porto canale autorità portuali

di Stefano Ambu

CAGLIARI. Sardegna zona franca? Non esageriamo. Per ora si può partire da trenta ettari nel porto canale di Cagliari. Zona franca doganale per la precisione, giusto per non fare confusione con quelle urbana e quella fiscale. Le trattative con la Regione, in particolare con l’assessorato all’Industria, sono state già avviate. La proposta partita dall’Autorità portuale è stata già avanzata ed è quella di una Zf ridotta rispetto all’ipotesi “maxi” da 900 ettari.
Costo dell’operazione, circa dieci milioni. Lo ha annunciato il presidente dell’Authority Piergiorgio Massidda ieri mattina nel corso di una conferenza stampa nella sede del molo Dogana parlando del «porto (di Cagliari) che corre». «Il recinto – ha detto – c’è già, bisogna solo allargarlo. Si tratta di realizzare anche degli edifici per ospitare le forze dell’ordine, sistemare telecamere, infrastrutture. Può essere un punto di partenza: bisogna procedere per step».
I vantaggi? «Primo – ha detto Massidda – la sospensione dei dazi doganali, paghi solo quando la merce esce non quando è depositata. Secondo, fuori Schengen non si paga niente. Se noi ci proponiamo, come abbiamo fatto, per ospitare il materiale per realizzare 100mila appartamenti ad Annaba, in Tunisia, e dobbiamo trasferire lì ad esempio i sanitari dalla Cina, il vantaggio è consistente».
Una possibilità in più anche per le triangolazioni Sud America-Sardegna-Nord Africa sul trasporto ad esempio delle carni sarà offerta dal Pif, punto di ispezione frontaliera: lunedì c’è stato il via libera dell’Authority. Duecentotrenta giorni di lavori per un’operazione dal costo di 1,2 milioni.
Ora per la mini zona franca si aspetta la risposta della Regione . L’Authority può contare anche sull’appoggio degli operatori. In primis della Cict, la società del gruppo Contship, che gestisce gran parte dei traffici del porto canale. Il ragionamento è molto semplice: «Le agevolazioni fiscali – ha detto Franco Cupolo, direttore generale di Cict – potrebbero consentire, come è successo ad esempio in Egitto, di localizzare le imprese. Meglio un gettito fiscale ridotto, ma con la presenza di aziende, di un gettito pari a zero perché non ci sono aziende». Anche perché dietro le gru e le banchine del porto canale c’è un’area grande almeno quanto la zona occupata dal centro urbano di Cagliari. Un’area con un potenziale da centinaia di aziende e migliaia di posti di lavoro. Movimenti in pressing con ricorso al Tar indirizzato proprio all’Autorità portuale di Cagliari. «Ma bisogna fare chiarezza – ha detto Massidda –. Per noi sarebbe addirittura controproducente partire con una zona franca da 900 ettari. Non sta in piedi né sotto il profilo economico, con spese enormi, né sotto quello pratico». Sul tema zona franca intanto spunta una novità, le Zes, zone economiche speciali. «Possono essere la terza soluzione – ha spiegato Massidda – qualcosa di più della zona franca doganale e qualcosa in meno rispetto a quella fiscale. Siamo reduci da un convegno a Gioia Tauro per un approfondimento dell’argomento: stiamo valutando anche questa ipotesi». Sulla zona franca fiscale intanto è stata depositata la relazione dell’esperto incaricato dall’Authority, il tributarista genovese Victor Uckmar. In questo caso il progetto è più ampio: un traguardo a cui si deve arrivare con calma e consapevolezza. Per ora l’ipotesi più realistica rimane quella della zona franca “in piccolo”. Un test per capire se funziona davvero. E se può essere sul serio una delle soluzioni per risollevare l’economia in Sardegna.

2 Responses to La LAMPADA di ALADIN

  1. [...] carta e si appresta ad un adeguamento della perimetrazione (vedasi al riguardo le iniziative di Piegiorgio Massidda, Autorità portuale di Cagliari). Con un ritardo di almeno 12 anni e con grandi difficoltà, peraltro in fase di superamento, [...]

  2. […] carta e si appresta ad un adeguamento della perimetrazione (vedasi al riguardo le iniziative di Piegiorgio Massidda, quando rivestiva la carica di Autorità portuale di Cagliari). Con un ritardo di almeno 12 anni e con grandi difficoltà, peraltro – si sostiene – […]

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