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La storia della medicina

Piero Marcialis LLdi Piero Marcialis

220px-louis_pasteur_foto_av_paul_nadar_crisco_edit51. Pasteur, nascita della microbiologia.
Un francese, che non era medico, è una delle figure più importanti della storia della medicina.
Louis Pasteur nasce il 27 dicembre 1822 a Dole nel Giura (oggi in Borgogna-Franca Contea, capitale Besançon).
Professore di fisica al Liceo di Digione nel 1848, l’anno seguente è docente di chimica all’Università di Strasburgo, poi a Lille, poi a Parigi, per vent’anni.
Una vita metodica, durante la quale affronta uno dopo l’altro i grandi problemi legati all’agricoltura, agli animali, all’uomo.
I primi studi riguardarono la cristallografia, poi le cause della fermentazione e della putrefazione, qui scopre che non si tratta di semplici processi chimici, ma che ne sono causa certi microorganismi.
Nel periodo di Lille, zona viticola, dimostra che sono i microbi a far inacidire il vino e il latte e mostra il rimedio nella pastorizzazione, cioè l’eliminazione dei microbi col calore, procedimento che da lui prende il nome.
Si dedica successivamente alla prevenzione del carbonchio, che minacciava all’epoca di rovinare la zootecnia francese.
Secondo il metodo di Jenner inoculò negli animali un germe attenuato a bassa virulenza, ne risultò l’immunizzazione.
Il successo forse più celebre lo conseguì con la scoperta del siero antirabbico, riducendo la mortalità da rabbia a meno dell’uno per cento dei casi.
Nei festeggiamenti del suo settantesimo compleanno a Parigi intervenne il medico inglese Joseph Lister (del quale parleremo prossimamente) e disse: “Non c’è in tutto il mondo una persona cui la scienza medica debba quanto a lei”.
Pasteur morì a Marnes-la Coquette il 28 settembre 1895.

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49. Claude Bernard e la medicina sperimentale.
Claude Bernard, il fondatore della medicina sperimentale, nasce il 12 luglio 1813 in un piccolo villaggio nel Beaujolais, grande regione vinicola, figlio di un vignaiolo.
Da ragazzo è apprendista presso un farmacista a Lione, ma non ama quel lavoro e crede di avere attitudini letterarie. Scrive per il teatro, finché un famoso critico gli consiglia di smettere e di dedicarsi piuttosto allo studio della medicina, professione almeno più redditizia.
Riesce così bene negli studi che diventa assistente di Magendie, il più noto fisiologo di Francia.
Meglio del maestro si dedica alla ricerca. [segue]

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48. L’anatomista e gli assassini.

Robert Knox (1791-1862) fu l’anatomista più popolare di Edimburgo. Brillante oratore, alle sue lezioni aveva un uditorio di 500 persone, non solo studenti di medicina, ma anche avvocati, nobili, artisti e letterati.
Fu a Waterloo e in Sudafrica per le sue ricerche.
All’apice della fama si trovò coinvolto nel tenebroso affare degli “assassini di West Port”: William Hare e William Burke, due irlandesi che facevano commercio di cadaveri.
All’epoca i medici anatomisti, poiché le salme dei condannati a morte non erano sufficienti, per necessità acquistavano cadaveri, quasi sempre trafugati dai cimiteri.
Il fatto criminoso era che i due irlandesi provvedevano essi stessi a trasformare in cadaveri gli ospiti della locanda di William Hare, nel porto occidentale di Edimburgo.
La prima volta si trattò della morte di un vecchio malato, ospite della locanda, che non aveva pagato la pigione.
Il suo corpo fu ceduto a Knox per 7 sterline e mezzo.
I due, stimolati dal facile guadagno, cominciarono a invitare ospiti alla locanda, li ubriacavano e una volta ubriachi li soffocavano, in modo da non lasciare tracce sul corpo. [segue]

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46. La salute pubblica.

Antesignano dei sistemi di salute pubblica, da assicurare con grandi progetti di legislazione sanitaria, fu il tedesco Johann Peter Frank.
Nato a Rodalben il 19 marzo 1745, da modestissima famiglia, grazie ai suoi soli sforzi riuscì a diventare professore di fisiologia a Gottinga, poi a Pavia, dove fu anche direttore dell’ospedale, e a Vienna, direttore del policlinico.
Antesignano della moderna organizzazione sanitaria considerò sua missione il risveglio della coscienza igienica e sanitaria non solo nel popolo, ma proprio nei governanti, che sono responsabili della salute pubblica. [segue]

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42. Il medico di campagna.

A Cagliari una strada importante, che comprende due ospedali, l’Oncologico e il Microcitemico, è dedicata a Edward Jenner, uno dei massimi benefattori dell’umanità.
Nasce il 17 maggio 1749 a Berkeley, figlio del parroco del Gloucestershire, il rev. Stephen Jenner.
Allievo e collaboratore di John Hunter, il grande medico scozzese anatomista e fisiologo, collabora con lui in ricerche di fisiologia e storia naturale.
Legato alla professione del medico di campagna, non ama la vita cittadina, non è interessato ai soldi e alla celebrità, esercita nel paese natio ed è qui che compie la sua grande scoperta. Parla con una contadina che è certa di non poter prendere il vaiolo, perché ha già avuto il “vaccino”, una malattia poco grave trasmessa dalle mammelle della mucca alle mani del mungitore. [segue]

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41. Giovanni Battista Morgagni.

Nasce a Forlì il 25 febbraio 1682.
A sedici anni si iscrive all’università di Bologna, allievo di Antonio Maria Valsalva, già allievo di Malpighi.
Si laurea nel 1701 e diviene assistente e collaboratore di Valsalva all’ospedale di Santa Maria della Morte.
A 29 anni viene chiamato a insegnare a Padova, dove terrà la cattedra di anatomia fino all’età di 84 anni.
Nel 1761, a 79 anni, pubblica finalmente il risultato del lavoro di tutta una vita: la De sedibus et causis morborum per anatomen indagatis, in cinque volumi che contengono la storia clinica e la descrizione necroscopica di oltre settecento casi.
A Morgagni, fondatore dell’anatomia patologica, si deve la visione unitaria dell’anatomia e della patologia con i dati clinici, il nesso tra reperto autoptico e dato clinico. [segue]

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piero-di-licia38. William Cullen, medico scozzese.

William Cullen, fondatore della facoltà di medicina a Glasgow, nacque a Hamilton nel 1710, figlio di un avvocato che era anche il procuratore del duca di Hamilton, famiglia imparentata coi reali di Scozia, che aveva dato il nome alla città.
Studiò prima ad Hamilton, poi all’Università di Glasgow, ma poiché questa, pur fondata dal 1451, era ancora priva di una facoltà organizzata di medicina, fece pratica medica presso un chirurgo e poi presso un farmacista a Londra. Si imbarcò poi come chirurgo navale per le Indie orientali. Dopo queste esperienze apri’ il suo studio medico nella città natale, dove godeva della protezione del duca.
Nel 1751 venne nominato professore a Glasgow per insegnare medicina e chimica. Anziché insegnare in latino, come era uso accademico fino ad allora, insegnava in inglese, il che aumentò di molto la partecipazione alle sue lezioni. [segue]

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37. La scuola di Leida.

Nel 1575 Guglielmo d’Orange, in premio alla città per aver combattuto con lui contro gli spagnoli, propone ai cittadini di Leida l’esenzione dalle tasse per dieci anni oppure la creazione di una Università.
I cittadini scelgono l’Università. Leida diviene in poco tempo il centro dell’insegnamento medico.
Aperta a tutti, cattolici, protestanti o ebrei, mentre in Italia le Università per decreto papale erano riservate ai cattolici, attira studenti da tutto il mondo: Inghilterra, Scozia, Irlanda, America. Si parla latino. [segue]
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30. Gerolamo Cardano.

Gerolamo Cardano è forse più noto come genio della matematica e della meccanica che come medico, ma certo è figura singolare che merita di essere ricordata.
jerome_cardanTipico uomo del Rinascimento si diletta anche di filosofia e di astrologia, con risultati discutibili.
Dire della sua vita che sia stata travagliata è un eufemismo.
Nasce il 24 settembre 1501, nonostante i tentativi della madre di abortirlo; da neonato la balia gli contagia la peste; è un bambino malaticcio; da adulto soffre di impotenza, ma guarisce, si sposa e ha tre figli: il maggiore, uxoricida, muore decapitato; il più giovane è un tale farabutto che il padre deve denunciarlo, della figlia non sappiamo. Accusato d’eresia ormai vecchio è costretto ad abiurare e giurare di non più insegnare. Muore il 13 settembre 1576 e si ignora dove sia sepolto. [segue]

Storia della medicina

piero-di-licia22. La medicina nell’antica Bologna.
di Piero Marcialis, su fb.
L’università di Bologna nasce, libera e autonoma, nel XII secolo, dedita in principio a studi giuridici. È solo nel secolo XIII che si dedica anche allo studio della medicina.

Uno dei primi insegnanti è Taddeo Alderotti fiorentino (1223-1303), la cui originalità è dovuta alla introduzione nella letteratura medica dei “consilia”, cioè lo studio dei casi clinici. Pare che Dante Alighieri ne abbia ascoltato le lezioni.
Notevole è la presenza di due chirurghi, padre e figlio: Ugo Borgognoni da Lucca, ritenuto il miglior chirurgo del suo tempo, morto nel 1252; Teodorico suo figlio (1205-1298), teologo e medico, che divenne vescovo di Cervia. Teodorico è autore del Chirurgia: nega la necessità di lasciare il pus nelle ferite, come fino allora si credeva, afferma la necessità di ripulirle e fasciarle con bende inzuppate nel vino; usa la spugna anestetica impregnata di mandragola e oppio.
Altro grande maestro fu Guglielmo da Saliceto (1210-1277), che si occupò della cura dell’idropisia, sostenne l’unione dello studio di medicina e chirurgia, preferiva l’uso del coltello al cauterio, dava molta importanza alla conoscenza dell’anatomia; raccomandava agli allievi riflessione e tranquillità, umiltà e gravità, e poche chiacchiere con amici e parenti del malato.
Suo discepolo fu Henricus, Enrico di Mondeville (1260-1320).
Questi doveva possedere talento da umorista. Riteneva che giovasse al malato il buon umore: ascoltare musica piacevole, ricevere notizie gradite: addirittura, per tenerne su lo spirito, consigliava di scrivere lettere con buone notizie false.
Bisognava allontanare dai feriti, durante il soccorso, gli amici impressionabili che potevano svenire e creare confusione, “però si può, dalle persone che svengono e si rompono la testa, cavare un compenso anche maggiore che dal malato principale”.
Come il maestro, Enrico sostiene la necessità di uno stretto legame tra medicina e chirurgia: “nessun chirurgo può essere bravo se non conosce la medicina, come nessuno può essere buon medico se ignora la chirurgia”.
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di Piero Marcialis, su fb.

19. La scuola medica di Salerno.
a) Origini e maestri.
Dopo il crollo dell’impero romano due furono i percorsi che la storia medica seguì: uno quello della medicina araba, di cui abbiamo parlato; l’altro quello della pratica medica cristiana, grazie all’attività dei monasteri, dove si copiavano le antiche opere greche e latine, si coltivavano le erbe medicinali e si praticavano le opere di misericordia corporale, in locali destinati ad infermeria.
Circa cinque secoli dopo sorge a Salerno la prima scuola medica europea, scuola che diede i suoi frutti maturi qualche secolo più tardi, in epoca rinascimentale.
Le origini di questa scuola sono difficili da accertare, diverse le ipotesi: chi la fa risalire a Pitagora, chi la accosta a leggende di incontro tra saggi ebrei, greci, arabi e latini.
La scuola era laica, anche se aveva amichevoli rapporti coi monaci benedettini del vicino monastero di Montecassino.
Il periodo di splendore della scuola va dalla fine del XI secolo alla fine del XIII. Salerno era stata conquistata nel 1075 da Roberto il Guiscardo che le diede rango di capitale e portò a grande sviluppo la sua attività economica e culturale.
Nella scuola si insegnava l’anatomia attraverso la dissezione dei maiali, primo testo in materia l’Anatomia porci, di Cofone.
Si praticava, con prudenza, la chirurgia. Ruggero di Palermo ne tratta nel suo testo Chirurgia (1180); poi revisionato dal suo allievo Rolando da Parma.
Uno dei primi maestri, se non il primo, fu Garioponto che derivò largamente il suo libro Passionarius da testi greci. Citava Ippocrate e disdegnava ogni cura mistica.
Bartolomeo Anglico, autore del De proprietatibus rerum, un’enciclopedia popolare che ebbe larga diffusione nel Medioevo, nel suo libro di testo Practica tratta della diagnostica, insistendo sull’esame del polso e delle urine, e della terapia, basata principalmente su dieta e salasso.
Nella scuola troviamo, qualcuno si sorprenderà, le dottoresse: Trotula, Abella, Rebecca, Costanza e altre.
Alcuni vogliono limitarle al rango di infermiere e ostetriche.
Infatti Trotula era, pare, autrice di un libro di ostetricia.
Interessante è anche il contributo dato alla cucina dietetica, verificabile nel testo del maestro Musandino, il De modo preparandi cibos et potus infirmorum.
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