Monthly Archives: marzo 2021

Etica&Impresa

64c78141-d560-45c4-a33c-f79fe76df27aDalla responsabilità sociale dell’impresa all’eticonomia
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Salvatore Vento – 21 Marzo 2021 by c3dem_admin | su C3dem

Nell’ultimo ventennio il tema della responsabilità sociale dell’impresa, in italiano Rsi e in inglese Csr (Corporate social responsability), è uscito dall’insegnamento nei dipartimenti universitari del mondo anglosassone per diventare oggetto di dibattito pubblico. I più accreditati Master in Business Administration prevedono corsi specifici. La pandemia del coronavirus sollecita, con ancora più forza, comportamenti responsabili a tutti i livelli e pone all’ordine del giorno la messa in discussione del modello di sviluppo socioeconomico imperante.

Nel 2001 l’Unione Europea aveva emanato due appositi documenti: il Libro verde “Promuovere un quadro europeo per la responsabilità sociale delle imprese”, seguito l’anno seguente da una Comunicazione della stessa Commissione. Nel Libro verde, la Rsi veniva definita come l’integrazione volontaria delle problematiche sociali ed ecologiche nelle operazioni commerciali e nei rapporti delle imprese con le parti interessate.

Per attuare i principi europei in Italia tali funzioni rientravano nelle competenze del Ministero del lavoro. Anche le Regioni, a partire da quella toscana, adottavano programmi di Rsi: finanziamenti alle Pmi che intendevano procedere alla certificazione Sa 8000, che è uno standard internazionale certificato attraverso un sistema di verifica di una parte terza. L’Italia è il paese col maggior numero di aziende certificate del mondo (pari al 33%). Quasi il 70% delle aziende certificate rientrano tra le Pmi (1-250 addetti).

Tutte le banche ormai sono in grado di offrire fondi d’investimento che contengono azioni o obbligazioni di aziende con certificazione di comportamenti etici. I fondi che investono in società con una politica ESG (Environmental, Social, Governance) forte hanno avuto buoni risultati. Etica Sgr, società di gestione del risparmio (Sgr), propone esclusivamente fondi comuni di investimento sostenibili e responsabili e ha lo scopo di “rappresentare i valori della finanza etica nei mercati finanziari, sensibilizzando il pubblico e gli operatori finanziari nei confronti degli investimenti socialmente responsabili e della responsabilità sociale d’impresa”. Il patrimonio gestito da Etica Sgr ammonta a 5 miliardi di euro depositati da 260 mila clienti. Secondo l’analisi della Bce, nella zona euro gli asset dei fondi ESG sono aumentati del 170% dal 2015. Nello stesso periodo il valore delle obbligazioni verdi in circolazione nell’area euro è aumentato di sette volte. Famiglie, assicurazioni e fondi pensione detengono oltre il 60% dei fondi ESG dell’eurozona.

Anche nella filiera della moda italiana si è posta attenzione sui comportamenti etici. La sostenibilità non deve essere solo ambientale, ma anche sociale, ha dichiarato Carlo Capasa, presidente della Camera Nazionale della Moda Italiana, aggiungendo che la sfida della sostenibilità sociale e del giusto salario per chi lavora nella moda è fondamentale e ha un pari peso con la sostenibilità ambientale. Esistono diverse realtà virtuose che producono eccellenza e lusso, rispettando ambiente e persone. E’ ampiamente noto il caso di Brunello Cucinelli, in particolare sul tema dell’etica del lavoro, oppure quello di Tiziano Guardini sulla sostenibilità dei materiali usati nei capi d’abbigliamento. Interessante è anche l’esperienza di collaborazione di Loro Piana con gli allevatori di capra cashmire Hircus della Cina e della Mongolia, tesa a tutelare questo tipo di allevamento tradizionale e a proteggere le comunità locali.

All’ultimo World Economic Forum di Davos, che ha celebrato i cinquant’anni d’incontri, è stato ribadito che lo scopo dell’impresa non è solo il profitto, ma anche la protezione dell’ambiente, la giustizia sociale, e la promozione di un benessere per tutta la comunità. Il “capitalismo shareholder” degli azionisti si dovrà trasformare in “capitalismo stakeholder” di tutti i portatori di interesse (imprenditori, lavoratori, fornitori, clienti, comunità).

La rivoluzione verde e la transizione ecologica previste dal PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza), con una dotazione di 69 miliardi di euro, deve ora rappresentare una grande occasione per una pratica attuazione, in Italia, di questi principi.

Il bisogno di etica nell’impresa, nell’economia e nella società ha portato, negli ultimi vent’anni, alla nascita di movimenti di contestazione, ingiustamente definiti “no global”. Le manifestazioni cominciano a Seattle (Usa) nel 1999 e sono diretti contro la conferenza del Wto (Conferenza Mondiale per il commercio). Proseguono nel 2001 contro il G8 a Genova. Riprendono col movimento “Occupy Wall Street”. Nel 2011, al referendum sull’acqua pubblica, in Italia ha partecipato il 57% degli elettori e oltre il 95% ha detto che l’acqua è un bene comune. Più che un tempo di rivoluzioni dirette da soggetti sociali specifici, il nostro è il tempo di rivolte continue, come scrive Donatella Di Cesare (Il tempo della rivolta, Bollati Boringheri, 2020): una “pratica d’irruzione” contro ingiustizie e iniquità, che ha un “potere destituente” nei confronti delle autorità che contesta. “Mi rivolto, dunque sono”, diceva Albert Camus. A questo punto, però bisognerebbe fare un’analisi sui risultati di queste rivolte, risultati che sono molto condizionati, e non potrebbe essere diversamente, dalle dinamiche sociali in cui nascono. Tra le recenti rivolte che hanno avuto un richiamo internazionale si possono ricordare “Black lives matter”, contro il razzismo sempre emergente negli Stati Uniti, le proteste per la democrazia a Hong Kong e quelle in corso in questi giorni contro la dittatura dei militari in Birmania.

Nel 2012 Joseph Stiglitz scrisse un libro intitolato Il prezzo della disuguaglianza. Come la società divisa di oggi minaccia il nostro futuro. Negli Stati Uniti, negli anni del boom precedenti la crisi finanziaria del 2008, l’1% dei cittadini si è impadronito di più del 65% dei guadagni del reddito nazionale totale; nel 2010, a fronte di una leggera ripresa, l’1% guadagnava il 93% del reddito aggiunto.
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Oggi la lotta alle disuguaglianze è diventato un argomento di dibattito pubblico, e in molte città sono nati gruppi di discussione e di proposte. A livello nazionale c’è, per esempio, il “Forum Disuguaglianze diversità”, presieduto da Fabrizio Barca. E nel 2016 è stata costituita l’ASVIS-Agenzia italiana per lo sviluppo sostenibile, presidente Pierluigi Stefanini, portavoce Enrico Giovannini (oggi ministro del governo Draghi); quest’agenzia si richiama all’Agenda ONU 2030, approvata nel settembre 2015 dall’Assemblea generale dell’Onu, che propone 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale da raggiungere entro il 2030.
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Nel 2019 il premio Nobel per l’economia è stato assegnato congiuntamente agli economisti Abhijit Banerjee, Esther Duflo e Michael Kremer per l’approccio sperimentale nella lotta alla povertà globale. Banerjee e Duflo, marito e moglie, insegnano al Massachusetts Institute of Technology, mentre Kramer è docente ad Harvard. Duflo è la seconda donna a vincere il riconoscimento in questa categoria. Nell’annunciare i vincitori dell’edizione 2019, il Comitato per i Nobel sottolinea come i risultati delle ricerche dei tre vincitori “hanno migliorato enormemente la nostra capacità di lottare in concreto contro la povertà”. In particolare, “come risultato di uno dei loro studi, più di 5 milioni di ragazzi indiani hanno beneficiato di programmi scolastici di tutoraggio correttivo”. Essi “hanno introdotto un nuovo approccio per ottenere risposte affidabili sui modi migliori per combattere la povertà globale”.

Secondo indagini della Banca d’Italia, a fine 2017 la ricchezza netta delle famiglie italiane era pari a 9.743 miliardi di euro, 8 volte il loro reddito, di cui oltre la metà derivante da immobili. Il Pil nel 2019 ammontava a 1.800 miliardi di euro, mentre il debito pubblico raggiungeva i 2.409 miliardi di euro. Il reddito risparmiato è oggi ai massimi storici, circa il 12,6% del reddito (dati Intesa San Paolo, Centro Luigi Einaudi) e i depositi bancari nei conti correnti arrivano a 1.200 miliardi. Il risparmio individuale, se ben investito, può senz’altro contribuire al bene collettivo.

Con l’elezione di Papa Francesco (13 marzo 2013) tutti questi temi hanno assunto un respiro più ampio, una dimensione universale, che mettono in discussione l’attuale modello di sviluppo e la mercificazione delle relazioni umane (“Laudato si’”, “Fratelli tutti”). Del resto già negli anni ’70 il movimento sindacale poneva alla discussione pubblica l’interrogativo “cosa, come, dove, produrre”. In diverse città nascono gruppi e comunità sotto il nome di “Laudato si’” per cercare di mettere in pratica gli enunciati dell’enciclica. I giovani economisti, ricercatori e attivisti sollecitati dalla economia di Francesco nel documento finale del 21 novembre 2020 hanno indicato in 12 punti le loro proposte. Il tema della custodia dei beni comuni (specialmente quelli globali quali l’atmosfera, le foreste, gli oceani, la terra, le risorse naturali, gli ecosistemi tutti, la biodiversità, le sementi) dovrà essere posto al centro delle agende dei governi e degli insegnamenti nelle scuole, università e business school; occorre immediatamente abolire i paradisi fiscali in tutto il mondo perché il denaro depositato in un paradiso fiscale è denaro sottratto al nostro presente e al nostro futuro e perché un nuovo patto fiscale sarà la prima risposta al mondo post-Covid.

Quando la strutturazione in classi era ben marcata, la classe operaia delle grandi fabbriche, negli anni Settanta del Novecento, con i suoi sindacati riuscì a ottenere conquiste significative per tutti i cittadini, come ad esempio il servizio sanitario nazionale. Oggi, di fronte alla “frantumazione sociale” sempre più marcata, non c’è un soggetto sociale trainante, ma una pluralità di sensibilità che in certi momenti riescono ad aggregarsi e a costituirsi in movimento.

La vera sfida per la democrazia è coniugare il disagio sociale diffuso con i movimenti innovativi sui temi dell’ecologia integrale. Fridays For Future con la sua leader svedese Greta Thunberg, il 15 marzo 2019, ha portato, per la prima volta nella storia dei movimenti, milioni di ragazzi di tutto il mondo nelle piazze per lo sciopero per il clima. È significativo che la canzone cantata nelle piazze tragga ispirazione dal ritmo di “Bella ciao”. La Convenzione dell’ONU sui cambiamenti climatici, tenutasi a Parigi tra il novembre e il dicembre 2015, pose il tema dell’adozione di misure per contenere il riscaldamento del pianeta, ma fu molto controversa: durò dodici giorni spesi tra mediazioni e compromessi. Dopo quattro anni saranno i ragazzi e le ragazze che porranno questo problema nelle scuole e sulle piazze di tutto il mondo. Comincia, pur tra numerose contraddizioni, a diffondersi la consapevolezza che l’abbandono dell’agricoltura e degli ambienti rurali, il declino della biodiversità, la deforestazione, l’inquinamento dei terreni, dell’acqua e dell’atmosfera, la concentrazione delle popolazioni nelle aree urbane, a lungo andare portano all’accelerazione di agenti patogeni che si trasmettono dalle specie animali all’uomo.

Infine, possiamo dire che, se da una parte, l’Italia si conferma come un paese della “società del benessere”, dall’altra l’aumento delle disuguaglianze e della povertà ha raggiunto livelli socialmente non sostenibili. Il rischio è che, a seguito della necessaria risposta all’emergenza sociale provocata dal Coronavirus, prevalga una cultura assistenzialistica, come se si trattasse soltanto di distribuire la ricchezza senza preoccuparsi di come produrla. Ricordo che Mancur Olson, negli anni Ottanta, scriveva che le nazioni si avviano al declino quando la lotta tra i gruppi d’interesse è rivolta essenzialmente alla distribuzione della ricchezza e non più al suo accrescimento.

Salvatore Vento

Oggi

oggi-amazon-22-03-2021schermata-2021-03-22-alle-11-21-21 Oggi alle 18.30, in occasione di questa mobilitazione, Enrico Rossi ha promosso un incontro on-line per parlare di “Algoritmi e lavoro”. Interverranno Chiara Mancini (Filt Cgil) e Riccardo Staglianò (giornalista e scrittore). L’incontro sarà alle ore 18.30 su Zoom. Per partecipare, intervenire e fare domande, potete iscrivervi qui: https://tinyurl.com/37yp689u
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DELIVEROO
di Gianni Loy
E come potevamo noi cantare – si chiedeva Quasimodo, evocando il salmo 136 – fra i morti abbandonati nelle piazze? Me lo son chiesto più volte, pensando alla sofferenza di una guerra che non ho visto direttamente, pur essendo cresciuto tra le macerie di quella devastazione. Al primo lutto, da bambino, ricordo che mi spillarono un bottone nero sulla camicia e mi dissero che, per qualche giorno, avrei dovuto mantenere un contegno sommesso. Mi dissero che mi sarei dovuto astenere da ogni manifestazione di gioia. Rientrato a scuola, passai alcuni giorni – non ricordo quanti, la regola variava in relazione al grado di parentela, all’età e al sesso – terrorizzato dall’idea che la battuta di qualche compagno potesse farmi scoppiare a ridere. Poi, mi son reso conto che, nonostante il piede straniero sopra il cuore i cinema, i teatri e i ristoranti, nelle città ferite dalla guerra rimanevano aperti; che spettacoli venivano organizzati persino al fronte, per tenere alto il morale delle truppe. [segue]

Oggi lunedì 22 marzo 2021

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In Italia il problema è la mancanza di leadership all’altezza
22 Marzo 2021 su Democraziaoggi.
- Pietro Casula | Movimento per la Sardegna/Sardi nel mondo [presidenza@movimentoperlasardegna.com ]|
Alla fine ritorniamo allo stesso punto: scuola e formazione. Mi auguro vivamente che il progetto “scuola politica” nato a Cagliari riesca a formare politici capaci di capire la pancia dell’elettorato e il processo di integrazione sovranazionale e in grado di non ripetere proposte di governo. Confuso, sconclusionato […]
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LAVORO
In Spagna i rider sono lavoratori dipendenti!
Volerelaluna – 18-03-2021 – di: Fulvio Perini
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>Che succede?

c3dem_banner_04 DRAGHI, LA PANDEMIA E LE BANDIERINE. IL CONVEGNO DI “LIBERTA’ EGUALE”
21 Marzo 2021 by Giampiero Forcesi | su C3dem.
Daniela Minerva, “Vaccini, la lezione straniera” (Repubblica). Sergio Fabbrini, “Vaccinazioni, perché gli Usa sono più bravi dell’Europa” (Sole 24 ore). GOVERNO: Federico Fubini, “Finché la pandemia infierisce Draghi cerca la pace sociale” (Corriere della sera/titolo modificato). Paolo Pombeni, “Draghi, slalom tra i populismi dei partiti” (Il Quotidiano). Marcello Sorgi, “Il pragmatismo che supera le bandierine” (La Stampa). Più severo Massimo Giannini: “Draghi sfili le bandierine ai partiti” (La Stampa). Pirotecnico Marco Travaglio: “Dragon Ball” (Il Fatto). Maurizio Landini, “Vaccinare, non licenziare” (intervista a Repubblica). Andrea Orlando, “Sul fisco il M5S deve cambiare” (intervista a Repubblica). Pier Luigi Petrillo, “Cartabia, regoliamo le lobby per togliere alibi alla cattiva politica” (Domani). L’ottimismo di Carlo Fusi, “I 40 giorni che cambieranno l’Italia” (formiche.net). Mauro Magatti, “Declino demografico. Il governo lo sa?” (Avvenire). PARTITI: Alessandro Trocino, “Identità e scelte forti, il leader del Pd guarda al dopo” (Corriere). Enrico Letta, “La sfida del mio Pd per cambiare l’Italia” (intervista a Il Tirreno). Irene Tinagli, “Riforma del fisco, lavoro, disuguaglianze. Il Pd deve superare le idee del passato”. Ettore Maria Colombo, “Renzi alla carica: Letta liberati dei 5 stelle” (Qn). Il pessimismo di Gianfranco Pasquino, “Il vuoto delle idee dei partiti non sarà riempito da Draghi” (Domani). Il convegno di Libertà Eguale “I riformisti dopo la nascita del governo Draghi”: una sintesi e il video dei lavori. Un bel saggio di Luciano Fasano, Paolo Segatti, “Il governo Draghi e la nuova fase politica” (libertà eguale).

Università & NGE Recovery Plan

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Il successo del Recovery Plan passa dall’Università
Margherita Interlandi su Linkiesta.
Grazie al partenariato pubblico-privato gli atenei italiani possono sviluppare un processo innovativo fondato sull’integrazione dei saperi, l’interdisciplinarietà della ricerca e l’interconnessione tra sistema scolastico e accademico
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Che succede?

c3dem_banner_04DRAGHI, DARE IL NOME ALLE COSE
20 Marzo 2021 su C3dem.
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SALUTE E PROFITTO. PANDEMIA E WELFARE. LETTA E L’IDENTITA’ DEL PD
19 Marzo 2021 su C3dem.
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Finalmente alleati l’ambiente e il lavoro! Ecco un buon progetto di transizione energetica da diffondere e imitare.

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Dal carbone alle rinnovabili: il caso di Civitavecchia
Mario Agostinelli e Guido Viale
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Sbilanciamoci! – 19 Marzo 2021 | Sezione: Ambiente, Apertura
Una larga e variegata mobilitazione di forze sociali per la riconversione della centrale Enel di Torrevaldaliga, sostituendo carbone e metano fossili con fonti rinnovabili. Gli interessi che si contrappongono al progetto. La storia, i protagonisti, la posta in gioco di un conflitto che si preannuncia lungo.

Per le prospettive di politica industriale nazionale, la fase attuale assomiglia a quella sprecata nel settore della mobilità nei primi anni 2000. Allora la crisi Alfa Romeo aveva fatto terra bruciata intorno ad un sindacato che unitariamente chiedeva la riconversione radicale verso motori non più a combustibile fossile, ma alimentati a idrogeno e orientati ad un “Piano di Mobilità Sostenibile” per la Lombardia. La Fiat non era certo all’altezza di una sfida di tale portata, così impegnata al gruzzolo di famiglia più che a una riconversione ecologica e foriera di buona occupazione, Tutto allora si consumò in un patto tra governi regionali, nazionali e interessi immobiliari. L’intero settore in transizione scomparve per sempre dalla manifattura lombarda, lasciando sul campo solo un manipolo di indotto per l’industria tedesca.

Oggi, per certi versi, l’occasione si ripete con qualche elemento di consapevolezza e di responsabilità in più. Parliamo dell’occasione di aprire frontiere prima inimmaginabili alla sostituzione del carbone e del metano fossili con fonti rinnovabili che, oltre all’emergenza climatica, diano risposte alle questioni occupazionali e al “senso” del lavoro, armonizzandone l’eccesso di capacità trasformativa con i limiti e i guasti arrecati alla natura. Il caso di Civitavecchia – su cui si sta esprimendo un’ampia mobilitazione – è paradigmatico di un problema nazionale riguardo al quale non possono prevalere gli interessi puramente aziendali di corporation a compartecipazione pubblica, né equilibri di governo che trasmutano in green washing orizzonti di ecologia integrale.

I ritardi e le motivazioni con cui non si vuole aprire nel paese un dibattito sulla sostituzione della potenza fossile con quella rinnovabile – sempre più conveniente, rafforzata da stoccaggi chimici o idrici, corredata da fornitura di vettori flessibili come l’idrogeno verde e protesa ad una più efficiente elettrificazione di un sistema energetico decentrato – lascia presumere che o non ci sarà phase-out dal carbone o che l’alimentazione delle caldaie e delle turbine restaurate avverrà, anziché coi nastri trasportatori dal deposito carbonifero, col prolungamento di un metanodotto che arrivi al mare, magari per poi inabissarsi e sbucare su un’altra riva.

Il gas è tutt’ora in cima ai piani strategici di Eni, la maggiore multinazionale italiana, ma trova la complicità di Enel Italia – si noti che Enel Group all’estero investe solo in rinnovabili! – perché il rischio di investimento in un nuovo grande impianto a metano qui da noi è coperto da sussidi pubblici e dagli oneri aggiuntivi che si scaricano nelle bollette dei consumatori, garantiti dal capacity market. E come se ciò non bastasse, le aziende fossili premono per ottenere interessi privilegiati dalla BEI anche per i nuovi impianti fossili e veder garantita dalla Commissione UE una tassazione delle emissioni di CO2 al camino che non metta fuori mercato il Kwh da metano rispetto al Kwh trasformato da impianti eolici e fotovoltaici puliti. Altro che concorrenza, visto che tempi di ammortamento e valorizzazione di impianti di questo genere superano i 30 anni di funzionamento mantenendo il mix di combustibili impiegato fuori gioco rispetto agli obiettivi di zero emissioni previsto per la UE al 2050.

Appare quindi evidente come l’impianto Enel di Civitavecchia Torrevaldaliga – oggetto di una lunga battaglia locale tutt’ora in crescita – vada chiuso e riconvertito, senza ingannare gli abitanti laziali sulla frottola che il passaggio al metano rappresenterebbe lo slancio dovuto verso l’obiettivo di azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050. Il “trucco” poi, per cui Eni, fornitore abituale di gas, punterebbe a limitare le sue quantità di emissioni rispetto a quelle indicate dalla UE moltiplicando gli impianti di sequestro della CO2 nel sottosuolo (CCS) non è suffragato né sul piano industriale e nemmeno su quello sperimentale. Pertanto, il piano strategico dell’Ente è in contrasto con le indicazioni UE, dato che prevede una progressiva riduzione dell’estrazione di petrolio, ma un aumento della prospezione e dello sfruttamento del gas metano nel mix energetico complessivo.

Un gruppo di ricercatori e tecnici che da tempo sostiene la riduzione di gas climalteranti e la tutela della salute nell’area di Civitavecchia ha messo a punto un progetto di massima che prevede la produzione di elettricità esclusivamente da fonti rinnovabili, stabilizzate nella loro intermittenza da stoccaggi e conversione in idrogeno verde, disponibile a sua volta come vettore energetico per varie destinazioni territoriali: nello specifico, la potenza proverrebbe sia da fotovoltaico su ampie aree dell’impianto da dismettere (in particolare i depositi di carbone) sia, soprattutto, da eolico off-shore. Un parco eolico di pale galleggianti collocato a 20-30 chilometri dalla costa (quindi senza impatto visivo diretto), collegate a riva con cavi sottomarini e integrata da idrolizzatori per conservare in idrogeno e rendere successivamente disponibile l’eccesso di corrente elettrica prodotta. L’Italia possiede basi tecnologiche al riguardo e lo stesso PNRR favorisce anche sotto il profilo finanziario un simile approccio.

Si troverebbe così risposta alla sufficienza e alla sicurezza della rete elettrica non solo locale, rendendo energeticamente autonoma la città di Civitavecchia e il suo hinterland e disponendo di fonti locali diffuse e interconnesse, grazie anche a una stazione di storage che compensi l’intrinseca discontinuità di sole e vento (che nel caso di Civitavecchia forniscono un bilancio tra i più favorevoli in Europa).

Intorno ad esso si è sviluppata una discussione che ha interessato sia la maggior parte delle associazioni e delle organizzazioni locali, sia il sindacato, sia diversi consiglieri e parlamentari, oltre alle principali associazioni ambientaliste, e alla CNA. È sorprendente e lungimirante l’entrata in campo da parte dei lavoratori, a partire dalla Camera del Lavoro territoriale, di altri sindacati di categoria e della Uil confederale, che non solo interpretano la necessità della svolta ecologica, ma valorizzano anche in termini quantitativi e qualitativi il diritto alla salute e alla buona occupazione. La Fiom locale e i sindacati presenti in centrale hanno già scioperato a più riprese su tutti i turni e hanno impressionato una città spesso pigra rispetto al suo destino e passiva nei confronti di una natura depredata in modo non dissimile dal lavoro.

Sta qui succedendo l’opposto di quanto avviene a Ravenna, dove il progetto Eni di un impianto CCS di sequestro di anidride carbonica non sta incontrando parimenti consapevoli opposizioni, nemmeno nel sindacato. Nella città tirrenica, oltre ai sindacati, quasi tutte le associazioni ambientaliste e civiche, gli studenti, il sindaco (eletto con una lista civica orientata a destra) e persino la diocesi – citando la Laudato Sì’ – hanno manifestato un forte interesse per il progetto e sono in programma diversi incontri (per lo più online) per farlo conoscere e per approfondirne gli aspetti tecnici, economici e occupazionali.

Che cosa possiamo ricavare da questa esperienza sommariamente riassunta?

Che è la prima volta che in modo così esplicito un settore consistente e significativo della classe operaia si mobilita a favore di un progetto di transizione energetica, invece di arroccarsi nella difesa delle soluzioni di mera conservazione, sostanzialmente incompatibili con una vera svolta ecologica. Questo sembra dimostrare che, di fronte a un progetto credibile, i lavoratori possono assumere un ruolo protagonista, scuotendo sia gli interessi corporativi del management delle imprese che alcune delle pigrizie ancora presenti in zone sindacali più imprevidenti.
Che la prospettiva aperta da questo progetto si fonda sia sull’urgenza della crisi climatica, sia sulla sua credibilità tecnica e occupazionale (il volano di attività che il progetto comporta fornirebbe un moltiplicatore di occupazione qualificata; ad ora anche il calcolo economico sembrerebbe favorevole grazie ai fondi di Next Generation UE e alle occasioni di reindustrializzazione ad alta specializzazione che vengono incentivate in loco), sia, soprattutto, su una mobilitazione di forze sociali cittadine, a cui il progetto sta dando continuità e che porta a riflettere sulle potenzialità di un progetto prospettato nella forma di una “coalizione sociale”.
Che questa versione di rappresentanza anche diretta adeguatamente sostenuta, rinvigorita da una diffusione ampia di formazione e conoscenza, può innescare il processo di una sua replicazione a livello nazionale e, perché no?, internazionale, quando il problema della riconversione produttiva si pone con assoluta urgenza, qualificandosi di fronte alla direzione aziendale, come la vera controparte del processo di riconversione e della futura gestione dell’impresa, con una progressiva erosione dei poteri del management, in nome della difesa del “bene comune”.
Che si tratta comunque di un processo conflittuale che non può restare confinato, pena la sua sconfitta, in un ambito prettamente aziendale, ma che riesce vincente se rimarca sul territorio interessi sociali e politici irrinunciabili, anche quando non vengono rappresentati dalle forme della governabilità calata dall’alto.

Oggi domenica 21 marzo 2021

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Carbonia. I minatori della città sulcitana sono quelli che scioperano di più
21 Marzo 2021
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Anche questa domenica la storia di Carbonia, primo post il 1° settembre 2019.
Tra il 1945 e il 1947, come dice la prof. Giannarita Mele, si contano oltre 40 scioperi nel Sulcis-Iglesiente, dai minatori dei pozzi di Carbonia, Cortoghiana e Bacu Abis, ai dipendenti SMCS del porto e dello stabilimento per la distillazione del combustibile […]
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I ristori e la qualità della vita
Rachele Gonnelli
Sbilanciamoci! – 19 Marzo 2021 | Sezione: Apertura, Politica
Il peggioramento degli indicatori del benessere equo e sostenibile (BES) confermano una situazione, economica ma anche culturale, allarmante. E indicano anche priorità e bisogni collettivi. “Peccato la politica non li utilizzi come strumento”, dice il ministro Giovannini.
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schermata-2021-03-21-alle-09-49-21Sono pervenute in redazione richieste su come procurare il “documento-strumento” della “Pastorale Sociale e del Lavoro” della Diocesi di Cagliari presentato ieri alle forze politiche e sociali e alla stampa. Il direttore dell’Ufficio, Ignazio Boi, ci informa che il formato cartaceo è ottenibile a richiesta, anche per nostro tramite [eventualmente fateci sapere]. Peraltro lo stesso documento è disponibile online al seguente indirizzo web: https://www.chiesadicagliari.it/wp-content/uploads/2021/03/La-Chiesa-di-Cagliari-tra-crisi-sociale-e-pandemia-Strumento-di-riflessione-e-proposta-19-marzo-2021.pdf .
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Formazione strategica
Il successo del Recovery Plan passa dall’Università
Margherita Interlandi su Linkiesta.
Grazie al partenariato pubblico-privato gli atenei italiani possono sviluppare un processo innovativo fondato sull’integrazione dei saperi, l’interdisciplinarietà della ricerca e l’interconnessione tra sistema scolastico e accademico
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Sardegna Zona ? Mannaggia all’algoritmo

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sedia-van-gogh4“Mamma ho perso la zona bianca”. Il diario di un breve sogno durato soltanto poche settimane. Tutta colpa dell’algoritmo avverso, secondo il “genio” che gestisce l’Assessorato alla Sanità della regione Sardegna.
di Vanni Tola
E’ un po’ come sparare sulla Croce Rossa ma non si può non farlo. La notizia clamorosa di qualche settimana fa. La Sardegna, unica regione in Italia, diventa zona bianca. Grande risonanza mediatica dell’avvenimento. Corsa ad attribuirsi i meriti fra i partiti, al primo posto la Lega di Salvini e il Presidente Solinas, a seguire molti altri. La Sardegna si era appena fatta tre settimane di zona arancione. A parere della Giunta per responsabilità del Ministero che aveva interpretato male i dati sulla pandemia inviati a Roma, a detta del Ministro Speranza per limiti nell’azione di tutela della salute esercitata nell’isola. Poi accade, quasi inaspettatamente, che i dati pandemici da imprecisi, raffazzonati e negativi, diventano positivi, ordinati, credibili a tal punto da consentire alla Sardegna di entrare nella fascia bianca fra tripudi di fanfare.
In verità molti non credono che i nuovi dati sull’andamento positivo della pandemia siano più credibili di quelli rilevati nelle settimane precedenti, ma la nuova realtà che si prospetta col passaggio alla zona bianca è talmente clamorosa da non lasciare spazio alle analisi “disfattiste”. Si comincia a sognare di nuove e progressive aperture di attività, di riapertura degli alberghi e, dopo alcune settimane, anche di altre strutture. Un sogno. [segue]

Costituente Terra

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un popolo
una Costituzione
una scuola

Newsletter n.33 del 17 marzo 2021

CONVOCAZIONE ASSEMBLEA

Care Amiche ed Amici “costituenti”, [segue]

I Cattolici: “È il momento di utilizzare i beni comuni per lo sviluppo della Sardegna”. I beni comuni nelle encicliche di Papa Francesco

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Fratelli tutti e Laudato si’: strumenti per la costruzione di un mondo migliore.
Riflessioni su alcune tematiche “laiche” così come trattate dalle due encicliche: IL LAVORO, POLITICA ed ECONOMIA, BENI COMUNI e PROPRIETA’ PRIVATA
*
di Franco Meloni
(Omissis)
BENI COMUNI e PROPRIETA’ PRIVATA
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Oggi sabato 20 marzo 2021

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni——————————
L’inganno della meritocrazia
Volerelaluna – 12-03-2021 – di: Salvatore Cingari, su il manifesto.
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“Il mercato rende liberi” e altre bugie
di Alessio Emanuele Biondo – 15-3-2021 su Sviluppo Felice.
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Sardegna dal bianco all’arancione, come tziu Ciccittu in bidda
20 Marzo 2021
Amsicora su Democraziaoggi.
Gente, il mutamento repentino di colori delle regioni, da rosso a bianco e viceversa, mi porta lontano nella memoria, richiama alla mia mente tziu Ciccitu. Brav’uomo, amabile, ma dall’alimentazione a dir poco disordinata. Mangiava carni grasse, casu marzu, non disdegnava sa gerda (grassole di porco), usava molto il sale e beveva a volontà binu nieddu […]
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Non siamo saliti sul carro di Draghi, ma la sua Agenda è la nostra Agenda. Come realizzarla è la vera questione. Cosa cambia con Enrico Letta?
adult-education-ridotta_imagefullwide. Franco Meloni Editoriale Aladinpensiero online.
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Che succede?

c3dem_banner_04bosePAPA BERGOGLIO DIFENDE BOSE MA NON BIANCHI
19 Marzo 2021 by Giampiero Forcesi | su C3dem.
Papa Francesco scrive alla Comunità di Bose: “Il papa è accanto a ciascuno di voi” (sito della comunità). Marco Grieco, “L’ultima parola del papa non è tenera verso Enzo Bianchi” (Domani). Francesco Antonioli, “Comunità di Bose: è scontro aperto, il delegato del papa racconta la sua verità” (repubblica.it). Luciano Moia, “Caso Bose. ‘Nessun ostacolo al trasferimento di Bianchi” (Avvenire). “Caso Bose: nessuna norma aggiuntiva nello Statuto dà poteri a Bianchi come fondatore” (Agensir). Marinella Perroni, “Perché non obbedisci? Lettera aperta a Enzo Bianchi” (Settimana news). Xavier Le Normand, “Comunità di Bose, una trasmissione non riuscita” (La Croix). Marco Perfetti, “Et veritas liberabit vos” (silere non possum).
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La Chiesa di Cagliari impegnata nella crisi e oltre la crisi

psl-19-03-2021Diocesi di Cagliari
Presentazione del documento
“La Chiesa di Cagliari tra crisi sociale e pandemia”
Oggi, Venerdì 19 marzo 2021, solennità di San Giuseppe, giornata tradizionalmente dedicata, nella diocesi di Cagliari, ai temi del lavoro, sarà presentato uno strumento di riflessione e proposta elaborato dall’équipe di Pastorale sociale, dal titolo “La Chiesa di Cagliari tra crisi sociale e pandemia”.
L’appuntamento è fissato presso la sala Benedetto XVI del Seminario Arcivescovile (via mons. G. Cogoni 9 – Cagliari) alle ore 10.00. L’evento sarò trasmesso in diretta sulla pagina fb di Radio Kalaritana. [segue]

Oggi 19 marzo San Giuseppe / Auguri alle Giuseppa/Giuseppe (in tutte le varianti del nome)

Da Aladinew del 19 marzo 2018
Giuseppe il falegname ***************** . (Aladinews 19 marzo 2015). Oggi si ricorda S.Giuseppe. Grande simbolica figura.
Un uomo, falegname, che interpreta e mette in azione i messaggi dei suoi sogni. Prima sposa la fidanzata incinta di un figlio non suo, e la mette così al riparo dal disprezzo e da una pena spietata; poi, pieromarcialis-3-18secondo sogno, emigra in terra straniera per fuggire il dominio di un tiranno, e salva così il futuro del figlio. Infine, dopo averlo cresciuto e avergli dato un mestiere, si accorge che quel figlio, a dodici anni (!) è capace di confrontarsi coi presunti sapienti del paese. E si toglie di scena, perchè il suo compito è finito.
Rappresenta l’umanità più vera: quella che parla poco e fa, che lavora, che rispetta la donna, che si sottrae all’oppressione, che cresce i figli e pensa al loro futuro, che si ritira in disparte senza onori e ricompense. Ricordiamoci di loro, sono i migliori.
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- La lettera apostolica Patris corde di Papa Francesco. [segue]