Risultato della ricerca: Salvatore Usala

Iniziativa in onore di Francesco Alziator, cantore di Cagliari. Sa lingua de Casteddu in Consiglio comunale. Sono soddisfazioni!

img_5453Ieri nell’aula consiliare del Comune di Cagliari la Fondazione Sardinia, attraverso il suo presidente Bachisio Bandinu e il direttore Salvatore Cubeddu, ha presentato i due volumi della ricerca scientifica/opera didattica su “Sa lingua de Casteddu”, curata da Daniela Mereu, Fabio Usala e Paolo Zedda. Si tratta di un efficace strumento per valorizzare e sostenere la lingua sarda nella versione casteddaia. L’incontro è stato presieduto dal presidente del Consiglio comunale Edoardo Tocco. Hanno portato il saluto Giorgio Angius, vice sindaco, anche a nome del sindaco Paolo Truzzu, assente per indisposizione, l’assessora alla Cultura Maria Dolores Picciau. Sono intervenuti con due dei già citati curatori dei contenuti dell’opera (Fabio Usala e Paolo Zedda) nonché del tecnologo che ha curato il supporto informatico (Maurizio Zucca), Tonino Oppes, che ha ricordato Francesco Alziator, e Maurizio Virdis, docente universitario, referente scientifico dell’opera. Maurizio Virdis ha fatto un appello perché la lingua sarda venga parlata in tutte le sue varianti, perché è bella e il suo uso rafforza l’identità del popolo sardo. Ha ricordato infine, tra gli applausi, insieme con Francesco Alziator, un altro grande cagliaritano: Aquilino Cannas.
Salvatore Cubeddu, che ha anche portato i saluti della figlia di Alziator, Cristiana, assente per indisposizione, ha, tra l’altro ricordato che 42 anni fa (1981) nell’aula consiliare intervenne in sardo il consigliere Franco Meloni*, Il suo intervento non venne registrato in quanto non espresso in lingua italiana (!). Molto tempo e’ passato da quel giorno, per fortuna non invano, come dimostra l’odierna iniziativa.
Il libro è fruibile in rete.

Un importante Convegno che si pone un principale obbiettivo

L’istituzione di un centro multidisciplinare di cura, ricerca e assistenza per i malati sla della Sardegna.
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Successo di pubblico, ricchezza di contenuti, interventi chiari e impegnativi delle Autorità convenute. Per una volta la Sardegna è avanguardia per gli interventi in favore degli ammalati di sla. C’è ovviamente ancora molto da fare, come hanno sottolineato gli intervenuti. Vale nella circostanza la citazione del moderatore Giancarlo Ghirra: noi siamo nani, ma camminiamo sulle spalle di giganti, che ci consentono di essere alti e grandi e di vedere lontano. Uno di questi giganti è proprio Salvatore Usala. I lavori e attività di intrattenimento proseguono nel pomeriggio.
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Oggi sabato 10 settembre 2022

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——————Opinioni, Commenti e Riflessioni——————————
3fb17ce2-ed7f-4687-96c8-badfaeae0d9dElisabetta il volto umano in un sistema imperiale
10 Settembre 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Chi può negare che Elisabetta sia stata una grande regina e ancor prima una splendida principessa? Ricordate i video che la rittraggono mentre guida le ambulanze o i camion militari? Il suo viso sbarazzino e la serietà del suo impegno colpiscono ancora. E la sua presenza col padre e la madre, il re e […]
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———————Oggi a Cagliari Lazzaretto di sant’Elia———

tore-usalaCagliari, quartiere di Sant’Elia: memorial per Tore Usala, paladino dei diritti dei malati di Sla.
A Cagliari l’evento organizzato dall’associazione Viva la vita Sardegna
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A partire dalle 10.30 si discute sul tema “Il valore della sanità pubblica – ruolo delle istituzioni – rapporto con i cittadini”.
Nel dibattito, moderato dal giornalista Giancarlo Ghirra, intervengono medici e rappresentanti delle istituzioni tra i quali il dott. Paolo Castaldi, l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu, il sindaco Paolo Truzzu, il rettore dell’Università di Cagliari Francesco Mola.
Apre i lavori Irma Ibba, presidente Associazione “Viva la Vita Sardegna”
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- Su L’Unione Sarda online foto e approfondimenti.
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Memorial Usala

bd197753-d835-4598-82f3-ee6bfb47b676Domani 15 settembre al Lazzaretto di S.Elia a Cagliari 2° Memorial per ricordare Salvatore Usala. La mattina si svolgerà il Convegno e il pomeriggio dalle 18 serata musicale con la musica e le voci del gruppo vocale femminile RITMODIA, la Band “NORD-SWING-SUD” che ci allietera’ col repertorio di Buscaglione e Carosone e a chiudere in bellezza “THE LONGUETTES” con le canzoni dagli anni ’30 agli anni ’50! Partecipate, passerete una piacevole serata tra amici ascoltando ottima musica e ballando sulle note di Pietro Tanda all’organetto che ci trasformerà in eccellenti ballerini di ballo sardo !
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OGGI. 1° Memorial Salvatore Usala Storia di un lottaTORE contro la SLA

tore-ysala-9-set17- La pagina fb dell’evento.

1° Memorial Salvatore Usala Storia di un lottaTORE contro la SLA

tore-ysala-9-set17- La pagina fb dell’evento.

Addio a Tore Usala

nastroluttoSe ne va un grande combattente. Condoglianze e vicinanza alla moglie, alla famiglia e a tutti coloro che lo hanno apprezzato e amato e che soffriranno per la sua dipartita. Così lo ricorda nella sua pagina fb Irma Ibba che ha partecipato assiduamente alle sue battaglie civili.
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HASTA LA VICTORIA, SIEMPRE! COMPAGNO E COMANDANTE TORE USALA CI HA LASCIATO QUALCHE MINUTO FA. Caro Tore, hai combattuto per i più deboli, per i malati SLA e per gli altri malati gravissimi, hai vinto tante battaglie, hai ottenuto risultati eccellenti, hai sconfitto l’ottusità, la ritrosia e l’ignoranza di ministri sottosegretari e assessori vari con la tua serietà, caparbietà e determinazione. Grazie a te tanti malati hanno riacquistato dignità e diritti che pensavano persi. Hai lottato per tutti, sempre, alla fine il tuo grande cuore ti ha lasciato. Il tuo impegno sarà un esempio per chi rimane, il tuo cuore pulsa ancora tra tutti noi. GRANDE TORE, VIVA TORE, CIAO COMPAGNO TORE!
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Da Aservice Studio srl Comunicazione e Immagine
Addio Tore… chi mi ama mi segua online di Salvatore Usala
A dare la notizia su Fb è stato proprio il “Comitato 16 novembre”: “Il nostro amatissimo Tore, l’uomo che ha fatto la storia degli ultimi 12 anni della gravissima disabilità, dopo aver a lungo lottato, dopo aver regalato ai disabili d’Italia una condizione umana più dignitosa, non appartiene più a questo mondo di miserie e sofferenze. Alla sua amatissima Josy, alla figlia adorata Mara, alla sua piccola grande Vittoria, l’abbraccio grande di tutti quanti noi del Comitato 16 Novembre che continueremo le sue lotte in suo nome e onore”.
09-03-27 chi mi ama mi segua on line di Salvatore Usala Commissione Regionale SLA Sardegna
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Usala-20-nov-15-11-300x243Un ricordo. L’intervento di Salvatore Usala a un convegno sulle politiche regionali per le disabilità (20 novembre 2015).
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Diritti dei malati con gravi disabilità.
Salvate il modello Sardegna!

Usala 20 nov 2015
IL MODELLO SARDEGNA
di Salvatore Usala

Farò un intervento brevissimo, perché ho problemi agli occhi, ma tottu succiu!
- segue -

I nostri problemi, le nostre paure, le nostre responsabilità…

cielolampadadialadmicromicro13L’editoriale domenicale di Eugenio Scalfari. Non c’è bisogno di condividerlo tutto. Ma in grande misura esprime il nostro stato d’animo e la speranza di uscire dall’attuale situazione con prospettive di vita per le generazioni presenti e future.
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Bocche di leone 22 nov 15
La Francia, l’Italia, l’Europa e la grazia di Francesco
E’ l’Europa l’obiettivo prescelto dal Califfato. E con essa la civiltà occidentale, le sue religioni, la sua economia, i comportamenti delle persone comuni e delle loro classi dirigenti. La Francia ha assunto il ruolo di guida del continente. E il governo italiano in tutto questo? Che cosa gli sarà proposto da Hollande? E Renzi a sua volta che cosa gli proporrà?

di Eugenio Scalfari, su La Repubblica on line di domenica 22 novembre 2015.

In questi giorni terremotati tutti ci poniamo molte domande: perché accadono fatti così orribili, eccidi di innocenti, decapitazioni trasmesse in televisione, paura della gente, servizi segreti mobilitati, bombardamenti a tappeto, sorveglianze inutilmente rafforzate, in Europa, in Belgio, in Iraq, in Siria, in Turchia, in Egitto, in Libano, nel Mali, in Bangladesh, in mezzo mondo, con previsioni di altrettanti orrori nell’Italia del Giubileo?

Anche io sono profondamente colpito e preoccupato, ma non sorpreso e la ragione è questa: so da tempo che la storia dell’umanità da quando esiste è dominata dal potere e dalla guerra. L’amore e la pace sono due sentimenti alternativi che di tanto in tanto interrompono i primi due, ma sono interruzioni brevi, pause di riposo presto travolte. Dentro molti di noi l’amore e la pace sono sentimenti permanenti, ma il potere e la guerra hanno sempre la meglio dovunque, in qualsiasi epoca, in qualunque paese e in qualsiasi tempo. E il motivo è semplice: noi, a differenza di altri essere viventi, abbiamo un Io.

E quell’Io non appena ci nasce dentro ha bisogno assoluto di avere un suo territorio, conquistarselo, difenderlo, ampliarlo. Ha bisogno di emergere a tutti i livelli sociali e cerca di farlo come può, che sia povero o ricco, di pelle nera o bianca o mulatta, uomo o donna.

Anche gli animali per soddisfare i loro bisogni primari devono combattere per conquistare la preda, preda anch’essi di altri animali. Potere e guerra sono anche per loro istinti dominanti, ma non ne sono consapevoli. Noi sì, noi siamo Io in ogni istante della nostra esistenza ed è quello il motore che ci anima e determina il nostro destino. Il Fato. Ricordate? Gli dei olimpici della cultura greca avevano la meglio non soltanto sugli uomini ma perfino su altri dei. Zeus sapeva di dover rispettare il Fato che era molto più di un dio: era la legge che domina il Cosmo e quindi potere e guerra, la legge di natura è quella. L’antidoto non è l’amore e la pace che come ho già detto sono intervalli brevi, pause di riposo; ma è la libertà, la libertà consapevole. E la bellezza, non come ideale romantico ma lirico e profondamente evocativo: la musica, la danza, la conoscenza.

Libertà e bellezza, questi sono i valori, dove l’Io non viene affatto spento ma anzi potenziato e allontanato dalla ricerca del potere, riscattato dalla turpitudine della guerra e guidato verso quell’oltreuomo che nello Zarathustra di Nietzsche è l’ultimo e più eccelso livello che la nostra specie può raggiungere e che dovrebbe mettere insieme tutti gli uomini di buona volontà.

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L’Europa è oggi l’obiettivo del terrorismo guidato dall’Is che d’ora in poi chiameremo Califfato. Noi siamo soltanto il suo bersaglio, attaccano dovunque possono, ma è l’Europa il terreno prescelto e con essa gli Stati Uniti d’America. Insomma l’Occidente, la civiltà occidentale in tutte le modalità che quella civiltà esprime, nelle sue religioni, nella sua economia, nei comportamenti delle persone comuni e delle loro classi dirigenti.

Il Califfato è a sua volta una classe dirigente composta da poche persone, non più di un centinaio, in gran parte provenienti dall’esercito iracheno di Saddam Hussein, dai muezzin afghani, dai talebani indottrinati da Bin Laden e da Al Qaeda; arabi soprattutto ma anche pachistani e sauditi.

Bin Laden, a quanto si sa, era profondamente religioso ma i dirigenti che compongono il Califfato non lo sono affatto anche se fanno finta di esserlo. Le cellule che il Califfato dirige hanno forse una vernice di religiosità fondamentalista. Il loro grido di guerra è ” Allah Akbar” e molti di loro arrivano fino al punto di farsi esplodere sognando un Aldilà dove le vergini li aspettano come premio. Ma la gran parte di quei terroristi disseminati in Europa non hanno alcuna vocazione religiosa. Sono i giovani delle periferie, la seconda o terza generazione delle banlieue che non hanno potuto o non hanno voluto integrarsi con la società con cui vivono. Alcuni hanno studiato, altri no, ma tutti si sentono defraudati, molti ricorrono alla droga e/o all’avventura, alla rabbia, alle armi e più sono questi i loro modi di sopravvivenza, più l’esclusione aumenta, più la polizia diventa il loro nemico, più è facile reclutarli per i messaggeri del Califfato.

Le banlieue sono il terreno di coltura dei terroristi e l’Io gioca qui la sua più segreta e perversa partita. L’Io degli esclusi reclama una sua soddisfazione, un suo territorio psicologico, la speranza di non aver paura ma di incuterla negli altri. Che gli altri siano cristiani o atei o islamici, ma integrati e non esclusi: questi sono i loro bersagli. Bersagli anonimi, non li conoscono ma sono comunque altri e diversi da loro e quindi da uccidere. Per diffondere la paura e soddisfare così il loro orribile Io.

Questa è la guerra in corso: terrore e paura sono gli obiettivi delle cellule che obbediscono al Califfato la cui classe dirigente è posizionata nel triangolo che include le zone confinarie tra Siria, Turchia e Iraq, con un distaccamento libico-tunisino che fronteggia direttamente l’Europa mediterranea.

Il Califfato ha i suoi soldati, sono qualche migliaio e bene armati. Il Califfato è ricco, ha petrolio, ha l’appoggio di uomini di affari degli Emirati e finanziamenti mascherati ma evidenti che garantiscono la tranquillità saudita e degli Emirati.

A guardar bene anche l’Io del Califfo e dei suoi compagni è assai sviluppato, vuole potere, ricchezza, piaceri. Deriva da Al Qaeda ma è tutt’altra cosa rispetto a Bin Laden. Crudele quanto lui e più di lui, ma estremamente più sofisticato. Non è escluso che divenga un vero e proprio Stato arabo sunnita. In fondo Ibn Saud cominciò così la sua carriera e trasformò una tribù in un Regno tra i più potenti del Medio Oriente. La sua famiglia conta ormai circa trecento persone, possiede molte banche, imprese, alleanze d’affari in tutto l’Occidente, in Francia, in Inghilterra, in Italia, in America, in Germania, ovunque. Detesta gli sciiti ma si distingue anche dai sunniti. Tra i capi del Califfato è un esempio da imitare e magari da conquistare. Senza sangue, possibilmente. Il sangue scorre altrove.

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Poiché la Francia è il principale terreno di battaglia del Califfato e delle sue migliaia di cellule europee, quella Nazione, oltre a contare il maggior numero di vittime innocenti, ha assunto la guida dell’Europa. Il presidente Hollande ha capito subito che, purtroppo per i francesi, il ruolo di leader dell’Europa era l’aspetto politicamente ed anche economicamente positivo e lui ha dimostrato di saperlo perfettamente assolvere, a partire dai simboli fino alla concreta azione politica.
Strage di Parigi, Hollande e Valls cantano la Marsigliese alla Sorbona

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Tra i simboli ce n’è uno che personalmente mi commuove non da ora ma da sempre, ogni volta che mi accade di ascoltarla: la Marsigliese, inno nazionale finora, ma europeo ai tempi delle guerre contro le monarchie assolute d’Europa, quando la grande Rivoluzione guidata dai girondini e da D’Anton arrestò l’invasione dei monarchi europei e l’esercito repubblicano guidato da Kellerman vinse la battaglia di Valmy.

Ogni volta che in Francia c’è un attentato il popolo si raduna nelle piazze e intona la Marsigliese mentre contemporaneamente la canta l’Assemblea nazionale. Così avvenne dopo l’attentato a Charlie Hebdo ma ora è cantata dai giocatori di calcio prima dell’inizio delle partite in molti paesi europei, è stata intonata a Londra alla Camera dei Comuni nel salone di Westminster, in Italia in una sorta di plenum delle Camere, insomma si è trasformato in un inno europeo in luogo dell’Inno alla Gioia della sinfonia beethoveniana.

Ma accanto al simbolo – del quale tuttavia sarebbe sbagliato trascurare l’importanza – c’è la politica vera e propria. Hollande aveva già deciso di affiancarsi agli Usa bombardando per un paio di volte Raqqa, scelta dal Califfato come propria capitale. Ma dopo gli attentati recenti a Parigi dei terroristi provenienti dal Belgio, i bombardamenti con Raqqa si sono moltiplicati e ancor più lo saranno quando la portaerei francese che è già partita da Tolone incrocerà nel Mediterraneo orientale i bombardamenti diverranno perciò continui.

Questo per quanto riguarda la guerra guerreggiata, ma poi c’è la politica vera e propria. Il primo intervento di Hollande è stato di appellarsi al Trattato di Lisbona che prevede la collaborazione di tutti gli Stati membri dell’Unione europea. I ventotto paesi hanno approvato all’unanimità ciò che il Trattato dispone: una collaborazione tra tutti i firmatari di quel trattato senza però indicarne né la procedura esecutiva né i vari ruoli di ogni Paese. Hollande avrebbe potuto appellarsi all’articolo 5 della Nato che prevede la collaborazione immediata con quel Paese che abbia subito una grave aggressione, ma non l’ha fatto perché la Nato ha un suo proprio comitato di cui la Francia ovviamente fa parte ma non ne è il capo.

Hollande ha anche previsto che, sulla base del Trattato di Lisbona, consulterà gli Stati membri dell’Ue bilateralmente, per stabilire con ciascuno di essi il tipo di collaborazione che la Francia gli chiede. Tale consultazione avrà inizio ai primi del prossimo dicembre.

Nel frattempo la Francia avrà incontri con Obama e soprattutto con Putin per considerare i comuni interventi contro il Califfato.

Nel frattempo c’è stato l’attentato compiuto in un grande albergo nella capitale del Mali, un paese ex colonia dell’impero francese dove Parigi ha dislocato da tempo 37 mila soldati che sono intervenuti con alcuni corpi specializzati insieme ad analoghe forze del Mali e a un reparto di militari americani. Il blitz è stato condotto a termine dopo ventiquattr’ore di aspra battaglia, gli attentatori hanno ucciso e sono stati a loro volta uccisi.

E il governo italiano in tutto questo? Che cosa gli sarà proposto da Hollande? E Renzi a sua volta che cosa gli proporrà? Che cosa ha in mente il nostro presidente del Consiglio, leader del più importante partito italiano e capo della maggioranza parlamentare, che ormai governa e comanda da solo, come del resto avviene da tempo in tutti i Paesi d’Europa e di Occidente?

La risposta a questa domanda è abbastanza facile perché è già stata anticipata dal nostro ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, dal ministro della Difesa e dallo stesso Renzi: appoggeranno la Francia in tutto ciò che è possibile, ma non hanno alcuna intenzione di compiere interventi militari né con aerei né con truppe di terra.

È giusta questa posizione? Personalmente credo di sì, ma quello che non si vede è in che cosa può consistere la collaborazione con la Francia. Forse con risorse economiche? Non ci verranno chieste e comunque non ne abbiamo. Di fatto avremo una posizione neutrale. Con quali contraccolpi? Un Paese neutrale non avrà alcun peso sulla politica e sull’economia europea.

Se è lecito dare un suggerimento, Renzi dovrebbe riservarsi un ruolo in Libia. Non per partecipare alla guerra contro il distaccamento dei seguaci del Califfato né alla guerra tra il governo e le tribù di Bengasi e Tobruk contro il governo di Tripoli, ma per allestire campi di accoglienza dei migranti che provengono dai Paesi subsahariani, in fuga verso le coste mediterranee e in particolare verso l’Italia.

Campi d’accoglienza che li trattengano in Libia in modo decente e confortevole, ne controllino l’identità e la provenienza, esaminino le loro eventuali richieste di asilo politico e li aiutino a partire verso l’Europa su navi italiane e di altri Paesi europei o ne favoriscano il rientro opportunamente negoziato con i loro Paesi di origine.

È un ruolo molto importante che richiede non solo risorse economiche e competenze diplomatiche ma anche di truppe, navi da guerra e aerei di ispezione affinché quei campi d’accoglienza siano opportunamente difesi da tribù e/o da terroristi presenti in quelle zone. L’Egitto dovrebbe appoggiare questo ” sistema” e sarebbe anche suo interesse farlo. Ancor più evidente sarebbe l’interesse francese. Hollande guida ormai l’Ue nel tandem con la Germania, regredita ormai in un ruolo minore rispetto al tradizionale tandem franco-tedesco. Col tempo forse la situazione cambierà, ma oggi è questa ed è la Marsigliese che predomina in Europa.

Ho già scritto più volte che l’esplosione di terrorismo dovrebbe affrettare l’avvio verso gli Stati Uniti d’Europa, ma si tratta comunque di un percorso che richiede a dir poco un decennio purché cominci subito. E il modo per farlo cominciare subito è la cessione immediata di sovranità dei Paesi europei, almeno quelli dell’Eurozona, della politica estera e di quella militare alle Istituzioni europee. Hollande sarebbe contrario, ma la Merkel? Non sarebbe proprio questo il modo per riconquistare la posizione prioritaria nell’Ue o almeno nell’Eurozona?

Ma Renzi, il nostro Renzi, sarebbe d’accordo e si batterebbe affinché questa cessione di sovranità avvenisse? Acquisterebbe un ruolo essenziale in Europa, ma lo capirà? Temo proprio di no, ma spero d’essere smentito. Se è politicamente intelligente dovrebbe accollarsi questi due ruoli, in Libia e in Europa. Spero di non essere il solo a suggerire questa posizione.

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C’è infine un altro personaggio che è fondamentale per superare questa tragica situazione: papa Francesco. Non c’è mai stato un Papa come lui. Dico di più: un Pastore, un Profeta, un rivoluzionario: in nome della sua fede e in circa due miliardi di cristiani che abitano il pianeta, dislocati in quasi tutti i continenti.

Francesco si appella al Dio unico. Tutte le religioni monoteistiche si debbono affratellare in nome dell’unico Dio che non è e non può essere un Dio vendicativo ma è un Dio misericordioso e come tale va adorato dai credenti di quelle religioni a cominciare ovviamente dai cristiani, dai musulmani, dagli ebrei.

Il Corano parla di ” morte degli infedeli” e offre ai fondamentalisti un pretesto per coprire le loro azioni delittuose con alcuni passi coranici. Ma dimenticano che il loro profeta Maometto, costruttore della religione islamica, mise come primo punto di riferimento Abramo. Al vertice dell’islam c’è dunque Abramo che ascoltò dalla voce del Signore l’ordine di sacrificare suo figlio Isacco. Quell’ordine sconvolse il cuore di Abramo nel profondo, ma la sua fede lo costrinse all’obbedienza: portò il figlio con sé su una collina e lì, guardando il cielo sopra di lui, estrasse dalle sue vesti un coltello per uccidere il figlio come gli era stato ordinato da Dio. Ma a quel punto la voce di Dio lo fermò: “Volevo vedere la forza della tua fede, ma io voglio che Isacco viva felice, come me e con te. Accarezzalo, educalo, e tutti e due sarete da me amati e illuminati”.

Questo è il Dio di Abramo e di Isacco ed è un Dio misericordioso. Perciò sono blasfemi e condannevoli i terroristi del Califfato che invocano Allah e nel suo nome uccidono centinaia di Isacco, figlio di Abramo e amato da Allah Akbar. L’unico Dio, che gli ebrei chiamano Jahvé o Elohim e i cristiani chiamano Padre. Questo predica Francesco e questo è il tema del Giubileo della misericordia. La sua parola, in un momento come questo, è diretta soprattutto agli islamici affinché riconoscano il loro Dio misericordioso che è il medesimo che tutte le religioni monoteistiche dovrebbero venerare.

Spero che Francesco riesca ad affratellarle in un unico slancio di misericordia alla quale anche i non credenti si associano.
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Usala 20 11 15 doslampadadialadmicromicro1Pubblichiamo l’intervento di Salvatore Usala al Convegno “La domotica per professionisti in sanità che incontrano i cittadini” tenutosi oggi (20 novembre) a Cagliari. Il Convegno oltre che fornire una panoramica aggiornata dei dispositivi tecnologici riassumibili nella disciplina della domotica, utile per migliorare la qualità della vita di tutti e, stante il focus del Convegno, la qualità della vita delle persone con gravi disabilità, ha costituito un’occasione per ribadire la bontà del “modello Sardegna” che assicura l’assistenza socio-sanitaria, a elevati standard qualitativi attraverso oltre 38 mila piani di sostegno personalizzati, con una ricaduta di 15mila posti di lavoro in tutto il territorio isolano. “Salvate il modello Sardegna!” è stato pertanto il grido di dolore levatosi dal Convegno, che nell’intervento di Salvatore Usala ha trovato una chiara quanto radicale rappresentazione. Il leader dei movimenti per i diritti delle persone con gravi disabilità “16 novembre” e “Viva la Vita Sardegna” ha annunciato a partire dal 24 novembre prossimo un presidio permanente in viale Trento 69, davanti alla Presidenza della Giunta regionale, considerata la prima controparte della rivendicazione della salvaguardia dei diritti dei malati. Torneremo presto sulle questioni oggetto dell’importante Convegno.

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Diritti dei malati con gravi disabilità.
Salvate il modello Sardegna!

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IL MODELLO SARDEGNA

di Salvatore Usala

Farò un intervento brevissimo, perché ho problemi agli occhi, ma tottu succiu!
Il Modello Sardegna è l’unico in Italia che è in linea con la convenzione ONU, ovvero consente la libera scelta dell’assistenza. Siamo di fronte ad un sistema virtuoso, invidiato da tutte le regioni, purtroppo questa Giunta vuole demolirlo, dicendo che vuole ristrutturarlo. La verità è che vogliono tagliare, sono solo ragionieri, non pensano al benessere delle persone. Non considerano che l’incremento dei numeri è un investimento che porta risparmi più che doppi per la sanità. Una sanità che sperpera tanto denaro pubblico con: balzelli, appalti, full service, bustarelle, corruzioni, tanti baroni e così via, ho tante prove documentali. Da anni propongo un progetto concreto che produrrebbe una miglior qualità dell’assistenza delle persone in area critica, e produrrebbe 4 milioni di risparmi per 170 utenti. Il progetto prevede tutto: costi, profili, mansioni, benefici, obbiettivi e finalità. Il tutto scritto in modo semplice e comprensibile da tutti. L’assessore Arru ha condiviso il progetto, infatti a gennaio ha fatto una delibera per un corso formativo di 90 ore, peccato che l’assessorato al lavoro ci abbia messo 10 mesi per fare un bando incompleto di programma, bando per le agenzie certificate e criteri di selezione. Se ne riparlerà fra 7-8 mesi. Dopo dure lotte Luigi Arru ha proposto una sperimentazione protetta da effettuare nell’ASL 8, che partisse a metà novembre, con la garanzia del presidente Pigliaru. Speravo fosse la volta buona, sbagliavo. Tre giorni fa hanno approvato una delibera che non dice nulla. Non prevede costi, compiti, responsabilità, in buona sostanza una delega in bianco per il progetto ASL 8 allegato. Cosa dice il progetto ASL 8? Tutto e niente! Volutamente scritto in burocratese e politichese, chiede disponibilità di caregiver e assistenti ma non definisce i costi. Non definisce data di inizio e fine dei tre mesi della fantomatica sperimentazione. Non elenca le mansioni peculiari degli infermieri della rianimazione. Il compito degli infermieri in appalto è segreto. In parole povere tre mesi indefiniti per poi dire: Signori, la sicurezza sanitaria non è garantita, non si fa nulla. Ma la ASL 8 sa che caregiver, assistenti e famiglia fanno tutto in autonomia per almeno 20 ore su 24? Chi fa aspirazioni, medicazioni degli stoma, sostituzione ventilatore polmonare, ma sopratutto eventuali tappi viscosi in trachea con ventilazione ambu? Perchè la ASL 8 non chiede alle rianimazioni quante chiamate in emergenza si fanno da parte delle persone in aerea critica? Ma tutti questi tifosi della sicurezza sanitaria dove erano nel 2006 quando Nerina Dirindin istituiva il “Ritornare a Casa”, portando da strutture protetta al domicilio con 4-5 ore di infermieri? La verità è che nelle ASL c’è chi specula, chi prende bustarelle, chi ha potere gestendo l’area critica. Sopratutto temono che l’assistenza indiretta prenda corpo togliendo il giocattolo dalle mani scellerate di certi burocrati. La realtà è che l’ex Assessore Nerina Dirindin ha rischiato tanto ed ha avuto ragione, Arru deve avere il coraggio politico di decidere. Per me la sperimentazione è chiusa prima di iniziare, deve essere una decisione politica che riguarda tutta la Sardegna. Arru deve fare una delibera condivisa che segua fedelmente il mio progetto, le ASL devono solo applicare, senza discutere. L’alternativa è applicare il DGR 10/43 del 2009 che prevede 24 ore su 24 la presenza di un infermiere, con un costo di 300.000 euro l’anno per malato, totale 50 milioni per 170 persone, invece che risparmiare 4 milioni. Per tutti questi motivi il 24/11/2015 saremo in presidio permanente in viale Trento 69, davanti alla Presidenza.

SCUSATE IL DISTURBO! A SI BIRI

Diritti dei malati con gravi disabilità. Salvate il modello Sardegna!

Usala 20 11 15 doslampadadialadmicromicro1Pubblichiamo l’intervento di Salvatore Usala al Convegno “La domotica per professionisti in sanità che incontrano i cittadini” tenutosi oggi (20 novembre) a Cagliari. Il Convegno oltre che fornire una panoramica aggiornata dei dispositivi tecnologici riassumibili nella disciplina della domotica, utile per migliorare la qualità della vita di tutti e, stante il focus del Convegno, la qualità della vita delle persone con gravi disabilità, ha costituito un’occasione per ribadire la bontà del “modello Sardegna” che assicura l’assistenza socio-sanitaria, a elevati standard qualitativi attraverso oltre 38 mila piani di sostegno personalizzati, con una ricaduta di 15mila posti di lavoro in tutto il territorio isolano. “Salvate il modello Sardegna!” è stato pertanto il grido di dolore levatosi dal Convegno, che nell’intervento di Salvatore Usala ha trovato una chiara quanto radicale rappresentazione. Il leader dei movimenti per i diritti delle persone con gravi disabilità “16 novembre” e “Viva la Vita Sardegna” ha annunciato a partire dal 24 novembre prossimo un presidio permanente in viale Trento 69, davanti alla Presidenza della Giunta regionale, considerata la prima controparte della rivendicazione della salvaguardia dei diritti dei malati. Torneremo presto sulle questioni oggetto dell’importante Convegno.

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IL MODELLO SARDEGNA

di Salvatore Usala

Farò un intervento brevissimo, perché ho problemi agli occhi, ma tottu succiu!
Il Modello Sardegna è l’unico in Italia che è in linea con la convenzione ONU, ovvero consente la libera scelta dell’assistenza. Siamo di fronte ad un sistema virtuoso, invidiato da tutte le regioni, purtroppo questa Giunta vuole demolirlo, dicendo che vuole ristrutturarlo. La verità è che vogliono tagliare, sono solo ragionieri, non pensano al benessere delle persone. Non considerano che l’incremento dei numeri è un investimento che porta risparmi più che doppi per la sanità. Una sanità che sperpera tanto denaro pubblico con: balzelli, appalti, full service, bustarelle, corruzioni, tanti baroni e così via, ho tante prove documentali. Da anni propongo un progetto concreto che produrrebbe una miglior qualità dell’assistenza delle persone in area critica, e produrrebbe 4 milioni di risparmi per 170 utenti. Il progetto prevede tutto: costi, profili, mansioni, benefici, obbiettivi e finalità. Il tutto scritto in modo semplice e comprensibile da tutti. L’assessore Arru ha condiviso il progetto, infatti a gennaio ha fatto una delibera per un corso formativo di 90 ore, peccato che l’assessorato al lavoro ci abbia messo 10 mesi per fare un bando incompleto di programma, bando per le agenzie certificate e criteri di selezione. Se ne riparlerà fra 7-8 mesi. Dopo dure lotte Luigi Arru ha proposto una sperimentazione protetta da effettuare nell’ASL 8, che partisse a metà novembre, con la garanzia del presidente Pigliaru. Speravo fosse la volta buona, sbagliavo. Tre giorni fa hanno approvato una delibera che non dice nulla. Non prevede costi, compiti, responsabilità, in buona sostanza una delega in bianco per il progetto ASL 8 allegato. Cosa dice il progetto ASL 8? Tutto e niente! Volutamente scritto in burocratese e politichese, chiede disponibilità di caregiver e assistenti ma non definisce i costi. Non definisce data di inizio e fine dei tre mesi della fantomatica sperimentazione. Non elenca le mansioni peculiari degli infermieri della rianimazione. Il compito degli infermieri in appalto è segreto. In parole povere tre mesi indefiniti per poi dire: Signori, la sicurezza sanitaria non è garantita, non si fa nulla. Ma la ASL 8 sa che caregiver, assistenti e famiglia fanno tutto in autonomia per almeno 20 ore su 24? Chi fa aspirazioni, medicazioni degli stoma, sostituzione ventilatore polmonare, ma sopratutto eventuali tappi viscosi in trachea con ventilazione ambu? Perchè la ASL 8 non chiede alle rianimazioni quante chiamate in emergenza si fanno da parte delle persone in aerea critica? Ma tutti questi tifosi della sicurezza sanitaria dove erano nel 2006 quando Nerina Dirindin istituiva il “Ritornare a Casa”, portando da strutture protetta al domicilio con 4-5 ore di infermieri? La verità è che nelle ASL c’è chi specula, chi prende bustarelle, chi ha potere gestendo l’area critica. Sopratutto temono che l’assistenza indiretta prenda corpo togliendo il giocattolo dalle mani scellerate di certi burocrati. La realtà è che l’ex Assessore Nerina Dirindin ha rischiato tanto ed ha avuto ragione, Arru deve avere il coraggio politico di decidere. Per me la sperimentazione è chiusa prima di iniziare, deve essere una decisione politica che riguarda tutta la Sardegna. Arru deve fare una delibera condivisa che segua fedelmente il mio progetto, le ASL devono solo applicare, senza discutere. L’alternativa è applicare il DGR 10/43 del 2009 che prevede 24 ore su 24 la presenza di un infermiere, con un costo di 300.000 euro l’anno per malato, totale 50 milioni per 170 persone, invece che risparmiare 4 milioni. Per tutti questi motivi il 24/11/2015 saremo in presidio permanente in viale Trento 69, davanti alla Presidenza.

SCUSATE IL DISTURBO! A SI BIRI

Cagliari: partecipazione popolare per la città di tutti, riprendiamoci la città!

Laboratorio Politico Cagliari città capitale
Cagliari dal mare 2014
Patto Costitutivo del Laboratorio
“CAGLIARI CITTA’ CAPITALE”

Le sottoscritte associazioni culturali, organizzazioni no profit, circoli e movimenti politici, operatori della cultura e delle professioni portatori di competenze ed espressione della società e delle comunità cagliaritana, sottoscrivono il presente patto costitutivo per la creazione del Laboratorio “Cagliari Città Capitale”, con l’obiettivo di dare vita e contenuti dal basso, attraverso un processo inclusivo ed identitario autonomo e distinto dai tradizionali schieramenti di centrodestra e centrosinistra, ad un programma politico-amministrativo e ad una coalizione civica in vista della scadenza elettorale del 2016. I contenuti culturali, politici e di governo fondamentali sono declinati come segue:

1 – L’Autonomia e il suo modello di sviluppo hanno concluso il loro ciclo
Le politiche di austerità europee hanno comportato, nello specifico italiano, una centralizzazione dell’organizzazione statuale, che ripudia il principio della sovranità popolare. In Sardegna la fase autonomistica non ha saputo sviluppare benessere duraturo e rispettoso dei beni comuni primari (suolo, aria, acqua), mortificando le naturali vocazioni e i saperi propri della nostra terra. Ciò è avvenuto per responsabilità delle élite locali, che non hanno saputo o voluto dare risposte all’altezza dei bisogni di benessere e di pari opportunità del popolo sardo.
Consideriamo pertanto conclusa la fase dell’Autonomia e riteniamo urgente e necessario aprire un processo culturale, sociale, economico e politico nuovo che dia speranza e concretezza emancipativa alla Sardegna. Assumiamo il principio di Autodeterminazione del popolo sardo e della Nazione Sarda, cosi come sancito dall’ONU e ratificato dalla Conferenza di Helsinki, e un modello di sviluppo sostenibile, come elementi distintivi e valoriali di riferimento, così che possa essere esercitato a tutti i livelli politici ed istituzionali il principio di sovranità e di autogoverno.
Questo progetto e i suoi contenuti di merito si pone oggettivamente, sul piano sociale, politico, economico e culturale, in alternativa ai progetti espressi e tutt’ora in corso sul piano locale, sardo ed italiano sia nel centrodestra che nel centrosinistra, costituendo di fatto e in diritto l’elemento discriminante per la definizione di accordi e/o alleanze elettorali, politiche, istituzionali.
A questo laboratorio aderiscono pertanto persone e organizzazioni che hanno radicamento in Città e in Sardegna, soggettività di comunità e di rappresentanza del territorio che abbiano la volontà e la capacità di svilupparsi in modo plurale, inclusivo e identitario, con caratura internazionale e visione euro mediterranea, con forti connotati di indipendenza e non subordinazione organica e gerarchica a segreterie o direzioni esterne.

2 – La Città di Cagliari, tra crisi sociale e inadeguatezza del quadro di riferimento istituzionale
A Cagliari negli ultimi quattro anni (2011-2014) gli abitanti sono diminuiti più che nel quadriennio precedente (2008-2011). Gli iscritti ai Centri Servizi per il Lavoro, nella sola capitale, sono passati da 29.700 (maggio 2011) a 37.070 (dicembre 2014). Il tasso di disoccupazione, dal 2007 a oggi, è passato dall’11% al 19%.
L’assenza, per responsabilità della Regione, di un quadro di riferimento istituzionale certo sull’articolazione dei poteri sub-regionali, e la mancata forte spinta riformatrice nel governo del capoluogo unitamente alla rinuncia del Sindaco e della sua maggioranza a porsi alla testa dei Comuni sardi nel contrasto alle politiche governative di spending-review non hanno consentito alla Città di porsi come la locomotiva di un nuovo progetto di sviluppo sostenibile, capace di mettere in rete comuni e città sarde e questi in relazione con la Regione Autonoma della Sardegna e con i processi di area vasta di carattere sub-regionale connessi all’efficienza e all’efficacia nella gestione e allocazione dei servizi e articolati per competenze e vocazioni dei territori, secondo il principio di adeguatezza e sussidiarietà.
Occorre pertanto dar voce e rappresentanza a un punto di vista organizzato e organizzabile sia per il riscatto da un’esistenza segnata dalla povertà, l’emigrazione e la solitudine di larghi ceti popolari sia per la positiva iniziativa delle forze imprenditoriali, intellettuali, della cultura e dei servizi, che intendono concorrere alla creazione di lavoro e ricchezza diffusa orientata ai fini sociali, in un quadro di sviluppo economico sostenibile e rispettoso dell’uomo e dell’ambiente.

3 – Esercitare le prerogative democratiche e di governo legate alla sovranità popolare
Le elezioni rappresentano un momento importante, anche se non esclusivo, per l’esercizio delle prerogative legate alla sovranità popolare. Quelle di Cagliari del 2016 rappresentano uno snodo strategico, perché con l’elezione Sindaco della città capitale si determineranno condizioni oggettive di attribuzione di ruoli e competenze, sia per via della costituenda Città metropolitana, sia per l’oggettiva urgenza a legislazione vigente di una governance dei processi Area vasta che oggi consta più di 400.000 abitanti su settori quali mobilità, uso e pianificazione del suolo, politiche commerciali, ciclo dei rifiuti.
Questo nuovo scenario istituzionale impone un forte, radicale e consapevole esercizio di direzione e coordinamento istituzionale in capo al Sindaco metropolitano e contestualmente di esercizio delle prerogative di alta amministrazione e governo dell’esecutivo nel rispetto dpel ruolo di indirizzo, programmazione e controllo del Consiglio Comunale, a cui devono essere ricondotte e rese coerenti con gli indirizzi generali di governo, l’insieme delle scelte strategiche e di assetti negli Enti, nelle Agenzie, nelle società a partecipazione pubblica, compresi l’insieme della strumentazione pubblica operante nella sanità, nell’istruzione, nei trasporti e nel credito.

4 – Costruire il percorso Agenda 2019
Il progetto per Cagliari Città Capitale, per sua natura e portata dei temi e dei ruoli di governo e di rappresentanza oggettiva, costituisce una tappa decisiva di un percorso più generale che definiamo Agenda 2019.
Siamo consapevoli che senza lavoro non c’è libertà, e senza autodeterminazione in Sardegna non c’è esercizio vero dei poteri sovrani. L’attuale deriva neo centralista e semicoloniale va combattuta con la costruzione di una alleanza sociale, culturale politica ed economica, che abbia forza, capacità e intelligenza di imporre l’apertura, nella società sarda e nella Regione una nuova stagione politica, istituzionale e di governo per l’Autodeterminazione del popolo sardo.

5 – Democrazia, partecipazione e crisi della rappresentanza
Con questa proposta politico-culturale-istituzionale e di governo vogliamo contribuire come cittadini singoli o associati, al dibattito sulla crisi di rappresentanza dei corpi intermedi e sugli effetti nefasti che ha prodotto e produce dall’assenza di luoghi di partecipazione e discussione collettiva al progressivo distacco tra governanti e governati, che si traducono entrambi in tassi di astensione dal voto oltre la soglia di guardia e che mettono a serio rischio il carattere democratico del sistema perché favoriscono una altissima concentrazione di potere in poche mani, pur in presenza di una bassissima rappresentanza e legittimazione dell’investitura popolare di governo.
Il punto fondamentale non è l’unificazione elettoralistica di indipendentisti, sovranisti e cosiddetta sinistra, o l’elevazione aprioristica di steccati pregiudiziali. Avanziamo queste idee-concetto per costruire una risposta a carattere processuale, articolata ed inclusiva, che possa essere percepita come un’alternativa credibile dai Sardi.
Il valore dato agli interessi della Sardegna non sarà più subordinato a quelli dello stato italiano. Questa ambizione e questa sfida si pongono sia per il livello amministrativo locale, sia per il valore che assume per tutta la Sardegna. Intendiamo agire attraverso l’iniezione di potenti forme di democrazia dal basso, anche attraverso l’introduzione del metodo delle primarie per la scelta del candidato sindaco.
Intendiamo richiamare fortissime discriminanti sul piano etico e del rinnovamento, che richiedono forte coerenza tra le scelte programmatiche contenute nel concetto di sostenibilità e nel principio di autodeterminazione e le collocazioni politico-istituzionali attuali e future di tutti i protagonisti che assieme a noi accetteranno la sfida.

Cagliari, 18 giugno 2015

Hanno sottoscritto il documento:
Organizzazioni
Assotziu Consumadoris (Marco Mameli)
Circolo Chavez (Giacomo Loi)
Circolo Me-Ti (Gianfranco Bitti)
Costituente Sardista (Efisio Pilleri)
ProGrèS (Fabio Usala)
Sardegna Sostenibile e Sovrana (Pierluigi Marotto)
Sardigna Libera (Claudia Zuncheddu)

Adesioni individuali
Fernando Codonesu
Paolo Erasmo (Agriculture)
Gaetano Lauta
Franco Meloni (Aladin Pensiero)
Mauro Naitza (dirigente sportivo)
Marta Onnis
Maria Elisabetta Pini (Alternativa)
Salvatore Porta (Agriculture)
Francesca Tanda
Fabrizio Usai (Laboratorio Pirri)
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CAGLIARI-STAMPA

Patto Costitutivo del Laboratorio “CAGLIARI CITTA’ CAPITALE”

Cagliari dal mare 2014

conf stampa Ca cittàcaplampada aladin micromicroQuesta mattina con una conferenza stampa è stato presentato il Laboratorio “Cagliari Città Capitale”. Nei quotidiani on line SardiniaPost, Castedduonline, CagliariPad e Vitobiolchiniblog sono già disponibili i servizi sull’evento (dei servzi su altre testate daremo notizia non appena disponibili), mentre il documento di proposta viene da noi qui di seguito pubblicato integrale. Come previsto, ad illustrarlo sono stati il consigliere comunale Enrico Lobina (Sardegna Sovrana), il presidente di Sardegna Sostenibile e Sovrana Pierluigi Marotto, la presidente di Sardigna Libera Claudia Zuncheddu, la rappresentante di ProGreS Casteddu Ilaria Mura Perra e Fabrizio Usai del Circolo Chavez.
Il laboratorio è presente anche con la pagina fb Cagliari Città Capitale. Nei prossimi giorni partiranno i tavoli tematici per un percorso che gli organizzatori definiscono aperto, inclusivo, alternativo, identitario. Aladinews ha garantito un costante impegno di sostegno all’iniziativa per quanto potrà fare nel campo della comunicazione/informazione politica. Buon lavoro a tutti!
CAGLIARI-STAMPA

    Patto Costitutivo del Laboratorio
    “CAGLIAR CITTA’ CAPITALE”

Le sottoscritte associazioni culturali, organizzazioni no profit, circoli e movimenti politici, operatori della cultura e delle professioni portatori di competenze ed espressione della società e delle comunità cagliaritana, sottoscrivono il presente patto costitutivo per la creazione del Laboratorio “Cagliari Città Capitale”, con l’obiettivo di dare vita e contenuti dal basso, attraverso un processo inclusivo ed identitario autonomo e distinto dai tradizionali schieramenti di centrodestra e centrosinistra, ad un programma politico-amministrativo e ad una coalizione civica in vista della scadenza elettorale del 2016. I contenuti culturali, politici e di governo fondamentali sono declinati come segue:

Aggiornamenti sulla protesta dei malati di Sla guidati da Salvatore Usala

Da SardiniaPost Sla, blitz dei malati nel ristorante dove mangiava l’assessore Arru
10 giugno 2015 Cronaca, In evidenza. salvatore usala sardiniapost
Presidio dei malati di Sla a una svolta: l’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru sta ricevendo una delegazione dei partecipanti alla manifestazione di protesta cominciata questa mattina in via Roma proprio sotto gli uffici dell’assessorato.
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ULTIMISSIME da CAGLIARI PAD
Svolta nella protesta per i fondi sulla disabilità: domani pomeriggio il presidente della Regione Francesco Pigliaru incontrerà Salvatore Usala. Il faccia a faccia – spiegano i manifestanti al termine del lunghissimo braccio di ferro – si dovrebbe tenere a Capoterra nell’abitazione del leader delle lotte dei malati di Sla, anche sede del Comitato 16 novembre.
Usala, a questo punto, ha quindi deciso di abbandonare gli uffici dell’assessorato della Sanitá di via Roma: i partecipanti alla protesta hanno cominciato a smontare gazebo, striscioni e bandiere sistemati da questa mattina.
“Le risorse sono in Finanziaria – ha ricordato l’assessore Luigi Arru durante il confronto con la delegazione ricevuta questo pomeriggio – e saranno destinate in accordo con il Comitato per le disabilità più gravi. Le modalità saranno definite con l’apertura di un tavolo di confronto nei prossimi giorni”.
- segue –

Oggi

lo 16novembre onlusSla, Usala conferma presidio a Cagliari e sciopero della fame e della sete
(Fonte: SardiniaPost) Salvatore Usala, il battagliero malato di Sla segretario del Comitato 16 Novembre Onlus, conferma il presidio odierno davanti all’assessorato regionale della Sanità con lo sciopero della fame e della sete per sollecitare un incontro con la Giunta su alcune tematiche riguardanti l’assistenza alle persone con disabilità grave.

Presidio e sciopero della fame dei disabili gravissimi per il ripristino del fondo non autosufficienti

sciopero fame disabili non autos

PRESIDIO E SCIOPERO DELLA FAME DEI DISABILI GRAVISSIMI PER IL RIPRISTINO DEL FONDO NON AUTOSUFFICIENTI.

La cultura non dà da mangiare? Ne vogliamo parlare! Convegno promosso dai Rossomori

a cultura 15 giu 12

Convegno 15 giugno 2012, ore 17,00
Caesar’s Hotel, Via Darwin 2/4 – 09126 CAGLIARI