Monthly Archives: febbraio 2013

I ricercatori del CRS4, Marco Cogoni e Erminia Leonardi hanno depositato la domanda di brevetto per sistema di controllo dell’energia prodotta da impianti di energia solare a torre

Crs4. Brevetto per sistema di controllo dell’energia prodotta da impianti di energia solare a torre

il software permette di incrementare del 30-40% la produzione di energia. Rende anche possibile la riduzione dello spazio occupato dagli specchi nei terreni e l’altezza delle torri, creando un minor impatto visivo.

XI Conferenza Internazionale sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker

Duchenne

L’XI Conferenza Internazionale sulla distrofia muscolare di Duchenne e Becker di Parent Project onlus, si svolgerà a Roma  dal 22 al 24 febbraio 2013. I maggiori esperti da tutto il mondo si riuniranno per aggiornare la comunità su ricerca scientifica e gestione clinica. Appronfondimenti e informazioni http://stelnet.com/parentproject/

Il programma

La Sardegna è a rischio di emergenza democratica. Il Consiglio Regionale non ha ancora iniziato la discussione di una nuova legge elettorale che garantisca la parità di genere nelle istituzioni politiche locali.

Comitato SNOQ Cagliari; snoqcagliari@gmail.com  – FB SenonoraquandoCagliari

Comitato SNOQ  Sassari; senonoraquandoss@gmail.com – FB Senonoraquandosassari

 COMUNICATO STAMPA

 Comitati SNOQ Cagliari e Sassari: “La Sardegna è a rischio di emergenza democratica.

È necessario che al più presto il Consiglio Regionale si doti di una legge elettorale che garantisca l’equilibrio di genere nelle istituzioni”

GLI OCCHIALI di PIERO MARCIALIS

La notizia di oggi è che la gente fa la fila negli uffici per avere il rimborso dell’Imu. A questo punto alcune domande si pongono.

- Diffusione di false notizie atte a turbare l’ordine pubblico, non è un reato?
- Questi che si mettono in fila sono capaci di intendere e di volere? e hanno diritto di votare?
- Ho pietà per loro, ma devono essere i loro rappresentanti a fare leggi che obbligano tutti?

La democrazia è il trionfo della follia?

Nirvana

Bomeluzo Nirvana Bomeluzo ©Bomeluzo

Insediata l’assemblea dell’Euregio “Senza confini” (Friuli Venezia Giulia, Carinzia e Veneto). E in Sardegna che si fa? Nulla!

La Sardegna assente dalla costituzione delle Euroregioni. Sole chiacchiere in via Trento
Zaia (Veneto) primo Presidente di Euregio “Senza confini”.
(regioni.it) “L’Euroregione c’è”, ne è convinto il Presidente della Regione Fvg, Renzo Tondo, che ha partecipato il 19 febbario a Klagenfurt, assieme ai presidenti della Carinzia, Gerhard Doerfler, e a quello del Veneto, Luca Zaia, alla seduta di insediamento dell’Assemblea dell’Euregio “Senza confini”. Siamo di fronte, come hanno sottolineato i tre Presidenti, a un evento di fondamentale importanza, al passaggio dalla fase del “contenitore” a quella del “contenuto”.
La costituzione formale del 27 novembre scorso, a palazzo Balbi a Venezia, ha chiuso la lunga stagione preparatoria dell’Euroregione, condizionata dai tempi di approvazione e di recepimento del regolamento comunitario sul GECT (Gruppo Europeo di Cooperazione Territoriale).                                                                                                                               Approfondimenti su Aladinews

L’agricoltura torna la priorità della Sardegna

di Aladin

Che l’agricoltura sia tornata una priorità lo dimostra il successo della manifestazione promossa da Coldiretti Sardegna, che si è tenuta stamane (20 febbraio) presso l’Hotel Mediterraneo a Cagliari. Gli organizzatori non si aspettavano il notevole afflusso di pubblico, tanto è che si è dovuto rimuovere il separatore della sala per allargarla e contenere tutti i partecipanti. Precisamente l’argomento era centrato sulla PAC, la nuova Politica Agricola Comune dell’Unione Europea, relativa alla programmazione dei fondi del settennio 2014-2020. Sono temi complessi che il bravo relatore esperto della direzione nazionale della Coldiretti, Stefano Leporati, ha cercato di porgere nel modo più comprensibile possibile, in parte riuscendovi, in parte rinviando agli ulteriori chiarimenti e approfondimenti. “Per capire tutto e bene ci vorrebbe un master in PAC” – ha commentato nel suo intervento il prof. Giuseppe Pulina, docente dell’Università di Sassari - che al riguardo non si è fatto scappare l’occasione per proporre proprio un maggiore impegno del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari (ma possiamo dire dell’Università della Sardegna), di cui Pulina è direttore, anche con un apposito Master in gestione delle risorse agricole (il titolo è assolutamente provvisorio), magari scegliendo come sede Oristano (per la sua centralità, ma anche perchè già ospita un insediamento universitario pertinente). Pulina ha detto molte cose interessanti, ma qui vogliamo riportarne una in modo particolare: “Dobbiamo portare la conoscenza al Km. zero, nel senso di crearla e approfondirla a diretto contatto con le problematiche e al servizio dei sardi”. Ecco un bel concetto, della serie: “Anche in agricoltura, non chiederti cosa può fare la Sardegna per l’Università, ma, piuttosto, cosa può fare l’Università per la Sardegna”.

La Coldiretti negli autorevoli interventi del neo presidente regionale Battista Cualbu e del direttore Luca Saba, è sembrata portatrice di un rinnovato spirito di collaborazione ( “occorre fare squadra” ) non solo tra le Organizzazioni del settore, ma con la Regione, a cui si chiede anche il riposizionamento delle funzioni e dell’organizzazione delle Agenzie (Laore e Agris), con gli Enti locali (in particolare i Comuni) e con l’Università. Si deve dare vita a un “tavolo permanente” in grado di costruire una forte politica agricola della Regione, che possa sostenere il confronto in sede nazionale (Ministero delle politiche agricole e forestali) e soprattutto europea. In questo quadro si è proposto anche di praticare politiche di alleanze con le regioni italiane più forti, proprio per aumentare il potere contrattuale degli agricoltori sardi nei confronti delle diverse Istituzioni (lo sguardo è ovviamente rivolto soprattutto a Bruxelles), anche perchè non tutte le decisioni risultano ancora prese nelle diverse “stanze dei bottoni”. Non si tratta però solo di politiche di salvaguardia delle risorse comunitarie a favore degli agricoltori sardi, ma di ripensare tutta la politica agricola in relazione a nuovi modelli di sviluppo della Sardegna. Ripensare dunque la politica agricola in stretta connessione con le scelte complessive in campo economico-sociale.

Nel suo intervento Cristiano Erriu, sindaco di Santadi e presidente dell’Associazioni dei Comuni sardi (Anci Sardegna) ha ribadito come solo un rifiorire dell’agricoltura può salvare i paesi sardi dalla desertificazione e dall’abbandono delle giovani generazioni. Nell’aderire al “tavolo permanente” ha proposto che si pratichi una valorizzazione dei prodotti sardi, dando priorità alla qualità piuttosto che alla quantità, portando come felice esempio proprio la “Cantina di Santadi”, che ha diminuito la produzione complessiva, aumentando la qualità e il fatturato. Recentemente un alto funzionario cinese si è recato in visita a Santadi per toccare con mano queste politiche produttive, anche per imitarle. Ovviamente si tratta di vedere caso per caso, ma certo non bisogna farsi irretire da proposte che potrebbero stravolgere l’agricoltura senza portare adeguati benefici. Attenzione all’uso intensivo di terreni agricoli per altri scopi. Erriu ha poi ricordato l’esistenza di fondi europei diversificati, come il FSE e il FESR, che possono essere utilizzati in sinergia con gli interventi per l’agricoltura e ha rimarcato la necessità di intervenire per l’innovazione dei processi e dei prodotti e per la formazione delle persone.
(Aladin)
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allegoria agricoltura
Palazzo Civico di Cagliari: Andrea Valli, allegoria dell’Agricoltura

Per contribuire, nel nostro piccolo, alla libertà dell’informazione pubblichiamo il documento dei redattori de L’Unione Sarda, censurato dalla direzione

Aladinews per la libertà dell’informazione

(Fonte sito vitobiolchini) L’Unione Sarda censura… se stessa! Ecco il documento dei giornalisti contro Zuncheddu, mai apparso sul quotidiano!
by vitobiolchini

Questo è un documento sindacale che l’assemblea dei giornalisti dell’Unione Sarda ha presentato al direttore del quotidiano lo scorso 6 febbraio, chiedendone la pubblicazione. E’ una riflessione sui motivi della crisi che ha investito anche il giornale cagliaritano e che per i giornalisti è riconducibile anche alle scelte operate dall’editore, Sergio Zuncheddu. Voi avete visto qualcosa? Così è intervenuto il sindacato dei giornalisti (la Fnsi), che ha rinnovato al giornale l’invito a pubblicare il documento sindacale. Di fronte alla negazione di questo elementare principio, il sindacato si è visto costretto a rendere pubblico il documento. Che io vi propongo integralmente. L’Unione Sarda, uno dei pochi giornali al mondo che censura se stesso.

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L’assemblea dei giornalisti dell’Unione Sarda ritiene inaccettabile e respinge l’insistenza dell’azienda sulle ipotesi di azioni legali contro i rappresentanti sindacali della redazione. Dopo la lettera inviata ai colleghi a dicembre, cui seguì uno sciopero di protesta e solidarietà, la società editrice pubblicò una nota in cui minimizzava il senso dell’iniziativa, affermando di “aver solo invitato i sindacalisti interni… ad avere rispetto della testata L’Unione Sarda”.

GLI OCCHIALI di PIERO MARCIALIS

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20 febbraio 1945. Pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia del Decreto Legislativo luogotenenziale 2-2-1945 n.23

ESTENSIONE ALLE DONNE DEL DIRITTO DI VOTO

Discutiamo di PAC

Oggi si parla di Politica agricola comunitaria. Iniziativa di Coldiretti all’Hotel Mediterraneo

LA SEDIA di VANNI TOLA

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Oscenità berlusconiane. Carissimo Silvio Berlusconi, Le scrivo in nome e per conto della mia cassetta delle lettere. La cassetta ci tiene a farle sapere che mai, e sottolineo mai, la sua buca (che non è ciò che pensa lei) è stata profanata da lettere oscene quali quella da Lei inviata per il rimborso IMU. Mi ha anche pregato di prelevare la sua lettera e depositarla con urgenza nel vicino cassonetto della spazzatura, cosa che ho prontamente fatto.

Giovanni Lilliu

“Giuanni Lilliu, professori de antichidadi in s’Universidadi de Casteddu, babbu mannu de sa Sardigna, at torrau a luxi Su Nuraxi po pònniri a frutu su didignu de fundai in ideas e praticas noas de identidadi sa cittadi sarda de cras, bona a crèsciri in su sentidu de sa libbertadi e in su respiru de su mundu”.
A Giuanni Giovanni Lilliu, Sardus Pater

GLI OCCHIALI di PIERO MARCIALIS

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19 febbraio 1937. Massacro in Etiopia ad opera degli “italiani brava gente”. Per gli etiopi oggi è la giornata della memoria. I massacri feroci e gratuiti proseguirono fino a maggio. Allora si esportava la civiltà, oggi si esporta la democrazia.

LA SEDIA di VANNI TOLA

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La chimica verde, una fiaba per adulti. Aladinews seguirà l’evoluzione del progetto e il dibattito in corso con altri interventi di approfondimento. In fondo, se è una fiaba, chi meglio di Aladino? Leggi l’Editoriale

LA SEDIA di VANNI TOLA. La chimica verde, una fiaba per adulti. Aladinews seguirà l’evoluzione del progetto e il dibattito in corso con altri interventi di approfondimento. In fondo, se è una fiaba, chi meglio di Aladino?

di Vanni Tola
L’idea è semplicemente geniale, coniugare la chimica con l’agricoltura per realizzare prodotti chimici biodegradabili da vegetali e con processi produttivi non inquinanti. Un grande progetto di sistema che rilancerebbe nel mondo l’industria petrolchimica tradizionale ora in crisi. Le materie prime le fornirebbe l’agricoltura con prodotti quali il girasole, il mais o il cardo selvatico, ma sarebbero utilizzabili anche gli scarti della pastorizia o della pesca, opportunamente trattati. Queste materie prime daranno origine a polimeri biodegradabili dai quali si potranno realizzare una miriade di oggetti di uso comune con un impatto ambientale ridottissimo. La coltivazione delle materie prime avverrebbe recuperando a uso produttivo i terreni degradati e marginali generalmente incolti mentre gli impianti sarebbero realizzati con la riconversione dei vecchi stabilimenti petrolchimici. La Sardegna ridiventerebbe quindi uno dei nuovi poli di sviluppo per l’industria petrolchimica nazionale che, questa sarà di chimica verde. Una bella storia, quasi una fiaba accolta con interesse e speranza anche da coloro che negli ultimi cinquanta anni sono stati prima incantati e poi delusi dalla fiaba dei Piani di Rinascita e del Piano per la Pastorizia. La protagonista assoluta della fiaba si chiama Matrìca, una joint tra Polimeri Europa del gruppo Eni e Novamont, l’azienda ex Montedison oggi leader mondiale nelle bio-plastiche. Matrìca è nata in Sardegna con l’obiettivo di trasformare il petrolchimico Eni di Porto Torres in uno dei più grandi poli industriali di chimica verde a livello internazionale. Nel vecchio polo petrolchimico di Portotorres, adeguatamente bonificato e riconvertito, dovrebbe produrre 350mila tonnellate all’anno di prodotti biodegradabili di origine vegetale, partendo dalle coltivazioni locali, in questo caso il cardo, ricavate mettendo a coltura i terreni marginali. L’investimento complessivo è di tutto rispetto, un miliardo. 500 milioni, a carico del gruppo Eni, servirebbero per la bonifica dell’area e 300 milioni per la realizzazione da parte di EniPower di una centrale a biomassa che utilizzerà i residui vegetali delle lavorazioni agricole. A regime si ipotizza la costruzione di sette nuovi impianti – con una spesa di 250 milioni che entrerebbero in funzione tra il 2014 e il 2016. In termini di occupazione la realizzazione del progetto consentirebbe di salvare gli attuali 550 posti di lavoro dell’industria chimica che diventerebbero 685 a completamento dell’investimento. Questa la situazione di partenza. La discussione è aperta, molte le opinioni differenti e contrastanti a confronto. Giusto per elencare alcune questioni aperte cominciamo con l’alimentazione della centrale a biomasse, il cuore del progetto. Abbiamo sufficiente disponibilità di materia prima per alimentare la centrale con prodotti vegetali ricavati dalle terre marginali messe a coltura e con i residui delle lavorazioni agricole? E qualora questa condizione non si realizzasse quali garanzie ci sono che la centrale, una volta realizzata, non si trasformi in un inceneritore per una parte consistente dei rifiuti solidi urbani? Aladinews seguirà l’evoluzione del progetto e il dibattito in corso con altri interventi di approfondimento. In fondo, se è una fiaba, chi meglio di Aladino?