Elogio del maiale (a proposito di PIIGS Factor)

di Jesús Timoteo Álvarez
ANEXO*
Digressione sull’importanza del maiale (PIIGS Factor) e dell’Indice di Maiale pro Capite (IMC) nell’economia europea e come punto di riferimento nell’attuale crisi economica.
Grazie a Dio per aver creato il maiale, un animale utile a tutti, nato per trasformare gli avanzi e i residui in meravigliosi piatti, per essere universale e per niente classista, per essere ecologico, per niente razzista, e per essere democratico e ottenere che in lui tutto sia utilizzabile.
È impossibile comprendere l’evoluzione economica dell’Europa senza il maiale. Un maiale manteneva una famiglia durante un anno: un maiale era una famiglia. Vari maiali rendevano una famiglia sicura, ricca e rispettabile. Le permettevano comprare una vacca e un cavallo e comprare della terra. Non sarebbe difficile stabilire una relazione statistica tra “l’Indice di Maiale pro Capite” (IMC) e il Prodotto Interno Lordo (PIL) di una famiglia, prima, di una comunità, poi, e di un regno o un impero, più tardi. Non sarebbe difficile derivare dall’IMC l’accumulazione dei beni e la trasformazione delle famiglie campesine in borghesi. Né seguire l’evoluzione dell’IMC attraverso mattatoi, macellai e macellerie (punti vendita) per marcare, partendo dal maiale, lo sviluppo delle società urbane e di massa: non è forse stata la carne di maiale, competendo con quella di pollo, l’alimento proteinico popolare per eccellenza? La metodologia di questa dimostrazione è consolidata (62).
Però il maiale è molto più che un IMC. È l’animale totem dell’Europa e della cultura di matrice europea, del classicismo e del cristianesimo. La sua esistenza, cura, riti d’attenzione, morte e preparazione di derivati ci differenzia radicalmente dalle altre religioni monoteiste, dai musulmani e dagli ebrei. È l’animale di sostentamento degli dei (63) e, allo stesso tempo, mantenimento basico dei pellegrini e punto di riferimento per il ritorno a casa, per la fine del tragitto. L’Antico Testamento lo denigra (64) però il Nuovo Testamento è la Nuova Legge (“Non è fatto l’uomo per la legge, ma la Legge per l’Uomo”) e le sue norme di condotta hanno a che vedere con le “beatitudini” (65) più che con il commercio alimentario.
È così che, a partire soprattutto dal Rinascimento, il capitalismo stabilitosi come uno degli elementi che definiscono la società occidentale integrò senza difficoltà l’economia del maiale, e l’IMC sarebbe potuto essere il suo indice di riferimento. Il capitalismo era di fatto il prolungamento dell’economia e della società del “libero arbitrio” o libertà individuale che gli uomini, in diritto naturale, ricevevano in quanto figli di Dio. La proprietà, la libertà di commercio, produzione di beni, negoziazione, circolazione e mercato, la libertà d’espressione, riunione, intercambio, distribuzione e vendita, sono tutte prolungamenti dell’individuale libertà66. È un errore comune negli economisti che studiano l’età moderna non fare riferimento all’IMC (67), solo giustificabile con le influenze che su di loro ha avuto l’evoluzione posteriore del capitalismo.
Il capitalismo ha sempre avuto la necessità di indici di riferimento, di una giustificazione etica e di riferimenti e strumenti di concretazione e misura. Sarebbe potuto esserlo l’IMC. Il capitalismo stabilì con il cristianesimo un compromesso semplice, risolvendo razionalmente la questione critica dei tipi d’interesse (condannando l’usura, propria delle tradizioni distanti dal maiale) e stabilendo una relazione d’interesse non teologico (donazioni o tributi), o teologico (indulgenze), con la Chiesa di Roma. In questa tradizione l’IMC sarebbe potuto essere un indice basico di riferimento e suggeriamo ai ricercatori di econometria che lo prendano in considerazione (68).
La prima alternativa a una possibile supremazia dell’Indice di Maiale pro Capite (IMC) arrivò con la Riforma e col Calvinismo. Forse Weber ha esagerato nel considerare il calvinismo come fattore decisivo per lo sviluppo del capitalismo moderno però è certo che la morale mercantile del protestantesimo radica- le diede al capitalismo dei paesi dell’Europa setten- trionale una formidabile legittimazione etica. Questa legittimazione si plasma nella pratica in un’evidente ipocrisia sociale e nel cinismo secondo cui le sofferenze causate dal lavoro nelle fabbriche o nelle miniere sono prova della grazia divina e garanzia di salvezza eterna. O, in un passo più avanti: “non è necessario che l’attore economico sia motivato da convinzioni morali: è sufficiente che si comporti come se tali convinzioni esistessero” (69). Un esempio chiaro di questo cinismo si vive oggi in Olanda: con una coscienza indubitabile che i paesi dell’Europa meridionale siano “maiali” poco affidabili (la “cintura d’aglio”), gli olandesi mantengono la produzione di maiale come supporto basico della loro economia nazionale a tal punto da avere seri problemi (di costi) con l’inquinamento del suo piccolo territorio di purina, ammoniaca e cattivi odori (accumulazione di merda di maiale) (70).
Una seconda alternativa alle frustrate possibilità dell’IMC come indicatore dello sviluppo sostenibile è venuta dagli Stati Uniti dove la rigidezza morale calvinista, propria dei primi immigrati si sommò allo spietato rigore della minoranza ebraica, fuse ambe tendenze nel culto comune del vecchio testamento. Questa fusione diede luogo a un’etica capitalista di taglio fordista e finalista: l’etica si misura attraverso i risultati e il processo di misura con regole e norme avallate da un’autorità esterna. In questa linea ha pre- valso la teoria economica classica, da Adam Smith a Walras o Pareto un amoralismo metodologico che elimina semplicemente il problema della responsabi- lità morale. La legittimazione etica del capitalismo sta nella motivazione individuale (“la felicità dell’uomo sembra sia stato l’obiettivo originale dell’Autore della natura” giustificò Adam Smith). La legittimazione morale rimane esternalizzata, soggetta al diritto e alle agenzie di valutazione d’obiettività riconosciuta, ossia, accordata (71).
Sostiene Paul Krugman, nella sua critica all’amministrazione Bush, che negli anni novanta questa posizione portò a un capitalismo estremamente immorale, che si diffuse invadendo tutti i settori sociali e inondando tutta la coscienza sociale, influen- do nella scomparsa di qualsiasi regola di decenza nei comportamenti, eliminando inibizioni e credenze, dando per antiquato e conformista tutto ciò che ha a che vedere con il rispetto degli altri e il comportamen- to civico (72).
E così siamo arrivati alla situazione attuale. Il maia- le continua ad essere in Europa l’animale totem: è la carne preferita degli europei nella sua totalità (73). Non si capisce perché non appaia come simbolo della bandiera europea e non si capisce perché gli economisti non considerino l’IMC (Indice di Maiale pro Capite) come fattore decisivo dello sviluppo sostenibile e, soprattutto, come fattore di credibilità. Inoltre i paesi ufficialmente non cattolici dell’Europa settentrionale sono produttori di maiale per eccellenza: Germania aveva censito nel 2009 casi 27 milioni di unità suine, equivalenti al 18,3% di tutta la produzione europea; Olanda – un caso insolito per via della sua dimensione e per i problemi con la merda di maiale – aveva in quella data più di 12 milioni di unità, equivalenti all’8,5% di tutta la produzione europea. Ciò nonostante, i grandi paesi cattolici (Spagna, Italia, Portogallo, Irlanda e includiamo Grecia per completare) arrivavano nel 2009 a un totale di 37 milioni di unità, equivalenti appena al 26% del censo totale europeo (74). Poco per essere dei “PIIGS”.
E con queste cifre e cinismo, i portavoce dominanti dell’economia mondiale chiamando “maiali” i paesi europei cattolici del sud, col significato di “poco affi- dabili”, meno degni di essere comprati (o mangiati), con poco futuro, ai quali bisogna prestare il denaro con un interesse più alto, nonostante il suo debito estero sia inferiore ai cosidetti paesi “waps” (per modo di dire). Parlando del debito estero, e ad eccezione di Grecia e Italia le cui cifre sono al di sopra del 100% del proprio PIL, il resto dei paesi europei si mantiene su cifre controllabili, però Francia, Alemania, Regno Unito o Olanda mantengono le proprie percentuali un 10% superiori al debito spagnolo75.
Lo smantellamento morale ha debilitato le difese del capitalismo che gioca esclusivamente con indici di fiducia lontani dalla realtà. Con la credibilità (“cre- do”) e la fiducia si può fare qualsiasi cosa: la crisi del “credo” sta comportando l’inverno dell’economia occidentale, sotterrata da enormi scandali conosciuti e basati sulla fiducia: Lehman Brothers, Enrom, Parmalat e tanti altri.
Per questo rivendichiamo l’ICM (Indice di Maiale pro Capite) come indice di credibilità alternativo e di fiducia crescente.
Confido che siate d’accordo con me.
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Note (da 62 a 74)
(62) Basta seguire il metodo santificato da CIPOLLA, C.M., Allegro ma non troppo, Ed. Crítica, Barcelona, 2007: “Il ruolo delle spezie (e del pepe in particolare) nello sviluppo economico del medioevo” (pp.13-57).
(63) Omero, Odisea, Canto XIV: ”Ei, la riva lasciata, entrò in un’aspra Strada, e per gioghi e per silvestri lochi Là si rivolse, dove Palla môstro Gli avea l’inclito Eumèo, di cui fra tutti D’Ulisse i miglior servi alcun non era, Che i beni del padron meglio guardasse. Trovollo assiso nella prima entrata D’un ampio e bello ed altamente estrutto Recinto, a un colle solitario in cima. Il fabbricava Eumèo con pietre tolte Da una cava propinqua, e mentre lungi Stavasi Ulisse, e senz’alcun dal veglio Laerte, o da Penelope, soccorso: D’un’irta siepe ricingealo, e folti Di bruna, che spezzò, quercia scorzata Pali frequenti vi piantava intorno. Dodici v’eran dentro, una appo l’altra, Comode stalle, che cinquanta a sera Madri feconde ricevean ciascuna. I maschi dormìan fuor, molto più scarsi, Perché scemati dall’ingordo dente De’ proci, a cui mandar sempre dovea L’ottimo della greggia il buon custode. Trecento ne contava egli, e sessanta [...]”.
(64) Deuteronomio 14:3-8 : “Non mangerai cosa alcuna abominevole. Questi sono gli animali dei quali potrete mangiare: il bue, la pecora e la capra; il cervo, la gazzella, il daino, lo stambecco, l’antilope, il capriolo e il camoscio. otrete mangiare d’ogni animale che ha l’unghia spartita, il piè forcuto, e che rumina. Ma non mangerete [...] il porco, che ha l’unghia spartita ma non rumina; lo considererete come impuro. Non mangerete della loro carne, e non toccherete i loro corpi morti. [...]”.
(65) SAN MATTEO 5, 3-10: “Beati i poveri in ispirito, perché di loro è il regno de’ cieli. Beati quelli che fanno cordoglio, perché essi saranno consolati. Beati i mansueti, perché essi erederanno la terra. Beati quelli che sono affamati ed assetati della giustizia, perché essi saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta. Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Iddio. Beati quelli che s’adoperano alla pace, perché essi saran chiamati figliuoli di Dio. Beati i perseguitati per cagion di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli”.
(66) CERVANTES, Don Quijote: II, 58: “La libertà, Sancho, è uno dei più preziosi doni che agli uomini diedero i cieli; con essa non possono igualarsi i tesori que nasconde la terra o ricopre il mare; per la libertà, così come per l’onore, si può e si deve avventurare la vita, e, contrariamente, la prigionia è il maggior male che possa venire agli uomini”.
(67) BRAUDEL, F., (1979) Civilización material, economía y capitalismo, Madrid, 1984 Alianza Editorial, 3 vols.; POLANYI, K. (1944): La gran transformación, Fondo de Cultura Económica, México,.1991. 68 La teorizzazione della simbiosi tra cattolicesimo e capitalismo si attribuisce a Jean Bodin, consigliere del Re Enrique II nel secolo XV: “extraño hijo de un tiempo maquiavélico, un espíritu antiguo que observa el presente para escrutar el futuro. Y el futuro es un mundo en el que el trabajo se someterá a objetivos de riqueza. Se llamará capitalismo. Para que este proceso tenga lugar hay que liberarlo de todo impacto del pasado: la tradición (la moral), los sentimientos, las pretensiones de los hombres de controlar su destino: es necesario someterse a las leyes soberanas del Mercado [...]”. Erano anni di terribili guerre di religione e in esse “el terrible dios tirano de los calvinistas no es otra cosa que la resurrección del viejo dios hebraico del Exodo”. RUFFOLO, G., Il capitalismo ha i secoli contati, Einaudi, Turín, 2006,pp.255ss.
(69) HIRSCH, F., Los límites sociales al crecimiento, Fondo de Cultura Económica, Mexico 1985. (70) In Olanda la produzione del maiale contribuisce in maniera sostanziosa all’economia nazionale in termini di impiego ed esportazione di prodotti. Nel 2009 la popolazione totale di maiali era di 12.108.000. Esistono circa 3.500 allevamenti di maiali (dato Eurostat 2007), concentrate in maggioranza nell’est e nel sud del paese, generando gravi problemi di stanziamento di purina, emissioni ammoniache e cattivi odori, e controllo della salute e benessere animale. Cfr. SANCHEZ ORTEGA, A., Modelización de un sistema de compostaje y evaporación de purines de cerdo, Escuela Técnica Superior de Ingenieros Agrónomos, Universidad Pública de Navarra, Febrero 2011.
(71) STIGLITZ, J.E., Los felices 90. La semilla de la destrucción, Taurus, Madrid, 2003. (72) KRUGMAN, P., La deriva americana, Laterza, Roma, 2004. (73) Il consumo di carne suina rappresenta circa il 50% del totale della UE-25, con un livello individuale di 42,2 kg. È diminuito di oltre un 2% tra il 2003 e il 2005. Nei paesi della ex UE-15, oscilla intorno ai 43 kg dal 1999, influenzato principalmente dalle fluttuazioni del ciclo di produzione suina. Si trova in fase di recessione dal 2004, e si situa oggi su un 3% meno, rispetto al suo livello massimo del 1999. Dal 1999 sta retrocedendo in Francia, Germania e, in misura minore, in Spagna, mentre in Regno Unito e specialmente in Italia è aumentato. Nei nuovi membri il livello medio di consumo è quasi paragonabile a quello della ex UE-15 (41,5 kg). Si trova in aumento da due anni, in particolare, in Polonia il cui ampliamento ha ridotto leggermente la tendenza al ribasso nella UE. Vedere: www.3tres3.com/buscando/consumo- de-carne-en-europa_1658/ (consultato il 20/10/2011).
(74) El Sector Cárnico en Cifras. Dirección General de Agricultura. Generalitat de Cataluña, 2010. Ver: www20gencat.cat. (consultato il 20/10/2011) . 75 Debito estero dei paesi europei: http://www.deudaexterna.es/los-paises- europeos-con-mas-deuda/ (consultato il 20/10/2011).

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Il presente “saggio a carattere ironico, ma non troppo” è contenuto in una piccola pubblicazione di Jesús Timoteo Álvarez, che sotto si riporta:
ONESTÁ É SVILUPPO
Credibilità e Fiducia nella Crisi del Capitalismo Reputazionale
Con una digressione sull’importanza del maiale (PIIGS Factor) nell’economia europea

© Jesús Timoteo Álvarez
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Gennaio 2012
Traduzione: Marco Nurra Impresión: Emelar Artes Gráficas, S.L.

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Per connessione

Intervista Convegno E-Learning, Cagliari 2009 (a cura di Franco Meloni)  http://www.youtube.com/watch?v=v1ogmX1uUqw

In Sardegna

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