Iniziativa in onore di Francesco Alziator, cantore di Cagliari. Sa lingua de Casteddu in Consiglio comunale. Sono soddisfazioni!

img_5453Ieri nell’aula consiliare del Comune di Cagliari la Fondazione Sardinia, attraverso il suo presidente Bachisio Bandinu e il direttore Salvatore Cubeddu, ha presentato i due volumi della ricerca scientifica/opera didattica su “Sa lingua de Casteddu”, curata da Daniela Mereu, Fabio Usala e Paolo Zedda. Si tratta di un efficace strumento per valorizzare e sostenere la lingua sarda nella versione casteddaia. L’incontro è stato presieduto dal presidente del Consiglio comunale Edoardo Tocco. Hanno portato il saluto Giorgio Angius, vice sindaco, anche a nome del sindaco Paolo Truzzu, assente per indisposizione, l’assessora alla Cultura Maria Dolores Picciau. Sono intervenuti con due dei già citati curatori dei contenuti dell’opera (Fabio Usala e Paolo Zedda) nonché del tecnologo che ha curato il supporto informatico (Maurizio Zucca), Tonino Oppes, che ha ricordato Francesco Alziator, e Maurizio Virdis, docente universitario, referente scientifico dell’opera. Maurizio Virdis ha fatto un appello perché la lingua sarda venga parlata in tutte le sue varianti, perché è bella e il suo uso rafforza l’identità del popolo sardo. Ha ricordato infine, tra gli applausi, insieme con Francesco Alziator, un altro grande cagliaritano: Aquilino Cannas.
Salvatore Cubeddu, che ha anche portato i saluti della figlia di Alziator, Cristiana, assente per indisposizione, ha, tra l’altro ricordato che 42 anni fa (1981) nell’aula consiliare intervenne in sardo il consigliere Franco Meloni*, Il suo intervento non venne registrato in quanto non espresso in lingua italiana (!). Molto tempo e’ passato da quel giorno, per fortuna non invano, come dimostra l’odierna iniziativa.
Il libro è fruibile in rete.
* Franco Meloni, ricordi del Consigliò comunale di Cagliari
(…)
Il secondo episodio riguarda un mio intervento in Consiglio in lingua sarda, in occasione della discussione sulle dichiarazioni di voto di un nuovo Sindaco (credo si trattasse di Michele Di Martino). Scrissi il mio intervento in italiano e per la traduzione in sardo-campidanese mi affidai alla consulenza di Piero Marcialis e di Gianni Loy (conosco la mia lingua che è stata molto la lingua dei miei genitori, ma non volevo improvvisare)*. Bene: silenzio o sorrisetti dei miei colleghi consiglieri, salvo schiamazzi della destra missina. Il Sindaco raccomandava: “calma, lasciatelo dire…” A verbale pressappoco questa frase: “prende la parola il consigliere Meloni, il cui intervento non viene riportato in quanto non svolto in lingua italiana”. Imbarazzo dei consiglieri sardisti. Il consigliere Umberto Cardia mi sussurrò: “così ci hai sottratto un bel gruzzolo di voti”. Per la mia parlata sarda, casteddaia ma non castellana, un voto di sufficienza da parte del castellano (del quartiere Castello) don Paolo De Magistris.
* Dell’intervento ricordo solo l’incipit: “Cambianta is sonadores ma sa musica est sempri sa propia…”

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