Oggi venerdì 9 febbraio 2024. Con Ottavio Olita

img_6169L’astensionismo è il più forte alleato della destra.
di Ottavio Olita
Rassegnazione – ‘perché tanto non cambia nulla’ -; irritazione per le troppe divisioni tra i democratici; il potere che persegue i propri obiettivi senza tenere conto delle scelte degli elettori: sono queste le cause principali della diserzione delle urne da parte di tanta parte degli aventi diritto al voto. Comprensibile ma non condivisibile. Soprattutto in un momento grave, pericoloso per la Sardegna e per l’Italia.
La Sardegna, in particolare, corre nell’immediato due gravissimi rischi: le conseguenze dell’approvazione dell’anticostituzionale legge sull’autonomia differenziata; la decisione del governo, spostata strumentalmente a marzo per evitare la coincidenza con il voto del 25 febbraio, su dove realizzare il deposito unico, nazionale, delle scorie radioattive.
La sciagurata norma che prevede vantaggi economici per le regioni più ricche – guarda caso tutte del nord – determinerà un’ulteriore impoverimento delle regioni meridionali e delle isole; la maldestra furbata della scelta fatta dal Senato di indicare solo i poligoni militari come possibili siti per ospitare il deposito delle scorie nucleari ha fatto sì che la Sardegna, il cui territorio è invaso dal 65% di servitù militari nazionali, rischia di essere posta in cima alla lista. Come sarà interpretata dal governo di destra-destra l’eventuale assenza dalle urne dei sardi? Potranno fare quel che vorranno. Ecco perché l’astensionismo rischia di fare un grande favore a parafascisti, leghisti, forzisti, cosiddetti ‘moderati’, tutti a sostegno di Giorgia Meloni.
Tutto questo mentre la presidente del consiglio e i suoi alleati continuano a varare, per tutto il Paese, provvedimenti anticostituzionali, come le cosiddette ‘leggi bavaglio per la stampa’, ideate soprattutto per nascondere provvedimenti giudiziari che riguardino il potere economico e politico del Paese; o anche il pericolosissimo ‘premierato’ che è in realtà uno svuotamento di una delle competenze più significative del Presidente della Repubblica
Il voto sardo può dunque trasformarsi in un importante segnale da inviare a chi attualmente ci governa, anche in vista delle elezioni europee in programma l’8 e il 9 giugno prossimi.
Votare, in questa situazione, diventa fondamentale, uno strumento essenziale in difesa della Costituzione e della Democrazia nata dalla Resistenza.

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