Monthly Archives: settembre 2014

in giro con la lampada di aladin…

lampada aladin micromicro- Grazie a Renzi, Soru si rifà una verginità politica. E, tra i due, Pigliaru rimarrà stritolato. Vitobiolchini su vitobiolchini.it
Aznavur- Ed io tra di voi…

con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413ANNIVERSARI. Un anno fa il 30 settembre 2013 su Aladinpensiero.
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AlagonCONTEA DI VILLASOR
Il 30 settembre 1537 il feudo di Villasor fu elevato a Contea, poichè Carlo V aveva concesso il titolo di conte a Giacomo Alagon, per i servigi offerti dal figlio Biagio Alagon, il quale si era distinto nella guerra contro Solimano il Magnifico e nella spedizione di Tunisi. Biagio ereditò il titolo nel 1548.
Nel 1594 poi Filippo II elevò la contea di Villasor a marchesato.

Oggi martedì 30 settembre 2014

ape-innovativaLogo_Aladin_Pensieroaladin-lampada-di-aladinews312sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413

Le lotte di quartiere degli anni settanta: quando si proponeva e praticava la democrazia di base

ape-innovativaAllegretti decentramNel corso degli anni settanta nelle città italiane si sono sviluppate consistenti esperienze di democrazia di base, connotate come lotte dei quartieri e lotte per il diritto alla casa e non solo, organizzate attraverso appositi organismi in prevalenza denominati “comitati di quartiere”. Esse erano caratterizzate dalla tensione alla partecipazione, senza barriere burocratiche istituzionali e pur perseguendo scopi molto pratici, quali, ad esempio, il diritto alla casa e la difesa della qualità della vita urbana, avevano la capacità di prospettare un mondo migliore con il riscatto delle classi popolari. Tali movimenti sono stati molto studiati ma… stante l’attuale fase politica di accentramento dei poteri, di nuovo bonapartismo, di fastidio per la democrazia partecipativa… evidentemente senza successo per perseguire migliori modelli di sviluppo. Uno degli studiosi più autorevoli della democrazia partecipativa è Umberto Allegretti , professore di diritto pubblico dell’Università di Firenze, cagliaritano e attivo esponente delle lotte dei quartieri di Cagliari negli anni 70 (in particolare del quartiere di S.Elia). Anche Cagliari è stata interessata a questo fenomeno, in modo importante e significativo anche rispetto ad altre realtà urbane, come conferma lo stesso Allegretti in diversi interventi nella letteratura specializzata, ma anche ricordando i numerosi convegni e dibattiti che si tennero in quel periodo. Tra le pubblicazioni ricordiamo questa: U. U-AllegrettiALLEGRETTI, I quartieri tra decentramento comunale e autonomia di base, in « Riv. trim. dir. pubbl. », 1977, che riporta la relazione introduttiva presentata da Allegretti al convegno promosso a Cagliari il 23-24 ottobre 1976 dal “Coordinamento dei Comitati e Circoli di quartiere” su Comitati di quartiere e decentramento comunale. Tormeremo sull’argomento.
Per correlazione: intervista di Aladin a Umberto Allegretti

Idee per costruire un “Centro culturale-spazio Europa di Is Mirrionis”, continuazione ideale della Scuola Popolare di Is Mirrionis

scuola-popolare-is-mirrionis--300x187_2ape innovativaA partire dall’intervento di Ottavio Olita in occasione dell’inaugurazione della biblioteca di quartiere “L’Albero del riccio”, che ha creato un collegamento tra questa iniziativa e la vicenda della Scuola Popolare dei Lavoratori di Is Mirrionis (1971 – fine anni 70), condiviso e rilanciato da Aladin con un breve commento del direttore, avanziamo alcune ulteriori proposte, per ora in modo non precisamente ordinato, che dopo un ampio dibattito dovrebbero sfociare in un vero e proprio piano d’azione. Perché detto piano abbia successo è necessario sia precisarne gli obbiettivi e i contenuti, sia individuare i soggetti che devono portarlo avanti, con una diversificazione dei ruoli, sia stabilire tempi e modalità di attuazione, ma soprattutto occorre creare un vasto consenso popolare che lo sostenga.
Ecco, di seguito, alcuni punti, ripetiamo: non esaustivi e solo strumentali per il dibattito.
1) occorre creare un comitato rappresentativo di quanti (organizzazioni e singoli) vogliono impegnarsi, che assuma il coordinamento del piano;
2) il compito di promuovere le prime riunioni e coordinare nella prima fase il tutto dovrebbe essere assunto nell’immediato dal circolo culturale Antonio Gramsci;
3) si dovrà inserire l’approfondimento della storia della Scuola popolare di Is Mirrionis nel più ampio contesto delle lotte sociali dei quartieri della città;
4) da subito dovremo porci l’obbiettivo di produrre in tempi brevi una pubblicazione sulla vicenda della Scuola Popolare, affidandone il coordinamento a Ottavio Olita;
5) si può riprendere l’iniziativa di ricostruire nello spazio già occupato dalla Scuola in cui allo stato è presente solo un rudere (vedi foto) un moderno centro culturale come spazio di promozione civica, dando all’iniziativa un respiro europeo (non è secondario questo richiamo anche in relazione alle opportunità di finanziamenti europei per la realizzazione dell’opera);
6) si può riprendere l’ottima proposta di Giacomo Meloni, segretario nazionale della Confederazione Sindacale Sarda, di dare un nome allo spazio: piazza della Scuola Popolare di Is Mirrionis;
7) la realizzazione del Centro potrebbe essere finanziata con tre apporti: 1) finanziamento europeo, 2) finanziamento comunale, 3) civic crowfunding
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Il dibattito prosegue

Quel pasticciaccio brutto dell’art. 18

art.18 GonarioAntonio Polito e quel pasticciaccio brutto dell’art. 18
di Gonario Francesco Sedda
Antonio Polito è convinto [Il luogo del delitto, Corriere della sera, 25 settembre 2014] che Matteo Renzi abbia ragione riguardo all’eliminazione dell’art. 18 anche nella forma fortemente depotenziata secondo l’ultima riforma Fornero. «In realtà – ha scritto – il nostro mercato del lavoro è ingiusto, inefficiente, balcanizzato. È da quel dì che va riformato. Forse è perfino troppo tardi. […] Ed è davvero inimmaginabile che lo si possa fare lasciando in piedi l’articolo 18».
Il cosiddetto mercato del lavoro è dato dalla domanda di “lavoro” (proveniente da imprese e istituzioni) e dall’offerta di lavoro (la messa in vendita della “capacità lavorativa” in cambio di un salario o di uno stipendio). La “qualità” del mercato del lavoro dovrebbe dipendere sia da chi domanda lavoro sia da chi lo offre. Se il mercato del lavoro fosse “ingiusto”, potrebbe esserlo per le imprese soltanto o per i lavoratori soltanto o per entrambe le parti. Non risulta che la grandissima precarizzazione del lavoro – particolarmente quello dei giovani – sia considerata ingiusta nel mondo delle imprese. Né risulta che queste ultime abbiano operato per correggere tale supposta “ingiustizia”. Le imprese italiane hanno ritenuto e ritengono giusto flessibilizzare (e precarizzare) il mercato del lavoro, hanno chiesto e chiedono di tagliare i lacci e laccioli che lo tengono “ingessato”. Negli ultimi decenni i governi amici (“democratici”, liberaldemocratici, ordoliberali, liberisti) hanno risposto positivamente alle richieste degli imprenditori, in assenza di una vera e efficace opposizione dei sindacati.
Dunque il mercato del lavoro è ingiusto per chi lavora e “vive” nella precarietà.
In quale senso questo mercato del lavoro sarebbe anche inefficiente? Sembrerebbe che l’inefficienza riguardi gli ostacoli che impediscono alla domanda di incontrarsi con l’offerta. Ma il vero problema è che scarseggia la domanda e abbonda l’offerta e questa non può incontrarsi con una domanda che non c’è. Non è una semplice questione di funzionalità. E poi questa “inefficienza” è comunque fruttuosa per le imprese, che possono praticare bassi salari, godere di incentivi e di riduzioni fiscali e contributive.
È in atto da decenni un’offensiva “conservuzionaria” del blocco dominante sul piano economico e culturale, politico (di governo) e istituzionale con lo scopo di portare a compimento una grande “restaurazione”. E così vengono una dopo l’altra campagne (diversamente graduate) di “riformismo regressivo”. Uno dei risultati di quelle campagne è il cosiddetto mercato del lavoro balcanizzato (diviso tra lavoratori di serie A e di serie B). L’appartenenza alla serie A non riguarda solo l’art. 18 ormai fortemente depotenziato, ma anche il valore della contrattazione nazionale come perno di quella aziendale. L’esistenza della serie B è un risultato dell’iniziativa vittoriosa del blocco dominante. E per le imprese anche questo è un risultato fruttuoso nel breve/medio periodo e promettente sul piano strategico.
Ma che altro avrà scritto A. Polito per poter affermare come «davvero inimmaginabile» che si possa riformare il mercato del lavoro «lasciando in piedi l’articolo 18»? Nulla! Non riesce a immaginare un mercato del lavoro riformato lasciando in piedi l’articolo 18, ma neppure – neppure! – uno “nuovo senza l’articolo 18”. Dopo averci tramortito con tre aggettivi (ingiusto, inefficiente, balcanizzato) si dà per disinformato: «si litiga intorno a una delega di cui non si conosce ancora il contenuto. Non lo conosce neanche il ministro del Lavoro Poletti: interrogato in materia, ha risposto di chiedere a Renzi». E Matteo detto il “Bomba”, il bambino quarantenne, gioca a nascondino: “No, io non ve lo dico … lo dico quando mi pare … non è democratico discutere sapendo quali sono le mie vere intenzioni”.
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Articolo pubblicato anche su Democraziaoggi
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con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413ANNIVERSARI. Cervantes, Marzabotto, Gennarino Capuozzo, Caravaggio… Un anno fa, il 29 settembre 2013, su Aladinpensiero.
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Horatio Nelson 1ORAZIO NELSON
Orazio (anche Horazio) Nelson nasce il 29 settembre 1758 il famoso ammiraglio che assicurò agli inglesi il dominio sui mari contro i francesi negli anni della Rivoluzione e di Napoleone.
Gran combattente, perse in battaglia un occhio, un braccio e infine la vita, pur riuscendo sempre vincitore. Non molto di parola contro i giacobini napoletani sconfitti, li consegnò al capestro, compreso l’ammiraglio Francesco Caracciolo, che pure aveva in precedenza combattuto con lui contro i francesi, ma si era poi convertito agli ideali rivoluzionari.
La sua biografia ufficiale è abbastanzata romanzata (si fa con gli eroi nazionali…), non sempre riferisce del lugubre e comico suo ultimo trasporto in patria: morto a Trafalgar il 21 ottobre 1805, fu immerso in una botte di rum, per conservarne il corpo, ma all’arrivo la botte risultò vuota, i marinai poco rispettosi ne avevano bevuto il liquore, incuranti dell’illustre cadavere che conteneva.
ORAZIO NELSON statuaAlcuni commenti su fb
Walter Pittoni: fece appendere l’amm. Caracciolo su richiesta della sua Lady…
Mario Carboni: abitò anni a La Maddalena sulla sua nave alla fonda con la flotta inglese.
Walter Pittoni: …ed ammirò il lavoro dei maestri d’ascia sardi, pare…

PIERINO CELETTO
Il 29 settembre 1944 muore in combattimento ad Attimis, provincia di Udine, il partigiano Pierino Celetto, nome di battaglia Mazzini. Aveva 20 anni.
Nato a Gemona del Friuli, studente, dopo l’8 settembre ’43 diventa partigiano, ricoprendo incarichi di responsabilità e di comando.
Negli scontri contro i nazifascisti, tra il 27 e il 29 settembre ’44, è ferito ad una gamba. continua a combattere nonostante la febbre e la perdita di sangue. Nuovamente colpito, questa volta mortalmente, rimane a morire sulla linea di fuoco. Medaglia d’oro al valor militare. Il paese natale gli ha dedicato una strada.

Oggi lunedì 29 settembre 2014

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in giro con la lampada di aladin…

lampada aladin micromicro- Il miraggio del lavoro e la Sardegna svenduta agli speculatori. Athony Muroni su L’Unione Sarda (ripreso da SardegnaSoprattutto).
- Zedda, tre ostacoli in 17 giorni per la ricandidatura a sindaco di Cagliari. Ce la farà a superarli?. Vito Biolchini su vitobiolchini,it
- ll jobs act è un manifesto della malafede. Su Democraziaoggi

Il presidente impossibile – Pepe Mujica da guerrigliero a presidente

Beppe Mujica libroDomenica 28 Settembre, ore 11, Ex Art – Piazza Dettori, Cagliari. La pagina fb dell’evento.

con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501414ANNIVERSARI. Papa Luciani, Victor Jara, e altro. Un anno fa il 28 settembre, su Aladinpensiero.
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CONFUCIOCONFUCIO (cinese 孔夫子 Kǒng Fūzǐpinyin, Wade-Giles: K’ung-fu-tzu; 551 a.C. – 479 a.C.)
Il grande filosofo cinese Kong Fuzi (Maestro Kong), latinizzato in Confucio dai padri gesuiti, nacque nel 551 a.C.(forse un 28 settembre) nella città di Zou, figlio di un nobile decaduto. Il suo pensiero filosofico, morale e politico si è diffuso oltre che in Cina anche in Giappone, Corea e Vietnam: non è una religione, anche se spesso in tal senso viene considerato. A Confucio sono attribuiti numerosi celebri aforismi quali: quello dello stolto che guarda il dito mentre il saggio indica la luna; quello dei fili sottili che intrecciati formano una fune che nessuno può spezzare.
Confucio morì a 70 anni, nel 479 a.C.

Oggi domenica 28 settembre 2014

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Esperienze esemplari. La Scuola Popolare dei Lavoratori del Quartiere di Is Mirrionis di Cagliari (1971-1979?)

ape-innovativa(f.m.) All’inaugurazione della biblioteca “L’albero del riccio” del Circolo culturale Antonio Gramsci, che ha visto come ospite illustre il nipote del grande Antonio Gramsci, Antonio Gramsci jr, nel corso del breve dibattito seguito alla presentazione (a cura di Michela Caria, Alessandro Ruggeri, Irma Ibba) dopo il sindaco Massimo Zedda e l’assessore regionale alla Cultura Claudia Firino sono intervenuti Francesco Cocco, Simone Seu e Ottavio Olita. Seppure brevi, la presentazione e gli interventi, meriterebbero di essere riportati e rilanciati in un auspicabile proseguo della riflessione sui temi proposti. In certa parte, essendo stati presenti, lo faremo. Qui vogliamo riprendere una parte dell’intervento di Ottavio Olita, noto come scrittore e giornalista, tanto da non aver bisogno di presentazione. Olita nel compiacersi per l’iniziativa del Circolo Gramsci soprattutto per la scelta culturale e di impegno politico nei confronti del quartiere popolare di Is Mirrionis ha voluto riallacciarla all’esperienza della Scuola Popolare dei Lavoratori di Is Mirrionis, che si dispiegò dall’ottobre 1971 fino alla fine degli anni 70, quando la Scuola Popolare già aveva dato vita al Comitato di Quartiere di Is Mirrionis. Io, Franco Meloni, che di quella Scuola sono stato uno dei fondatori, oltre ad una inevitabile emozione nel ricordarla per la passione politica e le intense relazioni umane che la connotarono, nel ritrovare pertinente il collegamento fatto da Ottavio, penso che quell’esperienza debba essere rievocata, studiata, approfondita per il suo enorme valore (anche per i suoi limiti) e per gli insegnamenti che può riservarci per l’oggi. E’ un lavoro che può essere fatto a più mani e più cervelli, assumendo come base organizzativa proprio il Circolo Gramsci. A Ottavio, che fu insegnante e operatore politico culturale della Scuola, anche per la sua capacità professionale chiediamo di coordinare una ricerca, che sfoci in una pubblicazione. Ovviamente sarà l’occasione per una collaborazione di vecchi e nuovi protagonisti delle lotte sociali cagliaritane, con la partecipazione innanzitutto degli studenti lavoratori e degli insegnanti che fecerò quell’esperienza. Ne riparleremo presto.

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in giro con la lampada di aladin…

bandiera-SardegnaEuropalampada aladin micromicroL’isola deve utilizzare 417 milioni in 15 mesi, o Bruxelles se li riprenderà
Fondi europei, un tesoro a rischio

“Per non dimenticare Gaza”: oggi sit-in

sardegnapalestinaOggi, sabato 27 settembre 2014, a Cagliari alle ore 17, in piazza Costituzione, la Comunità Palestinese in Sardegna con l’Associazione Amicizia Sardegna Palestina organizzano un sit-in “Per non dimenticare Gaza”.
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In concomitanza con la manifestazione nazionale, indetta dalle Comunità Palestinesi in Italia, che si terrà a Roma – ore 14,30 – in Piazza della Repubblica, la Comunità Palestinese in Sardegna con l’Associazione Amicizia Sardegna Palestina organizzano un sit-in “Per non dimenticare Gaza”. Il sit in risponde all’appello lanciato dalle comunità palestinesi in Italia che chiedono A TUTTE LE FORZE SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE e indignate per l’ennesimo mattatoio scatenato da Israele contro Gaza di mobilitarsi e manifestare.
Di seguito il testo dell’appello.